Oh,
Harry
Il
cigolio prodotto dai cardini di una porta ormai arrugginita e
un bicchiere caldo di burrobirra sono i tuoi compagni per questa sera.
Per
tutte le tue sere.
Grimmauld
Place non ti è mai sembrata così squallida e
solitaria.
Non c’è Kreacher a ingombrarti le orecchie con le
sue lamentele continue; lo hai
spedito a Hogwarts, lì forse sarà
d’aiuto.
E non c’è neppure la signora Black a
strillare il suo disgusto per la
tua presenza lì: hai scaraventato il ritratto nello
sgabuzzino. Non
ti riesce di vivere in questa casa
abbandonata da Dio e da tutti. Ma non riesci neppure ad andare via.
È la tua
punizione divina.
Grimmauld
Place non è una casa in cui tornare alla sera, non
è un
posto in cui puoi aspettarti amore, famiglia, colori, e calore.
Grimmauld Place
non è la Tana. Ma tu all’amore, alla famiglia, ai
colori e al calore della Tana
ci hai rinunciato tempo fa. Quando hai rinunciato a comprendere Ginny,
quando
hai smesso di lottare per far funzionare il vostro rapporto.
Perché Ginny non è
lei. Non lo è mai stata,
e mai
potrebbe esserlo.
Amare
la donna del tuo migliore amico. Harry Potter, hai violato
il codice. E ora, ne sconti la
pena. Grimmauld
Place è la tua condanna.
Accendi
la vecchia radio babbana di Ron - ecco un altro memento
della tua colpa – sperando di trovare una qualche voce
lontana che possa farti
compagnia.
Harry
Potter, tu non meriti compagnia. Hai tradito i tuoi due
compagni più fedeli, i tuoi due amici più cari,
innamorandoti di lei. E’
stato facile, non è vero? Innamorarsi
di lei. La cosa più naturale del mondo. Il modo in cui ti
sorride cercando di
farti ragionare, il modo in cui si mordicchia il labbro quando si
concentra su
un libro, il modo in cui ti è rimasta sempre accanto; ogni
maledetto anno a
Hogwarts, ogni fottuta battaglia con quel viscido serpente, ogni
stupida lotta
con l’adolescenza o con la vita vera. Anche adesso, quando
non meriti
compagnia.
Senza
avvisare salta in casa da quelle ceneri sparse, o bussa alla
porta fino a quando non ti scoppiano le orecchie e sei costretto ad
aprirle. O
semplicemente, decide di buttare la sua educazione da una finestra, e
appare di
soppiatto nel salotto e ti sgrida fino a quando non abbassi gli occhi
dalla
vergogna.
Non
ti fai sentire per settimane, scompari, non esci più con
loro.
Non parli più con loro. E cosa mai dovresti dire loro poi? I
tuoi migliori
amici. Li hai traditi.
Ti
sgrida e poi ti prende la mano, con quel materno modo che ha di
prendersi cura di te. E’ nel suo istinto. Ti trascina per la
casa fino a quando
non ti butta sul divano. Si siede accanto a te e vuol sapere come stai,
cosa ti
succede, come va il lavoro, e tutto il resto. Come se ci fosse un
‘resto’. E
anche quando decidi che non hai voglia di spiegare un bel niente, lei
resta lì.
Ti guarda. Ascolta i tuoi silenzi. E certe volte ti sembra quasi che
sia
perfetto così.
E
poi finisce sempre che la convinci a raccontarti di lei. Ti fa
stare meglio sentirla parlare di sé, ti ricorda che il tuo
sacrificio non è
stato vano. Perché lei ama la sua vita.
Raccontami
di te, se hai voglia ancora di parlare,
un po' di verità stasera
non può farmi male,
aiutami così almeno a
non dimenticare
la vita che cos'è,
raccontami, raccontami di te,
di
come riesci a respirare
questi giorni soffocati
dalla solita allegria,
vuoti a perdere sui
prati, che la gente butta via,
questo tempo senza
tempo, che non ci accarezza mai,
dentro a un labirinto di
cemento, questa fabbrica di eroi.
E
ti ritrovi a sorridere. A
sorridere della sua corsa impellente con le parole, dei casini al
Ministero,
delle fesserie di Ron, dell’ultima trovata di Molly per
tenere sotto controllo
tutti i nipotini. Oppure cambia tono all’improvviso e lei si
arrabbia, e tu con
lei. Certe volte è dura anche da
quelle
parti, quando tutti si aspettano di vederla diventare il
più giovane ministro
della magia di sempre, quando Rose non dorme per nottate intere, quando
la vita
va stretta persino a chi la ama, quando le chiedono di Harry Potter. E
tu lo
sai. Le chiedono sempre di Harry Potter.
Ma
Harry Potter si
nasconde, no? Ti nascondi. Sedici ore di corsa quotidiana contro i
terroristi
del mondo magico, sperando che, finalmente, qualcuno ti faccia fuori. E
glielo
dici. Non sai perché, ma glielo dici. E lei ti prende a
schiaffi. Ti ricorda il
fottuto sacrificio dei tuoi genitori. E ti ritrovi a maledire persino
quella
notte. Se solo fossi morto quella notte …
“Voldemort
avrebbe
distrutto tutto. Era questo che volevi?”
“Ed
è questo che devo
essere? Il braccio del bene. E niente più?”
“Oh,
Harry.” Ecco un’altra
cosa che non ti meriti. L’inflessione speciale che ha solo
lei quando pronuncia
il tuo nome, gli occhi grandi e scuri, velati dalle lacrime, e
l’abbraccio
stritola polmoni che ti tira fuori l’anima. “Quante
altre volte dovremmo
ripeterti che non sei solo?” Dimmelo
tu.
Non a nome altrui. Solo a nome tuo.
“C’è un sacco di gente che ti vuole
bene. Che ti ama. Ron, Molly, Arthur, Ginny, tutti gli altri,
io.”
Raccontami di te, da quando mi hai
lasciato solo,
soffrendo più di me,
spiccando il volo verso un'altra te,
teneramente forte come
sei,
insegnami
a non vergognarmi mai
d'innamorarmi
dell'amore.
E si ritorna a quel
punto. A quando la guerra è finita, e vi leccavate le
ferite. E tu credevi che
ci sarebbe stato un domani, un meraviglioso domani di cui raccontare,
un
meraviglioso futuro su cui ridere di cuore. E poi ti sei accorto che le
tue
ferite non si curavano così facilmente, che il sorriso
splendente di
un’incantevole rossa dal cuore d’oro non ti
bastava, che non era quello che
volevi. Quello che volevi era sempre rimasto accanto a te, ma non te
n’eri
accorto. E adesso lei rideva tra le braccia di un altro, si arrabbiava
per gli
errori di un altro, e si coccolava le paure di un altro. Del tuo
migliore
amico.
L’amore
non ti era mai
sembrato così sbagliato. Così sporco.
Così ingiusto.
Lei diventava
sempre
più bella, sempre più forte, sempre
più felice. Hermione Granger conquista il
mondo. L’avevi sempre saputo. Ron saltellava dalla
felicità. E tu iniziavi a
nasconderti, a vergognarti di te stesso. Perché se, forse,
fossi riuscito a
sparire, nulla avrebbe intaccato la loro perfetta felicità.
Raccontami
di te, se sei riuscita a perdonare
tuo padre che non c'è,
non piangere, raccontami di te,
di come riesci a
sopportare
questi eterni fallimenti
di ogni splendida utopia,
la processione dei
rimpianti, nel freddo dell'ipocrisia,
questo vivere aspettando
che qualcosa cambierà,
in questo indifferente
girotondo, oltre questa libertà!
Eri
lì quando il dottor
Granger si è tirato indietro. Non chiama la figlia da sette
anni. Non sai come
sia possibile, ma se la tua Herm si confessa tra le tue braccia tu puoi
solo
lasciarla fare. Ti toglie il respiro.
Eri
lì quando l’hanno
costretta a mollare il C.R.E.P.A. e lei si è rimboccata le
maniche e ha fondato
la sua nuova associazione in difesa degli elfi domestici.
Perché niente e
nessuno può fermare le convinzioni di Hermione Granger.
Eri
lì, a tenerle la mano,
e a testimoniare di fronte a Dio del suo amore per un altro, a sentirti
mancare
e morire, a celebrare i tuoi errori, e la tua ipocrisia. Ma lei
è felice e
tanto ti basti.
Raccontami
di te, adesso
che ti sei sposata,
di quanta vita c'è in
quel bambino che assomiglia a te,
perdutamente bella come
sei
da
questo sogno non svegliarti mai,
lo sai quanto ti voglio
bene.
Eri
lì, dietro un muro
del San Mungo quando hai sentito quel primo pianto felice, e il viso di
Ron era
impagabile. C’era un esserino tra le loro braccia. Piccola e
innocente. Bella,
quasi quanto lei. In quel quadro tu non potevi far altro che inficiare
i
colori. Vivi il tuo sogno, amore mio.
“C’è
un sacco di gente che
ti vuole bene. Che ti ama. Ron, Molly, Arthur, Ginny, tutti gli altri
… Io
ti amo.” Lascia il suo nome per ultimo, e te lo sussurra
contro il timpano. Io
ti amo. Le asciughi una lacrima. Forse è questa la tua
più grande sconfitta, il
tuo più grande rimpianto: ti ama, tanto quanto te. Ma lei
è una vera Grifondoro,
tu un serpente che tenta d’indossare una maschera da leone.
Si scansa,
restate a
fissarvi nel vostro amato silenzio. Sospira, e inizia a succhiarsi il
labbro
inferiore. Vuole dirti qualcosa.
“Sono
… incinta.” Di
nuovo. E tu ti perdi un battito in quel sorriso di pura
felicità.
La
tua felicità è un treno in corsa verso il mare,
tu vivila per me, amore mio, raccontami di te.
Ti scocca un bacio sulla guancia e ti passa una mano in testa per scompigliarti i capelli. “Oh, Harry, dovresti passare dal barbiere ogni tanto sai?”
NdA:
Ehi, son tornata all’ ‘ascolta, scrivi e
pubblica’ come con Finché dorme l’Aurora
e Quali colombe dal disio chiamate. Potrebbe risultare davvero
avventata,
frettolosa, molto spontanea e poco lavorata come storia, ma sapete I
Beatles
no? Take a sad song
and make it better,
remember to let her under your heart, than you can start to make it
better. Così
finché la scrittura funziona bene come esorcismo delle
proprie emozioni, conviene usarla. La canzone è Raccontami
di te di Marco
Masini, dall’album Raccontami di te, i personaggi sono quelli
che abbiamo imparato ad
amare leggendo la saga di Harry Potter di J.K. Rowling. EDIT 14/03/2011: Pensavo di condividere con voi una delle mie 'recensioni' preferite, un commento che ho ricevuto da parte della mia sorellina minore che dopo aver letto questa storia, ha bussato alla mia porta, è entrata, mi ha guardato con una faccia allibita, forse disgustata, forse ammirata in qualche strano modo, ma vi giuro, ho amato quello che mi ha detto poi. Non molte parole, anzi solo tre: 'sei una stronza'. Con questo non vi do il via libera per insultarmi in maniera pesante nelle recensioni, anche perché andrebbe contro il regolamento di EFP, è solo per condividere con voi questo commento un po' particolare, ed essenzialmente lusinghiero per me, perché anch'io mi darei della stronza per tutto quello che faccio passare a 'sti due nelle mie storie XD, vuol dire che il messaggio arriva. Anche all'ultima persona che ti aspetteresti ... Un bacione!