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Autore: poisonous rose    18/01/2011    3 recensioni
“Molto imbranata Weasley. Chi ti piglierebbe mai come ragazza?! Non lo so proprio.”
Rose si alzò di scatto e si ritrovò incollata al muro, mentre Scorpius si avvicinava pericolosamente a lei. Arrossì di botto e ripensò alla prima volta che lo vide, lo aveva considerato bellissimo. E lo considerava tutt'ora bellissimo, solo che.. beh mica poteva dirlo! Aveva un orgoglio, lei! E forse anche troppo elevato. 
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Fandom: Harry Potter
Prompt: 033, Come?
Tabella: http://levioosa.livejournal.com/752.html


 
Parola di Mago. Parola di Strega.



 
“ Malfoy! ”
L'avrebbero potuta sentire. L'avrebbe potuta sentire Jamie -e ci sarebbero state delle terribili se non gravi conseguenze-, ma così non fu. Nonostante avesse urlato il suo nome per fargli capire che lei era Rose Weasley, e non una persona qualunque, a squarciagola, nessuno l'aveva sentita se non Scorpius. Ringraziando al cielo, si intende.
Il biondastro si bloccò di scatto, mentre un pensiero nella sua mente si formulò. Un pensiero decisamente perverso e malvagio, da Malfoy insomma. 
Se l'avesse visto suo padre, ah, gli avrebbe sorriso come mai prima d'ora. Perchè Draco Malfoy, da piccolo, era praticamente la fotocopia del ragazzino che in questo momento Rose le dava le spalle. 
E la giovane Weasley, a detta di Malfoy senior, poteva benissimo passare per Hermione Granger in miniatura, ma Rose aveva quel tocco che la contraddistingueva. Quel tocco che la rendeva uguale ma diversa dalla mamma. Quel tocco che la rappresentava.
Dopo i primi cinque anni di vita però, era diventata un misto del Trio in miniatura. Era praticamente tutti e tre messi insieme. Da zio Harry aveva preso l'innata voglia di ficcarsi nei guai. Da suo padre, Ronald, aveva preso la cocciutaggine -senza contare i tratti Weasley si intende. Da mamma Hermione, aveva preso l'intelligenza, l'orgoglio, l'impulsività. Si poteva dire che era un'ottimo mix, ma, tremendamente pericoloso. Lo sapevano tutti, quando la Granger si adirava, erano guai. E lo stesso valeva per i suoi due migliori amici, ma quando si toccava l'orgoglio. Beh, quello era un tasto fin troppo dolente. Era vero che la casa di Godric Grifondoro fosse caratterizzata da valoriosi studenti, ma diamine, avevano un orgoglio che toccava la Luna con tutto il palmo della mano! Per Rose invece, non era così. Lei era praticamente su Plutone. 
Scorpius rimase fermo, attendendo che la giovane Weasley gli dicesse di tornare indietro supplicendolo. Infondo era questo che lui aspettava, ma ciò non avvenne. Si morse il labbro, stando ben attento a non farsi vedere. Anche se, le mani che si chiudevano a pugno fino a far diventare le nocche bianche, beh, non erano un ottimo segno di equilibrio mentale. Il padre gli aveva sempre insegnato che lasciar trasparire le emozioni, significava che le persone potevano capirti troppo facilmente, e colpire di conseguenza i tuoi punti deboli. E mai come ora, si sentiva più vulnerabile con lo sguardo della ragazzina piantato sulla sua nuca. 
Lo stava trafiggendo, maledizione. 
Come diamine faceva quella sporca mezzosangue a trafiggerlo?
Inspirò a fondo e fece un'altro passo, quando udì le parole della giovane colpirgli prepotentemente il suo poco di buon senso rimasto, si fermò di colpo; con un piede ancora sollevato, come se volesse camminare ma fosse stato appena pietrificato dalla ragazzina. “ Non ho bisogno di dimostrare a te che quello che dico, è la pura verità. D'altronde cos'altro mi potevo aspettare dal figlio di un Mangiamorte?
Cosa.. come aveva osato dire simile scempio?
Dalla voce, Rose sembrò perfettamente a suo agio nel pronunciare quelle parole, ma una piccola nota di paura nel pronunciarle, uscì fuori non appena disse "Mangiamorte". Rose non aveva vissuto "nell'era" dei suoi genitori. Quindi non poteva sapere cosa comportasse essere Mangiamorte -almeno secondo Scorpius-, e cosa significasse essere  il figlio di una persona simile. E invece, nonostante i pensieri del biondino, Rose sapeva benissimo che cosa volesse dire, perchè un giorno Hermione, le aveva raccontato che i Mangiamorte non erano altro che persone soggiogate al dominio di Lord Voldemort. E il padre di Scorpius non era altro che uno di questi, anzi, lui era stato soggiogato al desiderio del padre di renderlo Mangiamorte e degno della stirpe dei Malfoy. E loro lo sapevano bene. Ormai lo sapevano tutti. Draco Malfoy si era pentito e ora era un uomo quasi ligio alle regole del ministero. 
“ Weasley, che.. che hai detto.
Non era una domanda o un obbligo, era semplicemente un.. un'accusa. Scorpius, nonostante non sopportasse l'atmosfera che doveva sorbirsi a casa, voleva bene a suo padre. Si fidava di suo padre. Proteggeva suo padre in tutto e per tutto. E l'avrebbe fatto sempre e comunque. All'infuori di tutte quelle dicerie su di lui, Scorpius, e un quarto della popolazione magica, aveva capito come Rose, che Draco Malfoy non era cattivo. Solo che non riusciva a reprimere l'odio verso quell'uomo così vile e codardo che aveva lasciato che sua mamma venisse cruciata. Senza fare niente. Lui era stato li, a guardarla soffrire, a guardarla urlare. E non aveva fatto niente. Solo per questo motivo lo odiava. Perchè era un codardo. E il figlio sicuramente non era da meno, per questo l'aveva provocato. Solo per il gusto di vederlo in difficoltà, perchè lei si voleva vendicare delle ingiurie che aveva subito sua madre a causa delle Serpi, di sua Zia più precisamente. La vendetta non era molto da Grifondoro, e anche il Cappello Parlante era stato indeciso se mandarla a Serpeverde o Grifondoro, se l'avesse mandata a Serpeverde, beh, suo padre l'avrebbe ripudiata e Cruciata. Con fiocchi e controfiocchi. Ringraziando al cielo non era stato così, e lei era finita, come tutti i Weasley, nella casata di Godric Grifondoro com'era giusto che fosse.
“ Che non mi aspetto che tu mi creda Malfoy. Infondo come potresti? Sei un Malfoy. ” e disse quella frase con tanto disprezzo, che sembrò una degna Serpeverde, una di quelle che non si vedevano dai tempi di Pansy Parkinson. Scorpius raggelò e spinse nuovamente la ragazzina contro il muro sovrastandola di poco, infondo erano entrambi undicenni, e nonostante lui fosse di due dita più alto del metro e cinquanta della moretta, chi voleva pigliare in giro? Non faceva paura a nessuno. Tantomeno a una Gryffindor come lei, o almeno così si era imposta lei.
“ Scommetto che non riusciresti a capirmi neanche se te lo permettessi. ”
Come? Stava seriamente scommettendo con .. Lei? Avrebbe trovato pan per i suoi denti.
“ Scommetto il contrario. ”
“ Bene, allora sei spacciata Weasley, hai appena scommesso su una battaglia, persa in partenza. ”
Rose raggelò sul colpo, non credeva di aver accettato la scommessa rispondendo a tono a quel.. biondastro narcisista! Ed ora era li, stretta fra lui e il muro e si stava preoccupando. Tutta la sua spavalderia scomparve e i suoi occhi si assottigliarono, presagendo che quello che aveva combinato era un'enorme stupidaggine. Fottutamente insulsa. Forse, Scorpius, accorgendosi che la ragazza iniziava a diventare leggermente rosea sulle guance -forse in imbarazzo per la vicinanza assurda fra i due e mai provata prima con nessuno se non con suo cugino per picchiarsi- , si allontanò da lei leggermente e infilò le mani in tasca sorridendole maligno.
“ O forse hai paura? ”
Tutti i dubbi della piccola svanirono. Se prima era lui a pensare come diamine avesse fatto lei a pensare una cosa simile, adesso toccò a lei. Infatti, bastò un attimo, e quella frase, per farle allungare una mano verso il biondino e sorridere altrettanto malignamente. Un qualcosa era scattato in lei, un qualcosa che la mamma le diceva sempre che era meglio che non venisse mai fuori. Perchè portava sempre a condizioni disastrose, ma lei era Rose. Non ascoltava nessuno, era fin troppo cocciuta. Eppure, in quel momento, non riusciva a ricordare come si chiamasse quel sentimento. Era troppo concentrata a scrutare Malfoy. I capelli tirati all'indietro da gelatina (?), il mantello che sfiorava il pavimento a ogni suo movimento, il fisico da undicenne nascosto dalla divisa di Hogwarts con la cravatta allentata per avere l'aria da "fighetto". Il viso leggermente tondo ma ben formato, e, infine, gli occhi grigi che la fissavano in attesa di un qualche cedimento, sicuro che ce ne sarebbe stato qualcuno. Ma lui non la conosceva, e non l'avrebbe mai conosciuta fosse stato per lei. 
“ Di vincere troppo in fretta? Forse, Malfoy. ”
Mormorò mentre il biondino le afferrava il braccio all'altezza del gomito fortemente irritato dalla sua insolenza. Sapeva che doveva stringere quel patto in un qualche modo, ma non sapeva come. Era sempre stato così, quando creava un qualcosa di malefico, poi quel qualcosa si frantumava ai suoi piedi perchè non riusciva a trovare le giuste condizioni per mandarlo avanti. Ma non appena guardò meglio gli occhi celestiali di Rose, un ghigno tipico dei Malfoy gli attraversò il viso.
“ E starai alle mie condizioni. ”
Come prego?
“ Come, prego? ” lo guardò un secondo e poi acconsentì rassegnata, non poteva certamente fargli vedere quanto le costasse stare alle sue regole. “ E tu starai alle mie.”
Lui le strinse maggiormente il braccio e lei socchiuse un occhio guardandolo torva. Che aveva intenzione di fare eh? Minacciarla? Ormai aveva accettato, più o meno.
“ Tu devi conoscere me, non io te. Di conseguenza, cara mia sporca Mezzosangue, starai alle mie regole. Sempre se non hai paura di perdere, si intende. ”
Rose socchiuse gli occhi ad una fessura, strinse anche lei la presa sul braccio del ragazzo impettita. 
“ Qual'è il piano? ” gli chiese sospettosa, non avrebbe detto "Parola di Strega" fino a quando non sarebbe stata certa che avrebbe vinto, a tutti i costi. Malfoy ghignò guardandola. Le venne la pelle d'oca, quel ragazzo aveva uno sguardo che poteva far sentire chiunque in soggezione. Nonostante lei non lo desse a vedere, voleva dimostrargli chi lei fosse. E non sarebbero serviti nemmeno due giorni per farglielo capire, si poteva vedere da subito che tipo era. 
Portava scarpe da ginnastiche rosse e bianche con delle linee laterali nere, le chiamavano Converse i Babbani; molto più comode delle scarpe che avrebbe dovuto indossare, completamente bianche da ospedale, non sopportava il bianco perchè le ricordava il San Mungo. La gonna della divisa era leggermente più corta di quella delle altre ragazze, solo perchè lei amava saltellare e le dava fastidio perchè le rallentava la velocità con cui svolgeva i saltelli. La camicia bianca sotto a un maglioncino largo, troppo largo, marroncino a coprirla. Il mantello abbottonato e che le scendeva perfettamente addosso, come se l'avesse sempre portato. I capelli mori-rossi (che lei amava chiamare ramati) che le ricadevano sulle spalle con dei boccoli morbidi, a differenza della madre non aveva un cespuglio al posto dei capelli.. forse quando pioveva diventavano tali. E gli occhi, beh, gli occhi erano la cosa su cui Scorpius fin da subito, si era soffermato a studiare. Irradiavano tutto il suo viso a forma di cuore, una cosa che non aveva mai visto in nessuna ragazza. E, nonostante ne avesse conosciute poche di ragazze, sapeva riconoscere -nonostante il fatto che Rosie fosse una Weasley- che quella era una bella ragazza di undici anni. 
“ Se riuscirai a scoprire una cosa di me, entro un mese, avrai vinto. ”
Sembrava logico come ragionamento, filava liscio, insomma, sai quante persone lo conoscevano a Hogwarts? Sarebbe stato un gioco da ragazzi.
“ E se vinco, voglio che tu mi faccia i compiti di Pozioni e Babbanologia per tutto l'anno. ” disse lei sorridendo sorniona, convinta di avere la vittoria in mano. 
Scorpius fece un'espressione leggermente schifata quando sentì il nome della materia dei Babbani - e non poteva , ma non replicò, lui aveva in serbo per lei una cosa senz'altro peggiore, che l'orgoglio della Grifoncina poco volentieri avrebbe accettato, ma lei, presa dall'euforia, non aveva fatto caso al fatto che lui non aveva detto la sua posta in palio, per cui continuò a sorridere contenta, così come il ragazzo. 
Il biondino infatti, dal canto suo, era altrettanto convinto di avere fra le mani la vittoria quasi quanto lei. Il biondo annuì convinto mentre le stringeva maggiormente il braccio, pensando che in quel momento avrebbero sancito una promessa indissolubile, il punto era che: non riusciva capire per quale ragione, sentiva che con quella promessa, lui e Rose avrebbero passato insieme tante, troppe, cose. E, la stessa cosa pensava Rose, che mentre stringeva il braccino del quasi-amico-solo-per-sfida sentiva che quella scommessa, sarebbe stata la più bella ed entusiasmante di tutta la sua vita.
“ Parola di mago. ”
“ Parola di strega. ”
 
 
 

















 
Note dell'autore: 
Beene! Scusatemi per il ritardo abnorme ragazzi miei ma la scuola mi permette di stare solo mezz'ora al pc,e ieri ho sfornato una nuova FF che mi ha rubato tutto il tempo a mia disposizione. Spero vi piaccia, e mi scuso in anticipo per gli errori di ortografia e di pura distrazione (.__.") siccome non ho tempo neccessario, e vi risponderò singolarmente alle recensioni, come al solito direi, grazie a tutti quelli che hanno commentato la storia, in particolare ArgentoVivo che mi recensisce ogni singolo capitolo da quando ho postato, e..  a proposito, il prossimo capitolo forse lo dedicherò a qualcuno. E credo proprio che arriverà verso Mercoledì 26, o Venerdì 28 e se commentate forse anche un pochino prima, dato che molto probabilmente mi sentirò moolto incoraggiata -e vi dirò, l'incoraggiamento mi serve in una maniera esasperante, in questo periodo sono molto poco convinta di me- dai vostri commenti.
A presto!
 
Hermonie.
   
 
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