Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: ste13    23/01/2011    2 recensioni
Andrè segue Oscar nella guardia nazionale. è paziente da anni, troppi anni. la sua pazienza si è già trasformata in disperazione la notte in cui stava per abusare della sua amata oscar. ma le cose cambiano...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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>Premessa: Salve! scusate il ritardo ma in questi giorni la scuola mi sta tenendo davvero molto occupata. Cercherò di aggiornare il più presto possibile.



"Ti abbiamo accolto in casa per ripagare la devozione di Nanny." iniziò, mentre accarezzava i tomi che impreziosivano la biblioteca, dandogli le spalle.
"In questi anni non hai dato nè a me, nè a mio marito, alcun motivo di pentimento. A volte ti guardavo e vedevo in te le perfette fattezze aristocratiche che il sangue ti nega. Andrè, in vita mia ho visto tanti, troppi nobili denigrare il loro titolo e tanti plebei migliori di loro. Eppure i primi vivono in sfarzi immeritati, quegli sfarzi che spetterebbero ai secondi. Tu, Andrè, sei nobile dentro e sei stato molto fortunato a poter vivere come tale a dispetto dei ranghi."
Si voltò verso il giovane uomo, lo guardò negli occhi e gli regalò un lieve sorriso amaro.
In Andrè stava nascendo un lieve barlume di speranza. "E io di questo ve ne sono sempre stato grato, ho sempre cercato di servirvi nel miglior modo, Madame"
"Lo so" rispose con fermezza.
D'improvviso il di lei sguardo diventò serio, la posa austera, implicitamente stava ricreando il dislivello sociale tra i due.
"Tu ami Oscar..." il volto di Andrè impallidì.
"Ma lei non può amare te." un freddo vuoto nello stomaco.
"Anche se vivi come un nobile, vivi tra i nobili e frequenti i nobili, non lo sei. E ciò non può essere ignorato" quel lieve barlume si spense.
Un sogghigno amaro si dipinse sul volto di Andrè "Madame, quello che dite poteva essere vero in passato. Ma una nuova Francia sta nascendo, la Francia dei poveri, la Francia del popolo. La folla è sveglia ed ormai si sta già muovendo. Mi spiace dirvelo, Madame, ma da qui ad un mese la superiorità che con non molta grazia state ostentando vi porterà più in basso di quanto considerate me. Ed ora, vogliate scusarmi, ma anche un plebeo ha diritto al sonno."
"Come ti permetti di rivolgermi tali parole? Pensi forse che la nobiltà possa morire un giorno? La nobiltà non morirà mai Andrè! E se speri di poter amare Oscar sotto il consenso di Dio sei uno sciocco!" urlava, adesso, la dignitosa nobile.
"Non permetto a nessuno di mancarmi di rispetto!"
Col viso in fiamme, la dama oltrepassò la figura di Andrè spostandosi verso la porta, l'attraversò e la chiuse dietro di sè...
click
...a chiavi. Il cuore di Andrè pompava freneticamente, trasportando al cervello troppa adrenalina.
Corse contro la porta, prese a colpirla a suon di pugni.
"Cosa state facendo? Siete impazzita? Aprite la porta! Aprite!" Nessuna risposta. Dall'altra parte solo voci attutite, dal tono impaziente.
Poi lo scalpitio degli zoccoli sull'erba umida. Dalla finestra, l'abbozzo di un uomo a cavallo. Era diretto a Versailles.


Non aveva mai dormito così male in un letto. L'aria era troppo fredda, il cuscino era troppo sottile, il materasso troppo mal messo e la stanza troppo vuota. Andrè non aveva passato la notte lì. -Una nottataccia per nulla...-
Svogliatamente si trascinò nella propia stanza, si sciacquò e si preparò per andare a lavoro. Guarda caso incontrò Nanny nella cucina intenta a preparare la colazione.
"Buongiorno"
L'anziana sgranò gli occhi "Oscar, e tu cosa ci fai qui... nelle cucine? esci subito! non voglio veder... che qualcuno ti veda. Non sta bene per i nobili frequentare le aree della servitù!"
"Lo so, nonna. Ma non ti preoccupare, mio padre non c'è e mia madre è solita alzarsi più tardi. Piuttosto volevo chiederti di Andrè: è uscito presto stamani. Aveva qualcosa di urgente a sbrigare?"
"Sì, Madame gli affidato un servizio molto urgente da svolgere ma non ne so molto. So solo che probabilmente lo terrà impegnato per qualche giorno. Ma di più non so."
"Qualche giorno? E cosa ha potuto premere mia madre a tal punto?"
"Oscar te l'ho detto, non lo so." ribattè spazientita Nanny. La scoccata secca dello sguardo di Oscar le fece intuire di quanto avesse oltrepassato il limite. L'una padrona. L'altra serva.
"Scusa Oscar, sono solo un po'preoccupata. Stanotte ho sentito delle urla... mi sembrava fosse Andrè"
"Nonna non preoccuparti era solo..."
"... e tua madre."
Un brutto presentimento si impadronì della giovane.
"Cosa mi nascondi?"
"Nulla, davvero, piccola mia... solo che ho sentito queste urla... e poi ho sentito il rumore di un cavallo... sono scesa dal letto e ho guardato alla finestra chi potesse essere ed ho visto Arthur, il messaggero, diretto a Versailles. E' rientrato poche ore dopo con altri due uomini. Poi ho sentito dei rumori e dei lamenti e ho visto uscire di nuovo tre uomini dal palazzo, ma uno di questi non penso fosse Arthur perchè l'ho visto poco fa e non ho sentito nessuno rientrare dopo tutto questo."
"E gli hai chiesto cosa fosse accaduto ieri notte?" la voce non nascondeva la paura.
"Sì, ma non mi ha voluto dire nulla. Oscar, so he probabilmente ti mancherò di rispetto ma Andrè è mio nipote, l'ho cresciuto come un figlio, adesso devi dirmi tu cosa sai perchè ne ho il diritto!" la vecchina non riusciva a nascondere gli occhi lucidi.
"Mi spiace nonna, ma ne so quanto te. Andrò io stessa da Arthur... e poi sì che parlerà".
  
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