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Autore: angelroy    25/12/2005    1 recensioni
Il biondino era addormentato profondamente. –Certo Malfoy che mentre dormi sembri persino normale... niente aria altezzosa, niente spavalderia, sei solo… tu- La mora si sciolse i capelli che quella sera erano raccolti in una coda alta e lasciò i boccoli liberi di ricaderle sulle spalle. Poi tornò a guardare quei lineamenti così fini del viso del ragazzo. Era così bello, così particolare e così dannatamente Draco Malfoy.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Buon giorno Severus”

“Buon giorno Severus”

“Draco… sei stato puntuale… bene. Andiamo” Piton era agitato, anzi, preoccupato, glielo si leggeva negli occhi neri come il carbone.

“Professore per quanto riguarda la mia assenza?”

“Ho già provveduto a mandare un gufo a Silente dicendo che tuo padre aveva chiesto di vederti e io ti accompagnavo mentre ero fuori. Tutto a posto”

“Ottimo… certo che potevi inventare una scusa migliore! Mio padre… come se davvero mi mandasse a chiamare e come se a me fregasse qualcosa”

“Draco Malfoy non è il momento di essere sarcastico! Andiamo…”

Erano entrambi avvolti in ampi mantelli neri che gli lasciavano scoperto solamente il volto. I due cominciarono ad incamminarsi nello stretto cunicolo segreto sotto il platano picchiatore che conduceva alla stamberga strillante. Lì si smaterializzarono per apparire davanti all’indirizzo fornitogli nella pergamena.

Era una delle zone decisamente poco frequentate di Diagon Alley, era una casa molto vecchia, apparentemente disabitata e lasciata preda delle intemperie. Molti vetri erano rotti, così come parte delle mura che la componevano che giacevano in ampi blocchi in quello che una volta era il giardino.  Il vecchio portone di legno devastato dalle termiti era solo accostato. Piton lo aprì lentamente provocando uno scricchiolio sinistro. Entrarono cautamente in quello che probabilmente, tempi addietro, era stato il soggiorno. La luce che entrava dalle finestre rotte gli permise di vedere un topo che si era fermato proprio davanti a loro.

“Codaliscia…”  Piton aveva assunto un’espressione di puro disgusto vedendo la bestiola tramutarsi nell’omino basso e grassoccio del servo di Lord Voldemort.

“Salve Severus… oh.. Signorino Malfoy… è venuto anche lei…” Gli occhi di Draco si soffermarono su quelli acquosi del mangiamorte che aveva di fronte. Non disse nulla, gli fece solo un cenno con la testa.

“Ma bene sono arrivati i miei ospiti!” una voce simile ad un sibilo gelido li colsi alle spalle. Piton si piegò quasi dal dolore al braccio sinistro che stringeva convulsamente, Draco perse un battito… quella voce… Lui era lì… in persona.. finalmente avrebbe guardato in faccia il mago divenuto leggenda. Sì voltò lentamente, non un suo muscolo sembrava mostrare paura, guardò la figura avvolta in un mantello color porpora, proprio come i suoi occhi. Inchinò la testa in segno di rispetto.

“Bene Draco… sapevo che saresti venuto…al giorno d’oggi i servitori così determinati come te sono così rari…” pronunciando quelle parole lo sguardo di fuoco si posò su Codaliscia e Piton.

“Ragazzo… voglio farti i miei complimenti… ottimo lavoro ad Hogsmede… quei fessi auror del ministero stanno ancora cercando di identificare i due mangiamorte che hanno creato tutto quello scompiglio!” il suo sibilo si trasformò in un’ acuta risata che fece rabbrividire tutti i presenti… a parte Draco, che ormai pendeva dalle labbra di quel Lord Oscuro.

Voldemort fece apparire una comoda poltrona in pelle nera e vi si accomodò.

“Codaliscia!”

“Ordini pure Mio Padrone”

“Dammi la pergamena” l’omino consegnò il foglio arrotolato e sigillato con lo stemma Riddle che aveva il compito di consegnare a Draco. “Voglio che la legga qui. Di fronte a me”. L’ Oscuro passò la pergamena al ragazzo.

Il più piccolo dei Malfoy spezzò con sicurezza il sigillo e aprì il documento. Lesse rapidamente e man mano i suoi occhi si illuminavano sempre di più.  Severus gli si avvicinò lentamente per visionare anch’egli ciò che vi era scritto.

Terminata la lettura alzò i suoi occhi di ghiaccio su quelli di fuoco dell’Oscuro. “Vi ringrazio di tale onore”.

Il professore di pozioni sbarrò gli occhi. “Qualcosa non va Piton?”

“No, Mio Signore. Mi chiedevo solamente il perché di-”

“Perché in lui vedo un fedele servitore. È potente, spietato, sicuro di sé… è un degno serpeverde. Perciò ho deciso di marchiarlo Io stesso. E prima che ciò avvenga, sarà sottoposto a degli allenamenti da parte dei miei mangiamorte più di fiducia che gli insegneranno tutto ciò che deve. Mi aspetto grandi cose dal giovane Draco.”

Il padrino del ragazzo era sottoshock. Diventare uno dei fedeli di Voldemort voleva dire rischiare ogni giorno la propria vita… eppure lui sembrava consapevole e volenteroso di accettare tutto ciò. “Quando…?”

“Non ho ancora deciso… penso nel mese di Aprile.. Ora, ho molte cose da pianificare. È stato un piacere” il Lord sparì lasciando dietro di sé solo una nube rossastra. Anche Codaliscia si era smaterializzato. Erano rimasti solo loro due.

 

 

 

Brenda si svegliò “all’alba” delle 8 e 30… cavolo! Era in ritardo! Imprecando contro Draco che non l’aveva svegliata e che per di più era sparito, arrivò alla lezione di trasfigurazione con 15 minuti di ritardo, senza aver fatto colazione e con un nervosismo da far invidia persino a Piton!

Finalmente arrivò l’ora di pranzo.. non vedeva l’ora! Un po’ di relax! La mora si stava incamminando verso la Sala Grande quando notò due persone con un mantello nero proprio davanti alla porta della Sala. Non faticò a riconoscerle: i capelli neri e unticci con un naso adunco, e quegli occhi di ghiaccio con una chioma dorata erano caratteristici di poche persone. Piton e Draco.

“Dra… ma dove sei sparito?”

“Ciao Bre… sono stato.. a… trovare mio padre” le schioccò un bacio sulla fronte. Aveva uno strano ghigno in volto che alla ragazza non passò certo inosservato. “Professore… ora vado a pranzo. La ringrazio per avermi accompagnato. Arrivederci”

Il biondo si diresse verso il suo tavolo seguito da Brenda.

 

 

 

 

“Draco…”

“Vieni Bre.. è aperto” era tutta la giornata che il biondo sembrava troppo strano.. troppo.. ma Brenda aveva deciso di aspettare la sera per parlargli.. almeno potevano discutere tranquillamente e non tra una lezione e l’altra di sfuggita in un corridoio…

Draco era a torso nudo e aveva appena finito di radersi la poca barba bionda perché si asciugava il viso con asciugamano bianco. Brenda non poté che rimanere ad osservare il ragazzo poggiata contro lo stipite della porta del bagno.

“Vieni qui bella…” la tirò verso di sé. L’abbracciò stretta. Poi la voltò in modo che vedesse il riflesso nello specchio. La differenza di altezza era notevole… così come il contrasto che facevano i boccoli castani vicino a quei ciuffi biondi chiarissimi… sorrise. Non per un motivi preciso. Ma sorrise.

La voce di Draco si fece seria, così come i suoi occhi un poco si scurirono… “Piccola… noi siamo così” le passò un braccio intorno alle spalle… stringendola sempre di più a sé.

“Non dimenticarlo mai e poi mai. Noi siamo così.”

“Cosa vuoi dire Draco? Perché mi dici questo?”

come unica risposta ottenne un bacio. Un lungo bellissimo bacio. Quel bacio li coinvolse come prima non era ancora successo. I loro corpi furono scossi da un brivido. La passione e l’amore che esplodono tutto d’un colpo. 

Volevano stare insieme. Con le loro menti, con il cuore, con l’anima e con il corpo.

Fu dolcissimo. Draco sapeva, o almeno aveva intuito, che Brenda fosse vergine… e proprio per questo avrebbe voluto aspettare molto di più, voleva aspettare il momento giusto.

Ma quale momento è più giusto di quando una cosa ti viene assolutamente naturale? I loro corpi si sfiorarono come lo avessero già fatto milioni di volte. Erano in completa sintonia. Come sempre.

Si addormentarono insieme. Stretti l’uno alle braccia dell’altro.

 

Il biondo si svegliò si soprassalto… stava tremando. Brenda non sembrava essersi accorta di qualcosa… sfiorò quella pelle candida. Di nuovo quell’immagine del sogno. Terrore.. Come poteva continuare a non dirle nulla? Lui aveva già deciso il suo futuro e lei ne era totalmente ignara. Si rese conto solo in quel momento di quanto fosse stato sciocco a non pensare a lei… era così pieno di sé che non si era reso conto di essere innamorato…

Sentendolo agitarsi nel letto Brenda si svegliò. Spalancò i suoi occhioni in quelli del ragazzo. Lei era felice. Forse dubitava persino di essere mai stata più felice di così.

Draco invece aveva gli occhi sbarrati… si stava riscoprendo e ciò gli faceva una paura terribile. Aveva programmato tutto. E se lei non avesse accettato? La ragazza che amava si sarebbe allontanata da lui?? Amava… sì. L’amava. Se n’era reso conto in quel momento.

La guardò svegliarsi e fissarlo con quegli occhi innocenti e felici. No, non era il momento per dirle la verità. Non avrebbe rovinato quel momento magnifico. Le baciò la spalla nuda.

“Ti amo…” solo un sussurro.

“Ti amo Draco.”

Due frasi appena sussurrate. Un mondo di significati.

 

 

 

 

I giorni si seguirono veloci scacciando il gelo del mese di gennaio. Così arrivò febbraio. “Il mese degli innamorati” dicevano tutti. Ma che aveva poi di così romantico?  Era la festa del consumismo e delle frasi già preconfezionate da altri che le persone continuavano a scambiarsi solo per il gusto di far vedere che erano come dei cupidi in amore.

Questa era l’opinione comune di Brenda e Draco…

Però, la mattina del 14 febbraio la mora si alzò e trovò ai piedi del letto un mazzo enorme di rose rosse.

-Ah Malfoy.. alla fine ti sei piegato…anche io del resto…- osservò la scatoletta poggiata sul suo comodino… qualche giorno prima c’era stata l’uscita ad Hogsmede, molto più tranquilla della precedente, ed era andata con Blasie a comprare un regalo per Draco. “smielata” si era sentita dire dall’amico… però alla fine anche lui aveva fatto il regalo alla ragazza di corvonero con cui stava!

Raccolse le rose da terra…un biglietto…

 

 

“Ricorda sempre chi siamo.

Ti amo”

 

-mai di troppe parole… ma cogli sempre nel segno… ti amo Draco-

 

La giornata trascorse normalmente, anche se ogni tanto una lettera incantata entrava svolazzando in qualche aula creando il più totale imbarazzo del destinatario.

La sera, come sempre, Brenda e Draco si ritrovarono a parlare nella camera singola di lui.

“Grazie dei fiori.. non te l’ ho detto prima se no avrei rischiato di rovinarti la reputazione.. no Malfoy?” la mora amava canzonarlo per la storia della sua temibile nomea all’interno della scuola. Ma lui non ci badava un granché…

“Figurati…sono contento che ti piacciano” le baciò la nuca

“Anche io ho una cosa per te…”

Branda gli porse il pacchetto. Lui alzò un sopracciglio, curioso e scartò la scatolina. Conteneva due anelli d’oro bianco, sottili.  Due fedine. In una vi era inciso ‘Draco’ e nell’altra ‘Brenda’.

“è stupenda… vieni qui che te la infilo…” quasi come fosse un gesto sacro il biondo le infilò l’anello all’anulare.

Da quando avevano fatto l’amore la prima volta Draco era profondamente cambiato con tutti, ma con Brenda in particolare. Era premuroso, non le faceva mancare nulla e non si era dimostrato altezzoso o sbruffone mai più nei suoi confronti. La mora pensava che non ci potessero essere giorni migliori per loro.

Erano sul letto a parlare come ogni sera del più e del meno finché non si addormentavano… infatti erano rare le sere in cui Brenda tornava a dormire in camera sua. Giusto se uno dei due doveva  studiare. Perché insieme, di sera, non andavano molto avanti con le pergamene che gli assegnavano i professori… preferivano passare il tempo in altri modi più piacevoli. Parlare era uno di questi.

“Brenda… non sono stato del tutto sincero con te!”

Il biondo serpeverde non sopportava più vivere con quel peso sullo stomaco. Il loro era uno splendido rapporto ed era venuto il momento di essere del tutto sincero…

La mora lo guardò non capendo cosa volesse dire e rimanendo ancora più stupita quando lo vide prendere la bacchetta e pronunciare un incantesimo sulla sua stanza.

“Devo spiegarti molte cose di me… e chiederti scusa se in altre circostanze ti ho mentito” il suo sguardo sembrava vuoto. Fissava un punto imprecisato della stanza cercando di farsi forza per trovare le parole giuste.

“Draco ma cosa stai dicendo? Su cosa non sei stato sincero?” una nota d’impazienza e di preoccupazione le fece vibrare la voce.

“Su di me… su ciò che sono, o meglio sarò. Innanzi tutto ho messo un incantesimo di protezione alla stanza in modo che nessuno a parte noi due possa venire a conoscenza di ciò che ti sto dicendo…”

“Mi fai preoccupare così…”

“Tranquilla.. è solo una cosa che riguarda me.. e la mia vita.” Draco raccontò ogni particolare di ciò che aveva tenuto nascosto alla ragazza… tutto, la richiesta che gli era stata fatta, l’incontro con Voldemort, ciò che sarebbe successo tra poco tempo. La ragazza ascoltò ogni parola in silenzio.

“Brenda… parlami… dimmi qualcosa… il tuo silenzio è uno strazio per me” incrociò i suoi occhi con quelli castani della mora, in cui si aspettava di veder risplendere come sempre le pagliuzze dorate… invece nulla. Erano vuoti. La ragazza sembrava svuotata di ogni sentimento. Dopo un tempo che sembrò infinitamente lungo parlò. Ma non erano parole di conforto quelle che gli diede.

“Solo ora capisco gli occhi di Blasie puntati su di te ad Hogsmede… e l’ironia di Piton… che ingenua sono stata. Tutto quello scempio l’ hai fatto tu…per di più prendendomi in giro… mi tenevi stretta!!! E ora mi vieni a dire che grazie a quello hai un posto nelle file più vicine di quello che tutti chiamate Signore Oscuro… e ne sei felice… ti brillano gli occhi come ad un bambino… non so cosa dirti Draco. Non ti rendi conto che sei immensamente stupido a cercare di ottenere la gloria in questo modo… non si ottiene nulla schierandosi da una parte o dall’altra… solo dolore per le perdite che subisci in una lotta tanto assurda”

“Non si può rimanere nel mezzo…”

“E perché no? Chi me lo vieta?”

“Brenda ho bisogno di sapere cosa pensi in proposito…”

“Draco se pensi che sia felice di saperti mangiamorte preferito di Voldemort la mia risposta è no. No e poi no. Non tollero che tu possa rischiare la vita così. È stupido”

“Non sai quel che dici. Non è stupido. Sarebbe stupido rimanere in mezzo, cambiare a seconda di come gira il vento. Quello sarebbe da stupidi”

“Mi dai della stupida quindi?”

“No perché so che ti schiererai con me” aveva azzardato troppo. La sua altezzosità era tornata e non certo in grande stile.

“Sei troppo convinto Malfoy. Io non piego le mie idee.  Non accetto il fatto che tu sarai un mangiamorte. Non riesco”

“Ma è quello che sarò. Perciò non so cosa dirti.”

“Per te è semplice? Mi butti addosso una tale cosa e cosa pretendi che faccia? Vuoi che mi faccia marchiare anche io per dimostrarti come sono contenta??”

“Da quando avrei dovuto decidere la mia vita a tavolino con te?!” Draco si stava alterando. Sapeva con tutto se stesso che la ragazza aveva ragione. Non poteva pretendere nulla da lei. Non dopo ciò che le aveva rivelato. Però il suo orgoglio, il suo maledetto orgoglio gli impediva di accettare una cosa del genere. Non la tollerava. Ammettere di aver sbagliato? Un Malfoy? Draco Malfoy? No. Mai.

“Cosa stai facendo?” le bloccò il braccio mentre la mora si stava alzando dal letto.

“Vado via”

“Scappi da me? Se esci da quella porta non tornare più da me” aveva interpretato male quelle parole. Brenda non scappava da lui, voleva solo pensare. Da sola.

“Stai sbagliando tutto Draco” altro fraintendimento.

“è la mia vita!!! E non la passo certo all’ombra di chi si schiera e combatte al posto mio! Prima o poi ti ritroverai a dover scegliere Brenda! Devi affrontare la realtà!” la sua voce era ad un livello molto elevato, i suoi occhi di ghiaccio mandavano scintille.

“Stai tranquillo. Non dirò nulla a nessuno né di te né di Piton. Non sono mai stata una spia… e non ho intenzione di diventarlo adesso. Io non rinuncio alle mie idee. Se non puoi accettarlo allora addio Draco.” La porta si chiuse con un tonfo sordo dietro di lei.

Era finita così? Possibile che il solo amore non riusciva a mantenerli insieme ugualmente? Draco dovette trattenersi dal distruggere l’intera stanza. Era furioso. Con Brenda, con se stesso, con il suo orgoglio, con la guerra… con il mondo intero.

 

Brenda corse via lontana da quelle parole che le avevano ferito il cuore, che l’avevano fatta soffrire. Che la facevano soffrire. Si può arrivare a tanto per orgoglio e ideali?

Trovò rifugio tra le braccia dell’amico Blasie che la cullò tutta la notte senza bisogno di chiederle il perché di tante lacrime e disperazione. Sapeva già tutto.

  
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