After Good
Riddance
Billie Joe si muoveva agile tra le tenebre che incombevano
il suo corpo e quello di Mike, affianco al suo.
Ciò che li legava era una calda
stretta di mano, e sembrava che tutto si fosse annullato da quando si
erano
guardati negli occhi a fine spettacolo. Billie aveva fatto salire Mike
sul palco e, insieme a tutto
il cast del musical di American Idiot, avevano suonato e cantato Good
Riddance. Per il moro quel gesto era stato molto importante, e nel
momento in cui durante il canto si era voltato, aveva incontrato lo
sguardo
azzurrino del biondo.
Gli era esploso il cuore. Quel contatto lo aveva reso felice.
Felice perché aveva cantato quella canzone guardandolo negli
occhi, trasmettendogli come la prima volta, tutti i suoi sentimenti.
Aveva sorriso quando Mike si era avvicinato al suo viso
sfiorando le loro guance, e lui ridendo si era girato, non capendo cosa
volesse fare davanti agli sguardi
folgorati del pubblico.
C’era un silenzio calmo, intimo, in quel luogo buio.
Billie sospirò, toccando con il dorso il muro gelido, mentre
la sua pelle era piacevolmente tiepida.
Mike riuscì ad accendere una piccola lampadina che ricadeva
dal basso soffitto, lasciando la luce fioca illuminare i loro volti.
La giacca bianca che indossava Billie cadde sul pavimento,
permettendo facile accesso al suo collo, che fu subito lambito dalle
labbra umide dell’altro.
Billie Joe rise, avvertendo la barba bionda del suo amante,
solleticare la sua pelle impaziente.
“Ti diverto così tanto?”
domandò Mike, passando lentamente
le dita sui suoi abiti leggeri, rendendolo più sensibile
delle altre volte. “Mi piaci un sacco.”
Il moretto gemette, sfiorando le gambe del suo uomo,
fasciate in una morsa invitante da dei jeans aderenti.
Spogliarsi fu un gioco semplice, divertente, nonostante la
poca luce.
Entrambi trovarono calore nei loro corpi, stretti in un
abbraccio amorevole.
Mike spinse la schiena di Billie contro la parete,
sollevandolo per fargli allacciare le gambe intorno al suo bacino.
“Adoro le tue sorprese.” mormorò Billie
sorridendo
lievemente, accarezzandogli il viso, e la peluria bionda.
Mike lo strinse più forte, notando in
quell’intrigo di corpi, le sbavature del trucco sul candido
viso del suo
Billie.
Aveva deciso di partire per New York quella stessa mattina,
tutto per fargli una sorpresa.
Si era presentato al teatro all’ultimo minuto, stupendo
Billie al punto da emozionarlo.
Lo aveva capito dal modo in cui lo aveva stretto dopo essere
salito sul palco, era stato un abbraccio veloce ma allo stesso tempo
molto
intenso. Poco prima Billie aveva detto che senza di lui non sarebbe
riuscito a suonare, a mettere a nudo la sua dolce, eccentrica,
inconfondibile
personalità.
Aveva costantemente bisogno della sua seconda anima per andare
avanti.
Tutto per la sua presenza. Gli era mancato.
Billie emise un soffocato sospiro, dopo aver avvertito Mike
al suo interno, e come un bocciolo di rosa il suo cuore si
aprì per ricevere
tutte le emozioni che il biondo gli stava donando.
Riversò il collo all’indietro, la sua pelle fu
soggetta a
baci più simili a morsi bramosi che a delicate
carezze.
Mike con lui era sempre
stato dolce, non troppo violento, ma in quel momento Billie conobbe la
sua vera
natura.
Gli divorò la bocca, facendogli perdere ogni
facoltà, dentro
di sé Billie sperò che tutto quello continuasse
per sempre.
Piantò i talloni alla base delle natiche perfette di
quell’uomo che lo stava portando alla completa degenerazione
della sua mente
ormai quasi ridotta al nulla. Per lui in quel momento esisteva solo
Mike, e i suoi occhi che
lo facevano volare oltre il cielo.
“Ti amo.” sussurrò tra i singhiozzi,
mentre venivano insieme
in quell’abbraccio, che li univa fino a dimenticarsi del
mondo.
“Mi sei mancato.” sorrise Mike, baciandogli la
fronte sudata,
scompigliandogli teneramente i capelli.
“Ti amo anch’io, St. Billie.”