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Autore: hotaru    21/01/2011    4 recensioni
Spin-off de “Die Uhr- L'orologio”
«Ad Al ronzavano le orecchie, e il cuore gli martellava in gola; non riusciva più a pensare ad altro se non che accanto a lui c'era sua madre.
Sua madre che in realtà era morta. Sua madre che avevano cercato di riportare in vita con una trasmutazione umana. Sua madre di cui un homunculus non era stato che la pallida ombra. Sua madre che era lì, al suo fianco, e dimostrava sì e no quindici anni.»
[Pairing a sorpresa]
Prima classificata al contest "Vedo, sento, scrivo- immagini, musica, storie" di elos.gordon e SaliceMcMay
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Altro personaggio, Edward Elric
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Al di là del Portale'
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2- Mo Ghile Mear "Mo Ghile Mear"  (¹)


Regentage 2
"Non ricordi?
Quel giorno pioveva a dirotto..."

(Alphonse Elric, episodio 27)


Al cominciò a recarsi alla Herzstraße ogni singolo giorno, per l'intero intervallo della sua pausa pranzo. E anche quella ragazza c'era praticamente sempre.
Tuttavia, un giorno in cui aveva fatto capolino un pallido sole dall'aria malaticcia e il telone era stato rimosso, non aveva trovato nessuno. Il cielo era rimasto sereno anche il giorno dopo, e quello dopo ancora, e Al stava seriamente iniziando a chiedersi se l'avrebbe più rivista.
Quasi incosapevolmente, cominciò ad aspettare. Ad aspettare la pioggia, che giunse di nuovo il martedì successivo, giorno in cui agguantò l'ombrello e corse nella Herzstraße.
Ed eccola lì.
Quando lei gli sorrise, non gli sembrò affatto sua madre.
- Piove di nuovo, hai visto? -.
- Già – rispose Al. E sembrava che lei arrivasse appunto con la pioggia.
- Hanno portato qualcosa di nuovo – lo informò.
Al si avvicinò e vide che gli stava indicando una specie di vaso lavorato, dalla forma bombata e il collo più stretto.
- Cos'é? Un vaso da fiori? -.
- Forse – rispose Tiarnan, osservando quel curioso oggetto con aria perplessa – Ma l'importante è che sia qui -.
Era sintetica, quando parlava. Schietta e sintetica. Da quel punto di vista, non somigliava molto alla sua sosia dell'altro mondo. Ma d'altra parte lui ricordava una madre, non una donna.
- Posso chiederti perché ci sei solo quando piove? - le chiese all'improvviso.
- Mi credi una fata della pioggia o qualcosa del genere? - domandò lei, sorridendo come se le avesse fatto un complimento. Poi scosse la testa – Oh, in realtà è molto più semplice: do una mano in una bancarella al mercato qui vicino, ma quando piove la gente è così poca che non c'è quasi lavoro. Così mi mandano a casa, e prima di rientrare faccio un salto qui -.
Al annuì. Sì, in effetti era logico.
- E tu? - chiese Tiarnan.
- Lavoro in una farmacia -.
- Davvero? Allora significa che hai studiato -.
Oh, sì. Per giorni e giorni, in realtà, notti intere passate sui libri.
- Sì, ma non qui – precisò.
- Per me è già tanto saper leggere e scrivere. E far di conto, ovviamente, perché i soldi è sempre meglio saperli contare -.
Esibiva la logica ferrea di chi è abituato a sopravvivere con poco. Ma in fondo, pensò Al, sua madre aveva mandato avanti per anni una casa tutta da sola. Di senso pratico doveva averne avuto parecchio anche lei, ma lui e Ed erano forse troppo piccoli per rendersene conto.
Tiarnan sembrò tendere le orecchie.
- Mi sembra stia spiovendo. Quasi quasi faccio un salto al mercato a vedere se hanno bisogno di me – scostò il telone, aprendo un ombrello un po' sbrindellato – Ciao, Al! -.
- Ciao – la salutò lui, alzando una mano.
Uscì anche lui da quel riparo confortevole, iniziando a dirigersi tranquillamente verso la farmacia. Alla fine della pausa mancava ancora un po', e si ritrovò col naso all'insù ad osservare il cielo coperto.
A sperare che la pioggia non dovesse più smettere.


Il giorno successivo non pioveva: diluviava.
Mentre Al agguantava l'ombrello, il padrone della farmacia lo chiamò:
- Alphonse, ma dove vai con questo tempo? Se vuoi puoi restare qui durante la pausa, non c'è alcun problema -.
- La ringrazio, ma devo proprio andare. Ci vediamo più tardi – e infilò la porta, infischiandosene del fatto che in effetti avrebbe anche potuto beccarsi una polmonite. Fosse stato ancora un'armatura vuota, non avrebbe corso alcun rischio. Si mise quasi a ridere: la stava forse rimpiangendo?
"Oh, no" pensò "Questo mai." Meglio ammalarsi e morire, piuttosto.
Era ormai arrivato e stava giusto avvicinandosi al telone, che un suono nella pioggia lo fece fermare un momento. Lo scroscio era talmente potente che non era davvero sicuro di sentirlo: forse se lo stava solo immaginando. Un suono che somigliava a un canto, una melodia fatta d'acqua.
Fu solo quando sfiorò finalmente il telone, che si rese conto che la voce proveniva da lì dentro. Quella canzone aveva anche delle parole, che tuttavia non capiva. Forse si trattava di una lingua straniera.
Aveva quasi timore a scostare il telone ed entrare. Non era affatto sicuro di trovarsi ancora a Berlino, in quello che lì era il febbraio 1924. Che anno era ad Amestris? E che tempo faceva, in quel momento, a Resembool? Pioveva anche lì?
Respirò a fondo, poi si decise ed entrò. E trattenne il respiro quando vide che a cantare era lei. Anche se, in qualche modo, lo sapeva già.
- Ciao – lo salutò Tiarnan, sorridendo come se lo stesse aspettando – Sei venuto anche oggi -.
- Che cos'era? - chiese Al, ignorando le sue parole, ancora perso dentro a quella melodia.
- La canzone? O la lingua? -.
- Tutte e due -.
- Una vecchia canzone in irlandese. A me non riesce molto bene, ma se vuoi te la faccio sentire ancora -.
Al annuì, e lei prese fiato e cominciò.
- Is è mo laoch, mo ghile mear... -. (²)
Di nuovo, ecco che quelle strane parole si intrecciavano alla pioggia e al vento. Non aveva mai sentito una lingua simile.
- Is è mo Shaesar, ghile mear... -.
Non sapeva cosa significassero quei versi, eppure in un lampo rivide lui, Ed e Winry che si precipitavano in casa allo scoppio di un temporale. Rivide tutti e tre infilarsi in camera di Winry, a giocare, mentre zia Pinako preparava una cioccolata calda per tutti. Rivide sé e Ed correre poi sotto la pioggia, mentre la loro madre li guardava dalla finestra e li aspettava.
- Ni fhuras fein aon tsuan as sean... -.
Sentì i brividi corrergli lungo la schiena- non solo per l'acqua che aveva preso- e per un momento pensò che sarebbe scoppiato a piangere lì di fronte a lei. Che avrebbe sentito di nuovo quella strana acqua calda e salata scorrergli lungo le guance.
- O chuaigh i gcein mo ghile mear... -.
Tiarnan si fermò.
- Questi sono i primi versi – disse – Terribili, non è vero? Mio padre piange ogni volta che glieli canto -.
- Di... di cosa parlano? - riuscì a chiedere Al, ingoiando a fatica il magone.
- "Lui è il mio eroe, il mio amore. Lui è il mio cesare, il mio amore. Non ho trovato felicità o riposo, da quando il mio amore è partito" – tradusse lei, per poi fare una leggera smorfia – Una delle tante canzoni su donne rimaste sole ad aspettare il loro uomo. Le donne rimangono sempre a casa, e quelli non tornano più -.
Al sorrise, di un sorriso amaro. Quanto era vero.
- Forse è solo un modo per parlare della nostalgia – ipotizzò, visto tutto ciò che gli aveva suscitato quella canzone.
- Già, forse è così – gli diede ragione Tiarnan – Altrimenti perché mio padre dovrebbe piangere, con mia madre nella stanza accanto? -.
- Magari piange per la terra che ha lasciato. Per tuo fratello -.
Tiarnan smise di scherzare, e lo guardò seria. Per un istante, Al temette che si sarebbe messa a piangere anche lei. Ma non accadde. In effetti, pensò, non aveva mai visto piangere nemmeno sua madre.
La ragazza rivolse la propria attenzione al quadro appeso al muro.
- A volte penso che questo quadro non sia poi molto realistico – ammise – Se i miei l'hanno abbandonata, l'Irlanda, è perché là facevano la fame. Ma i ricordi sono sempre migliori della realtà, non trovi? -.
Sospirò.
- Sai, a volte sono quasi contenta di sapere che forse non la vedrò mai. L'ho immaginata per così tanto tempo che forse, se la vedessi, ne rimarrei delusa -.
Al si avvicinò.
- Io non credo. Se chi se n'è andato la sogna ancora, se canta ancora le sue canzoni, un motivo ci deve essere – sorrise, cercando di scherzare – Dicono che i grandi amori non si dimenticano -.
Tiarnan lo guardò, speranzosa. E in quel momento non gli sembrò più sua madre. Non riusciva a capire come avesse fatto a pensarlo. Con Trisha Elric lui e Ed erano sempre stati costretti ad alzare la testa per guardarla, come si faceva con il cielo e con il sole. Con quella ragazza, invece, doveva abbassare lo sguardo di qualche centimetro.
- Se un giorno racimolassi abbastanza soldi per il viaggio... verresti con me? - chiese lei.
- Cosa? - lo disse piano, per non disturbare il suono della pioggia.
- Non hai detto che neanche tu ci sei mai stato? E io conosco la lingua -.
Improvvisamente quella proposta non gli sembrò per niente strana. Perché no?, si chiese infine. Lui e Ed avevano ancora un compito da portare a termine, ma dopo... non avevano mai pensato a un dopo.
- Io... devo ancora fare una cosa qui a Berlino. Con mio fratello – disse.
- E dopo? -.
Al scosse la testa, sorridendo leggermente.
- Non c'è un “dopo”. Almeno per adesso -.
Tiarnan tacque, in attesa.
- Ci penserò – disse infine Al, e lei rispose annuendo.
Fu il rintocco di una campana che scandiva l'ora a riportarli alla realtà.
- Oh... accidenti! Devo andare! - Al scrollò l'ombrello e si apprestò a rituffarsi nel diluvio – Ciao! -.
Andò così di fretta che non vide il sorriso che illuminava il volto della ragazza. Un sorriso che non era affatto quello di una madre.
Tuttavia, correndo per le strade ormai simili a torrenti, Al pensò che forse era ora di dirlo anche a Ed. Chissà come l'avrebbe presa.


- TU COSA? -.
Non bene.
- Fratellone, non gridare così. Ci sentiranno anche Win e la signora Eliza, chissà cosa penseranno... - cercò di calmarlo Al.
- Non m'importa! - malgrado queste parole, Ed moderò il tono – Tu... come... la mamma? -.
Al annuì ancora una volta, seduto sul letto della loro stanza.
- Sì – disse semplicemente – Ma è più giovane -.
- Quanto più giovane? -.
- Avrà circa quindici anni... - rispose Al, dopo averci pensato su un momento.
- Va bene, va bene. Non è questa la cosa più importante – Ed prese fiato, guardando storto suo fratello – Perché diavolo non me l'hai detto? -.
Ecco, questo non lo sapeva nemmeno lui.
- Non lo so – ammise. Non riusciva a trovare una spiegazione nemmeno adesso.
- Quante volte l'hai vista? -.
- Un po'... - Al sorrise – Ma solo quando piove -.
Ed assottigliò gli occhi.
- Il corpo di Sloth era composto interamente d'acqua – osservò, pensoso.
- E questo cosa c'entra? La vedo quando piove semplicemente perché ha meno lavoro al mercato, è solo un caso -.
Ed scosse la testa.
- A me sembra che qui in mezzo niente sia un caso -.
Al fece per rispondere, ma poi sorrise, ricordando in casa di chi stavano.
- Già – ammise.
Ed guardò fuori dalla finestra.
- Dici che domani pioverà? - domandò, ansioso.
Al fece del suo meglio per rimanere serio. All'improvviso suo fratello sembrava dimostrare dieci anni di meno; era sicuro di non essersi sbagliato di molto quando aveva pensato che, se fosse stato Ed a incontrarla per primo, sarebbe scoppiato a piangere in mezzo alla strada. Malgrado fosse trascorso tutto quel tempo. Malgrado avessero passato cose ben peggiori.
E lui che, invece, andava man mano dimenticandosi i lineamenti di sua madre; nonostante avesse incontrato Tiarnan.
- Va bene, domani ci andiamo – decise Ed – Ci sarà anche se è domenica, non è vero? -.
Al sorrise, mostrandosi tranquillo.
- Sono sicuro di sì -.  
 





(¹) “Il mio amore”, in irlandese
(²) “Mo ghile mear”: canzone irlandese che apre “In un giorno di pioggia”



Rain e Ren: la storia continua, certo! È uno spin-off di qualche capitolo, non troppo lungo né troppo corto. ^^
Si saprà anche di tutti gli altri, non temere, ma a tempo debito. Intanto mi concentro su Al, che personalmente adoro, perciò questa fic è tutta per lui.
Leggendo la tua recensione mi son detta: che bella introduzione, potrei fare un copia-incolla e utilizzarla da qualche parte... mi sa che un pensierino ce lo faccio. ^^ Ad un certo punto mi sono anche chiesta: ma starà davvero parlando di qualcosa che ho scritto io? Perché è davvero... ispirante, sono rimasta incollata allo schermo a leggere più volte il tuo commento, credimi. E ti ringrazio tantissimo!
Birby: ah, l'immagine di Al che corre sanguinando e Ed che lo insegue è fantastica, lasciamelo dire! E anche realistica, secondo me è successa davvero. ù_ù
Comunque le sensazioni di Al quando ha riavuto il suo corpo devono essere state così intense che faccio fatica ad immaginarmele; ho provato a darne un assaggio nello scorso capitolo, ma se solo ci penso mi commuovo... Al! ^^
Felice che l'idea di Al che incontra sua madre ti sia piaciuta. Dovevo ancora finire “Die Uhr- L'orologio”, quando questa idea mi ha colpita come un fulmine a ciel sereno: “E se per caso incontrassero Trisha Elric...?”. All'inizio non pensavo di scrivere qualcos’altro oltre all'altra storia, ma dopo un'idea del genere non potevo più farne a meno. Ho provato ad immaginarmi le reazioni dei due fratelli, specialmente se ad incontrarla per primo fosse stato Al, ed ecco spuntare questa storia... che spero continui a piacerti!
Shatzy: no, la strada l'ho inventata di sana pianta, dall'immagine prompt del contest- ho messo il link nello scorso capitolo. Il fatto che Trisha/Tiarnan sia irlandese, poi, l'ho voluto inserire come collegamento alla canzone su cui mi sono basata (“In un giorno di pioggia”)... anche se chi mi conosce sa che con l'Irlanda sono piuttosto fissata. ^^
E sì, questa comparsa inaspettata non sarà affatto un problema... ci mancherebbe! Diciamo che ha solo scombussolato un po' le vite di Ed e Al... anche se non è che ne avessero proprio bisogno. XD
MusaTalia: mi spiace per il tuo esame... magari è andato meglio di quello che pensi, chissà. Comunque in bocca al lupo per gli altri. ^^
Se l'altra storia finisce a marzo, questa è ambientata nel mese di febbraio. Inoltre non credo di spoilerare niente se ti dico che in questa fic Rod e Liza non ci saranno- ma dopo questa avranno una storia tutta per loro, quindi saranno ben ripagati- mentre Win farà una comparsa fugace ma significativa. Spero che questa storia possa piacerti quanto l'altra. ^^
   
 
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