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Autore: Julie Aoi    20/01/2011    18 recensioni
“È troppo magro.”
Hermione rabbrividì, osservando la pelle candida tendersi sulla cassa toracica del ragazzo che si stava lentamente spogliando di fronte a lei. Sembrava che quel rivestimento pallido dovesse screpolarsi e cadere in pezzi da un momento all’altro, vomitando vene e arterie fuori dal corpo.
Storia partecipante al "2010: A Year Together" del forum Fanfiction Contest e al "The One Hundred Prompt Project".
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VII libro alternativo
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Gelo

Note: flashfic scritta per il compleanno di Alexiel Mihawk aka Cecilia. E nulla, ecco, spero che sia un regalo gradito almeno la metà di quanto vorrei.
Fanfiction partecipante all'iniziativa 2010: A Year Together, indetta dal « Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 » con il prompt «Non ho più la mia vita»e alla challenge The One Hundred Prompt Project con il prompt "Gelo".

The One Hundred Prompt Project


Gelo
296. «Non ho più la mia vita»

 

“È troppo magro.”
Hermione rabbrividì, osservando la pelle candida tendersi sulla cassa toracica del ragazzo che si stava lentamente spogliando di fronte a lei. Sembrava che quel rivestimento pallido dovesse screpolarsi e cadere in pezzi da un momento all’altro, vomitando vene e arterie fuori dal corpo.
Malfoy, pensò cominciando a sbottonarsi a sua volta la camicia, sembrava una pianta cresciuta al buio, debole e malaticcia – un germoglio verdognolo privo dell’energia sufficiente per svilupparsi. Il passare del tempo non sembrava renderlo più sano, anzi: quando l’aveva conosciuto, le sue guance avevano un infantile colorito roseo che compensava la forma spigolosa del viso e i polsi troppo sottili. Ora quelle stesse guance erano quasi scomparse, risucchiate nell’organismo, che per trarre energia sembrava consumare se stesso invece di cibo e ossigeno. Era scomparsa anche l’arroganza di un tempo, bruciata in nove mesi di paura; ora la sua figura, priva di quel portamento tracotante che l’aveva sostenuta, pareva afflosciata e spenta. Malfoy non sembrava più un elegante furetto quanto un coniglio albino, fragile e pietoso come un animale imprigionato nel ghiaccio.
Del resto, la tensione aveva un effetto diverso su ogni persona, pensò Hermione. In quegli ultimi mesi aveva cominciato a perdere i capelli. Si svegliava al mattino e ne trovava delle ciocche sul guanciale. Ron aveva quasi pianto, le era sembrato, quando una mattina era scesa a colazione con un taglio maschile. Si era detta che non avrebbe sopportato di vedere i capelli rovinarsi e spezzarsi, ma forse era stato solo un atto di autodistruzione.
«Granger?»
Hermione alzò lo sguardo fino al viso di Malfoy, che le si era avvicinato e la scrutava nervosamente.
Fissandogli il collo alzò le mani e premette i pollici sulle clavicole pallide che aveva davanti – solo i pollici, e attese esitante prima di far aderire le altre dita alla sua pelle. Fece scivolare le palme fino alle spalle e le sentì così magre sotto le mani – strette e nervose, era ben diverso da stringere Ron e lasciarsi scaldare dall’abbraccio di Harry. Tutto di Malfoy, invece, parlava di gelo e debolezza, ed era sicura che quella notte non l'avrebbe scaldata; al contrario, sperava di riuscire a proteggersi dal freddo che lui emanava. 
Chiuse gli occhi mentre lui piegava la testa portandola di fianco alla sua, le guance a contatto. Lentamente Draco ruotò il capo e le baciò la pelle, fino ad arrivare alle labbra.
Era una sensazione strana – una situazione strana, trovarsi in una camera semibuia, illuminata da un lampione all’altro lato della strada, sfiorando con la lingua quelle labbra così estranee – una sensazione strana, sì; e non capiva se si sentiva sollevata oppure schiacciata ancora di più dai mille pesi che pendevano sopra di lei. Certo era che il gelo che tanto aveva atteso non la stava spezzando; il sudore che cominciava a inumidirle la fronte non le avvolgeva il cuore, ancora lontano dallo scaldarsi – ma non moriva assiderata, non aveva le labbra blu, i capelli biondi che stava sfiorando non erano incrostati di ghiaccio come si aspettava.

Fu contenta che rimanesse con lei perché voleva vedere come la luna e le luci della città si sarebbero posate sulla pelle candida della sua schiena; nessuno dei due dormiva, i loro corpi si toccavano ma senza accarezzarsi.
Malfoy aprì gli occhi e la guardò, prima di dire, sputando fuori inconsapevolmente i resti di qualcosa che poteva essere risentimento:
«Non ti aspettavi che la tua vita arrivasse a questo punto, eh, Granger?»
Hermione scoppiò a ridere, ricadendo sul cuscino candido dove poggiava la guancia del ragazzo, del medesimo colore.
«Non ho più la mia vita».

   
 
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