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Autore: LiliViolet    21/01/2011    1 recensioni
Una ragazza tormentata dallo stesso sogno,un deserto in piena notte,e poi un bianco abbagliante.Ma un giorno il sogno continua,e diventa un sogno di corvi.
Ci pensai su un attimo “Credo di non essere più completamente in me quando…faccio determinate cose.E’ come se qualcuno agisse al posto mio” presi un respiro “Sta diventando più di quanto io possa sopportare”
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5)
Mi avviai titubante verso di lui,che era poggiato al cancelletto di casa mia.
Per un attimo mi chiesi come faceva a a sapere dove abitavo,ma come vidi il suo sorriso rimossi tutto.
A dire la verità,rimossi un po’ troppo:come camminavo,mi accorgevo a malapena di muovermi che rischiai di inciampare brutalmente sul marciapiede,ma per fortuna non accadde.
“Ciao Ren” mi salutò lui da qualche passo,poi si avvicinò e delicatamente mi pose un bacio sulla guancia.
Anche se lo fece solo per saluto,non potei fare a meno di sciogliermi.
“Ciao Nael,come stai?” gli chiesi,in un patetico tentativo di sembrare disinvolta.
Si mise dritto davanti a me e iniziò a dondolarsi leggermente sui talloni,al massimo della tranquillità “Io benissimo,anzi,forse non potrei stare meglio di così” rispose con enfasi,e mi domandai il perché di tanta contentezza. Poi notai che,dall’apertura del colletto del maglione,si intravedevano cerotti e bende,e la pelle era arrossata,come raschiata fortemente.
“Non dire idiozie” dissi più spontaneamente di quanto avrei voluto “Cosa ti sei fatto?”
Ma fu veloce a coprirsi il rossore e sovrastare la mia voce “Sono venuto a chiederti,ovviamente se non hai nulla di meglio da fare,se ti va di fare un giretto in città con me,per scambiare qualche chiacchiera...” e aggiunse subito “Se ti va ovviamente”
Come poteva non andarmi?
“Certo!” credo si fosse accorto del mio tono felice,perché mi fece un sorrisetto. “Aspetta solo un momento,vado a prendere le chiavi” e,suonato il campanello,entrai velocemente dentro casa.
Che non riuscissi a fare un gesto sensato era evidente,come si premurò di farmi notare mia madre quando mi vide cercare le chiavi dentro la dispensa.
Andai nell’atrio,le presi da un ripiano e mi fermai un attimo davanti allo specchio.
Non ero ordinatissima,ma che figura ci avrei fatto se in quel minimo arco di tempo mi fossi stuccata e messa a lucido?Mi sistemai un po’ meglio il cerchietto e uscii,raggiungendo Nael di nuovo poggiato al cancelletto. Visto da lontano era estremamente alto,pensai senza alcuna logica.
“Dove vuoi andare?” gli chiesi timidamente,e con una punta di soddisfazione vidi che anche lui sembrava un po’ imbarazzato.
“Non so…il parchetto?”
Annuii entusiasta,anche se il pensiero di tornare in quel parchetto dove avevo cercato di ferire il bambino non mi allettava particolarmente.
Se non altro,ero in compagnia ora.E in una compagnia più che gradita.
“Allora come ti trovi nella scuola?” feci un tentativo di conversazione,dettato anche da un sincero interesse,mentre giravamo l’angolo e camminavamo fianco a fianco.
“Oh, non c’è male,ho già avuto modo di conoscere tutti i professori e i compagni,e mi hanno fatto una buona impressione” fece un gesto vago con la mano.
Fui attraversata da qualcosa,come una scossa elettrica.
Perché nessuno si era accorto della mia assenza dopo la battaglia?Guardai l’orologio: erano le sei e mezzo,ed ero appena tornata da casa di Aaron,reduce da uno svenimento che mi aveva dovuto portar via almeno una nottata intera.
E allora perché mia madre non si era accorta che ero mancata per una notte? Perché nessuno si era accorto che ero mancata da scuola?
Non seppi darmi una risposta plausibile,poi mi accorsi di essermi fermata per strada,con gli occhi spalancati.
Nael mi osservò incuriosito “Cosa succede?Ho detto qualcosa che non andava?”
Scossi la testa con forza “No,no mi è solo venuta in mente una cosa che avevo scordato” mentii.
Non era particolarmente convinto,quindi mi prese delicatamente per un braccio e ci sedemmo su una panchina.Dovevo avere l’aria di una turbata.
“Hai qualche problema Ren?” mi chiese a voce bassa,con una nota di sincera preoccupazione “Puoi parlarne,se vuoi,io ti ascolto!”
Lo guardai negli occhi, e stavolta,anziché distogliere lo sguardo,fui colpita da quanto i suoi occhi fossero intensi,e decisi di parlargli di quello che mi stava succedendo,tralasciando le parti più pericolose.
“Sai Nael io credo di…” faticai a trovare le parole “ di stare impazzendo”
“Cosa intendi per impazzire?”
Ci pensai su un attimo “Credo di non essere più completamente in me quando…faccio determinate cose.E’ come se qualcuno agisse al posto mio” presi un respiro “Sta diventando insopportabile”
Nael parve colpito “Che tipo di determinate cose?”
Bingo.Cercai una bugia da dirgli “Lascia stare,mi prenderesti per pazza” decisi di rispondergli. In fondo non era una bugia che mi avrebbe presa per pazza.
Per fortuna non indagò oltre.Guardava un punto sopra la mia testa,probabilmente senza osservare niente in particolare
“Credo che tutti non siano perfettamente in sé quando fanno…determinate cose,come le chiami tu”
Che frase sibillina.Forse non ero l’unica a nascondere qualcosa?

Non seppi perché,ma dopo esermi sfogata,senza ovviamente lasciar trasparire niente della mia seconda natura,mi sentivo meglio,più rilassata.
Per il resto della serata parlammo del più e del meno,ma non posso negare che fosse stata una bella serata.Nael era una persona così piacevole non sentivo alcuna vergogna nel parlare e ridere con lui.
Intorno alle otto,dopo che mi ebbe riportato davanti a casa,ci salutammo,con il proposito di rivederci presto. Svolazzai sino alla porta elettrizzata,molto più felice di quanto non fossi stata in queli ultimi giorni.
La aprii e entrai in cucina,con l’intenzione di scoprire se qualcuno si fosse accorto della mia assenza.
Ci misi un po’ a trovare mia madre,poi la vidi in piedi sulla sedia,intenta a rovistare dentro un’alto pensile.
Povera,doveva sempre ricorrere a questi mezzi per raggiungere i posti più alti.
“Aspetta, ti aiuto io!” dissi mentre mi avvicinavo: non ero di tanto più alta,giusto quel poco adatto ad aiutarla. Mi rispose con un mugolio soffocato da dentro il pensile e girai il tavolo e la raggiunsi piano piano.
A pochi passi dalla sedia però mi accorsi di quanto la stessa potesse essere traballante e malferma.
NON ORA!
Stavolta non ebbi nemmeno il tempo di accorgermi di quello che stavo per fare.
Mi accasciai al suolo,in preda agli spasmi,mentre due grosse ali nere mi spuntavano dalla schiena.Sentii mia mamma urlare come se fosse in fondo a una lunga galleria.
Mi alzai e mi avvicinai piano piano a lei,stavolta senza volare ma camminando semplicemente.
“Ren,Ren!” chiamava a voce bassa,mentre mi guardava in preda al panico.
Chissà,forse un angelo della morte era più minaccioso mentre camminava rispetto a quando volava.
Quando le fui a circa un passo di distanza non riuscì più a sostenere la mia vicinanza,mise un piede in fallo e crollò all’indietro dalla sedia,sbattendo con forza. Caddi a terra sconvolta.
Di solito non ero mai riuscita a ferire qualcuno tangibilmente,ma ora?
Avevo quasi confidato nell’arrivo dell’angelo a proteggere mia madre,ma quando la vidi a terra dolorante il peso di quello che avveo appena fatto mi precipitò addosso rovinosamente. Diceva parole sconnesse e la aiutai a rialzarsi.Non sembrava essersi rotta qualcosa,ma ugualmente non riuscii a starle vicina.Mi chiusi in camera mia,e in un momento seppi quello che mi accingevo a fare .Presi il cellulare e chiamai Shan.
“Pronto Ren?” disse la sua voce dall’apparecchio.
“Shan,non posso trattenermi molto” esordii
“Devo solamente dirti che avevi ragione,e che i tuoi dubbi erano fondati.E,visto quello che ho appena fatto,ho deciso che andrò via per un po’.Non ti posso dire dove starò,né posso spiegarti tutto. Dillo anche a Kristin se vuoi,io non ho più tempo”. Parlai senza quasi prendere fiato,poi non stetti ad ascoltare la sua risposta e chiusi la chiamata.
Capii solo in quel momento le parole di Aaron sul fatto che l’avrei chiamato presto.
E quel diavolo aveva visto giusto.Ero troppo pericolosa per gli altri.

Afferrai la pallina di vetro che mi aveva dato lui stesso, e la agitai.


*tadaa Mini Angolo autrice!:3 da qualche giorno,quando ho iniziato a scrivere questo capitolo,ero leggermente indeicsa sul da farsi,ossia se continuare o no.Ho notato che questa storia piano piano sta venendo letta da un numero crescente di persone,e ,semplicemente,mi piacerebbe sapere cosa ne pensa qualunque lettore di questa storia e,ovviamente,preciso che io accetto quasiasi tipo di critica. In fondo,credo di essermi iscritta a questosito per avere dei consigli,attraverso recensioni, su come migliorarmi,su come rendere le mie storie più gradevoli da leggere. Non vorrei assolutamente sebrare presuntuosa o cos'altro,semplicemente (si inchina in ginocchio) mi piacerebbe icevere un picolo parerino,anche se negativo,non importa.
Detto questo,smetto di rompere xD <3*

LiliViolet

  
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