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Autore: Kaimy_11    20/01/2011    2 recensioni
[Era la ragazza più antipatica, viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli, era più furba di me. Era migliore di me. Tuttavia, quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele, eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di gravita che esercita su di me il pianete che lei è...] Storia già pubblicata ma cancellata durante un momento di follia. Ovviamente revisionata, spero che vi piaccia rivivere i setti anni ad Hogwarts visti da una ragazza che seguirà la vita di…Draco! Se amate questo personaggio e volete vedere come sono stati i suoi anni a scuola e come ha vissuto la battaglia contro Voldemort…leggete!. (la storia segue i Film e i libri)
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un ragazzo era morto, Harry Potter diceva che il signore oscuro era tornato

24. Odio.

 

 

 

Un ragazzo era morto, Harry Potter diceva che il signore oscuro era tornato.

Alcuni lo ritenevano folle, dicevano che era stato lui ad uccidere Cedric Diggory.

Ma, al ritorno di Voldemort, Areal non pensava, per lei era morto e non poteva essere tornato. Però sapeva che i suoi seguaci erano ancora a piede libero e tramavano per riportare il terrore che c’era al tempo del loro signore. Magari avevano davvero trovato un modo per far rivivere i morti, chissà. Ciò che era certo era che i Mangiamorte erano scesi in campo durante la finale di Quidditch, creando caos e scompiglio. Ma era anche certo che Harry Potter non mentiva, e proprio Harry aveva detto che Lucius Malfoy era un Mangiamorte.

Areal gemette ancora, soffocando un gemito contro il cuscino che stringeva convulsamente. Era distesa sul suo letto, nella torre dei Corvonero per il quinto anno consecutivo. Aveva passato tutta l’estate a piangere, dopo che Draco se ne era andato e la scoperta di Potter aveva iniziato a girare fra i suoi amici più stretti. Areal era corsa a chiedere maggiori spiegazioni a suo zio, che le aveva spiegato che Lucius Malfoy era un noto Mangiamorte, scampato ad Azkaban dopo la morte del signore oscuro, per aver dichiarato di essere stato vittima della maledizione Imperius.

Potter diceva di aver visto lo stesso Lucius la notte in cui Diggory era morto e  il signore oscuro ritornato. Ma era vero? Lucius Malfoy era davvero un seguace di Voldemort anche in quel momento, mentendo anni a dietro per scampare alla prigione?

Areal aveva la risposta proprio fra i suoi ricordi. La notte della coppa dal mondo di Quidditch Draco si era comportato in modo a dir poco strano, come se tutto ciò che stava accadendo fosse scontato, previsto.

Se sei con me non ti toccheranno, aveva detto.

Di quali altri prove aveva di bisogno Areal per convincersi dei fatti?

Draco si era allontanato da lei perché era figlio di un Mangiamorte, ecco perché.

La cena d’inizio anno ad Hogwarts, Areal l’aveva passata dando le spalle al tavolo dei Serpeverde, aveva pianto abbastanza durante l’estate per farlo anche la prima sera di scuola. Ma nonostante i suoi buoni propositi, era stata costretta a correre in camera sua a piangere, lasciando le amiche al tavolo dei Corvonero.

Perché si era affezionata così tanto ad uno come Draco? Perché non a qualcuno come lei? Forse era destino, per anni era fuggita dal suo cognome e dalla sua famiglia, ma era finita nuovamente con un Serpeverde.

Un Mangiamorte, sta volta.

Di male in peggio, sì, era destino.

Voleva rivedere Draco, parlargli, stare con lui, ma allo stesso tempo sapeva di non poter cambiare le cose. Sapeva di non poter accettare un Mangiamorte.

Per tutta l’estate aveva provato a distrarsi, era uscita con i vecchi amici di infanzia, tutti maghi. Si era divertita con loro, soprattutto con Adam Bencks, un vecchio amico che sembrava capirla più di tutti. Erano anche stati insieme, ma non aveva funzionato. Adam frequentava la scuola di Hogwarts, era un Grifondoro, ma Areal non aveva mai fatto caso alla sua presenza. Chissà come sarebbe stato imbarazzante vedersi per i corridoi quel quinto anno, dopo l’estate trascorsa insieme. Adam però non sapeva che Areal lo aveva mollato perché aveva per la testa un Serpeverde, e perché non faceva che piangere per lui da quando aveva saputo la verità.

E come ciliegina sulla torta c’era stata la nomina di Areal come prefetto della sua casa, insieme ad Erick. Era felicissima di quel ruolo, ma non poteva certo immaginare che durante il viaggio in treno avesse partecipato alla prima riunione fra prefetti, scoprendo che Draco era stato nominato prefetto della sua casa insieme a Pancy. Vederlo dovendo fingere di non conoscerlo, dopo aver passato intere settimane a pensarlo, era stata una pugnalata in pieno petto.

 

La prima mattina ad Hogwarts, Areal, Erick e Canni erano stati molto impegnati. Canni era diventata capo della squadra di Quidditch del Corvonero, ed insieme ad Erick dovevano preparare le selezioni di inizio anno, ma Erick era anche Prefetto, e con Areal aveva dovuto ritirare i turni di sorveglianza, e tutti gli altri programmi.

Canni ed Erick stavano discutendo tranquillamente, quando passando dal cortile, Areal venne chiamata da qualcuno.

-Ti posso parlare?-

Quando la ragazza si voltò vide un ragazzo alto e affascinante con i capelli biondo platino tutti spettinati, la divisa dei Serpeverde che aderiva al corpo perfetto, e due occhi color tempesta che invece che fissarsi dritto nei suoi, la stavano squadrando da capo a piede.

Canni si fece subito avanti, rabbiosa. –Areal mi stava accompagnando…-

-Solo qualche minuto!- l’ammonì Draco, con uno sguardo truce.

Erick prese Canni e gli fece segno di andare, ma Canni non si mosse fino a quando Areal non le fece un cenno con la testa.

 

Draco era serio come poche volte in vita sua, arrabbiato e determinato sin da subito. Si voltò facendo strada, ed Areal capì che stavano andando al lago nero. Quando raggiunsero un posto abbastanza tranquillo, ma decisamente prima del loro solito e vecchio posto vicino al lago, Areal si fermò.

Il ragazzo si voltò a guardarla, ostinatamente immobile, stretta nelle spalle e lo sguardo basso. Draco capì che non lo avrebbe seguito oltre, allontanandosi troppo dagli altri.

Come se avesse paura di lui.

Il Serpeverde serrò la mascella, cercando di non pensare a nulla ma solo a ciò che stava per fare.

Che doveva fare.

Mentre la ragazza manteneva il silenzio, rifiutandosi di parlare, Draco estrasse qualcosa dalla tasca e gliela pose.

–Mi è arrivata questa, una settimana fa…-

Areal lo guardò solo un secondo, poi prese fra le mani la lettera che gli stava porgendo. Lesse brevemente ciò che c’era scritto e il cuore le si gelò.

 

Caro Draco Malfoy,

Non ho per nulla apprezzato il tuo atteggiamento,

quella sera  al ballo.

Per tale ragione ho deciso di dimostrarti chi dei due è il migliore.

Aspetto che tuo padre intervenga,

ma non so come, dato che ho agito fuori scuola.

P.S Areal è veramente carina.

Un Saluto, John Foreberth.

 

Areal iniziò a tremare e il suo sguardo si perse nel vuoto.

-Non ti chiederò cosa significa,- Disse Draco. –Perché lo so già.-

A quel punto prese la bacchetta e agitandola mormorò una frase. Areal avvertì qualcosa, e subito il suo tremore cessò.

Sembrò paralizzata dal terrore.

-Pensavi di nasconderli dietro un banale incantesimo? Li ho notati subito, nel treno…- Spiegò il ragazzo, e a quel punto la sua mano corse a sfiorare il collo della ragazza, dove lividi scuri avevano fatto la loro comparsa dopo il contro incantesimo di Draco.

Areal scattò indietro ma non con arroganza o ribellione, lo fece con paura. Uno salto indietro e affondò la testa nelle spalle chiudendo gli occhi.

Aveva paura di lui.

Perfino di un semplice tocco.

Draco la guardò in silenzio e, mentre lei rimaneva ferma e tremante nel tentativo di proteggersi, lui fece qualche debole passo avanti. Non fece troppo rumore né fu troppo impetuoso, agì con calma, con una gentilezza che non gli apparteneva. Le sfiorò il collo con la punta delle dita e quel tocco gelido e lento sembrò risvegliare la ragazza.

Ad Areal sembrò quasi che quella carezza di Draco le stesse infuocando il cuore ma non aprì gli occhi e, invece di rimanere ferma e farsi ancora sfiorare in quel modo dolce dal ragazzo, voltò bruscamente il capo per sottrarsi a lui.

Peccato che a quel punto i lividi sulla mascella e sulla guancia fossero stati messi in evidenza.

Draco digrignò i denti e il suo sguardo si fece furibondo e sofferente al tempo stesso. Afferrò la ragazza dai fianchi e l’avvicinò a sé con forza, impedendole di scappare.

-Cosa ti ha fatto quel maledetto? Ti ha picchiata?- Ringhiò Draco, furioso per l’atteggiamento di Areal che si rifiutava di guardarlo.

-Areal, dimmelo!-

La ragazza serrò ancora di più gli occhi e abbassò il mento più che poteva per nascondere il viso, sembrava che ogni cosa fatta da Draco la spaventasse.

Quando lui l’afferrò dai polsi per immobilizzarla la sentì gemere, ma sta volta non fu un lamento di paura, ma di dolore. Le scostò la camicia e vide i lividi violaci che dai polsi salivano fino alle braccia.

-Maledizione!- ringhiò ancora Draco.

Le prese delicatamente il viso fra le mani, cercando di imporle di guardarlo negli occhi.

–Ti ha picchiata, vero? Ti avrà attaccata mentre eri senza bacchetta. Scommetto che fuori casa non la porti nemmeno con te, dato che non puoi usarla…- in quel momento gli occhi blu di Areal incontrarono finalmente i suoi.

–Neanche lui ha usato la bacchetta, ha fatto tutto a mani nude, quel bastardo. Poi però ti ha fatto bere qualcosa, vero Areal?- 

Gli occhi di lei si riempirono di lacrime mentre faceva un cenno con la testa.

Draco serrò la mascella.

–Era una  pozione che ti ha impedito di raccontare l’accaduto-

Il ragazzo sospirò e poggiò la propria fronte contro quella di Areal.

Non appena aveva raccontato tutto a suo padre, mostrandogli la lettera ricevuta, quest’ultimo aveva immediatamente spedito un gufo al preside Karkarof e, indignato, gli aveva esposto i fatti. Il preside aveva interrogato John fino a fargli uscire la verità dalle labbra a forza, e dopo di che lo aveva cacciato da scuola.

Eccoli i vantaggi di avere un padre Mangiamorte, pensò Draco, che fra di loro si rispettano facendosi favori a vicenda.

Abbracciò forte Areal permettendole di piangergli sulla spalla, e mentre lei piangeva lui le accarezzava i capelli.

-Non temere, non ti toccherà più. Ha già pagato per ciò che ha fatto - disse Draco.

Areal avrebbe tanto voluto scappare da quelle braccia, le stessa che l’avevano protetta alla finale di Quidditch avvenuta l’anno prima. Ma, se Draco era stato in grado di proteggerla in quella sede, era stato solo perché era figlio di un Mangiamorte. E, lei ne era certa, per lo stesso motivo era riuscito a farla pagare a John.

Improvvisamente quell’abbraccio non le sembrò più tanto caldo, ma gelido. Ricordò il pomeriggio in cui John l’aveva trascinata a forza in un vicolo e l’aveva picchiata senza neppure darle spiegazioni, borbottando frasi senso e dicendo che la colpa di ciò che stava accadendo era solo di quel Malfoy.

Non aveva potuto raccontare nulla perché la pozione che le era stata fatta ingoiare glielo aveva impedito, e ogni notte si rivedeva in quel vicolo e tremava di paura.

E lui non c’era.

Draco le baciò la fronte e lei desiderò solo di poter fuggire.

-Perdonami- le sussurrò. -È stata tutta colpa mia, come sempre-

Areal spalancò gli occhi.

John aveva accusato Draco, ma di fatto ero stato lui a picchiarla, non Draco. Il Serpeverde era lì in quel momento, aveva fatto attivare il padre a finché John venisse punito, era corso da lei ed in quel momento la stava abbracciando.

E si stava scusando.

Avrebbe potuto fregarsene, informarla dei fatti e poi andarsene. Invece era rimasto e la teneva ferma mentre tremava, scusandosi per colpe non sue.

Lui non aveva fatto altro che difenderla quella sera al ballo del ceppo, altrimenti John chissà cosa le avrebbe fatto già quella volta.

Alzò gli occhi verso il biondo e lo guardò intensamente: come fuggire da lui? Poteva anche essere figlio di un Mangiamorte, ma ciò che provava per lui non poteva cambiare.

Draco non meritava il suo disprezzo.

Il cuore le si incendiò, sta volta per l’affetto.

-No!- Piagnucolò fissando i suoi occhi di zaffiro i quelli argento di lui. –Tu mi hai appena dimostrato che ci tieni a me, e questo mi basta. Non sei come lui, non potrai mai esserlo-

-Ma è stato per fare un dispetto a me che quel bastardo ti ha fatto del male!-

Areal si strinse di più contro il petto di Draco.

–Non importa- mormorò. –Adesso sei qui, con me. E mi basta-

Draco la strinse, ma era quasi infastidito dalla sua tolleranza.

–Io sono come lui Areal, dovevo starti lontano già da tempo-.

Areal staccò la testa dalla spalla di Draco per guardarlo negli occhi. –Tu non sei come lui! Non mi avresti mai fatto le cose che mi ha fatto lui!-

-Non ti avrei mai toccato, è vero. Quello schifoso non merita neanche di stare al mondo, l’ho fatto buttare fuori dalla scuola.-

Areal lo guardò intensamente, e finalmente parve tornare padrona di sé. La determinazione che solitamente la caratterizzava tornò a splendere nel suo sguardo, all’improvviso, come se qualcosa l’avesse colpita con forza costringendola a risvegliarsi.

–Perché tuo padre e Karkarof sono Mangiamorte, vero?-

Draco sgranò gli occhi.

Si allontanò sciogliendo l’abbraccio.

–Tu credi a quello che dice Potter? Il signore oscuro non è tornato, mio padre…-

-Non mentire-

La voce della ragazza sembrava di ghiaccio, ancor più del suo sguardo.

Draco non disse nulla.

-La finale di Quidditch- spiegò lei brevemente.

Il ragazzo chiuse gli occhi coprendoseli con la mano, successivamente quella stessa mano si cacciò indietro i capelli finiti sulla fronte. Fece alcuni passi fino a sedersi sull’erba, silenzioso.

Areal gli si avvicinò, si asciugò le lacrime e si sedette al suo fianco.

-Se qualcuno scopre che sai…-  iniziò Draco.

-Non lo dirò a nessuno. Sarà il nostro segreto-

Draco guardò Areal e, trovandosi davanti a quegli occhi blu, grandi, tristi, eppure sorridenti, mentre dentro di lui si scatenava una bufera, fece solo crescere la sua rabbia. Quel maledetto John.

Ma forse, leggendo quello sguardo furioso, Areal capì come il ghiaccio stesse avvolgendo il cuore di Draco.

E lei non poteva permetterlo.

Lo abbracciò.

Il ragazzo la fissò in silenzio e con infinita lentezza ricambiò l’abbraccio. Non sapeva se Areal sarebbe diventata o meno una grande strega ma, su di lui, aveva un potere smisurato.

-Lo capisci adesso, perché dico che non posso stare con te?- chiese Draco.

-Lo capisco. Ma so chi sei, e mi sta bene. Non voglio perderti di nuovo.-

Draco sospirò.

-Non te ne andrai, vero?-

Lo impietosì, quasi, con quella voce sottile che usò a mo dì supplica.

-Se vuoi che resto con te, ci resterò. A quanto pare ogni volta che mi allontano ti succede qualcosa di male!-

Areal lo guardò negli occhi, seria ma con un sorriso.

–Perché quelle sono persone cattive, non tu. Lo sei con gli altri, per difenderti, ma non lo sei con me-

-Non lo sarò mai con te, non potrei mai farlo- Precisò. -Ma con gli altri…lo trovo divertente! Lo sai questo, vero?-

-Diciamo che alcuni se lo meritano, per gli altri… aspetterò che smetta di divertirti.-

Draco si fece serio.

–E se non dovesse smettere di divertirmi?-

-Non mi importa, non voglio stare ancora senza rivolgerti la parola.-

Draco, stranamente, sotto i raggi del sole, riuscì a nascondere con difficoltà un sorriso, mentre si voltava a guardare il fiume in lontananza, senza aggiungere un’altra sola parola.

Le scelte da fare sarebbero state ancora tante, e le guerre da affrontare molte di più. Ma, almeno per il momento, i due ragazzi sapevano di poter rimanere insieme.

 

 

 

 

 

 

 

 

Continua….

 

 

 

Come al solito grazie a tutti, colgo l’occasione per precisare una cosa, dato che qualcuno me lo ha chiesto.

Io adoro tutti quelli che recensiscono, mi fanno felice e li ringrazierei all’infinito. Ma, proprio perché vi ringrazio tutti e farei una statua ad ognuno di voi, non potrei fare disparità sottolineando qualcuno anziché un altro.

Quando vado a riguardare il capitolo pubblicato non vedo alcuna sottolineatura oppure la trovo sotto qualche nome ma senza capirne il perché. Forse, nel fare un copia e incolla dei vostri Nick (per non sbagliare qualche lettera!) ricreo il collegamento, non so cos’altro pensare, si accettano teorie al riguardo XD.

Sperando di non aver offeso nessuno, preciso che non ho mai fatto sottolineature nei ringraziamenti finali (non intenzionalmente, almeno).

Ripeto: ognuno di voi mi rende felice con la propria recensione e lo ringrazio immensamente.

 

Ora, passando avanti, mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto e aspetto i vostri commenti.

Naturalmente grazie a chi legge soltanto.

 

Un bacione a:

ViolentFlames

BumBj

JuliaSnape

 

   
 
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