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Autore: Asuka Soryu Langley    20/01/2011    0 recensioni
Questa sera, ho guardato la luna, mi sono fermata a guardarla, in mezzo ad una strada, non una macchina è passata da quella strada, se cosi fosse stato però, mi avrebbe sicuramente investito, perchè mentre guardavo quella luna, sentivo qualcosa dentro.. Era come il ricordo di un buon gelato a fine agosto.. o come la neve fresca su in montagna.. o il vento leggero di primavera.. tutte cose.. passate.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Disadattata ecco come mi sentivo, frastornata, dolorante, ovunque, come se il mio corpo non si fosse mosso da mesi, anni, sempre nella solita posizione, e la testa girava, e il luogo sembrava tanto un posto famigliare, ma nulla di ciò che aveva visto fin'ora era simile a questo posto, e c'erano rumori, rumori ovunque, era tutto un gran caos, quel mondo

<...fa...male..eh...>

Che mondo era?

Aprii gli occhi, oh beh, un lettino, degli aggeggi di metallo tutti attorno, apparecchiature strane..
E del ragazzo corvo nessunissima traccia, eppure ero certa d'avergli stretto il braccio, era reale, ciò che ho fatto, lo era, ne ero certa..

uno dei macchinari affianco a me cominciò a far dei segnali, veloci e fastidiosi quanto un campanello rotto, sapete, di quelli delle sveglie, la mattina presto, quando dovete andar a scuola, quelli. Girai il capo verso quello più fastidioso, il suo suono entrava dalle mie orecchie in modo cosi orribile che sembrava volesse rincretinirmi completamente, e ci stava pure riuscendoSentivo come se da quel mondo non mi fosse più possibile svegliarmi, e andarmene, era come se il tempo li passasse diverso dagli altri mondi, più lento e assurdo, faceva male, faceva tanto male...

le lenzuola bianche sopra di me, il soffitto sull'azzurro, quei macchinari, dov'ero?

Voltai la testa dalla parte opposta

chiudendo gli occhi, sperando, pregando di tornare, o andare, negli altri mondi

ma non accadde nulla, quel rumore sordo, quello acuto, e quell'altro ancora basso, non smettevano di tartassarmi il cervello, perchè avevano preso proprio ora suonare..

C'era una porta, non era il mondo assurdo della stanza bianca, e c'era anche una finestra... com'era grande quella finestra, e le tende bianche che svolazzavano un po', peccato sempre per i rumori fastidiosi, mi sarei volentieri rimessa a dormire li...

 

qualcosa però attirò la mia attenzione, una cosina insignificante, piccola e nera

sul pavimento, stesa li ad aspettare cosa?

Guardai meglio, era piena di piume, era.. un piccolo corvo, mi agitai nel vederlo, lo avevo portato io li?

Lo avevo trascinato io dagli altri mondi, li? E questo che sembrava essere l'ultimo mondo, non era casa sua, non lo era per niente, e ora stava li, a terra, non si muoveva ne sembrava respirare questa volta, lo guardai attentamente per un lasso di tempo necessaio a far arrivare infermieri e infermiere, ero quindi in ospedale.

 

 

 

Sarebbero entrati, di li a poco, omoni pronti a farmi chissà cosa

ma io ri-volevo i miei mondi, e il mio ragazzo corvo, e quella strana cosa azzurrastra che detestavo tanto, volevo vivere in quel mondo, i quei luoghi, e non qui, cos'avrei fatto qui?

Non ricordo di aver mai avuto una vita, qui..

cos'è qui?
Cos'è?

 

Mi alzai dal letto, sentivo i passi nel corridoio, passi tranquilli ma pesanti, stavo andando dal corvo, però, qualcosa mi bloccò, caddi a terra, le mie gambe, non si muovevano

non volevano affatto muoversi, erano pese, e facevano malissimo

No! perchè!?

 

Arrancai con le braccia, ma anche loro sembravano aver perso ogni forza, la forza che avevo prima, dov'era

 

mi trascinai, qualche metro, e qualcosa cadde, cadde sul letto, mi voltai, di scatto, terrorizzata, poi realizzai che non mi sarei più mossa da li, ero incastrata con le flebo, le avevo ovunque, e con rammarico cominciai a strapparmi ogni singolo ago dal corpo, sanguinava, faceva male, ma mi impediva di muovermi, il pavimento, la veste dell'ospedale, tutto attorno si tinse di rosso, la pelle, sembrò staccarsi assieme a quegli aghi, pezzo per pezzo

 

In effetti non avevo mai sentito dolore vero e proprio, negli atri mondi, era la consapevolezza di soffrire a armi creder di soffrire, ma non soffrivo affatto.

Perchè in questo mondo si doveva soffrire cosi tanto?

Arrancai libera delle mie catene, verso quel piccolo corpo immobile

piansi, ricordo che piansi, le lacrime non volevano affatto fermarsi, e venivano giù. Da sole, e non potevo farci davvero niente, non vedevo quasi più nulla, ma non riuscivo a fermarle, faceva male

Lo raggiunsi poi, nel momento esatto che toccai quel corvo, gli infermieri entrarono, erano persone come me, era quello il mio mondo, ma non volevo affatto starci, e quel piccolo corvo non si muoveva affatto, perchè?

 

dissi

non certo agli infermieri, ne al corvo, ne agli altri mondi, lo dissi a quella cosa che in quel mondo pareva non esistere affatto, ma lo dissi ugualmente

Strinsi il corpo del piccolo corvo trà le mani, era morto..

 

trascinai quel corvo vicino al mio petto, proteggendolo da ogni male, dal mondo esterno, e dallo stesso uomo

 

Gli infermieri increduli rimasero a guardare la scena, sembrava non riuscissero quasi a muoversi

dissi siò chiudendo gli occhi, ancora una volta, per l'ultima volta, ma prima di morire ricordo.. sentì il piccolo corvo muoversi per liberarsi dalla mia stretta, e il mio corpo che stava per esser abbandonato dalla vita, allentò la presa,

sono certa che viva ancora, mi dissi

 

e poi salutai il mondo, un'ultima volta.

   
 
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