Tre
Dormiva.
Dopo ore passate in quella stanza incolore a fissare la porta, ora poteva sedersi al suo fianco e guardarla.
Se non fosse per le guance arrossate e i capelli scompigliati nessuno avrebbe detto che poche ore prima fosse in pieno travaglio.
E il frutto di quello sforzo, giaceva in una piccola culla accanto a lei.
Si avvicinò, slacciò la giacca e la posò su una sedia.
Eccolo, lui era lì.
Nove mesi di gestazione, di lento lavoro per creare un raffinato prodotto di carne, capelli e cuore.
Inconsiamente si chinò su di lui, sfiorandolo con un dito che si appoggiò sulla guancia paffuta e leggermente bluastra del bambino.
Percorse in lungo e in largo il suo viso soffermandosi su quel naso che sembrava identico a quello di Astoria.
-Ciao...- sussurrò vedendo gli occhi aprirsi e sbattere più volte.
Il neonato chiuse le dita in due piccoli pugni, li alzò verso il cielo e tentò di afferrare qualcosa.
Per un attimo Draco pensò che forse voleva giocare con la sua cravatta, ma si ricordò di aver sentito da sua moglie che i bambini non riuscivano a vedere chiaramente.
-Ehi...- mormorò ma il neonato parve non capire a cominciò ad agitarsi fino a gridare.
Astoria si svegliò di sorpassalto, scattando a sedere, per poi pentirsene visto le fitte alla schiena e alle gambe.
-Si è svegliato?- domandò.
-Sì.- rispose Draco guardandola. Sembrava piuttosto preoccupata.
-Riesci...Riesci a prenderlo in braccio?- domandò Astoria. Rammentava di come suo padre amasse ripetere che non aveva mai preso in braccio "quelle orribili pesti", così aveva definito più di una volta le sue figlie, e alla sola idea che anche suo marito potessere pensare a qualcosa del genere, stette male.
Invece Draco raccolse le coperte intorno al neonato e sistemò con una delicatezza che non gli apparteneva il braccio intorno al collo del bambino, sollevandolo.
Fece qualche passo e si bloccò nel bel mezzo della stanza.
Non distolse gli occhi dal bambino quando parlò.
-Hai scelto un nome?- chiese improvvisamente, il tono di voce era basso, quasi emozionato.
Astoria si passò una mano fra i capelli.
Aveva pensato a centinaia di nomi, ma c'era sempre qualcosa che non andava.
Come se fossero sempre e comunque sbagliati.
-Che ne dici di...Scorpius?- continuò Draco interprentando a suo piacimento il silenzio della moglie.
-Io...-cominciò Astoria ma il marito bloccò ogni suo pensiero quando depose il migliore frutto che potessero mai produrre fra le sue braccia.
-Pensaci almeno. E' bello e adatto al suo cognome.-
-E si porta avanti le tradizioni della famiglia di tua madre, vero?-
Un silenzio accolse le sue parole.
-Dov'è Narcissa?- domandò. -So che non la vorresti qui, ma è tua madre.-
-Allora dove sono i tuoi genitori, Astoria? Perchè non hai mandato un gufo come fece Daphne?- rispose lui allontandosi da loro. -Non rendere le cose più difficili di quanto non lo siano già.-
-E dovrei quindi stare zitta e dimenticare che comunque saremo sempre noi contro tutti.-
Lui le accarezzò i capelli e posò un bacio sulla sua fronte.
-Ora siamo in tre.-