24. Odio.
Un
ragazzo era morto, Harry Potter diceva che il signore oscuro era tornato.
Alcuni
lo ritenevano folle, dicevano che era stato lui ad uccidere Cedric
Diggory.
Ma,
al ritorno di Voldemort, Areal non pensava, per lei era morto e non poteva essere
tornato. Però sapeva che i suoi seguaci erano ancora a piede libero e tramavano
per riportare il terrore che c’era al tempo del loro signore. Magari avevano
davvero trovato un modo per far rivivere i morti, chissà. Ciò che era certo era
che i Mangiamorte erano scesi in campo durante la finale di Quidditch,
creando caos e scompiglio. Ma era anche certo che Harry Potter non mentiva, e
proprio Harry aveva detto che Lucius Malfoy era un Mangiamorte.
Areal
gemette ancora, soffocando un gemito contro il cuscino che stringeva
convulsamente. Era distesa sul suo letto, nella torre dei Corvonero per il
quinto anno consecutivo. Aveva passato tutta l’estate a piangere, dopo che
Draco se ne era andato e la scoperta di Potter aveva iniziato a girare fra i
suoi amici più stretti. Areal era corsa a chiedere maggiori spiegazioni a suo
zio, che le aveva spiegato che Lucius Malfoy era un noto Mangiamorte, scampato
ad Azkaban dopo la morte del signore oscuro, per aver dichiarato di essere
stato vittima della maledizione Imperius.
Potter
diceva di aver visto lo stesso Lucius la notte in cui Diggory
era morto e il signore oscuro ritornato.
Ma era vero? Lucius Malfoy era davvero un seguace di Voldemort anche in quel
momento, mentendo anni a dietro per scampare alla prigione?
Areal
aveva la risposta proprio fra i suoi ricordi. La notte della coppa dal mondo di
Quidditch Draco si era comportato in modo a dir poco
strano, come se tutto ciò che stava accadendo fosse scontato, previsto.
Se sei con me non ti
toccheranno, aveva detto.
Di
quali altri prove aveva di bisogno Areal per convincersi dei fatti?
Draco
si era allontanato da lei perché era figlio di un Mangiamorte, ecco perché.
La
cena d’inizio anno ad Hogwarts, Areal l’aveva passata dando le spalle al tavolo
dei Serpeverde, aveva pianto abbastanza durante l’estate per farlo anche la
prima sera di scuola. Ma nonostante i suoi buoni propositi, era stata costretta
a correre in camera sua a piangere, lasciando le amiche al tavolo dei
Corvonero.
Perché
si era affezionata così tanto ad uno come Draco? Perché non a qualcuno come
lei? Forse era destino, per anni era fuggita dal suo cognome e dalla sua
famiglia, ma era finita nuovamente con un Serpeverde.
Un
Mangiamorte, sta volta.
Di
male in peggio, sì, era destino.
Voleva
rivedere Draco, parlargli, stare con lui, ma allo stesso tempo sapeva di non
poter cambiare le cose. Sapeva di non poter accettare un Mangiamorte.
Per
tutta l’estate aveva provato a distrarsi, era uscita con i vecchi amici di
infanzia, tutti maghi. Si era divertita con loro, soprattutto con Adam Bencks, un vecchio amico che
sembrava capirla più di tutti. Erano anche stati insieme, ma non aveva
funzionato. Adam frequentava la scuola di Hogwarts,
era un Grifondoro, ma Areal non aveva mai fatto caso alla sua presenza. Chissà
come sarebbe stato imbarazzante vedersi per i corridoi quel quinto anno, dopo
l’estate trascorsa insieme. Adam però non sapeva che
Areal lo aveva mollato perché aveva per la testa un Serpeverde, e perché non
faceva che piangere per lui da quando aveva saputo la verità.
E
come ciliegina sulla torta c’era stata la nomina di Areal come prefetto della
sua casa, insieme ad Erick. Era felicissima di quel ruolo, ma non poteva certo
immaginare che durante il viaggio in treno avesse partecipato alla prima
riunione fra prefetti, scoprendo che Draco era stato nominato prefetto della
sua casa insieme a Pancy. Vederlo dovendo fingere di
non conoscerlo, dopo aver passato intere settimane a pensarlo, era stata una
pugnalata in pieno petto.
La
prima mattina ad Hogwarts, Areal, Erick e Canni erano stati molto impegnati.
Canni era diventata capo della squadra di Quidditch
del Corvonero, ed insieme ad Erick dovevano preparare le selezioni di inizio
anno, ma Erick era anche Prefetto, e con Areal aveva dovuto ritirare i turni di
sorveglianza, e tutti gli altri programmi.
Canni
ed Erick stavano discutendo tranquillamente, quando passando dal cortile, Areal
venne chiamata da qualcuno.
-Ti
posso parlare?-
Quando
la ragazza si voltò vide un ragazzo alto e affascinante con i capelli biondo
platino tutti spettinati, la divisa dei Serpeverde che aderiva al corpo
perfetto, e due occhi color tempesta che invece che fissarsi dritto nei suoi,
la stavano squadrando da capo a piede.
Canni
si fece subito avanti, rabbiosa. –Areal mi stava accompagnando…-
-Solo
qualche minuto!- l’ammonì Draco, con uno sguardo truce.
Erick
prese Canni e gli fece segno di andare, ma Canni non si mosse fino a quando
Areal non le fece un cenno con la testa.
Draco
era serio come poche volte in vita sua, arrabbiato e determinato sin da subito.
Si voltò facendo strada, ed Areal capì che stavano andando al lago nero. Quando
raggiunsero un posto abbastanza tranquillo, ma decisamente prima del loro
solito e vecchio posto vicino al lago, Areal si fermò.
Il
ragazzo si voltò a guardarla, ostinatamente immobile, stretta nelle spalle e lo
sguardo basso. Draco capì che non lo avrebbe seguito oltre, allontanandosi
troppo dagli altri.
Come se avesse paura di lui.
Il
Serpeverde serrò la mascella, cercando di non pensare a nulla ma solo a ciò che
stava per fare.
Che doveva fare.
Mentre
la ragazza manteneva il silenzio, rifiutandosi di parlare, Draco estrasse
qualcosa dalla tasca e gliela pose.
–Mi
è arrivata questa, una settimana fa…-
Areal
lo guardò solo un secondo, poi prese fra le mani la lettera che gli stava
porgendo. Lesse brevemente ciò che c’era scritto e il cuore le si gelò.
Caro Draco Malfoy,
Non ho per nulla apprezzato il
tuo atteggiamento,
quella sera al ballo.
Per tale ragione ho deciso di
dimostrarti chi dei due è il migliore.
Aspetto che tuo padre
intervenga,
ma non so come, dato che ho
agito fuori scuola.
P.S
Areal è veramente carina.
Un Saluto, John Foreberth.
Areal
iniziò a tremare e il suo sguardo si perse nel vuoto.
-Non
ti chiederò cosa significa,- Disse Draco. –Perché lo so già.-
A
quel punto prese la bacchetta e agitandola mormorò una frase. Areal avvertì
qualcosa, e subito il suo tremore cessò.
Sembrò paralizzata dal terrore.
-Pensavi
di nasconderli dietro un banale incantesimo? Li ho notati subito, nel treno…-
Spiegò il ragazzo, e a quel punto la sua mano corse a sfiorare il collo della
ragazza, dove lividi scuri avevano fatto la loro comparsa dopo il contro
incantesimo di Draco.
Areal
scattò indietro ma non con arroganza o ribellione, lo fece con paura. Uno salto
indietro e affondò la testa nelle spalle chiudendo gli occhi.
Aveva paura di lui.
Perfino di un semplice tocco.
Draco
la guardò in silenzio e, mentre lei rimaneva ferma e tremante nel tentativo di
proteggersi, lui fece qualche debole passo avanti. Non fece troppo rumore né fu
troppo impetuoso, agì con calma, con una gentilezza che non gli apparteneva. Le
sfiorò il collo con la punta delle dita e quel tocco gelido e lento sembrò
risvegliare la ragazza.
Ad
Areal sembrò quasi che quella carezza di Draco le stesse infuocando il cuore ma
non aprì gli occhi e, invece di rimanere ferma e farsi ancora sfiorare in quel
modo dolce dal ragazzo, voltò bruscamente il capo per sottrarsi a lui.
Peccato
che a quel punto i lividi sulla mascella e sulla guancia fossero stati messi in
evidenza.
Draco
digrignò i denti e il suo sguardo si fece furibondo e sofferente al tempo
stesso. Afferrò la ragazza dai fianchi e l’avvicinò a sé con forza, impedendole
di scappare.
-Cosa
ti ha fatto quel maledetto? Ti ha picchiata?- Ringhiò Draco, furioso per
l’atteggiamento di Areal che si rifiutava di guardarlo.
-Areal, dimmelo!-
La
ragazza serrò ancora di più gli occhi e abbassò il mento più che poteva per
nascondere il viso, sembrava che ogni cosa fatta da Draco la spaventasse.
Quando
lui l’afferrò dai polsi per immobilizzarla la sentì gemere, ma sta volta non fu
un lamento di paura, ma di dolore. Le scostò la camicia e vide i lividi violaci
che dai polsi salivano fino alle braccia.
-Maledizione!-
ringhiò ancora Draco.
Le
prese delicatamente il viso fra le mani, cercando di imporle di guardarlo negli
occhi.
–Ti
ha picchiata, vero? Ti avrà attaccata mentre eri senza bacchetta. Scommetto che
fuori casa non la porti nemmeno con te, dato che non puoi usarla…- in quel
momento gli occhi blu di Areal incontrarono finalmente i suoi.
–Neanche
lui ha usato la bacchetta, ha fatto tutto a mani nude, quel bastardo. Poi però
ti ha fatto bere qualcosa, vero Areal?-
Gli
occhi di lei si riempirono di lacrime mentre faceva un cenno con la testa.
Draco
serrò la mascella.
–Era
una pozione che ti ha impedito di
raccontare l’accaduto-
Il
ragazzo sospirò e poggiò la propria fronte contro quella di Areal.
Non
appena aveva raccontato tutto a suo padre, mostrandogli la lettera ricevuta,
quest’ultimo aveva immediatamente spedito un gufo al preside Karkarof e, indignato, gli aveva esposto i fatti. Il
preside aveva interrogato John fino a fargli uscire la verità dalle labbra a
forza, e dopo di che lo aveva cacciato da scuola.
Eccoli i vantaggi di avere un
padre Mangiamorte, pensò
Draco, che fra di loro si rispettano
facendosi favori a vicenda.
Abbracciò
forte Areal permettendole di piangergli sulla spalla, e mentre lei piangeva lui
le accarezzava i capelli.
-Non
temere, non ti toccherà più. Ha già pagato per ciò che ha fatto - disse Draco.
Areal
avrebbe tanto voluto scappare da quelle braccia, le stessa che l’avevano
protetta alla finale di Quidditch avvenuta l’anno
prima. Ma, se Draco era stato in grado di proteggerla in quella sede, era stato
solo perché era figlio di un Mangiamorte. E, lei ne era certa, per lo stesso
motivo era riuscito a farla pagare a John.
Improvvisamente
quell’abbraccio non le sembrò più tanto caldo, ma gelido. Ricordò il pomeriggio
in cui John l’aveva trascinata a forza in un vicolo e l’aveva picchiata senza
neppure darle spiegazioni, borbottando frasi senso e dicendo che la colpa di
ciò che stava accadendo era solo di quel Malfoy.
Non
aveva potuto raccontare nulla perché la pozione che le era stata fatta ingoiare
glielo aveva impedito, e ogni notte si rivedeva in quel vicolo e tremava di
paura.
E lui non c’era.
Draco
le baciò la fronte e lei desiderò solo di poter fuggire.
-Perdonami-
le sussurrò. -È stata tutta colpa mia, come sempre-
Areal
spalancò gli occhi.
John
aveva accusato Draco, ma di fatto ero stato lui a picchiarla, non Draco. Il
Serpeverde era lì in quel momento, aveva fatto attivare il padre a finché John
venisse punito, era corso da lei ed in quel momento la stava abbracciando.
E si stava scusando.
Avrebbe
potuto fregarsene, informarla dei fatti e poi andarsene. Invece era rimasto e
la teneva ferma mentre tremava, scusandosi per colpe non sue.
Lui
non aveva fatto altro che difenderla quella sera al ballo del ceppo, altrimenti
John chissà cosa le avrebbe fatto già quella volta.
Alzò
gli occhi verso il biondo e lo guardò intensamente: come fuggire da lui? Poteva
anche essere figlio di un Mangiamorte, ma ciò che provava per lui non poteva
cambiare.
Draco non meritava il suo
disprezzo.
Il
cuore le si incendiò, sta volta per l’affetto.
-No!-
Piagnucolò fissando i suoi occhi di zaffiro i quelli argento di lui. –Tu mi hai
appena dimostrato che ci tieni a me, e questo mi basta. Non sei come lui, non
potrai mai esserlo-
-Ma
è stato per fare un dispetto a me che quel bastardo ti ha fatto del male!-
Areal
si strinse di più contro il petto di Draco.
–Non
importa- mormorò. –Adesso sei qui, con me. E mi basta-
Draco
la strinse, ma era quasi infastidito dalla sua tolleranza.
–Io
sono come lui Areal, dovevo starti lontano già da tempo-.
Areal
staccò la testa dalla spalla di Draco per guardarlo negli occhi. –Tu non sei
come lui! Non mi avresti mai fatto le cose che mi ha fatto lui!-
-Non
ti avrei mai toccato, è vero. Quello schifoso non merita neanche di stare al
mondo, l’ho fatto buttare fuori dalla scuola.-
Areal
lo guardò intensamente, e finalmente parve tornare padrona di sé. La
determinazione che solitamente la caratterizzava tornò a splendere nel suo
sguardo, all’improvviso, come se qualcosa l’avesse colpita con forza
costringendola a risvegliarsi.
–Perché
tuo padre e Karkarof sono Mangiamorte, vero?-
Draco
sgranò gli occhi.
Si
allontanò sciogliendo l’abbraccio.
–Tu
credi a quello che dice Potter? Il signore oscuro non è tornato, mio padre…-
-Non
mentire-
La
voce della ragazza sembrava di ghiaccio, ancor più del suo sguardo.
Draco
non disse nulla.
-La
finale di Quidditch- spiegò lei brevemente.
Il
ragazzo chiuse gli occhi coprendoseli con la mano, successivamente quella
stessa mano si cacciò indietro i capelli finiti sulla fronte. Fece alcuni passi
fino a sedersi sull’erba, silenzioso.
Areal
gli si avvicinò, si asciugò le lacrime e si sedette al suo fianco.
-Se
qualcuno scopre che sai…- iniziò Draco.
-Non
lo dirò a nessuno. Sarà il nostro segreto-
Draco
guardò Areal e, trovandosi davanti a quegli occhi blu, grandi, tristi, eppure
sorridenti, mentre dentro di lui si scatenava una bufera, fece solo crescere la
sua rabbia. Quel maledetto John.
Ma
forse, leggendo quello sguardo furioso, Areal capì come il ghiaccio stesse
avvolgendo il cuore di Draco.
E lei non poteva permetterlo.
Lo
abbracciò.
Il
ragazzo la fissò in silenzio e con infinita lentezza ricambiò l’abbraccio. Non
sapeva se Areal sarebbe diventata o meno una grande strega ma, su di lui, aveva
un potere smisurato.
-Lo
capisci adesso, perché dico che non posso stare con te?- chiese Draco.
-Lo
capisco. Ma so chi sei, e mi sta bene. Non voglio perderti di nuovo.-
Draco
sospirò.
-Non
te ne andrai, vero?-
Lo
impietosì, quasi, con quella voce sottile che usò a mo dì supplica.
-Se
vuoi che resto con te, ci resterò. A quanto pare ogni volta che mi allontano ti
succede qualcosa di male!-
Areal
lo guardò negli occhi, seria ma con un sorriso.
–Perché
quelle sono persone cattive, non tu. Lo sei con gli altri, per difenderti, ma
non lo sei con me-
-Non
lo sarò mai con te, non potrei mai farlo- Precisò. -Ma con gli altri…lo trovo
divertente! Lo sai questo, vero?-
-Diciamo
che alcuni se lo meritano, per gli altri… aspetterò che smetta di divertirti.-
Draco
si fece serio.
–E
se non dovesse smettere di divertirmi?-
-Non
mi importa, non voglio stare ancora senza rivolgerti la parola.-
Draco,
stranamente, sotto i raggi del sole, riuscì a nascondere con difficoltà un
sorriso, mentre si voltava a guardare il fiume in lontananza, senza aggiungere
un’altra sola parola.
Le
scelte da fare sarebbero state ancora tante, e le guerre da affrontare molte di
più. Ma, almeno per il momento, i due ragazzi sapevano di poter rimanere
insieme.
Continua….
Come
al solito grazie a tutti, colgo l’occasione per precisare una cosa, dato che
qualcuno me lo ha chiesto.
Io
adoro tutti quelli che recensiscono, mi fanno felice e li ringrazierei
all’infinito. Ma, proprio perché vi ringrazio tutti e farei una statua ad
ognuno di voi, non potrei fare disparità sottolineando qualcuno anziché un
altro.
Quando
vado a riguardare il capitolo pubblicato non vedo alcuna sottolineatura oppure
la trovo sotto qualche nome ma senza capirne il perché. Forse, nel fare un
copia e incolla dei vostri Nick (per non sbagliare qualche lettera!) ricreo il
collegamento, non so cos’altro pensare, si accettano teorie al riguardo XD.
Sperando
di non aver offeso nessuno, preciso che non ho mai fatto sottolineature nei
ringraziamenti finali (non intenzionalmente, almeno).
Ripeto:
ognuno di voi mi rende felice con la propria recensione e lo ringrazio
immensamente.
Ora,
passando avanti, mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto e aspetto i vostri
commenti.
Naturalmente
grazie a chi legge soltanto.
Un
bacione a: