16.
-...non
abbiamo altra scelta. L'Ordine starà per arrivare, purtroppo
Mundungus è già stato sostituito. E Scrimgeour è sulle sue tracce.
- disse Rodolphus, tirando fuori dalla tasca del mantello un
libricino rosso.
Harry
aveva appena assistito affascinato alla sua prima trasfigurazione
animale, troppo concentrato per notare lo sguardo pieno di
altrettanta ammirazione che il suo professore stava incosciamente
mostrando. Era strano vedere se stessi durante un viaggio temporale,
e la cosa non cambiava neppure adesso che l'altro sè era in
forma Animago.
Perciò
rimase immobile, nascosto all'ombra di quel puzzolente cassonetto dei
rifiuti , attento a non farsi vedere, mentre Piton usciva allo
scoperto ...
-Se
fossi in voi non mi azzarderei a fare quello che state per fare ... -
disse Piton in tono soave, lo stesso tono che utilizzava con i suoi
serpeverde per avvisarli che no, non sarebbe stato saggio mettere una
scaglia di drago in quella pozione. Il genere di tono, quindi, che
usava quasi sempre con Tiger e Goyle. Amichevolmente ... minaccioso.
Ignorò volutamente il ringhio dell'Animagus. Una chiara
manifestazione d'affetto da parte del suo allievo preferito. Merlino,
al solo pensiero gli veniva da ridere...
-Severus!
Quali affari ti portano qui, nella Londra Babbana? - disse
Mc.Nair, vagamente inquisitorio. Non che fosse abituato a fare
domande, di solito eseguiva e basta. Ma forse il vedere Piton in
abiti babbani lo aveva reso audace.
-Gli
stessi che probabilmente hanno condotto qui voi ... Davvero, sarebbe
conveniente per voi riporre quella passaporta - ribattè
Severus, impassibile e glaciale come sempre.
-Spiegati
– disse Rodolphus, altrettanto placido. Al contrario della moglie,
aveva una certa stima del collega che gli stava di fronte.
-Ho
la certezza che sia stata manomessa. Quel libricino ti è arrivato
stamattina, giusto Rodolphus? -
-uh
... si . Si, stamattina, l'avevo ... ordinato via Gufo – mormorò
il Mangiamorte, rendendosi conto di dove Piton voleva andare a
parare. Se il gufo era stato intercettato dagli Auror allora ...
-Ti
rendi conto di quanto sia pericoloso, per quelli come noi,
affidarsi alla posta via Gufo? Se l'aveste attivata, adesso sareste
già circondati dalle bacchette dell'Ordine -
continuò
Severus, riuscendo a sembrare genuinamente indignato e
preoccupato insieme.
Fenrir
ringhiò, manifestando molto più che semplice disappunto, e Mc. Nair
indirizzò a Rodolphus uno sguardo assassino.
-Ah-
ehm, la cosa ... mi dispiace ... mi è sfuggita di mano, insomma,
pensavo che non sarebbe mai stato sospettato un libro ... di poesie!
E', è un libro di poesie d'amore, Severus! - esclamò Rodolphus,
guardando il collega con occhi da cane bastonato.
-Azkaban
deve aver abbassato le tue difese più di quel che credevo Rodolphus,
se pensi davvero che gli Auror o i membri dell'Ordine lascerebbero
passare un gufo diretto al Manor dei Lestrange senza battere ciglio!
- sibilò Severus, senza nascondere una smorfia adeguatamente
disgustata alle parole ''poesie d'amore''.
Smorfia
che si ripetè uguale nei volti degli altri due uomini.
-Allora
dobbiamo solamente disattivarla e poi attivarne un'altra, e dobbiamo
farlo prima che quelli si accorgano della sua scomparsa!-
disse Mc.Nair, stringendo a due mani la catena che teneva ferma la
tigre bianca. Gli anelli tintinnarono pericolosamente ... chissà
per quanto ancora avrebbero resistito, prima di rompersi sotto la
tensione delle ali, costrette a un'innaturale immobilità.
-Non
è possibile disattivarla con un semplice incantesimo. Ma a questo
penserò dopo, nel mio laboratorio ... ho una pozione che può fare
al caso nostro. Nel frattempo, ci serviremo di questa – strascicò
Severus evocando un'oggetto che Harry non riuscì a vedere bene,
dalla sua posizione. Il professore gli dava le spalle e allo stesso
tempo copriva la visuale dei tre Mangiamorte.
-Una
pergamena? Perfetto allora ... - disse Rodolphus, mentre lui, Mc.
Nair e il lupastro si accingevano a toccarla. Severus fece finta di
fare lo stesso, ma all'ultimo ritirò le dita.
Per
un momento il silenzio, poi ... SBAM!!
-Potter,
si levi immediatamente di dosso. Lei e il signor Lupin avete
sgradevoli abitudini in comune ... - disse Severus, rimasto solo con
i due Harry nel vicolo. L'Harry nascosto dietro il cassonetto sapeva
dove il professore avesse spedito i suoi colleghi , ma quello
che ancora in forma Animago sovrastava Piton era in preda alla
confusione più totale, e si chiedeva quali fossero le reali
intenzioni dell'uomo. Ringhiò, cercando di liberarsi dalle catene,
ma nonostante i Mangiamorte fossero scomparsi l'incantesimo che lo
imprigionava era ancora attivo. I suoi movimenti erano molto
limitati.
Piton
lesse frustrazione e nervosismo negli occhi di giada.
Allungò
le mani e le posò con fermezza ai lati del testone, sorprendendosi
della sensazione delle sue dita che affondavano nel pelo folto e
morbido. L'Harry dietro il cassonetto trattene il fiato. La riuscita
del loro piano dipendeva in larga parte dalla reazione dell'altro se
stesso. E sia lui che Piton sapevano quanto fosse improbabile una
reazione pacifica, soprattutto quando parte della coscienza di Harry
era predominata dall'istinto felino. Difatti dalla bocca della tigre
uscì una specie di soffio prolungato, sicuramente un avvertimento.
Ma Piton non demorse. - Si levi e mi lasci respirare signor Potter
... e poi le darò tutte le informazioni di cui ha bisogno-
Per
un lungo, teso, istante, i due si guardarono dritto negli occhi. Il
professore che aspetta il giudizio dell'allievo. Poi l'Animago emise
un vago brontolio di gola, una specie di sbuffo, e spostò le zampe
dalla cassa toracica di Piton, che tornò a respirare normalmente.
Le dita affusolate scivolarono via dal muso di Harry, per poi posarsi
con lentezza sulle catene. Severus le prese e le fece passare oltre
le zampe, liberandolo definitivamente dall'impiccio. Harry lo
guardava sempre più sconcertato, senza rendersi conto dei lievi
mugolii (simili a sibili) emessi, o del dondolare pigro della coda,
mentre Piton si rimetteva in piedi e lo scrutava, domandandosi forse
che gli passava per la testa ...
-allora
Potter, si è convinto? Non sono qui per farle del male – disse
Piton, prendendo una piccola ampolla e una pergamena sigillata dalla
tasca e sventolandogliele sotto il naso. L' Harry – Animago seguì
ogni suo movimento, curioso, come un grosso gatto. -Questa pozione
la aiuterà a riprendere le sue sembianze... E', sfortunatamente,
indolore. Questa invece è una lettera, scritta da un nostro ...
conoscente comune.
Prenda
la pozione, torni con i suoi viscidi parenti babbani a Privet Drive n
4, e da li non se ne vada fino a che non verrà a prenderla qualcuno
dell'Ordine. Nel frattempo eviti quei pachidermi privi d'intelletto e
si chiuda a doppia mandata in camera sua. Una volta lì, leggerà da
solo la lettera. Qualsiasi informazione ci sia contenuta, lei non
la rivelerà a nessuno, intesi? -
Harry
annuì col testone e aprì la bocca, lasciando che Piton gli versasse
il contenuto verdastro dell'ampolla sulla lingua. Deglutì schifato e
aspettò. Ritrasformarsi non fu doloroso, ma nemmeno facile. Sentiva
tutte le ossa rimpicciolire e deformarsi per ricostruire il suo corpo
umano, i muscoli tendersi fino allo spasimo, le unghie rientrare e la
pelle tirarsi. Si ritrovò ad ansimare, ginocchioni sull'asfalto
sudicio, cercando di riprendere fiato. La gola gli bruciava come se
si fosse mangiato un barattolo di peperoncini peruviani ...
-Aaarggh
.. non ... argh ... uff! Doloroso? Eh? -
-Devono
essermi accidentalmente sfuggite alcune controindicazioni ...
Poche storie Potter! Si alzi e torni dai Dursley prima che decidano
di lasciarla qui. -
Harry
tossì un paio di volte, e si rialzò, lanciando un'occhiataccia
all'uomo che lo guardava di nuovo dall'alto in basso;
"Accidentalmente, sicuro! Per la miseria, come brucia ...
scommetto che ci gode questo figlio di Serpe...!"
-Allora
Potter?? -
-Ora,
ora ... -
Harry
si spazzò via la polvere dai vestiti, e cercò per quanto possibile
di rimettersi in sesto. I Dursley non sarebbero stati comprensivi con
lui ...
Piton
gli diede la pergamena, che si ficcò subito in tasca. Si guardarono,
e per un momento Harry ebbe l'impressione che l'altro volesse dirgli
qualcosa. Invece fu lui a prendere la parola.
-Professore,
perché mi sta aiutando? Credevo di non andarle molto a genio –
chiese, continuando a chiedersi se era veramente il caso di fidarsi
di lui.
-Potter,
ha usato un gentile eufemismo. Diciamo che, dopo più di cinque anni
passati a cercare di inculcarle qualcosa in quella zucca vuota che si
ritrova, troverei la sua morte un enorme spreco delle energie da me
profuse fino ad ora ... perciò veda di seguire le mie indicazioni e
non si cacci di nuovo nei guai. -
-Farò
il possibile professore ... e .. g-grazie – sputò fuori Harry,
meravigliandosi delle sue stesse parole. La risposta di Piton lo
aveva addirittura divertito! Piton lo osservò come se avesse
qualcosa di strano in faccia. Non era abituato a tanta obbidienza!
Harry
dal canto suo non potè ignorare quel tono di lieve ma sincera
preoccupazione che era trasparito dalle parole dell'uomo. Gli si
riscaldò il cuore. Ora che il fastidio della trasformazione era
passato e così anche la rabbia e la frustrazione provate con la
cattura, gli riusciva più facile ragionare con lucidità. E c'era
una cosa che voleva sapere prima di tornare dai Dursley ...
-Professor
Piton, che fine hanno fatto quei tre? -
-Questo
Potter, lo saprai leggendo la Gazzetta di domani – rispose Piton.
Un ghigno malefico gli si allargò sul volto.