4. Long Talks, Shopping and…
Cammino
per la scuola, in cerca di qualcosa da fare. Tre ore buche, maledizione! Un
suicidio completo. Sento un fulmine fuori. Ok, mi devo calmare, altrimenti
arriverà l’apocalisse con tanto di Cavalieri. Uffa! Imparare a controllarsi per
una persona come me è praticamente impossibile. Draco può anche mettersi il
cuore in pace.
Draco.
Sembra strano pensare a lui come una persona
vera, come una persona che esiste veramente, respira, mangia, va in bagno e fa
tutto quello che fanno le persone normali. Be’, forse non tutte le persone
normali fanno magie, ma almeno è umano.
Il che è abbastanza confortante, per i miei
standard.
Passo davanti la Sala dei Professori, sperando
che non mi becchi nessuno, mentre mi aggiro per la scuola. Come non detto.
-Asia! Che ci fai in giro?-
Be’,
parli del diavolo e ne spuntano le corna. O meglio, parli della serpe e ne
spuntano i capelli biondo platino.
-Draco, ma che vuoi? Ho tre ore buche, ne ho già passata una
ascoltando musica, volevo passare le altre due in modo un po’ più fruttuoso,
magari imparando a controllarmi, o a fare qualche incantesimo, ma un certo
furetto non mi ha ancora detto se in questa maledetta città c’è un negozio di
bacchette!- gli dico, mettendo le mani nei fianchi in maniera minacciosa.
-Ehm… si, lo so.- dice, passando
una mano sulla nuca, imbarazzato. -Scusami. Il fatto è che dovevo chiedere il
permesso allo Sfregiato di lasciarmi stare qui per un paio di mesi. Ok, forse
un po’ di più, Sanguesporco, ed è per questo che non te l’ho detto. Avevo
bisogno di chiedere se potevo restare.-
-Adesso fai quello che ti dice Harry Potter?-
dico, alzando un sopracciglio, ridendo sotto i baffi.
-Per fortuna avevi i poteri bloccati! Non voglio
immaginare come saresti diventata se fossi finita a Serpeverde!- celia, facendo
una smorfia. -Comunque ti comunico che, si, devo per forza stare a sentire
Harry Io-sono-l’eroe-quindi-faccio-tutto-io
Potter, da quando Shacklebolt ha avuto la brillante idea di nominarlo Capo del
Dipartimento Auror, quindi mio capo. Perciò non rompere, Sanguesporco, fammi
questo favore!-
Rido del suo tono sarcastico e disgustato. In
fondo speravo non cambiassero mai. Harry e Draco sono spettacolari per questo
motivo. Si caverebbero gli occhi a vicenda, ma non sopporterebbero mai di
vedere l’altro morire. E cos’è l’amicizia senza una buona e sana competizione?
Poi mi blocco. Aspetta, che ha detto?
-Sei diventato Auror???- gli urlo, sbalordita.
Lui corre subito da me, tappandomi la bocca con
la mano.
-Shhh!! Che fai?- dice, ridacchiando, però, portando la
mano dalla mia bocca alla mia guancia per accarezzarmi.
Perché cavolo mi
deve fare questo effetto?
-Scusa! Mi sono lasciata prendere.- dico, a voce
più bassa. -Sei un Auror?-
-Si, ho deciso di prendere questa strada durante
il mio secondo settimo anno. Quando sono tornato a scuola con Hermione.- dice,
sorridendo.
-Hermione?- chiedo, di nuovo con un ghigno sulla mia faccia e
un sopracciglio alzato.
-Oh, vuoi smetterla di credermi il diavolo in persona?
Insomma ho dei sentimenti, io!- dice, mettendo il broncio, anche se sotto sotto se la sta ridendo alle mie spalle.
-Ma dai, sto scherzando! Mi stupisco solo del
fatto che tu non l’abbia chiamata ‘sanguesporco’ come
chiami me!- dico, alzando le spalle.
-Oh, be’- dice,
rilassandosi un po’ -Siamo amici adesso. Lei ha capito che io non volevo che
accadessero certe cose, io ho capito che è davvero in gamba…
e be’, se hai chiara la situazione siamo a cavallo.-
-Fico- dico, cominciando a farmi film in testa
di loro due insieme.
Questa si che è una notizia fantastica. Non solo
è un Auror, non solo è riuscito a superare tutto il suo passato, è diventato
anche amico di Hermione. A quanto pare, però, nel frattempo, devo aver assunto
una posa alla John JD Dorian di Scrubs,
perché Draco comincia a guardarmi in modo truce.
-Smettila di immaginare cose che in realtà non
sono accadute, Sanguesporco. Dico sul serio.-
Ok, esco dal mio mondo. In fondo, la realtà sta
diventando meglio di ogni mia fantasia.
-Furetto, sei una noia. Ti preferivo quando eri
solo un personaggio immaginario!- dico, cominciando ad andare via, per provare
ad attirare la sua attenzione ancora di più.
Comincio
a correre a bassa velocità e lui inizia a seguirmi. Prova ad afferrarmi ma io
gli sfuggo sempre all’ultimo secondo. Continuiamo così ancora per un paio di
minuti, durante la quale abbiamo iniziato a ridere entrambi come due beoti, ma
felici. Non so da dove derivi la mia felicità nello stare con lui, ma mi piace.
-Presa!- sussurra al mio orecchio, mentre mi
avvicina a lui, abbracciandomi da dietro.
Non ho paura di lui, davvero. Mi fido di lui, e
so che non farebbe mai niente di male. Ma non mi fido di me stessa. E non mi
fido di questa maledetta felicità che provo adesso stretta a lui. Siamo davanti
alla finestra e vedo il sole brillare felice, attraverso le nuvole che si
stanno diradando.
-Hai da fare questo pomeriggio?- gli sento
chiedere a bassa voce, a un millimetro dal mio orecchio, ancora ridacchiando.
Ok, mi sono persa.
-C-cosa?- gli chiedo dubbiosa.
Continua a ridacchiare per il mio
fraintendimento, anche se è arrossito.
-Be’, è vero, si possono fare degli incantesimi
senza bacchetta, ma preferirei iniziare in una maniera un po’ più tradizionale.
Quindi se vuoi imparare… be’,
ti va di accompagnarmi a Diagon Alley?
Devo comprare alcuni ingredienti per pozioni, e ho pensato di portarci anche
te, per prendere quello che ti serve.- dice.
-Ok, perché no!- gli dico, sorridendogli.
Ok, dovrei scavarmi una
fossa. Ho frainteso, ok. È imbarazzante, lo so. Ma la situazione era un po’
ambigua, ecco.
-I tuoi genitori faranno domande?- mi chiede,
corrucciato.
-Ma no! Sono sempre fuori per lavoro, non
arrivano mai prima di cena. L’importante è che per le 7 sia a casa.- rispondo, scrollando le spalle.
-Fico! Ci divertiremo, Sanguesporco!- replica,
sbattendo le mani. -Comunque devo andare, adesso. Fatti trovare davanti alla Sala
dei Professori all’uscita, ok?-
Arrossisco nuovamente, e annuisco. Lui sorride,
io sorrido e insieme ci allontaniamo l’uno dall’altro contemporaneamente per
qualche ora.
-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
Corro verso la Sala dei Professori, come avevo
promesso a Draco tre ore fa. Lui è già là davanti, bello e pettinato, con tanto
di cartelletta che lo fa davvero somigliare ad un professore. Be’, un prof
molto sexy, ma è sempre di Draco Malfoy che stiamo parlando. Sorride quando si
accorge della mia presenza.
-Che hai fatto nell’ultima ora?- mi chiede, un
sopracciglio alzato in una smorfia curiosa.
Sbuffo, seccata dalla sua domanda. È
dannatamente imbarazzante stare con lui.
-Educazione Fisica, perché?- gli chiedo,
abbassando gli occhi.
In risposta lui scoppia a ridere. Maledettissimo
furetto!
-Credevo che ai ragazzi piacesse questa materia!
Stanno arrivando i monsoni! E di solito sono solo in zone tropicali! Cavolo, mi
sento in India, Sanguesporco. È come stare alla vecchia casa coloniale del mio
trisnonno!- dice, continuando a ridere.
-Be’, io invece ho sempre odiato questa materia.
La ritengo inutile e noiosa, in più i prof mi odiano. Preferirei fare alcune
lezioni di volo.- dico indifferente, però guardandolo
speranzoso.
-Eh, no! Scordatelo! Nessuno può toccarmi Polly!- dice, guardandomi truce.
-Polly? Hai dato un nome al tuo manico di scopa?- gli chiedo,
alzando un sopracciglio.
-Quello non è un manico di scopa qualunque. È il
MIO manico di scopa, sanguesporco.- dice, come a
volere dimostrare l’ovvietà della cosa.
-Ah, si? E che ha di speciale?- gli chiedo,
avvicinandomi a lui.
Lui si avvicina a sua volta, e inizia a
ghignare.
-È il MIO manico di scopa. Questo ti basta.-
-Tralasciando l’ovvio doppio senso che farò
finta di non aver sentito, visto che sono appena maggiorenne…-
celio, ridendo. -Mio Dio, quanto sei spocchioso!-
-Be’, il vantaggio di essere un Malfoy.- dice,
alzando le spalle, per poi ridere. –E poi non fare la ragazza innocente con me.-
-Io sono
una ragazza innocente. Al massimo scateno solo un tornado, no?- chiedo,
altezzosa.
Scoppiamo
a ridere, perché, davvero, siamo ridicoli.
-Allora… che si fa oggi?- gli chiedo, provando a tornare
seria.
-Mmm.. Ci smaterializziamo a Londra, mangiamo qualcosa lì,
entriamo a Diagon Alley, andiamo
alla Gringott e poi compriamo tutto quello che ci
serve.- dice, facendo l’elenco contando on le dita.
-Be’, non so se l’hai dimenticato, anche se non
credo, visto che lo sottolinei ogni due secondi, che che
sono una Sanguesporco! Non ho un conto alla Gringott
dalla quale posso prelevare dei soldi- dico, un po’ contrariata.
E diamine
ne ho pure ragione in fondo, no? Lui probabilmente naviga nell’oro e io dovrò
spendere la paghetta di un anno per permettermi tutto quello di cui avrò
bisogno.
-Prendi questa.- mi dice, lanciandomi una
chiave. -Sai ho fatto delle ricerche prima di venire qua. Il tuo cognome Berri, con la -i, deriva dal cognome Berry, con la -y. I
Berry erano una grande famiglia di maghi, al pari dei Black, dei Malfoy, dei Greengrass, dei Nott e di tutte
le grandi e antiche casate di purosangue. Il tuo ultimo antenato mago fu
Alexander Berry, che ebbe un figlio Magonò. Deluso da
questo decise di lasciare tutto al primo erede magico che ci fosse stato nella
sua dinastia, ovvero a te. Quindi, mia cara Sanguesporco, hai un patrimonio
maggiore di quello mio.- dice, sorridendo.
-Mi stai prendendo in giro?- è l’unica cosa che
riesco a dire.
-No. Dico sul serio.- mi risponde,
annuendo.
-Wow.- sussurro.
Allora posso anche
risparmiare la mia paghetta!
-Dai, andiamo ora. Ho fame. Afferra il mio
braccio.- dice, porgendomi il suo arto.
Faccio quello che dice, ma non sembra convinto
dalla sua espressione.
-Senti ho paura che ti Spacchi. Ti fidi di me?-
mi chiede, con gli occhi che diventano lucidi alla sua domanda.
-Si.- dico, certa di lui, anche se un po’ meno di me
stessa.
È vero, potrà anche avere il doppio della mia
età, ma ciò non cambia il fatto che su di me l’effetto che nemmeno un dio greco
potrebbe mai avere. Mi lascia andare il braccio, per poi cingermi il collo e
abbracciarmi stretta a lui.
-Ti fidi ancora di me?- mi chiede in un soffio,
tra i miei capelli.
-Si- dico, roca.
Sento un
sorriso tra i miei capelli e poi un dolore forte allo stomaco, per poi vedere
tutto sfocato. Dura tutto un battito di ciglia. Draco si stacca da me, mentre
sento il rumore di un clacson, da un vicolo minuscolo dalla quale riesco a
vedere i tipici taxi inglesi. Nel frattempo, la nausea prende il posto del
dolore allo stomaco. Draco estrae una provetta tra le tante che tiene nella
cintura, che non avevo mai visto, e la porge verso di me.
-Prendila. È contro la nausea.- dice, quasi ordinandomelo.
La prendo tutta d’un fiato, e l’effetto è
immediato. Quantomeno adesso i palazzi non girano più.
-Come mai tieni tutte quelle pozioni con te?-
gli chiedo, provando a distrarmi per non pensare allo stomaco in subbuglio.
-Sono a capo di una squadra Auror specializzata
in Pozioni. Non ero il miglior alunno di Piton per niente. E poi amo fare
intrugli dagli effetti strani!- dice ridacchiando.
-Sembra fico.- rispondo, con un lieve sorriso
nel volto.
-Lo è. Soprattutto perché Potty
in pozioni è una frana. È una goduria quando viene da me per chiedermi qualche
pozione!- ribatte entusiasta.
Ridiamo insieme, e, dopo che Draco si è accertato
che sto bene, ci avviamo da un Pret-a-Manger dove
mangiamo al volo un paio di tramezzini. Finiamo presto, poi prendiamo un taxi,
che ci porta davanti a un vicolo simile a quello dove ci siamo Smaterializzati.
-Siete sicuri di voler scendere qui?- chiede
l’autista.
-Si.- dice Draco, sicuro.
Dopo aver pagato, guardiamo il taxi
allontanarsi.
-Quindi è vero che i Babbani
non possono vedere l’entrata del ‘Paiolo Magico‘?- gli chiedo, alzando un
sopracciglio.
-Già.- dice, alzando gli occhi verso l’insegna.
-Dai andiamo.-
Entriamo nel pub, e come mi aspettavo la sua
presenza non passa inosservata. Ma questo non sembra un fatto positivo. Molti
dei presenti lo guardano astiosi, ma lui non abbassa mai gli occhi. Anche se
non sono più vivi, anzi sono duri, come a volersi schermare da quelle persone. Entriamo
nel retro. E lui estrae subito la bacchetta dalla sua giacca. Gli prendo la
mano, costringendolo a guardarmi in faccia.
-Draco… cos’è successo?- gli chiedo, con le sopracciglia
aggrottate.
-Niente, solita storia.- dice, indifferente, ma
con lo sguardo lontano da me.
-Draco, non sono stupida. Perché ti guardano tutti in quel
modo?- gli chiedo, mettendomi di fronte a lui.
-Semplicemente non sono la persona più amata
nella Terra. Be’, quantomeno nel mondo magico non lo sono.- dice con un sorriso
che non arriva agli occhi.
-Draco, sii serio.- gli chiedo, poggiando le mani sui suoi
fianchi.
-Sai, Asia, il fatto che io sia Auror non ha
cambiato l’opinione della gente. Per loro sono e resterò sempre il figlio
Mangiamorte del Mangiamorte Lucius Malfoy. Non posso
cambiare le cose. A loro non importano le ragioni. Loro guardano solo quello
che è successo superficialmente.- risponde, abbassando lo sguardo.
-Va avanti.- lo incito, stringendo la presa ai
suoi fianchi.
-Sai perché sono diventato Mangiamorte?- mi
chiede a voce bassissima. -L’ho fatto perché mio padre ha avuto la
brillantissima idea di ospitare Riddle a casa mia,
pochi giorni prima di essere arrestato. Mi sono ritrovato a casa mia, d’estate,
con una manica di pazzi da legare che non faceva altro che dire di uccidere più
persone possibile. Mi sono ritrovato con Faccia da Serpente che minacciava mia
madre
un giorno si e l’altro pure di morte, perché mio
padre aveva fallito. Mi sono fatto marchiare per proteggere la mia famiglia. E
non m’importa di quello che pensano. Io non mi pentirò mai di quello che ho
fatto. Perché non ho mai ucciso nessuno, non ho mai torturato nessuno. Io non
sono Bellatrix. Io sono solo Draco. Il ragazzo troppo codardo, il ragazzo che
non ha avuto il coraggio di andare da Silente e dire: ‘Hey,
ho bisogno d’aiuto. Voldemort minaccia di morte me e la mia famiglia, vi prego
aiutatemi!’. Io sarò sempre questo, non sarò mai la persona che sono veramente,
per loro.-
-Io avrei fatto la stessa cosa che hai fatto tu.- dico in un soffio.
Mi guarda con gli occhi spalancati, come se
fosse sorpreso.
-Sei troppo buona. Non avresti mai nemmeno
potuto prendere in considerazione la possibilità di prendere il Marchio.- dice,
come a smentire le mie parole.
-No, Draco. Se minacciassero un membro della mia
famiglia di morte, io non potrei fare altro che fare di tutto per evitare la
cosa. Capisco ciò che hai fatto, e non te ne do una colpa.- dico dura, ma
guardandolo dolcemente.
Vedo la sua mano raggiungere la mia, e
stringerla forte, dopo averla liberata dalla stretta al suo fianco. Poi si gira
e apre il passaggio per Diagon Alley.
E mi apre la via ad un nuovo mondo. È tutto così…
vivo, dannazione! È bellissimo! La via brulica di gente che compera di tutto,
ed è fantastico. È vivere un sogno. Guardo Draco, estasiata dalla vista del
piccolo quartiere dei maghi di Londra, e lui mi sorride incoraggiante, facendo
cenno di andare avanti.
-Be’, e tu? Che mi racconti?- mi chiede, per
evitare di cadere in un silenzio imbarazzante.
-Niente di particolare.- rispondo, con
indifferenza. -Ho vissuto la mia vita da Babbana, ma
qualche giorno fa ho scoperto di essere una strega. Ma non una strega
qualunque, non sia mai che sia normale in qualcosa. Quindi sono una Tempestae Dominatrix, il che mi
rende abbastanza orgogliosa di me stessa, ma mi preoccupa allo stesso tempo.
Niente di che in fondo.-
Lui ride al mio discorso senza senso.
-Dai, non mi riferivo a quello! Mi riferivo a
tutto il resto. I tuoi amici, la tua famiglia…- mi
dice, agitando la mano in aria.
-Oh, be’…- dico, arrossendo. -Ho una famiglia numerosa, da parte di
mio padre conta che sono 7 fratelli, quasi quanto i Weasley,
solo senza i capelli rossi. Non ho molti amici. Stella è la mia migliore amica,
e poi ci sono Daniele, Lex e Roberto.-
-Parlami di loro.- mi chiede curioso.
-Be’, Stella è una dea! La adoro. È dolce,
simpatica, intelligente e combattiva. Non ha paura di dire quello che pensa, il
che è fantastico. Io non ho questa capacità, purtroppo. Daniele…
gli voglio un bene dell’anima. Insomma, avevo una cotta colossale per lui, ma
poi tutto è svanito in una bolla di sapone. Lui è quello che mi fa ragionare di
più. Se deve dirmi qualcosa, se vuole proteggermi non ci mette più di due
secondi per dire: ‘Hey, Asia! Guarda che stai
sbagliando di brutto!’. Lui è così, non posso farci niente. Lex
è quello che mi difende, al contrario di Daniele. Certo, hanno le stesse
intenzioni, ma lo fanno in un modo diverso. A volte mi fanno impazzire, ma
siamo tutti come fratelli. Roberto, invece, è quello dolce, quello sapiente.
Lui non mi dice cosa fare o non fare. Dà obiettività alle cose, in modo da
potere decidere in modo razionale. Lo adoro, semplicemente.- dico, sorridendo
al pensiero dei miei migliori amici.
-Tieni molto a loro. Si vede da come ne parli.-
mi dice, con un sorriso gentile.
-Già.- dico, guardandomi intorno.
-E a loro hai detto dei tuoi poteri?- mi chiede.
Sospiro, sentendomi in colpa.
-No, e sinceramente, non so se dirglielo.- dico
a bassa voce.
-Perché?- chiede, stranito.
-Perché ho paura che non mi accetteranno. Che
non capiranno ciò che sono diventata. E ho paura di perderli.- rispondo, con
una smorfia.
-Non dovresti avere questa paura. Insomma, se è
vero che siete così attaccati, non vedo perché dovresti essere così preoccupata.-
dice, comprensivo. -Dai, Sanguesporco, tranquilla! Andrà tutto bene, vedrai.-
Arriviamo davanti a quella che è evidentemente
la Gringott, e alzo gli occhi verso l’insegna.
-Ora ho paura veramente.- dico, scoraggiata.
-Dai, Asia, entriamo.- dice, dandomi una piccola
spinta verso l’interno.
Raggiungiamo un piccolo folletto, che si
presenta con il nome di Ranci. Si fa consegnare la chiave, per poi salire sul
mitico carretto. Si, quello dove Harry Potter e Hagrid
stavano per vomitare ne ‘La Pietra Filosofale’.
E avevano pure ragione! Voglio un’altra delle
pozioni di Draco, cavolo!
Lui deve essersene accorto, perché attacca a
ridacchiare e mi avvicina a lui, tenendomi stretta per i fianchi, e tenendomi
il viso contro il suo petto.
-Chiudi gli occhi e non guardare. Ti passerà,
tranquilla.- mi sussurra.
È incredibile come sia diventato facile stare a
contatto con lui.
Dà un senso di appagamento che nemmeno
l’amicizia mi dà.
Hey, no, aspetta. Con questo non voglio dire che lui mi
piace. No, proprio no.
Forse.
Addio buoni propositi di non innamorarsi di lui.
Arriviamo davanti una camera della Gringott. Camera 2793.
Ranci la apre con la chiave che mi ha dato Draco
e… il mondo.
Una camera immensa piena d’oro. Piena zeppa.
-Wow.-
Questa è l’unica cosa che riesco a dire.
-Già. Complimenti, sei più ricca di me. Credo
che da oggi avrò un complesso di inferiorità nei tuoi confronti.- dice, con un
tono di scherno nella voce.
Lo guardo truce e lui scoppia a ridere.
-Non è divertente, Malfoy!- dico, mettendo il
broncio.
-Sanguesporco, non hai idea di quanto tu sia bella col broncio, ma
potresti prendere i tuoi soldi ed andare?- dice, un sorriso sghembo sul suo
volto.
Arrossisco e provo a prendere il borsellino babbano, per poterci mettere i soldi, solo che dopo mi
rendo conto di una cosa.
-Dove diamine li metto i soldi?- dico, sbattendo
una mano sulla fronte.
-Prendi questa.- dice, porgendomi una borsetta
di pelle dall’aria antica, eppure quasi alla moda.
-Cos’è?- chiedo, alzando un sopracciglio.
-Una borsetta?- celia, alzando gli occhi al
cielo. -Ha subito un incantesimo estensivo non riconoscibile. I Purosangue mettono
un paio di borsette di questo genere in tutte le loro camere. Riempila ed
andiamo.-
Faccio quello che mi dice, dopo di ciò,
sentendomi osservata, mi giro verso di lui.
-Che c’è?- gli chiedo.
-Sai che hai prelevato più o meno quello che
guadagna un’intera famiglia nell’arco di un anno, vero?- mi chiede,
prendendomi in giro.
-Vai al diavolo, Draco.- dico, con un tono dolce
e stucchevole che poco si addice alle mie parole.
Lui alza
gli occhi al cielo di nuovo e, dopo aver messo un braccio attorno alle mie
spalle, mi conduce al carretto. Tornati al punto di partenza, ovvero fuori
dalla Gringott, mi volto verso di lui.
-Draco, mi togli una curiosità?- gli chiedo, rossa in viso.
-Certo.- dice, alzando le spalle.
-Perché continui a stare così con me?- gli
chiedo.
Dallo sguardo che mi lancia capisco che è
proprio la domanda che non voleva gli ponessi.
-Di cosa stai parlando?- mi chiede, guidandomi
verso non-so-dove.
-Perché continui ad abbracciarmi, ad
accarezzarmi, a fare tutto quello che fai?- chiedo in risposta, imbarazzata.
Ok, sono
più che certa del fatto che il mio viso sia notevolmente rosso. Ma devo
chiedere.
-Ti dà fastidio?- mi chiede, allontanando lo
sguardo da me.
-No, ma… non ti
capisco. E non mi piace quando non capisco quello che mi succede attorno.- gli
dico, frustrata.
Lui mi guarda negli occhi, con una strana speranza
che si può visibilmente leggere in quell’argento fuso, per poi distogliere
nuovamente lo sguardo.
-Te lo spiegherò. Un altro giorno, Asia. Ma non
posso, davvero. Scusami.- mi dice.
-Cosa c’è da spiegare? Credevo che i segreti
fossero finiti quando mi hai sbloccato i poteri!- gli dico, afferrandogli un
braccio, in modo da forzarlo a girarsi verso di me.
-Lo so, lo so. Ma credimi, non posso. C’è un
altro segreto. Ma non posso svelartelo, non adesso. Ti dispiace?- mi chiede,
passando una mano dai miei capelli al mio collo.
-Si. Ma non posso comunque farci niente, quindi
devo lasciare stare.- ribatto, con una smorfia.
Lui mi sorride triste, prima di farmi cenno di
alzare gli occhi verso l’insegna del negozio.
-Olivander??!! Ma è ancora vivo il vecchiaccio??- gli chiedo,
forse un tantino forte.
-Sanguesporco, ti spiace smetterla di urlare nei momenti meno
opportuni?- mi dice, minaccioso.
-Ok, ok! Come sei lagnoso!- sbuffo, entrando nel
negozio.
Aspettiamo che Olivander
arrivi e nel frattempo io mi limito ad osservare le scatole di bacchette che
sono stipate ovunque nell’ingresso.
-Salve, Signor Malfoy. Cosa la porta qui?-
chiede, quello che è evidentemente Olivander, il
mitico fabbricante di bacchette.
-Signor Olivander. Le
ho portato la ragazza di cui le ho parlato nella lettera di stamattina. Spero
l’abbia ricevuta.- dice, Draco allontanandosi definitivamente da me.
-Oh, si certo. Nessuna delle mie bacchette ha
mai scelto una Tempestae Dominatrix.
Non se ne vede una da più di un secolo in fondo! Mi divertirò a testare le
capacità delle bacchette. Prova questa: 14 pollici, tasso, crine di unicorno.-
dice, porgendomi una bacchetta.
La prendo in mano e provo ad agitarla, ma tutto
quello che ottengo è far esplodere il piccolo campanello che Olivander tiene accanto alla cassa.
-No, direi di no.-
dice, alzando entrambe le sopracciglia. -Prendi questa: 13 pollici e mezzo,
abete, corda di cuore di drago.-
Stavolta cadono tutte le bacchette sopra Malfoy.
-Ben ti sta, Barbie!- dico, ridacchiando.
-Sta zitta, Asia.-
dice, truce e leggermente offeso.
Provo un’altra decina di bacchette, ma nessuna
di loro mi sceglie. Olivander non rinuncia tanto
facilmente a quanto pare, perché è andato in laboratorio a prendere altre
bacchette.
-Provi questa, Signorina Berri.
13 pollici, mandorlo e corda di cuore di drago.-
Prenderla è stata la cosa più facile del mondo.
È come se… mi chiamasse. La mia mano afferra la
bacchetta intarsiata e le scintille rosse che nascono dalla sua punta sono la
conferma di quello che so già. L’ho trovata. La mia compagna di incantesimi.
-Signor Malfoy, è stato lei a sbloccare i poteri
della Signorina Anastasia, giusto?- chiede Olivander,
perplesso.
-Si, perché?- chiede Draco, dubbioso.
-È davvero strano. Non mi succedeva una cosa del
genere da un po’ di tempo. Be’, esattamente da quando Harry Potter ebbe la sua
prima bacchetta, in effetti.-
-Sta parlando dei nuclei gemelli? Ma non può
essere, la mia bacchetta..- comincia Malfoy, ma il fabbricante di bacchette lo
interrompe.
-La sua bacchetta ha la piuma di fenice. Ma il guscio… anche quello è in mandorlo. La cosa strana è che
con i nuclei gemelli, le bacchette tendono a respingersi. Ma quando due
bacchette il cui guscio di legno è uguale s’incontrano, queste tendono ad
attrarsi.- spiega Olivander.
-Penso sia più probabile che s’incontrino due
bacchette che vengono dallo stesso albero che due bacchette con due piume della
stessa fenice.- ribatto io.
-Può sembrare vero, ma non lo è. Il materiale
raccolto per la bacchetta può essere raccolto solo in determinate condizioni.
Il mandorlo è poi uno degli alberi più magici che esista al mondo.
Questo ha portato anche al significato di questa
pianta.- dice Olivander, passandosi le dita sul
mento.
-Qual è?- chiedo.
-Promessa. Significa promessa, nel senso più
mistico possibile.- continua.
-Qual è la conseguenza?- chiede Draco,
avvicinandosi a me e stringendomi la mano da dietro.
-Non lo so, cambia da proprietario a
proprietario. Nel vostro caso vedo che vi attrae anche fisicamente. Si vede da
come vi cercate anche solo con gli occhi. Ne sentite il bisogno, vero?-
Io e Draco ci guardiamo negli occhi, cercando
una risposta, che però non possiamo esprimere a parole.
È così
importante il legame che sta nascendo tra di noi?
-Come pensavo, è molto importante per voi stare
insieme. Bene, direi che questo è tutto.- dice Olivander,
annuendo.
Paghiamo e usciamo dal negozio.
-Non è poi così importante quello che dice quel
tipo, lo sai, vero?- mi dice, tenendo lo sguardo lontano.
-Lo so. Ma ciò non cambia quello che sento
veramente.- dico, fissandomi i piedi, rossa in viso.
Lui non chiede nulla, si limita ad cingermi le
spalle con il braccio, per poi accompagnarmi in libreria. Il Ghirigoro,
esattamente. Un sorriso sorge sulle mie labbra spontaneamente, distraendomi. Fico,
ci manca solo Hermione che ripara gli occhiali a qualcuno, poi potrei anche
morire felice.
Usciamo con tanti libri da riempirci una
biblioteca. Ovviamente, questi li porta Draco. È un vero cavaliere, questo non
lo metto in dubbio. Anche se sono preoccupata riguardo il piccolo *crack!* che ho sentito venire dalla sua schiena.
-Draco, va tutto bene?- gli chiedo, preoccupata.
-No, pesano un sacco. Prendi la borsa con
soldi.- dice, con un lamento.
Gli porgo la borsetta che tengo dentro la
tracolla che porto a scuola, e lui la afferra come un’ancora di salvezza,
infilandoci i libri.
-Wow, ci sono entrati tutti.- dico, guardando la
borsetta che non accenna a riempirsi.
-La magia è molto importante. Non dimenticarlo
mai.- risponde.
-Certo, Signor Draco Io-ho-il-sangue-più-puro-di-tutta-l’Inghilterra
Malfoy!- dico, sarcastica.
-Divertente, Sanguesporco.- risponde,
assottigliando lo sguardo.
Passiamo
dalla Farmacia, dove Draco fa scorta di robe orribili. Questo non è buon segno.
La cosa mi disgusta, quindi so già che farò schifo in Pozioni, il che è un
peccato, perché mi sono sempre definita una Serpe. Sigh.
–Be’, libri,
bacchetta, soldi, per le pozioni ci penso io, credo che per il momento siamo
apposto. Possiamo andare.- dice, una volta fuori dal negozio.
-Dobbiamo già tornare a casa?- chiedo, un po’ delusa.
-No, certo che no. Prima ci esercitiamo un po’.-
dice, sogghignando.
-Davvero, dove?- chiedo, entusiasta.
-Sta
calma, ragazzina. C’erano nuvoloni incredibili due secondi fa. Ora c’è un sole
che spacca le pietre, sto morendo dal caldo.- celia, facendo finta di farsi
aria con la mano.
-Dove andiamo, Malferrett?-
chiedo, eccitata.
-Vieni qui.- dice, prendendomi la mano e portandomi
in un vicolo cieco.
Poi mi abbraccia e sento di nuovo il
voltastomaco da Smaterializzazione. Lo sento nuovamente staccarsi da me, allora
apro gli occhi. Draco sta accendendo le luci con la bacchetta e una sala
immensa si sta illuminando completamente, come il resto della casa.
Siamo evidentemente nel salone d’ingresso. Alla
mia destra c’è un camino enorme, mentre alla mia destra s’intravede una stanza
da pranzo, anche quella enorme. Di fronte a me un’enorme scalinata, che si
divide in due per portare all’ala est o all’ala ovest. Al centro, una porta
gigantesca. Tutto il pavimento in marmo bianco, le pareti candide i mobili
dall’aria antica.
-Dove siamo?- chiedo in un sussurro.
-Siamo in Normandia. Nella proprietà originaria
del Malfoy, o meglio, dei Mal Foi. La mia famiglia si
trasferì in Inghilterra solo durante il sedicesimo secolo. Ma le proprietà
francesi sono rimaste. Ho sempre adorato questo posto. I miei genitori me
l’hanno regalato quando mi sono sposato con Astoria, ma a lei non piace la
Francia. Preferisce il Regno Unito. Non ha idea di cosa si perde.- dice.
-E quindi non è mai venuta qui?- gli chiedo,
scettica.
-No. Non ha mai voluto. Sei la prima donna che porto qui.
Ritieniti fortunata!- dice, ridacchiando.
Alzo gli occhi al cielo, e lui mi prende per
mano, conducendomi da qualche parte.
Mi fa salire le scale, e mi conduce all’ala
ovest, per poi fermarsi di botto e mettermi le mani davanti agli occhi.
-Che fai?- gli chiedo, allarmata.
-È una sorpresa! Fidati di me.-
mi dice.
Continuiamo ancora per un po’, finché non gli
sento aprire una porta, per poi farmi fare ancora qualche passo.
-Apri gli occhi.- dice, spostando le mani.
Faccio
come dice e… wow!
-Come sono andata a finire nel Castello della
Bestia?- gli chiedo.
È stupendo. Una biblioteca immensa, potrei
passarci tutta la vita. È tutto stupendo, i libri messi ordinatamente, uno dopo
l’altro, le scale per raggiungere i ripiani più alti. È bellissimo. Potrei
morirci dentro e non pentirmene.
-Grazie, hai un’opinione molto alta di me.- risponde Draco, sarcastico.
-Mi riferisco alla favola. Sai, la Bella e la
Bestia.- dico, con tono ovvio.
-Lo so, lo so! Sto scherzando.- risponde alzando
gli occhi al cielo. -Comunque, mentre venivo qui pensavo a una cosa. Hai
bisogno di molto tempo per imparare a fare più cose possibili in magia. Non
puoi perdere tempo nelle materie babbane.- aggiunge, serio.
-Malfoy, non posso abbandonare gli studi. I miei mi
uccidono.- gli dico.
-Non sto dicendo questo! C’è un incantesimo che
può aiutarti. Ti dà tutto quello che c’è da sapere sul mondo babbano. Dalla storia alla matematica. Non avrai bisogno di
fare più niente. Almeno non per la tua scuola.- dice, tranquillo.
-Ma mi prendi in giro? Che stai aspettando?-
Wow. Non
dovere più studiare. Io adoro quest’uomo, davvero, davvero l’adoro.
-Babbanorum Omnia Cognosco!- dice,
lanciandomi questo incantesimo, dopo aver alzato gli occhi al cielo.
Aspetto qualche secondo, in modo da avere
l’illuminazione ma non succede niente.
-Sei sicuro che abbia funzionato?- domando,
scettica.
-In cosa consiste l’impressionismo di Pascoli?-
mi chiede, sbuffando.
-L’impressionismo di Pascoli consiste nel
rappresentare quello che la poesia deve descrivere attraverso pennellate di
colore. Questo si vede molto chiaramente nella poesia ‘Temporale’, dalla
raccolta Myricae, che recita..- comincio a dire,
stupendomi delle mie stesse parole.
-Direi che l’incantesimo ha funzionato.- dice
Draco, interrompendomi, contento di se stesso.
-Ma come… io non ho studiato
Pascoli! Non posso sapere in cosa consiste.. Qual’era la domanda?- gli chiedo,
confusa.
-Tranquilla, Sanguesporco. Va tutto bene. Non
pensarci troppo. Su, adesso cominciamo. Prendi la bacchetta.- mi ordina, con un
gesto della mano.
Faccio come dice, e prendo la bacchetta in mano.
-Rilassati. Cominceremo da qualcosa di semplice.
Un piccolo incantesimo di levitazione. Sai già come si fa, no?- chiede.
-È ‘Leviosa’, Malfoy,
non ‘Leviosà!’- dico, ridendo.
-Non hai idea di quanto fosse rompiballe la Granger i primi tempi. La tipa babbana
che la interpreta, come si chiama? Ah, Emma Watson, la interpreta benissimo.-
dice, ridendo.
Rido insieme a lui, e quando finiamo di ridere
stringo forte la bacchetta, puntandola verso uno dei cuscini dei divani posizionati
al centro della biblioteca.
‘Bene, agitare e colpire’, penso.
Faccio il piccolo movimento e dico: -Wingardium Leviosa!-
Il cuscino si alza leggermente, staccandosi dal
divano. Sposto leggermente la traiettoria della bacchetta e noto come il cuscino
segue le mie mosse, semplicemente. Lo riporto dove era messo prima, sorridendo,
contenta del risultato. Abbasso la bacchetta e sento Draco abbracciarmi da
dietro.
Mi giro tra le sue braccia, come questa mattina,
per guardarlo
negli occhi e lo stringo forte. Sento anche la
sua presa sui miei fianchi e non posso fare altro che sorridere di più.
Ci stacchiamo di pochi centimetri. Lo guardo
negli occhi: sono lucidi, hanno una scintilla che non gli avevo ancora visto.
Toglie una mano dal mio fianco per posarla sul mio viso e accarezzarmi una
gota, passando un pollice sulle mie labbra. Da lì al bacio, il passo è breve.
Si avvicina lentamente, quasi spaventato, e
poggia le labbra sulle mie. Il bacio è lento all’inizio. Pochi baci a stampo,
uno dopo l’altro. È quando non ne posso più che gli prendo il viso e lo tengo
attaccato al mio. Il bacio si fa allora più spinto ed è quando abbiamo entrambi
il fiato corto che ci stacchiamo.
-Dovresti tornare a casa, Asia. È tardi.- dice,
posando un altro bacio leggero sulle labbra roventi.
Vorrei restare ancora, ma so che non è una buona
idea.
È tardi, e se non mi faccio trovare a casa
quando arrivano i miei, sono cavoli.
Mi stacco definitivamente da lui, sentendo quasi
un dolore fisico, e raccolgo le mie cose, per tornare a casa. Lui mi abbraccia,
come al solito, e ci smaterializziamo davanti la porta di casa.
Ci stacchiamo e ci fissiamo a lungo, senza che
nessuno dei due abbia la forza di staccare lo sguardo. Il primo a cedere è lui.
-Devo andare, Anastasia.- mi dice, con un
sorriso triste.
-O-ok.- dico, in un sussurro.
-Non ci sarò per un paio di giorni. Devo fare
delle cose al Ministero. Tu puoi continuare ad esercitarti, in fondo i libri ce
li hai. Puoi andare in Normandia, ho inserito un’altra porta nel bagno delle
ragazze della tua scuola. Possiamo vederla solo noi due. All’uscita ti basta
andare alla villa attraverso quella porta finché non avrai imparato a
Smaterializzarti. Questo, ovviamente, se
vuoi.- dice, imbarazzato.
Oddio. Si è rovinato tutto. Quel bacio ha
rovinato tutto. Io ho rovinato tutto.
-Draco, noi..- inizio, ma non ci riesco.
-Si?- mi risponde, speranzoso.
-Niente.- dico, distogliendo lo sguardo.
Lui sta zitto, poi scuote la testa, come a
scacciare qualche pensiero.
-Dovresti parlarne con i tuoi amici.- dice.
-Di cosa?- gli chiedo, completamente confusa.
-Di quello che sei. Della tua storia. Ne hai
bisogno.- dice.
-Oh.- rispondo, delusa.
Speravo
davvero che volesse parlare di quello che è successo?
-Bene, adesso
entro se non ti dispiace.- dico, prendendo le chiavi dalla tracolla.
-Ok, buonanotte.- risponde.
Gli sorrido e entro in casa.
Sto per chiudere la porta quando lui mi chiama.
-Che c’è?- gli chiedo.
-Ich liebe dich.-
dice.
Scuoto la testa, mentre una lacrima scende dai
miei occhi.
-Non parlo tedesco.- gli rispondo.
-È meglio così, credimi. È meglio così.- dice.
-Ora entra. E ti prego sta attenta. Buonanotte, Asia.-
-Buonanotte. Draco.- dico, chiudendo la porta,
dopo che lui si smaterializza con un sorriso triste stampato sul volto.
Mi appoggio alla porta e scivolo a
terra, avvicinando le ginocchia al petto. È successo. L’ho baciato. Ho
baciato Draco Lucius Malfoy. Un uomo sposato, un uomo
impegnato, un uomo più vecchio di me di dodici anni.
Mio dio. Questa sarà una delle notti più lunghe
della mia vita.
Spazio
Autrice: Salve! Rivisitazione del quarto capitolo! Questo, fin’ora, è quello
che ho cambiato di meno. Mi piaceva e non me la sentivo di cambiare niente… ç_ç
Ripeto,
Draco può sembrare tremendamente OOC, ma non riesco a immaginarlo in modo
diverso. Amen.
A presto,
Micaela!