Hazy Shade of Winter
"L’alcol
è come l’amore: il primo bacio è
magico, il secondo è intimo, il terzo è routine.
Dopo di che, spogli la donna e basta."
Raymond Chandler
Se
fosse stata una normale mattina di lezioni, la routine di Draco
avrebbe previsto le stesse seguite dal pranzo, ma in quel frangente
vacanziero il suo piano quotidiano comprendeva l'andare in giro per
il castello a terrorizzare i primini di Tassorosso. Finita la
colazione sperò di poter riprendere le sue abitudini
mattutine
spezzate dalla strana voglia di Pansy di fare una conversazione
logica con lui, eppure c'era qualcos'altro che non andava. Tiger e
Goyle non erano ancora saliti a mangiare, stranamente. Senza di loro
non avrebbe potuto fare granché.
«Ma
si può sapere che hai oggi?» sbottò
Pansy infastidita attirando su
di sé gli sguardi curiosi dei pochi commensali mattinieri
come loro.
In quel mentre, Daphne Greengrass fece la sua comparsa in Sala Grande
e si sedette di fronte a loro, facendo loro gli auguri, che entrambi
ignorarono scatenando la sua più completa
perplessità.
«Come
mi starei comportando? Sentiamo.» la invitò Draco
con il suo solito
tono strascicato.
«Sei
nervoso!» esclamò risentita Pansy.
«Yuhu,
ci sono anche io!» esclamò Daphne con la voce
seccata di un'ottava
più alta del normale. L'unico risultato che ottenne fu una
duplice
occhiataccia. Alzando le spalle decise che essere ignorata era meglio
che venire scuoiata viva dai due. E in quel frangente aveva molta
più
paura di Pansy che di Draco.
Che
il coraggio non era di casa a Serpeverde era un fatto noto a tutti,
quadri e statue compresi.
Inutile
dire che a Draco stava tornando il mal di testa.
«Ti
ho permesso di avere la mia
fetta
biscottata, il mio
burro
e la mia
marmellata,
oltre che alla mia più completa attenzione mentre parlavi di
Daphne
e cosa...»
«Parlavate
di me?» si intromise la ragazza citata venendo nuovamente
degnata di
un'occhiata di fuoco.
«...pretendi
di più?» concluse Draco.
Pansy
lo osservò incredula. Tutto si sarebbe aspettato tranne che
quello.
Era quanto più di una dichiarazione si potesse aspettare da
Draco.
Lui che rinunciava a qualcosa che aveva deciso fosse suo per qualcun
altro? No, era più che un'eresia.
Lo
stesso pensò Daphne che stava già per esprimerlo
a gran voce ma
venne interrotta sul nascere dall'arrivo di Blaise e dall'ennesima
occhiata in tralice dei due.
«Buon
Natale.» bofonchiò Blaise sedendosi affianco a
Daphne, di fronte a
Draco.
Nessuno
lo degnò di attenzione, nemmeno Daphne che aveva rinunciato
definitivamente ad aprir bocca.
«Oh.
Tutto qui? Allora grazie.» commentò Pansy sorpresa
ammutolendo
all'istante, cortesia più che apprezzata dal ragazzo il cui
mal di
testa accennava a diminuire.
***
Quella
mattina di Natale proseguì tra le pareti sicure della loro
sala
comune sotterranea. Theodore Nott si era svegliato e aveva raggiunto
l'esiguo gruppetto di ragazzi Serpeverde già svegli e aveva
deciso
di dedicarsi a un'esplorazione completa della bocca di Tracy Davies
mandando al diavolo i disperati tentativi di Daphne di usarlo per
scatenare altri attacchi di gelosia in Blaise.
Lui
era stato per lei quello che Draco era stato per Pansy. La prima vera
cotta, il ragazzo delle prime volte: primo appuntamento, primo bacio
a lungo sospirato, prima volta e prime rotture, ma soprattutto primi
pianti e prime disperazioni. Avevano chiuso definitivamente quando
Daphne aveva capito una cosa: non c'era nessun uomo che valesse le
sue lacrime, o meglio, il suo mascara preferito colato sulle guance
imbellettate. Quindi aveva adottato la tattica del mordi e fuggi,
provoca e ritraiti, ma soprattutto quella del “Storie serie?
Cosa
sono, malattie infettive?”.
Purtroppo
è universalmente risaputo che per una ragazza il primo amore
è
indimenticabile ed era per quel motivo che ogni tanto ci ricadeva.
Anche se era meglio dire che ogni tanto ricadeva tra le morbide
lenzuola del letto che la Stanza delle Necessità faceva
apparire per
lei e Blaise.
Un
letto a baldacchino dalle lenzuola di seta, per inciso, lontanissimo
dal letto spartano e fin troppo fine a se stesso che compariva quando
era insieme ad altri ragazzi.
«Ho
ricevuto in dono una guêpière.»
ghignò tirandola fuori dalla scatola e attirando su di
sé gli
sguardi famelici dei tre ragazzi seduti con loro. Theodore si
beccò
una sberla da parte di Tracey.
«Chissà
che chiunque te l'abbia regalata non te la voglia togliere
personalmente.» osservò Blaise.
«Oh,
me l'ha regalata mia madre, dubito persino che me la voglia vedere
indossare.» replicò Daphne come se fosse abituata
a regali più osé
da parte della genitrice.
«L'anno
scorso mi ha regalato un olio per massaggi più che
fantastico.
Ricordi, Draco? L'avevamo provato insieme.»
Per
quanto potesse essere possibile, Draco impallidì sotto lo
sguardo
incuriosito dei suoi compagni di casa.
«Oh,
mia madre come al solito mi ha regalato cose di poco conto.»
intervenne Pansy ghignando.
Daphne
le rivolse una muta domanda a cui Pansy rispose subito: «Un
bracciale di diamanti, ma mi sa che i regali di tua madre sono
decisamente più utili.»
La
ragazza annuì convinta che Pansy fosse d'accordo con lei.
«E
i tuoi genitori che ti hanno regalato?» chiese rivolgendosi a
Draco
che aveva lentamente ripreso il suo colorito naturale. «Una
bambola
gonfiabile? Oh scusa, c'è Daphne che assolve benissimo a
questo
gravoso compito.»
La
ragazza interpellata raggelò l'amica che per nulla
intimorita le
sorrise apertamente. Daphne, come faceva spesso in presenza di
Blaise, aveva tirato in mezzo le sue relazioni interpersonali con
altri studenti, ma lui, orgoglioso come poteva esserlo solo un
Grifondoro, non aveva commentato né aveva fatto nessuna
mossa che
poteva essere interpretata come ispirata dalla gelosia. In compenso,
l'unica reazione interessante l'aveva ottenuta da Pansy Parkinson.
Forse, si chiese, la cotta per Draco Malfoy non le era mai passata
nonostante le continue smentite? Sorrise consapevole che aveva del
materiale su cui iniziare a lavorare dato che con Blaise non poteva
fare molto se lui non le andava minimamente incontro. Si
voltò a
guardare il ragazzo che la osservava con espressione a dir poco
famelica e rapidamente lo afferrò per una mano e
mandò al diavolo
tutta la sua dignità.
Voleva
lui.
Lui
soltanto.
***
«Vuoi
essere tu quello che me la toglierà di dosso?»
chiese non appena
arrivò nella Stanza delle Necessità alludendo
alla guêpière
riposta nella confezione che teneva in mano.
«Se
tu me lo permetterai.» le rispose guardandola dritto negli
occhi.
«Ad
una condizione. Voglio parlare con te, anzi no, io voglio stare con
te.» esordì tutto d'un fiato. Era riuscita a
raccogliere quanto più
coraggio si fosse aspettata e ora il danno era fatto. Blaise la
fissò
più che sbalordito mentre lei pregava intimamente di
ricevere una
risposta positiva.
«Stare
insieme inteso come....?»
«Una
storia. Voglio te, Blaise, e nessun altro. Vederti con le altre mi fa
fin troppo male.»
Il
ragazzo si trovò a deglutire a vuoto. Per una volta Daphne
Greengrass era stata schietta. Nessuna frase lasciata a
metà, nessun enigma, ma solo una verità. Pesante,
tra l'altro.
«Avevamo
una storia perfetta, a parte piccole incomprensioni più che
normali.
Voglio stare con te, Blaise, ora.»
«Ero
convinto avessi messo gli occhi su Theodore.»
«Facevo
la preziosa!» esclamò lei irritata. La sua
risposta affermativa
tardava un po' troppo ad arrivare e lei stava per perdere la
pazienza.
«Nel
letto di un altro?»
«Dettagli.»
«Non
ti capisco.» ammise e non era certo la prima volta che si
trovava a
farlo.
«Il
giorno in cui mi capirai sarà il giorno in cui l'inferno
gelerà e
Potter finalmente schiatterà.»
Blaise
annuì, totalmente in accordo con Daphne.
«Non
pensavo volessi una storia seria, non dopo la volta in cui ti ho
mollato dicendoti chiaro e tondo quello che pensavo delle donne in
generale.»
Daphne
sapeva che Blaise era un mulo nelle questioni di cuore, oltre a
essere un misogino convinto. Aveva un odio incontrollabile e
immotivato nei confronti del gentil sesso, fatta eccezione della
madre a cui era profondamente affezionato.
E
fu solo in quel momento che capì.
«Oh.»
Sbatté un paio di volte la palpebre capendo finalmente il motivo.
«Blaise,
io non ti ucciderò per ottenere i tuoi soldi.»
L'ultima
cosa che aveva capito di Daphne Greengrass fu che la ragazza, oltre a
essere incomprensibile, aveva un tatto impressionante.
Il
tatto di un elefante zoppo in un negozio di alambicchi per la
distillazione del vino.
E,
per salvarsi in extremis,
le chiuse la bocca con un bacio.
Ricambiato.
E cominciò
a spogliarla.
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Angolino dell'autrice:
ammetto di esserci rimasta non vedendo nessuna recensione, però questa "delusione" è passata presto. Ho visto che ultimamente moltissime storie non vengono recensite. E' strano, davvero.Va beh, fatemi sapere qualcosa, cosa ne pensate, critiche, note positive, qualsiasi cosa u.u
Fatemi sapere che ci siete e che leggete (ovviamente ho visto che qualuno ha letto e che qualcun altro ha messo la storia tra le seguite).
Il prossimo capitolo dovrebbe essere quello conclusivo.
Alla prossima,
Fay :)