Prima di lasciarvi a questa breve
fanfic, volevo augurarvi Buon Natale – lo faccio
adesso, ma potrei essere colta dall’impulso di pubblicare qualcos’altro prima di
domenica. Non si può mai dire…
Spero che il vostro Natale sia
pieno di serenità e di regali^^
Il canto silenzioso della
neve
La
maggior parte delle persone, guardando la neve, che scende silenziosamente,
chiusa fuori dalla finestra, prova una calma quasi irreale. Una sorta di tregua
dalle preoccupazioni della vita, dal dolore che ognuno è costretto a portare
nell’intimo del proprio essere.
Io ho
sempre provato una strana inquietudine, osservando il manto candido che va
ispessendosi sotto il tocco delicato del cielo.
Invece
che ovattare le mie sensazioni, la neve le acuisce.
O forse
sono le feste imminenti a farlo. Il sapore del Natale che si respira nell’aria,
le luci colorate, il frusciare invitante della carta per impacchettare i regali,
il profumo di nuovo, di tradizione, di dolciumi.
Mi porto
la tazza di the alle labbra, sfiorandone piano il bordo.
La mia
casa è silenziosa, immersa nel buio. Ho acceso una candela a forma di renna con
un buffo cappello e un naso rosso e rotondo. Lentamente la cera si consuma,
colando nel piattino come tante lacrime.
Le luci
bianche dell’albero lampeggiano, facendo brillare le palline finemente decorate.
Ho appeso due grandi calze rosse, dal bordo bianco, al caminetto, ma non
l’atmosfera natalizia non è riuscita a penetrare in casa.
E’ come
se fosse tutta una recita, una finzione. Io lo so. Anche la casa lo sa e sembra
essere per questo ancora più tetra.
La feste
dovrebbero essere il momento ideale da trascorrere insieme alla propria
famiglia.
Io la mia
non ce l’ho più.
L’ho
perduta quel giorno, quel terribile giorno d’estate, lontano eppure ancora così
nitido nella mia memoria.
Il dolore
dei miei genitori, la rabbia dei miei fratelli e poi la
scelta.
O con lui
o con noi.
Non si
può amare un Death Eater ed
essere un membro dell’Ordine.
E’
semplicemente qualcosa che non può accadere. E’ come se si volesse convincere
l’acqua a risalire la pendenza di una collina, il cielo a restare sempre dei
colori del tramonto…
Quel
giorno scelsi. Scelsi l’amore, la passione.
Scelsi
l’abbraccio dell’uomo che amavo.
Scelsi di
abbandonare la vita che avevo fino a quel momento
conosciuto.
Scelsi di
voltare le spalle alla mia famiglia.
Perché
l’ho fatto?
Per
amore. Per Draco. E per me, perché senza di lui non riesco a essere completa.
Non riesco a vivere. Non riesco nemmeno a pensare, a respirare.
Sono
debole? Forse sì. Forse sono veramente debole ad aver scelto
l’amore.
Debole e
spaventata dall’idea di vivere una vita senza di lui.
Da quel
giorno non mi sono mai separata da lui. Il nostro amore ha affondato le proprie
radici nel nostro dolore, avvolgendolo in modo che risultasse più sopportabile.
Ci siamo stretti forte, nelle lunghe notti invernali, quando l’ululato del vento
era più forte del pianto dei nostri cuori, quando le tenebre nascondevano mostri
spaventosi e le dita del buio ci accarezzavano la pelle, facendoci
rabbrividire.
Mentirei
se dicessi che non ho mai pianto, pensando alla mia famiglia, ancora unita
nonostante gli orrori della guerra.
Ho pianto
pensando che io non ne facevo più parte. Ero un’estranea.
Non avrei
mai più goduto dell’abbraccio di mia madre, delle sue parole di conforto, delle
sue carezze amorevoli.
Chiudo
gli occhi, mentre una singola lacrima mi scende sulla guancia.
Mi manca
mia madre. Mi manca la mia famiglia.
Ora è
Draco la mia famiglia, ma non è maledettamente la stessa
cosa.
Non ho
altri che lui. E lui ha soltanto me.
I suoi
genitori non gli hanno perdonato il nostro amore più di quanto non lo abbiano
fatto i miei, sebbene lui non abbia rinnegato anche tutto quello in cui credeva.
Io sì.
Ho
rinunciato a combattere a fianco dell’Ordine per amor suo.
Ho
rinunciato a tutto per amor suo, anche a una parte di me
stessa.
A volte
vorrei essere una persona molto diversa, una persona con il coraggio di fare la
cosa giusta, anche contro a quello che il suo cuore le
suggerisce.
Ma non lo
so.
So solo
io, Ginny Weasley, ora Malfoy.
Il
tintinnio delle chiavi nella toppa della porta mi fanno
trasalire.
Mi volto
lentamente riconoscendo il profilo di Draco, appena sfiorato dalle luci
dell’albero.
Lui mi
guarda, ma non mi sorride.
Copre la
distanza che ci divide lentamente e mi stringe in un abbraccio.
Sento le
sue braccia avvolgermi e sembra che il cuore batta più chiaramente nel mio
petto, all’unisono con il suo. Il suo profumo mi sfiora, le sue labbra cercano
le mie con una tenerezza, che minaccia di farmi sciogliere in
lacrime.
Sa che le
feste mi rendono malinconica.
Le sue
dita mi accarezzano piano i capelli, spostandoli dietro alle
orecchie.
Non dice
nulla. Si limita a guardarmi e a tenermi stretta contro il suo
petto.
“Ti amo”
sussurro. Lui mi bacia lentamente, ma non risponde. Non lo fa
mai.
Ma va
bene così. So che mi ama.
Alla fine
gli dico di andarsi a togliere quegli abiti umidi di neve e di farsi un bagno
caldo.
Lui mi
bacia ancora una volta accarezzandomi una guancia, prima di allontanarsi,
lasciando sul mio corpo un’ombra del suo calore.
Lo seguo
con lo sguardo, prima di girarmi verso la finestra.
Allungo
una mano e sfioro con la punta delle vita il vetro freddo. Il mio alito vi
disegna un alone opaco, quando scorgo una figura famigliare attraverso la
finestra.
“mamma”
sospiro con voce strozzata.
Ci
guardiamo, rimanendo immobile.
E io mi
aspetto che svanisca, perché troppe, troppe volte ho sognato di vederla al
limite del vialetto. Troppe volte ho sentito il bisogno di credere che un giorno
lei lo avrebbe fatto…sarebbe venuta a cercarmi, sarebbe venuta a dirmi che sono
ancora la sua bambina.
Perché
l’unico mio errore, l’unico, enorme errore che ho fatto nella mia vita è stato
quello di amare troppo, troppo intensamente, troppo
totalmente.
Non ho
mai ferito volontariamente la mia famiglia, non ho mai smesso di credere in
quello che penso sia giusto, ho semplicemente amato troppo profondamente
Draco.
Sbatto un
paio di volte le palpebre, ma lei non scompare. Non se ne va.
E’ lì,
ferma sotto la neve, stretta in un mantello verde scuro, frusto e logoro. Le
guance colorate di rosso per il freddo, una mano guantata, che tiene uniti i lembi del mantello sotto alla
gola.
Mi stacco
dalla finestra e corro fuori.
Senza una
parola, mi abbandono tra le sue braccia, stringendola con tutta la forza che
possiedo.
Lei
ricambia il mio abbraccio, scoppiando a piangere.
Mi
accarezza i capelli, come quando ero piccola e mi prende il viso tra le mani.
Piange e
sorride allo stesso tempo.
“Torna a
casa” mi dice piano.
Dischiudo
le labbra, tremando per il freddo. Non rispondo. Volto lentamente il capo verso
la porta, occupata dal profilo di Draco.
Guardo di
nuovo mia madre in attesa di una risposta. O forse di una
condanna.
Lei
stringe le labbra. Osserva per qualche istante mio marito, prima di fissarmi
negli occhi.
Non
approva. Continua a non approvare.
“può
venire anche lui, se lo desideri”
Stringo
forte le palpebre, abbracciandola nuovamente.
So quanto
le è costato dirlo. Posso solo immaginare quanti litigi, quante lacrime, quanti
notti insonni hanno portato a queste semplici parole.
“Grazie
mamma” sussurro.
Lei mi
passa le mani sulle braccia per scaldarmi. Quasi non mi accorgo di
tremare.
“Adesso
torna dentro che ti prenderai un malanno. Ci vediamo alla cena di Natale” mi
dice, deponendomi un leggero bacio sulla fronte.
Lancia
un’ultima occhiata a Draco prima di incamminarsi, da sola, sotto la neve, che
continua a cadere.
Continuo
a guardarla, immobile tra i fiocchi di neve che turbinano intorno a me, finchè non sparisce dalla mia vista. Draco scende
silenziosamente i gradini e mi raggiunge.
Allunga
una mano e afferra la mia, ma non fa nulla per riportarmi in casa. Anche lui
rimane fermo sotto alla neve, incurante del freddo.
“Non mi
ero mai accorta” dico con voce assorta, stringendo la sua mano nella mia “che la
neve mi piacesse così tanto”.
Fine
Beh, è finita anche questa
storia.
Spero che vi sia piaciuta anche se
è molto corta.
Ultimamente sono stata colta da
una specie di dipendenza da recensioni, quindi lasciatemi un commentino, pleaseeee ^^
Un bacione
Egle