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Autore: _Arthur_    23/01/2011    1 recensioni
Nato il primo per creare quanto il secondo per distruggere, si disse poi di loro, e la storia che ne seguì fu per quelle terre un capitolo degno del più fantasioso cantastorie.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Thum… thum… il ritmo delle falcate dell’animale scandiva ogni momento in maniera incontrovertibile mentre la mente del cavaliere stava già galoppando per altre strade. Tra se stava preparando il suo piano: tutto era partito con quell’uomo nella piazza, era una cosa talmente curiosa, che esistesse qualcuno esattamente suo contrario, da dover andare assolutamente a vedere, e poi chi altro, se  non chi poteva creare qualunque cosa, era in grado di sconfiggere il diavolo distruttore? Ora mancava soltanto un particolare da aggiustare: quella medesima torre l’aveva costruita lui, insieme ad altri edifici e opere d’arte, e siccome  in quel paese era molto conosciuto certamente c’era chi lo stava aspettando e magari proprio il ragazzo dai capelli rossi era a conoscenza della sua esistenza. No, occorreva entrare senza essere visti, doveva trovarlo per primo, senza essere trovato a sua volta; predatore, non preda.

Pensava, intanto, il nostro diavolo. Dal giorno in cui un semplice umano gli aveva detto che prima o poi sarebbe stato sconfitto, perché esisteva qualcuno in grado di poter ricreare ciò che la sua crudeltà distruggeva, Rouge si rodeva cercando il modo di attirare questo uomo a se. Prima la sua fama di distruttore, poi la torre dilaniata. Sarebbe venuto li, in quella stessa città. Non restava che attendere. Tempo al tempo, la litania che usava ripetersi il giovane uomo anche dopo due giorni di appostamento, scrutando la valle da una distanza che gli permetteva di tenere sotto controllo l’unica via d’accesso alla cittadina e vedere qualunque uomo, donna o bambino volesse accedervi senza che nessuno di quelli potesse vedere lui. Passava una donna, del contado probabilmente, che teneva stretto a se il figlioletto; passava un gobbo, curvo sotto il suo mantello verde, che trascinava un cavallo stremato; passava un soldato del regno con la sua armatura luccicante. Tutti senza girarsi verso di lui, tutti senza sapere che la loro fine poteva essere decretata da un semplice volere dei due occhi verdi che li scrutavano. L’avrebbe riconosciuto subito, vedendolo entrare, o se non lo avesse fatto lui ci sarebbe stata la folla ad acclamarlo come un salvatore, questo era ciò che tranquillizzava il Rosso. E veramente poteva crederci se non fosse che il suo rivale era già dentro le mura, stando attento a non togliersi il mantello verde e a non alzare troppo la schiena per non essere riconosciuto dagli abitanti. Pensava, una volta arrivato in città, di trovare il ragazzo subito, magari in mezzo ad una folla che scappava spaurita, intento a distruggere una casa, o un palazzo, o una stalla. Eppure lui non c’era e quindi necessitava di un modo per scovarlo. Entrambi, quindi, pensavano di avere in mano la chiave del successo nella propria impresa eppure ciò dimostra ciò che, andando in qualunque villaggio, durante una qualunque festa, possiamo sentirci dire anche dal più inesperto bardo: il fato è alla base del successo o della sconfitta, seppur tu possa tentare di ostacolare il suo effetto con un piano ben congegnato, sono i suoi capricci che generano gli avvenimenti. Il nostro racconto non fa eccezione, difatti se il vento di nessuno avesse soffiato un poco più forte, o un poco meno i due non si sarebbero mai scoperti. Avvenne, infatti, che mentre il biondo e il rosso si stavano cercando con tanto ardore il vento, che sapeva ciò che voleva, portò alle orecchie del primo alcune voci di donna le quali, come spesso può capitare ad ognuno, richiamarono la sua attenzione. Si avvicinò alla fonte e scoprì che a parlare erano un gruppetto di suore, ma non monache qualunque, proprio quelle donne che lo avevano allevato e cresciuto.

Sovente capita che un vecchio amico torni a farci visita, oppure una tutrice di vecchia data, o un parente partito per chissà dove e con questa persona cominciamo a parlare di ciò che è avvenuto dal momento in cui ci si è lasciati. Ebbene se anche a voi è successo penserete che anche per il nostro ragazzo sia stato il medesimo, invece non vi fu alcun ricordo scambiato o esperienza vissuta in quel dialogo solo una breve sentenza detta dalle donne a Cal e la sua successiva reazione: rabbia e dolore.  

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Visto? Sono stato veloce!! no dai...  c'era il trucco: lo avevo già bello che pronto nella mia pen drive. Volevo vedere se l'idea poteva avere sucesso prima di continuare... e se poi svelo subito gli altarini non c'è suspance!! va bene dai ora vi saluto e un abbraccio a tutti (sopratutto ai visitati e in particolar modo a  Valpur che mi ha detto ciò che pensa, grazie!).  Ultime due cose: recensiteeeeeeeeeeeeeeee  e  The Game!

BuonCiao! :D

  
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