Harry
aggrottò la fronte, guardando Douglas mandare giù quella che gli sembrava
essere la settima tazza di caffè.
“Ehm…hai
dormito poco, stanotte?”
Douglas
scosse il capo. “No, ho dormito come un sasso. E’solo che abbiamo due ore di Erbologia, e vorrei evitare di addormentarmi. La trovo una
materia piuttosto noiosa, ad essere sincero.”
Ron
sbuffò. “Non sei l’unico, neanche io la amo alla follia.
Senza contare che ogni volta mi ritrovo pieno di terra fino ai capelli.”
“A
proposito di nottate insonni” disse Douglas, addentando del pane e marmellata
“ieri sera siete rimasti parecchio tempo da Silente,
mi sono addormentato prima che tornaste. Che cosa vi ha detto?”
Harry,
Ron e Hermione si scambiarono una rapida occhiata che non sfuggì a Douglas.
“Oh,
nulla di particolare” disse Hermione in tono noncurante “avevi ragione, era già
al corrente del fatto che Malfoy ci terrà d’occhio e
ci raccomanda di fare attenzione.”
Sì,
certo…se per tutto quel tempo il vecchio aveva detto solo quello
lui era il nipote di Mago Merlino.
“Ehilà,
ragazzi” esclamò allegramente Fred, avvicinandosi al tavolo “chi avete in prima ora?”
“Due
ore di Erbologia, poi Storia della Magia,
Trasfigurazione e Pozioni” disse Harry “proprio quello che ci voleva, Piton il
primo giorno…e voi?”
“Abbiamo
Difesa contro le Arti Oscure in prima ora” disse George “a
quanto pare saremo i primi a vedere che tipo è questo professor Bowden.”
Ron
diede un’occhiata all’orario. “Accidenti, noi non
abbiamo Difesa fino a mercoledì!”
“Le
mie condoglianze” disse Fred, afferrando un biscotto “in ogni
caso vi faremo sapere…”
In
quel momento uno stormo di gufi si riversò nella Sala Grande, portando le
lettere agli studenti. Un magnifico sparviero planò sulla spalla destra di
Douglas con una lettera legata alla zampa. Il ragazzo sorrise e gli accarezzò
le piume, dandogli uno dei dolci che aveva conservato dalla sera prima. “Ah,
finalmente sei arrivato…ragazzi, questo è Eustace.”
“Che forza!” esclamò George, guardando lo splendido rapace
mentre ingoiava il dolce “scommetto che è molto più veloce dei gufi!”
“Sì,
in effetti è così” disse Douglas, slegando la lettera
dalla zampa dello sparviero. Era da parte dei suoi vecchi compagni di Haven. Il
ragazzo sorrise: era bello sapere che non l’avevano
dimenticato, dopotutto.
“Buongiorno,
ragazzi” disse in quel momento Ginny, sedendosi sulla sedia
accanto a Douglas “qualcuno di voi ha Difesa contro le Arti Oscure oggi?
Io cel’ho in terza ora…”
Hermione
non potè fare a meno di notare che Ginny sembrava essersi preparata con più
cura del solito, e questo fece suonare un campanello di allarme
nella sua mente.
“Noi
non cel’abbiamo prima di dopodomani” disse Ron, passandole la brocca del latte
“loro invece cel’hanno in prima ora.”
“Sono
proprio curiosa di sapere che tipo è il nuovo professore”disse Ginny, prendendo
un paio di fette biscottate “voglio dire, se fa parte dell’ordine dev’essere
qualcuno di grande fiducia. Sei
proprio sicuro di averlo visto al Quartier Generale, Douglas?”
“Eh?
Ah, sì, sicurissimo” rispose Douglas, alzando gli occhi dalla lettera “l’ho
visto mentre parlava con Malocchio Moody e i professor
Piton un paio di settimane dopo il mio arrivo.”
“Già,
Piton” borbottò distrattamente Harry, guardando verso il tavolo dei Serpeverde.
Douglas
seguì il suo sguardo, e notò che Malfoy non c’era. Richiuse la lettera e si
alzò in piedi, mentre Eustace usciva dalla finestra, diretto verso la Guferia.
“Scusate, mi sono appena accorto di aver dimenticato il libro di Erbologia in dormitorio. Vado un attimo a prenderlo.”
“Fai in fretta, fra dieci minuti cominciano le lezioni!”
“Farò
in un lampo!”
Lo
seguirono con lo sguardo finche non fu uscito dalla
sala grande, poi Fred si volse verso Harry.
“Allora” disse in tono serio “che cosa vi ha detto esattamente Silente ieri sera?”
Douglas
si fermò nel mezzo del corridoio apparentemente deserto.
“Smetti
di nasconderti, Malfoy” ordinò freddamente, senza nemmeno voltarsi “tanto lo so
che mi stai seguendo.”
Draco
Malfoy uscì dal suo nascondiglio dietro una colonna e si avvicinò a Douglas,
mordendosi nervosamente il labbro inferiore. Douglas si voltò verso il biondino
e lo fissò negli occhi, costringendolo a distogliere lo sguardo.
“Allora,
che cosa vuoi?”
Malfoy
parve esitare un istante, poi sollevò il capo,
guardandolo in faccia. Aveva fegato, Douglas doveva
riconoscerlo. O forse era stato solo il suo stupido orgoglio a
indurlo sollevare lo sguardo.
“So
chi sei” disse alla fine Malfoy.
Douglas
sogghignò, divertito dal tono altero del ragazzo dagli occhi di ghiaccio fermo di fronte a lui. “E mi hai seguito
solo per dirmi questo? Se speravi di stupirmi mi
dispiace deluderti, ma non sono un ingenuo. Mi ero accorto che mi stavi
fissando, ieri sera.”
Malfoy
annuì, inchinandosi leggermente. “Oh, no, non oserei mai darti dello sciocco.
Permettimi di essere il primo a porgere i miei saluti al Principe Oscuro.”
Douglas
sollevò un sopracciglio. Principe Oscuro? Ma che
titolo simpatico…
“La
tua intenzione era solo di porgermi i tuoi saluti oppure c’è qualcos’altro che
mi devi dire?” disse Douglas, glaciale “non ho tempo da perdere.”
Il
biondino tornò a guardarlo in faccia. “Porto un messaggio da parte del Signore Oscuro.”
Lo
disse in tono orgoglioso, come se portare un messaggio di Voldemort fosse un
immenso onore.
“Ed è una cosa tanto speciale fare da galoppino a mio padre?”
Lo
sguardo di Malfoy si rabbuiò per un istante. “Io non sono…”
“Tu
sei soltanto un borioso piccolo idiota che gioca a fare il cattivo” sibilò con
disprezzo Douglas “dimmi ciò che hai da dire e
sparisci, Malfoy. Come ti ho già detto, non ho tempo
da perdere.
“Il
Signore Oscuro dice di essere lieto di saperti in
buona salute” disse Malfoy “e si augura che i tuoi poteri siano all’altezza
delle sue aspettative.”
Douglas
rise, una risata che aveva ben poco di umano.“Digli
pure che i miei poteri possono superare di gran lunga
ogni sua aspettativa” disse con orgoglio “ma se ha intenzione di usarmi come
arma ha sbagliato persona. Almeno per ora non ho intenzione di prendere parte a
qualunque suo progetto: l’unica cosa che intendo fare al momento è proseguire i
miei studi, e non voglio che lui si intrometta nella
mia vita. Non ho intenzione di incontrarlo, per ora; ma se un giorno deciderò
di farlo esigo di parlargli da pari a pari. Non ha importanza se mi ha
Marchiato alla nascita: io non sono un Mangiamorte. Potrò essere il suo erede,
ma non sono e non sarò mai un suo servo. Se mai un
giorno dovessi decidere di unirmi a lui sarà solo per
mia ambizione personale, e non per servirlo. Digli questo.”
Malfoy
annuì, leggermente pallido. “Sarà fatto, mio Principe.”
Bè,
in fin dei conti ‘Principe Oscuro’ non era poi tanto male, come titolo.
“Molto bene” disse gelidamente Douglas, sorpassando
Malfoy e incamminandosi verso la Sala Grande “e fammi sapere la sua risposta.”
Nel frattempo, nella Sala Grande, Harry aveva appena
finito di raccontare a Fred, George e Ginny quanto Silente gli aveva detto la
sera prima.
“Insomma, Silente è sicuro che noi possiamo aiutarlo a
distruggere questo suo…‘lato oscuro’, giusto?” disse Ginny.
Hermione annuì. “Esattamente. Sinceramente trovo che Douglas sia a posto, ma è sempre meglio ascoltare
i consigli di Silente. Quindi, ragazzi, dovremo comportarci con lui come se
fosse uno dei nostri.”
“Perché, non lo stiamo già
facendo?” chiese Ron, aggrottando la fronte.
“Sì, direi proprio di sì” disse Harry “quindi non
dovremmo far altro che continuare così.”
In quel momento Douglas rientrò nella Sala Grande, col
libro di Erbologia sotto il braccio.
“Ehi, Doug” lo chiamò Fred “come mai ci hai messo tanto?”
“Scusate, ma il libro era finito in fondo al baule” si
scusò Douglas, infilando il libro nella borsa e voltandosi verso Harry, Ron e
Hermione “allora, pronti ad andare a rotolarci nel terriccio della serra?”
“Prontissimi” bofonchiò Ron, con una smorfia di comica
disperazione. Aveva un’aria così avvilita che tutti, si misero a ridere. Persino
Douglas.
Nello stesso momento un ragazzo biondo stava guardando
pensierosamente un gufo che si allontanava da Hogwarts, portando una lettera
indirizzata a Lucius Malfoy.
“Mi domando” borbottò Ron, mentre si dirigevano verso
l’aula di Storia della Magia “a quale persona sana di mente possano interessare
germogli e pianticelle.”
“Io trovo che possano essere
affascinanti” ribatté Hermione, che aveva passato i tre quarti della lezione
con la mano alzata facendo guadagnare venti punti a Grifondoro.
“Affascinanti, come no…specialmente quando cercano di
divorarti” fece Douglas in tono cupo. Si era preso un brutto morso alla mano
sinistra da parte da una non meglio identificata specie di pianta carnivora che
non aveva gradito la sua iniziativa di spostare il vaso, e nonostante le
immediate cure di Madama Chips la sua mano si era
gonfiata in maniera preoccupante.
“Non mi sembra messa molto bene” commentò Ron,
guardandolo con aria preoccupata “secondo me saresti dovuto
restare in infermeria.”
Douglas scosse il capo. “Non ti preoccupare, l’effetto
dovrebbe sparire entro mezz’ora. E poi non avevo la
minima intenzione di restare lì dentro con quella pazza dell’infermiera…”
“Madama Chips, vuoi dire?”
“Sì, proprio lei. A parte il fatto che continuava ad
ingozzarmi di cioccolata, ci ho messo venti minuti a convincerla di non essere
anemico.”
Harry non potè reprimere un sorriso. “Certo che
dev’essere una bella seccatura.”
Douglas si strinse nelle spalle. “Oh, ne ho avute di
peggiori…l’infermiera della mia vecchia scuola era certa che fossi albino e che
mi fossi tinto i capelli per non farlo vedere.”
Hermione notò che il gonfiore si stava rapidamente
estendendo al polso. “Se fossi in te mi toglierei
l’orologio, Douglas. Il polso si sta gonfiando, e l’orologio potrebbe
ostacolare la circolazione.”
Il ragazzo scosse il capo. “No.”
“Ma….”
“Non credo sia il caso”disse lui seccamente “grazie
per l’interessamento.”
“Non fare il bambino” sbottò Hermione, spazientita.
Afferrò il polso di Douglas e, prima che
lui potesse impedirglielo, gli sfilò l’orologio.
“No!” esclamò lui tentando di bloccarla, ma era troppo
tardi. Un pesante silenzio scese nel gruppo. Harry, Ron ed Hermione fissarono
il polso di Douglas con gli occhi sgranati.
“Quello…quello non è…?”
Con un verso simile ad un ringhio, Douglas le strappò
l’orologio dalle mani e se lo rimise al polso, nascondendo nuovamente il
Marchio Nero che spiccava sulla sua pelle pallida. “Non-provarci-mai-più”
scandì, fissandola con occhi di fuoco “mi sono spiegato? Mai più!”
Harry deglutì. “Come…quando…”
“E’stato mio padre a
Marchiarmi” sibilò Douglas, il volto contratto in una smorfia di collera feroce
“subito dopo la mia nascita. Soddisfatti, ora?”
“Io…”Hermione non sapeva cosa dire “mi dispiace, Douglas, non sapevo…”
“Bene, ora lo sapete” tagliò corto lui in tono
notevolmente più calmo, riabbassando la manica “incidente chiuso. Adesso
muoviamoci, o arriveremo in ritardo per la lezione.”
“E’ questo che ha detto?”domandò freddamente Lord Voldemort,
fissando le fiamme che ardevano nell’ antico camino di
pietra.
Lucius Malfoy annuì, chinando il capo rispettosamente.
“Precisamente, mio Signore. Ho appena ricevuto una lettera da parte di mio
figlio, che mi ha scritto le precise parole pronunciate dal ragazzo questa
mattina.”
Voldemort rise, una risata di trionfo che stupì
Lucius: si era aspettato di vederlo su tutte le furie per le parole irriverenti
del giovane Salazar.
“Mio Signore, forse non mi sono
spiegato a dovere…il ragazzo ha detto…”
“Ho capito benissimo cosa ha detto, sciocco!” sibilò
Voldemort “ed era proprio ciò che speravo di sentirgli dire!”
“Ma il ragazzo si è rifiutato di sottomettersi al vostro
volere…”
“Infatti. Se Salazar si fosse
sottomesso al mio volere senza obbiettare…allora sì che sarei deluso.”
“Temo di non capire …”
“Non capisci, Lucius? La cosa mi sorprende, non ti
credevo così ottuso.”
“Spiegatemi voi, mio Signore.”
Voldemort si volse a guardarlo. “Non mi serve un altro servo, Lucius…ne ho più che a sufficienza. Mi
serve qualcuno che possa davvero essere un mio
pari…come lui” un sorriso folle comparve sul suo volto demoniaco, e i suoi
occhi scarlatti si accesero come braci “è ambizioso e indipendente…ed i suoi
poteri sono tali da superare ogni immaginazione, questo l’avevo già capito
prima ancora di vederlo nascere…ha in lui tutta la forza e l’orgoglio di
Serpeverde. Sì, sarà un erede perfetto…dovremo solo essere pazienti…attendere
che sia lui stesso ad aprire il suo cuore
all’oscurità…e non dubito che questo accadrà presto. Molto, molto presto. E nel
caso dovesse tardare basterà dargli un piccolo…incoraggiamento.”
Scusate se
questo capitolo è un po’ sconclusionato, ma ho avuto pochissimo tempo per
scrivere (tutto merito di mio padre…ma vi pare normale uno che a 50 anni passa
pomeriggi interi a giocare coi videogiochi impedendo
al resto della famiglia di utilizzare il PC?!)
Oltretutto ho
sempre qualche difficoltà a rappresentare il personaggio di Douglas/Salazar: è
un personaggio con una personalità molto particolare, piena di luci e ombre,
quindi scusate se non lo rendo molto bene…
Fra l’altro
vorrei ringraziare tutti coloro che hanno commentato questa storia…grazie infinite,
siete fantastici!!
E poi cos’altro? Ah, giusto…auguro a tutti un
buon Natale e un felice anno nuovo! (sì, insomma…W l’originalità!)