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Autore: suni    24/12/2005    6 recensioni
Malandrini. Sogni. Speranze. Desideri. Risate. Lacrime. Attimi di vita sbiaditi dal tempo. Argomento non nuovo ma trattato spero con originalità. Fatemi sapere.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PILLS OF OUR LIVES

 

A Sara

e

a Nike,

le mie James e Remus

 

 

 

PREMESSA

 

Forse non è originale. Forse non è divertente e neanche ben scritta. Ma è da quando è uscito “Il Prigioniero di Azkaban” che ho in mente di scrivere questa… cosa. E finalmente mi sono decisa. Non so ancora come andrà avanti, se ci sarà dello slash, se ci saranno delle parti riferite al “presente” o meno. Non è neanche una storia in senso proprio. Ogni capitolo è una “finestra”, un episodio slegato cronologicamente dagli altri; sono semplicemente parti della storia dei Malandrini, in momenti diversi della loro giovinezza, fino al triste epilogo che tutti ben conosciamo e che dà il via alla storia della Rowling, la morte di James e Lily. E forse anche oltre.

Può darsi che sarà leggermente incentrata su Sirius, perché è il personaggio che preferisco, ma vorrei cercare di dare più o meno a tutti lo stesso peso.

Non ho ancora avuto il piacere di leggere “Harry Potter e il Principe Mezzosangue”, quindi suppongo ci siano delle incongruenze. Chiedo scusa.

Buona lettura

Suni

 

CAPITOLO 1: Faretti e Fuocognac

 

 

Spett.le Signor Lupin

Con la presente le porgo i miei più distinti omaggi e le rammento che sabato pomeriggio non PUO’ assolutamente mancare al ricevimento ufficiale allestito in onore del diciassettesimo compleanno del sottoscritto illustrissimo, nel salotto di casa mia preventivamente sgomberato dei miei favolosi genitori opportunamente allontanati per ben quattro giorni.

Sirius sta conciando questo posto come un palazzo reale. Può anche darsi tutte quelle arie da ribelle, è e resta uno snobissimo e aristocraticissimo Black. D’altro canto, si è anche occupato di procurarsi tutti questi alcolici che ho davanti, e ti garantisco amico mio che sono davvero TANTI. Tutto merito di Dung, comunque, è solo che avevano fatto una scommessa che ti racconterò e in palio c’era tutta questa roba per chi vinceva…

Sirius ha barato.

Più di Dung, intendo.

Ah… So che mi biasimerai per questo –e ti prego di non parlarne a Sirius, lui non lo sa o disapproverebbe sfottendomi alla Felpato- ma ho invitato la Evans. Lo so, lo so… So PERFETTAMENTE tutto ciò che stai pensando ed hai ragione. Ma non ho proprio potuto trattenermi. Le ho spedito un gufo non più di… otto minuti e trentasette secondi fa.

Passi tu a prendere Codaliscia sabato?

A presto

Jamie

 

 

Egregio Mr. Potter

Come ti è venuto in mente di invitare Lily?

ODIO essere così schifosamente realista e pratico –poco adatto ad un malandrino- ma quando ti risponderà picche –cioè tra non più di due ore –non privarmi dell’amaro e soddisfacente piacere di commentare con un liberatorio “TE L’AVEVO DETTO”.

Ad ogni modo, mi sembra quasi di essere lì. Sto focalizzando l’immagine del signor Black in completo elegante, con quelle sue maniere da dandy e un bicchiere di champagne, che sistema la luce con la precisa angolazione per illuminare nella maniera migliore uno stupendo vaso di begonie dal fucsia appena troppo acceso.

So che non sta assolutamente accadendo niente del genere nel tuo salotto, ma non trovi che l’immagine si adatti meravigliosamente a lui? Oh God, potrei sentirmi male dal ridere.

Naturalmente non mancherò sabato, e la buona notizia è che forse potrò fermarmi anche fino a lunedì. Dopodichè arriveranno le mie aadoraaabili cuginette dalla Francia e dovrò rientrare alla base.

Sono già d’accordo con Peter e in verità sarà lui a portare me, non viceversa.

Sarete sicuramente ubriachi in maniera disdicevole già oggi. Figuriamoci sabato.

Che gentaglia.

Lunastorta

 

 

Eccellentissimo pezzo di merda

Non trovo AFFATTO così divertente la tua simpatica proiezione mentale a proposito del dandy e le begonie. Cerca per cortesia di dare un contesto un po’ meno idiota alle tue fantasie su di me la prossima volta.

Ho infilato la testa di Ramoso nel cesso. Ho dovuto, per il suo bene, quando, dopo avergli rubato la tua lettera, ho scoperto della Evans –non certo perché ha trovato particolarmente spassosa la tua deplorevole scenetta immaginaria (dopo aver bevuto un po’ d’acqua dello scarico non aveva più tutta quella voglia di ridere…)- ma ti posso assicurare che non ne ho tratto NESSUNA soddisfazione.

Non siamo affatto ubriachi. Abbiamo solo aperto qualche burrobirra e un paio di bottiglie di Mirtograppa. E una di idromele. E… Va bene, lasciamo perdere. Non voglio sconvolgere la mente del nostro caro Prefetto Perfetto con i racconti dei nostri bagordi.

Sarai Caposcuola l’anno prossimo, vero?

Trovo che sia assolutamente disdicevole che una bestiaccia della tua razza venga insignita di un titolo di tale pregio. Inoltrerò vibrata protesta presso le autorità scolastiche affinché simili avvenimenti non si ripetano. Sono allibito, scandalizzato e disgustato. E cose così.

A che ora pensate di venire? Ci servirebbe una mano già in tarda mattinata…

Felpato

 

 

Stimato Sig. Felpato

Mi stupisco di lei. Infilare la testa di un amico nel sanitario è cosa che non si addice affatto a un giovane rampollo dell’aristocrazia londinese quale lei indubbiamente è. Insomma, cosa direbbe la tua MAMMA?? (A proposito della Gorgone… Ha ancora dato notizie?)

Dopodomani saremo lì per pranzo, credo. Il signor Minus non ci può accompagnare più presto di così e comunque Peter si sveglia sempre tardi in vacanza, lo sai.

Immagino che quella faccenda della mirtograppa e l’idromele sia andata avanti ancora per le lunghe ieri sera. Non oso immaginare in che stato eravate ridotti. Sicuramente tu stavi berciando tronfiaggini accartocciato sul divano nel tentativo di convincere i presenti –cioè James- di quanto sei figo, mentre Ramoso senza ascoltarti declamava le grazie della Evans ad un pubblico costituito dal contenuto della dispensa.

Agghiacciante.

Ha risposto all’invito?

Confesso che sono un po’ in pensiero per la reazione di James

Aggiornami.

Remus

Ah… E grazie mille per non avermi detto che te ne sei andato di casa. E’ bello sapere che ti fidi di me…

 

 

E’ stato umiliante.

La fanciulla ha mandato un gufo a ME, nemmeno a lui medesimo. Mi ha scritto che le Provocava la nausea doversi mettere in contatto con il sottoscritto, ma –testuali parole- sempre meglio che con quell’insulso ed egocentrico individuo con il quale mi accompagno. Aggiungeva altresì che MAI parteciperebbe alla sua festa, neanche nel caso in cui le venissero offerti i MAGO con il massimo dei voti come ricompensa.

Non ho neanche potuto abbaiare dal ridere, tanto era abbattuto.

Comunque io non bercio AFFATTO quando sono ubriaco. Come in ogni altro momento della mia esistenza, sono assolutamente sexy e affascinante.

Hai notato anche tu che Ramoso parla col cibo quando ha bevuto troppo?? E’ piuttosto bizzarro, non trovi?

Ad ogni modo, dovreste prendere del pane domani mattina mentre venite, così facciamo delle tartine o qualcosa del genere.

Preparati, perché ho intenzione di fare in modo che tu sia molto più ubriaco di me domani notte al momento di andare a dormire. Con o senza il tuo consenso.

Sarà uno spasso.

Sirius

 

… Sua Arguzia il signor Black ha dimenticato un dettaglio… Prendete anche qualcosa da mettere SOPRA le tartine, a meno che non vogliamo farle di solo pane. Ah… Ho invitato la Berckley, quella Corvonero del terzo che ti stuzzica i sensi.. Ha detto che viene e porta un’amica. Inutile dire che la cosa ha provocato un improvviso buonumore nel signor Felpato. Per me invece, queste cose di donne non hanno ormai più la minima importanza. Sono vinto, annichilito, distrutto. Il mio povero cuore è irrimediabilmente spezzato, quella ragazza mi avrà sulla coscienza. Crudele!

a domani

Ramoso

 

 

“Avanti, è apertooo!!!!” ulula James dalla cucina, cercando di infilare la torta nel frigo e contemporaneamente versarsi un bicchiere di burrobirra. L’operazione è piuttosto complicata e Sirius, abbarbicato su una scala nell’atto di sistemare un faretto, prova per qualche secondo la certezza che possano dire addio al loro dessert. Ma i riflessi del Cercatore di Grifondoro fanno onore alla sua fama e l’incidente viene fortunosamente evitato.

“Che culo” esclama Sirius con una scrollata di spalle.

“Buongiorno!” saluta Peter trafelato comparendo in cucina con un grosso sacchetto.

Codaliscia!!! Vecchio puzzetta! –James gli tira una manata sulla schiena tale da farlo sbiancare- Come sta andando l’estate?” chiede porgendogli il proprio bicchiere, mentre Sirius caracolla giù dalla scala rischiando un paio di vertebre.

B-bene.. –risponde Peter prima di bere una sorsata di burrobirra- Cioè… Tutto normale” e deglutisce rumorosamente, ancora affannato.

Codaliscia! –Sirius gli passa il braccio intorno al collo nell’atto di strozzarlo- Spero tu sia stato in qualche posto affascinante! Noi ancora non ci siamo mossi di qui…” conclude lamentoso, con una buffa smorfietta che gli distorce per un attimo il bel viso.

“Buongiorno, signori” si aggiunge una quarta voce alle loro spalle.

Lunastorta!” James si precipita verso il biondo amico abbracciandolo di slancio e facendolo sbilanciare, con il risultato di fargli cadere di mano l’enorme busta del pane, che si sparpaglia sulle piastrelle delle cucina.

Remus contempla il risultato e ridacchia ricambiando l’abbraccio. Il suo sguardo incontra quello di Sirius, che pare alquanto titubante. Il giovane prefetto corruga le sopracciglia con leggero astio, prima di tornare a rivolgersi a James.

“Buon compleanno, Ramoso” dice quietamente con un ampio sorriso.

James si illumina in viso, trionfante, e come al solito si arruffa la bizzarra capigliatura, che sembra essere ancora più  ingestibile del normale.

“Grazie. Visto che capolavoro?” spalanca le braccia volgendo lo sguardo alla cucina.

Remus si guarda intorno con occhio critico. Le pareti sono letteralmente coperte da uno strato degli addobbi più disparati, e in quel momento un festone incantato gli scende davanti al viso prendendo a solleticargli il collo. James lo scaccia con una mano, mentre l’amico ride.

“Forte, eh? Li ho presi da Zonko!” spiega James orgoglioso.

Remus continua a osservare la stanza. Decisamente quel caos di forme e colori si addice a James. L’unico neo di quello stroboscopico spettacolo è Sirius, che rimane ostinatamente impalato in mezzo alla cucina, senza smettere di guardarlo speranzoso.

“Ciao, Felpato” saluta lui alla fine, laconico, stringendogli fiaccamente la mano.

Hey” risponde brevemente il giovin Black, avvilito, con la classica espressione da cane bastonato, che ha ormai raggiunto la perfezione da quando il ragazzo un po’ cane lo è veramente.

James tasta immediatamente il disagio e prende a ciarlare a macchinetta.

“Dio, sarà un’estate eccellente! –attacca- Ho già un sacco di idee… Sì, lo so che siamo già a metà estate in verità, ma c’è ancora tempo. Sirius e io andiamo in campeggio… Oh, ragazzi, perché non venite con noi? –ignora il tentativo di Remus di rispondere e inizia a riempire altri bicchieri- Passeremo un’affascinante settimana a sbevazzare e fare i deficienti, birra, sesso e rock & roll, oh yeah, adoro questi anni settanta…” si scompiglia i capelli un’altra volta.

Sirius inizia a raccogliere il pane da terra, sorridendo vago.

“Io vado in Francia con i miei…” borbotta Peter osservandolo. E’ più alto del mese prima e ulteriormente più bello, sicuramente spopolerà al ritorno a scuola. Cosa che decisamente non si potrà dire di lui…. Sospira sconfortato. Ed ecco che i suoi due amici se ne vanno in vacanza per i fatti loro, mentre lui è costretto a seguire i familiari.

“Io non ho soldi” dice Remus semplicemente, mantenendo lo sguardo fisso in quello di James.

“Ma il campeggio costa poco…” protesta debolmente lui.

Remus spalanca le braccia, quindi comincia a svuotare il sacchetto della spesa riponendo le provviste in frigo. Per lui il discorso è chiaramente chiuso. James si rassegna: è una storia ormai assodata quella dei problemi economici di Remus, e non è il caso di stare a sottolinearla; sa perfettamente quanto sia dura da mandare giù per l’orgoglio del compagno.

“Allora, questa scopa nuova?” chiede Peter.

James si riscuote d’un colpo, e fa un balzo estasiato.

Strepitosa amico mio… Vieni, te la faccio vedere !!” starnazza trainandolo fuori.

Remus, a testa bassa, prende a giocherellare con il sacchetto vuoto mentre Sirius finisce di raccogliere il pane.

Sirius lo guarda.

“Sei arrabbiato con me?” chiede piano, posando il pane sul tavolo.

Remus sbuffa, poi posa il sacchetto e scrolla le spalle.

“No –risponde con la solita calma- Solo, pensavo che data l’amicizia, mi avresti parlato subito del fatto che te ne sei andato di casa. E’ stato imbarazzante saperlo da Paciok. Ma fa lo stesso” conclude tetro. Non lo vuole ammettere, ma sta decisamente riducendo la cosa come al solito: in realtà ci è rimasto malissimo. Inutile stare a dirlo a Sirius: bisogna prenderlo così com’è, non serve recriminare.

Sirius si avvicina e gli mette una mano sulla spalla.

“Lo so. Scusami. Ma pensavo che avresti commentato as usual che sono un incosciente ed impulsivo giovane viziato… Insomma, che non fosse saggio quello che ho fatto…” spiega guardandolo in viso.

Remus si specchia in quegli occhi limpidi e franchi, prima di abbozzare un sorriso.

“Tu sei un giovane viziato eccetera, e quanto al fatto che non è saggio quello che fai, te lo dico quando saccheggi le cucine di Hogwarts o cose del genere… Pensavi davvero che mi sarei limitato ad un commento simile di fronte ad un fatto così importante?” chiede un po’ incredulo.

Sirius sbuffa, passandosi nervosamente una mano tra i capelli ormai lunghi.

“Non so che cosa pensavo –dice appollaiandosi su un alto sgabello- Sinceramente Rem, sono state delle giornate un po’ caotiche, e mi sembra tutto così strano… Ti chiedo scusa. Sai che mi fido di te e che ti voglio bene e che sei importante per me… Non volevo tagliarti fuori o mancarti di rispetto, e…”

Sirius non gli aveva quasi mai parlato in maniera simile, così diretta e poco scherzosa, e dall’apparente scioltezza è evidente che deve essersi preparato il discorso da un pezzo. Remus non può fare a meno di sorridere più apertamente, quasi intenerito.

“Stai diventando melenso in maniera che non è da te, Felpato…” scherza prendendo un bicchiere.

Sirius si produce in una smorfia schifata.

“Una vera femmina, vero? –commenta sul medesimo tono.

Si guardano e scoppiano in una risata che allenta istantaneamente la tensione. Remus allunga un braccio e tira uno scapelloto all’altro ragazzo, che reagisce con un leggero spintone.

Quindi si siede e torna serio.

“Che ha fatto la Gorgone questa volta?” chiede guardandolo in viso.

Sirius distoglie lo sguardo e si sistema nervosamente una ciocca corvina dietro l’orecchio. Ha ancora in mente il colpo secco del portone di casa Black che si chiude, definitivamente, alle sue spalle, le urla di sua madre e la bacchetta di suo padre puntata contro di lui.

“Non mi va di parlarne…” risponde piano.

Remus corruga le sopracciglia.

Non è propriamente tipico di Sirius avere un aspetto così nervoso quando il discorso cade sui suoi genitori: di solito inalbera modi strafottenti non appena qualcuno nomina anche accidentalmente gli abitanti del 12 di Grimmauld Place. Qualunque cosa sia capitata, questa volta Sirius deve essersela vista davvero brutta.

“Certo –risponde dolcemente- come vuoi”

Dal piano superiore si sente provenire un forte scalpiccìo seguito da un tonfo sordo e dalla squillante risata di James. Sirius e Remus sollevano contemporaneamente lo sguardo verso il soffitto per capire cosa sta succedendo; alla risata di Jim si aggiunge quella acuta di Peter. I due ragazzi si scambiano un rapido sguardo, colti evidentemente dalla medesima idea: e contemporaneamente si muovono per raggiungere gli amici.

 

Casa Potter è ormai assolutamente irriconoscibile a quell’ora di notte. James come al solito si è lasciato prendere la mano, e quella che doveva essere una festicciola tra amici è diventata una specie di party all’ultimo grido a cui nessuno sembra poter mancare. Peter inciampa nel vuoto di un non meglio identificato alcolico guardandosi intorno nel salotto trasformato in pista da ballo: ci sono persone lì dentro che a malapena ricorda di aver incrociato in qualche corridoio di Hogwarts, che avranno parlato con James sì e no tre volte in tutto e ora stanno lì a fare i brillanti per festeggiarlo. E quel vanesio sembra tutto felice di tanta attenzione. Peter sbuffa: a volte sembra che a Jim non importi niente di chi gli sta intorno, che sia un Malandrino o un perfetto sconosciuto, l’importante è che gli dia attenzione. A parte Sirius, ovviamente: con lui è un’altra cosa.

E lo stesso vale per il suddetto Sirius, certo: prima James, e poi il resto del mondo.

Lo sguardo gli cade in un angolo in fondo alla stanza: Mundungus ha improvvisato un tavolino con una cassa di birra rovesciata, e si è dato al gioco delle tre carte. Peter scrolla la testa, preferendo non chiedersi a quante persone abbia già vinto dei soldi dall’inizio della serata.

 “Ciao, Peter!”

Si volta indietro, per vedere chi lo ha salutato. E’ Alice, la ragazza di Frank Paciock.

“Ciao! –sorride un po’ impacciato - Bella festa, no?” chiede passandole la burrobirra. Intravede James e Remus uscire in giardino, sghignazzando, ma sono troppo lontani per sperare di attirare la loro attenzione e chiedere di aspettarlo.

“… Così papà ha detto che potevo comprare solo succo di frutta e cose del genere. Te l’immagini?” ridacchia James avvicinandosi alla panca sotto il salice.

“Oh, sicuro! Un bel sorso di succo alla mela e tutti a nanna alle nove e mezza…” risponde Remus pacato, appena un po’ sarcastico. Si siede sulla panchina e butta giù un sorso di Fuocognac.

James si lascia cadere al suo fianco e gli appoggia la testa su una spalla.

“Guarda che non sono una ragazza, Ramoso…” scherza l’amico levando lo sguardo al cielo.

“Accidenti Rem, sono così ubriaco che potrei davvero confondermi, biondo e carino come sei… -bofonchia divertito James- Ma non sono un polipo come il nostro Felpato…”

Remus ha un gesto di sorpresa.

“Già, è vero… E’ sparito da un po’, no? Chissà con chi si è appartato…” osserva malizioso.

“Con Maggie Stout…” replica James con un sorriso perfido.

Remus lo guarda sorpreso.

“Sul serio? Credevo uscisse con Patìl…” commenta facendo spallucce.

“Infatti esce con Patil… Solo che lui non c’è stasera…” esclama deliziato James prima di scoppiare a ridere, subito seguito dall’amico.

Remus ridacchia a lungo osservando la luna, splendidamente sottile in quel periodo del mese.

“Non cambierà mai…” conclude contento. Poi si fa pensieroso, e scruta per qualche momento il ragazzo al suo fianco, indeciso se parlare o meno.

Jim, che… Che è successo stavolta? Con i Black intendo…” chiede titubante.

L’espressione del viso del ragazzo ha un cambiamento radicale, tanto da risultare evidente nonostante la fioca luce del giardino: diventa truce, arrabbiato e lo sguardo si rattrista.

“Quando è arrivato l’altra sera mi ha detto solo che non voleva parlare, e io non gli ho più chiesto nulla. Ma si vedeva che aveva pianto- risponde cupo; quindi esita, per poi riprendere a voce più bassa- Ma sai Rem… Non credo che stesse bene… Fisicamente, dico” conclude preoccupato.

Remus sgrana gli occhi, e sente un piccolo brivido, gelato, su su per la schiena.

V-vuoi dire…” balbetta.

Jim sospira, indeciso se proseguire; forse non dovrebbe rivelare queste cose, sono affari di Sirius. Ma in fondo ne sta parlando con Remus, non con il primo venuto.

“Si è chiuso nel bagno poco dopo essere arrivato. E ho sentito che si lamentava.” Sussurra, e gli sembra ancor più brutto ora che l’ha detto invece di limitarsi a pensarci.

“Magari –la voce di Remus è speranzosa- è perché era triste…”

“Non quel tipo di lamento” replica James con la voce che trema.

Remus butta giù un'altra gollata di Fuocognac, e nel momento stesso si rende conto che è il classico sorso di troppo tra l’allegrezza e l’ubriacatura. Ma ormai non ha più importanza. Ha le braccia che tremano e il cuore in gola, gli bruciano gli occhi e nel petto sbatte un’indignazione sorda, feroce, mentre si alza e senza neanche ascoltare più James rientra in casa. Qualcuno gli parla, ma lui non lo guarda nemmeno, si inerpica su per la scala, che sembra improvvisamente molto più ripida che nel pomeriggio. Rimbalza contro il muro, ma non ci fa caso, cerca Sirius con lo sguardo. Spalanca porte accendendo le luci, ricevendo insulti e improperi da ignare coppiette in cerca di un po’ di intimità.

Ha la mano sulla maniglia della porta di camera di James quando questa si apre dall’interno. E’ proprio Maggie Stout quella che ha davanti.

“Ciao, Lup-

“Dov’è?” chiede senza lasciarla finire.

Remus??” il viso sorpreso di Sirius fa capolino dalla stanza buia.

“Che cosa ti hanno fatto?” la domanda gli schizza fuori dalle labbra con voce stridula e tremante.

Sirius lo guarda perplesso, con un sopracciglio sollevato, senza capire di che parli.

“Chi, Rem?” chiede, mentre Maggie, che ha capito solamente che la conversazione non la riguarda, si allontana parte imbronciata, parte dubbiosa.

“I Black…” borbotta Remus, la cui sicurezza esplode da un istante all’altro come una bolla di sapone davanti all’espressione dell’amico.

Sirius ha abbassato gli occhi e si morde le labbra.

“Io…” sussurra, prima di voltare lo sguardo verso la scala, da cui proviene il suono di passi pesanti.

La testa arruffata di James fa capolino dal piano inferiore, e il ragazzo corre verso di loro.

“Siamo preoccupati per te!!” esclama ansioso rivolto a Sirius.

Questi sorride leggermente, gli occhi che brillano.

I Black e tutto il resto del mondo possono sparire per sempre, non ha la minima importanza: lui ha Jim e Remus. Lui è un Malandrino.

“Sediamoci…” propone sottovoce, facendo un cenno verso la stanza di James.

Le cose orribili che sono successe stanno già sparendo, hanno già perso ogni rilevanza. La vita a Grimmauld Place era una cella buia. Ora ne è fuori, ed è con i suoi amici. Comunque vada, sarà grandioso.

 

   
 
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