Thum…
thum… il
ritmo delle falcate dell’animale scandiva ogni momento in
maniera
incontrovertibile mentre la mente del cavaliere stava già
galoppando per altre
strade. Tra se stava preparando il suo piano: tutto era partito con
quell’uomo
nella piazza, era una cosa talmente curiosa, che esistesse qualcuno
esattamente
suo contrario, da dover andare assolutamente a vedere, e poi chi altro,
se non chi poteva
creare qualunque cosa, era in
grado di sconfiggere il diavolo distruttore? Ora mancava soltanto un
particolare da aggiustare: quella medesima torre l’aveva
costruita lui, insieme
ad altri edifici e opere d’arte, e siccome in
quel paese era molto conosciuto certamente c’era
chi lo stava aspettando e magari proprio il ragazzo dai capelli rossi
era a conoscenza
della sua esistenza. No, occorreva entrare senza essere visti, doveva
trovarlo
per primo, senza essere trovato a sua volta; predatore, non preda.
Pensava, intanto, il
nostro diavolo. Dal giorno in cui un semplice umano gli aveva detto che
prima o
poi sarebbe stato sconfitto, perché esisteva qualcuno in
grado di poter
ricreare ciò che la sua crudeltà distruggeva,
Rouge si rodeva cercando il modo
di attirare questo uomo a se. Prima la sua fama di distruttore, poi la
torre
dilaniata. Sarebbe venuto li, in quella stessa città. Non
restava che
attendere. Tempo al tempo, la litania che usava ripetersi il giovane
uomo anche
dopo due giorni di appostamento, scrutando la valle da una distanza che
gli
permetteva di tenere sotto controllo l’unica via
d’accesso alla cittadina e
vedere qualunque uomo, donna o bambino volesse accedervi senza che
nessuno di
quelli potesse vedere lui. Passava una donna, del contado
probabilmente, che
teneva stretto a se il figlioletto; passava un gobbo, curvo sotto il
suo
mantello verde, che trascinava un cavallo stremato; passava un soldato
del
regno con la sua armatura luccicante. Tutti senza girarsi verso di lui,
tutti
senza sapere che la loro fine poteva essere decretata da un semplice
volere dei
due occhi verdi che li scrutavano. L’avrebbe riconosciuto
subito, vedendolo
entrare, o se non lo avesse fatto lui ci sarebbe stata la folla ad
acclamarlo
come un salvatore, questo era ciò che tranquillizzava il
Rosso. E veramente
poteva crederci se non fosse che il suo rivale era già
dentro le mura, stando
attento a non togliersi il mantello verde e a non alzare troppo la
schiena per
non essere riconosciuto dagli abitanti. Pensava, una volta arrivato in
città,
di trovare il ragazzo subito, magari in mezzo ad una folla che scappava
spaurita,
intento a distruggere una casa, o un palazzo, o una stalla. Eppure lui
non
c’era e quindi necessitava di un modo per scovarlo. Entrambi,
quindi, pensavano
di avere in mano la chiave del successo nella propria impresa eppure
ciò
dimostra ciò che, andando in qualunque villaggio, durante
una qualunque festa,
possiamo sentirci dire anche dal più inesperto bardo: il
fato è alla base del
successo o della sconfitta, seppur tu possa tentare di ostacolare il
suo
effetto con un piano ben congegnato, sono i suoi capricci che generano
gli
avvenimenti. Il nostro racconto non fa eccezione, difatti se il vento
di
nessuno avesse soffiato un poco più forte, o un poco meno i
due non si
sarebbero mai scoperti. Avvenne, infatti, che mentre il biondo e il
rosso si stavano
cercando con tanto ardore il vento, che sapeva ciò che
voleva, portò alle
orecchie del primo alcune voci di donna le quali, come spesso
può capitare ad
ognuno, richiamarono la sua attenzione. Si avvicinò alla
fonte e scoprì che a
parlare erano un gruppetto di suore, ma non monache qualunque, proprio
quelle
donne che lo avevano allevato e cresciuto.
Sovente capita che un vecchio amico torni a farci visita, oppure una tutrice di vecchia data, o un parente partito per chissà dove e con questa persona cominciamo a parlare di ciò che è avvenuto dal momento in cui ci si è lasciati. Ebbene se anche a voi è successo penserete che anche per il nostro ragazzo sia stato il medesimo, invece non vi fu alcun ricordo scambiato o esperienza vissuta in quel dialogo solo una breve sentenza detta dalle donne a Cal e la sua successiva reazione: rabbia e dolore.
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Visto? Sono stato veloce!! no dai... c'era il trucco: lo avevo già bello che pronto nella mia pen drive. Volevo vedere se l'idea poteva avere sucesso prima di continuare... e se poi svelo subito gli altarini non c'è suspance!! va bene dai ora vi saluto e un abbraccio a tutti (sopratutto ai visitati e in particolar modo a Valpur che mi ha detto ciò che pensa, grazie!). Ultime due cose: recensiteeeeeeeeeeeeeeee e The Game!
BuonCiao! :D