“Buon
giorno Severus”
“Draco…
sei stato puntuale… bene. Andiamo” Piton era agitato, anzi, preoccupato, glielo
si leggeva negli occhi neri come il carbone.
“Professore
per quanto riguarda la mia assenza?”
“Ho
già provveduto a mandare un gufo a Silente dicendo che tuo padre aveva chiesto
di vederti e io ti accompagnavo mentre ero fuori. Tutto a posto”
“Ottimo…
certo che potevi inventare una scusa migliore! Mio padre… come se davvero mi
mandasse a chiamare e come se a me fregasse qualcosa”
“Draco
Malfoy non è il momento di essere sarcastico! Andiamo…”
Erano
entrambi avvolti in ampi mantelli neri che gli lasciavano scoperto solamente il
volto. I due cominciarono ad incamminarsi nello stretto cunicolo segreto sotto
il platano picchiatore che conduceva alla stamberga strillante. Lì si
smaterializzarono per apparire davanti all’indirizzo fornitogli nella
pergamena.
Era
una delle zone decisamente poco frequentate di Diagon Alley, era una casa molto
vecchia, apparentemente disabitata e lasciata preda delle intemperie. Molti
vetri erano rotti, così come parte delle mura che la componevano che giacevano
in ampi blocchi in quello che una volta era il giardino. Il vecchio portone di legno devastato dalle
termiti era solo accostato. Piton lo aprì lentamente provocando uno scricchiolio
sinistro. Entrarono cautamente in quello che probabilmente, tempi addietro, era
stato il soggiorno. La luce che entrava dalle finestre rotte gli permise di
vedere un topo che si era fermato proprio davanti a loro.
“Codaliscia…” Piton aveva assunto un’espressione di puro
disgusto vedendo la bestiola tramutarsi nell’omino basso e grassoccio del servo
di Lord Voldemort.
“Salve Severus… oh.. Signorino Malfoy… è venuto anche lei…” Gli
occhi di Draco si soffermarono su quelli acquosi del mangiamorte che aveva di
fronte. Non disse nulla, gli fece solo un cenno con la testa.
“Ma
bene sono arrivati i miei ospiti!” una voce simile ad un sibilo gelido li colsi
alle spalle. Piton si piegò quasi dal dolore al braccio sinistro che stringeva
convulsamente, Draco perse un battito… quella voce… Lui era lì… in persona..
finalmente avrebbe guardato in faccia il mago divenuto leggenda. Sì voltò
lentamente, non un suo muscolo sembrava mostrare paura, guardò la figura
avvolta in un mantello color porpora, proprio come i suoi occhi. Inchinò la
testa in segno di rispetto.
“Bene
Draco… sapevo che saresti venuto…al giorno d’oggi i servitori così determinati
come te sono così rari…” pronunciando quelle parole lo sguardo di fuoco si posò
su Codaliscia e Piton.
“Ragazzo…
voglio farti i miei complimenti… ottimo lavoro ad Hogsmede… quei fessi auror
del ministero stanno ancora cercando di identificare i due mangiamorte che
hanno creato tutto quello scompiglio!” il suo sibilo si trasformò in un’ acuta
risata che fece rabbrividire tutti i presenti… a parte Draco, che ormai pendeva
dalle labbra di quel Lord Oscuro.
Voldemort
fece apparire una comoda poltrona in pelle nera e vi si accomodò.
“Codaliscia!”
“Ordini
pure Mio Padrone”
“Dammi
la pergamena” l’omino consegnò il foglio arrotolato e sigillato con lo stemma
Riddle che aveva il compito di consegnare a Draco. “Voglio che la legga qui. Di
fronte a me”. L’ Oscuro passò la pergamena al ragazzo.
Il
più piccolo dei Malfoy spezzò con sicurezza il sigillo e aprì il documento.
Lesse rapidamente e man mano i suoi occhi si illuminavano sempre di più. Severus gli si avvicinò lentamente per
visionare anch’egli ciò che vi era scritto.
Terminata
la lettura alzò i suoi occhi di ghiaccio su quelli di fuoco dell’Oscuro. “Vi
ringrazio di tale onore”.
Il
professore di pozioni sbarrò gli occhi. “Qualcosa non va Piton?”
“No,
Mio Signore. Mi chiedevo solamente il perché di-”
“Perché
in lui vedo un fedele servitore. È potente, spietato, sicuro di sé… è un degno
serpeverde. Perciò ho deciso di marchiarlo Io stesso. E prima che ciò avvenga,
sarà sottoposto a degli allenamenti da parte dei miei mangiamorte più di
fiducia che gli insegneranno tutto ciò che deve. Mi aspetto grandi cose dal
giovane Draco.”
Il
padrino del ragazzo era sottoshock. Diventare uno dei fedeli di Voldemort
voleva dire rischiare ogni giorno la propria vita… eppure lui sembrava
consapevole e volenteroso di accettare tutto ciò. “Quando…?”
“Non
ho ancora deciso… penso nel mese di Aprile.. Ora, ho molte cose da pianificare.
È stato un piacere” il Lord sparì lasciando dietro di sé solo una nube
rossastra. Anche Codaliscia si era smaterializzato. Erano rimasti solo loro
due.
Brenda
si svegliò “all’alba” delle 8 e 30… cavolo! Era in ritardo! Imprecando contro
Draco che non l’aveva svegliata e che per di più era sparito, arrivò alla
lezione di trasfigurazione con 15 minuti di ritardo, senza aver fatto colazione
e con un nervosismo da far invidia persino a Piton!
Finalmente
arrivò l’ora di pranzo.. non vedeva l’ora! Un po’ di relax! La mora si stava
incamminando verso la Sala Grande quando notò due persone con un mantello nero
proprio davanti alla porta della Sala. Non faticò a riconoscerle: i capelli
neri e unticci con un naso adunco, e quegli occhi di ghiaccio con una chioma
dorata erano caratteristici di poche persone. Piton e Draco.
“Dra…
ma dove sei sparito?”
“Ciao
Bre… sono stato.. a… trovare mio padre” le schioccò un bacio sulla fronte.
Aveva uno strano ghigno in volto che alla ragazza non passò certo inosservato.
“Professore… ora vado a pranzo. La ringrazio per avermi accompagnato.
Arrivederci”
Il
biondo si diresse verso il suo tavolo seguito da Brenda.
“Draco…”
“Vieni
Bre.. è aperto” era tutta la giornata che il biondo sembrava troppo strano..
troppo.. ma Brenda aveva deciso di aspettare la sera per parlargli.. almeno
potevano discutere tranquillamente e non tra una lezione e l’altra di sfuggita
in un corridoio…
Draco
era a torso nudo e aveva appena finito di radersi la poca barba bionda perché
si asciugava il viso con asciugamano bianco. Brenda non poté che rimanere ad
osservare il ragazzo poggiata contro lo stipite della porta del bagno.
“Vieni
qui bella…” la tirò verso di sé. L’abbracciò stretta. Poi la voltò in modo che
vedesse il riflesso nello specchio. La differenza di altezza era notevole… così
come il contrasto che facevano i boccoli castani vicino a quei ciuffi biondi
chiarissimi… sorrise. Non per un motivi preciso. Ma sorrise.
La
voce di Draco si fece seria, così come i suoi occhi un poco si scurirono…
“Piccola… noi siamo così” le passò un braccio intorno alle spalle… stringendola
sempre di più a sé.
“Non
dimenticarlo mai e poi mai. Noi siamo così.”
“Cosa
vuoi dire Draco? Perché mi dici questo?”
come
unica risposta ottenne un bacio. Un lungo bellissimo bacio. Quel bacio li
coinvolse come prima non era ancora successo. I loro corpi furono scossi da
un brivido. La passione e l’amore che esplodono tutto d’un colpo.
Volevano
stare insieme. Con le loro menti, con il cuore, con l’anima e con il corpo.
Fu
dolcissimo. Draco sapeva, o almeno aveva intuito, che Brenda fosse vergine… e
proprio per questo avrebbe voluto aspettare molto di più, voleva aspettare il
momento giusto.
Ma
quale momento è più giusto di quando una cosa ti viene assolutamente naturale?
I loro corpi si sfiorarono come lo avessero già fatto milioni di volte. Erano
in completa sintonia. Come sempre.
Si
addormentarono insieme. Stretti l’uno alle braccia dell’altro.
Il
biondo si svegliò si soprassalto… stava tremando. Brenda non sembrava essersi
accorta di qualcosa… sfiorò quella pelle candida. Di nuovo quell’immagine del
sogno. Terrore.. Come poteva continuare a non dirle nulla? Lui aveva già deciso
il suo futuro e lei ne era totalmente ignara. Si rese conto solo in quel
momento di quanto fosse stato sciocco a non pensare a lei… era così pieno di sé
che non si era reso conto di essere innamorato…
Sentendolo
agitarsi nel letto Brenda si svegliò. Spalancò i suoi occhioni in quelli del
ragazzo. Lei era felice. Forse dubitava persino di essere mai stata più felice
di così.
Draco
invece aveva gli occhi sbarrati… si stava riscoprendo e ciò gli faceva una
paura terribile. Aveva programmato tutto. E se lei non avesse accettato? La
ragazza che amava si sarebbe allontanata da lui?? Amava… sì. L’amava. Se
n’era reso conto in quel momento.
La
guardò svegliarsi e fissarlo con quegli occhi innocenti e felici. No, non era
il momento per dirle la verità. Non avrebbe rovinato quel momento magnifico. Le
baciò la spalla nuda.
“Ti
amo…” solo un sussurro.
“Ti
amo Draco.”
Due
frasi appena sussurrate. Un mondo di significati.
I
giorni si seguirono veloci scacciando il gelo del mese di gennaio. Così arrivò
febbraio. “Il mese degli innamorati” dicevano tutti. Ma che aveva poi di così
romantico? Era la festa del consumismo
e delle frasi già preconfezionate da altri che le persone continuavano a
scambiarsi solo per il gusto di far vedere che erano come dei cupidi in amore.
Questa
era l’opinione comune di Brenda e Draco…
Però,
la mattina del 14 febbraio la mora si alzò e trovò ai piedi del letto un mazzo
enorme di rose rosse.
-Ah
Malfoy.. alla fine ti sei piegato…anche io del resto…- osservò la
scatoletta poggiata sul suo comodino… qualche giorno prima c’era stata l’uscita
ad Hogsmede, molto più tranquilla della precedente, ed era andata con Blasie a
comprare un regalo per Draco. “smielata” si era sentita dire dall’amico… però
alla fine anche lui aveva fatto il regalo alla ragazza di corvonero con cui
stava!
Raccolse
le rose da terra…un biglietto…
“Ricorda sempre chi siamo.
Ti amo”
-mai
di troppe parole… ma cogli sempre nel segno… ti amo Draco-
La giornata trascorse normalmente, anche se ogni tanto una lettera incantata entrava svolazzando in qualche aula creando il più totale imbarazzo del destinatario.
La
sera, come sempre, Brenda e Draco si ritrovarono a parlare nella camera singola
di lui.
“Grazie
dei fiori.. non te l’ ho detto prima se no avrei rischiato di rovinarti la
reputazione.. no Malfoy?” la mora amava canzonarlo per la storia della sua
temibile nomea all’interno della scuola. Ma lui non ci badava un granché…
“Figurati…sono
contento che ti piacciano” le baciò la nuca
“Anche
io ho una cosa per te…”
Branda
gli porse il pacchetto. Lui alzò un sopracciglio, curioso e scartò la
scatolina. Conteneva due anelli d’oro bianco, sottili. Due fedine. In una vi era inciso ‘Draco’ e
nell’altra ‘Brenda’.
“è
stupenda… vieni qui che te la infilo…” quasi come fosse un gesto sacro il
biondo le infilò l’anello all’anulare.
Da
quando avevano fatto l’amore la prima volta Draco era profondamente cambiato
con tutti, ma con Brenda in particolare. Era premuroso, non le faceva mancare
nulla e non si era dimostrato altezzoso o sbruffone mai più nei suoi confronti.
La mora pensava che non ci potessero essere giorni migliori per loro.
Erano
sul letto a parlare come ogni sera del più e del meno finché non si
addormentavano… infatti erano rare le sere in cui Brenda tornava a dormire in
camera sua. Giusto se uno dei due doveva
studiare. Perché insieme, di sera, non andavano molto avanti con le
pergamene che gli assegnavano i professori… preferivano passare il tempo in
altri modi più piacevoli. Parlare era uno di questi.
“Brenda…
non sono stato del tutto sincero con te!”
Il
biondo serpeverde non sopportava più vivere con quel peso sullo stomaco. Il
loro era uno splendido rapporto ed era venuto il momento di essere del tutto
sincero…
La
mora lo guardò non capendo cosa volesse dire e rimanendo ancora più stupita
quando lo vide prendere la bacchetta e pronunciare un incantesimo sulla sua
stanza.
“Devo
spiegarti molte cose di me… e chiederti scusa se in altre circostanze ti ho
mentito” il suo sguardo sembrava vuoto. Fissava un punto imprecisato della
stanza cercando di farsi forza per trovare le parole giuste.
“Draco
ma cosa stai dicendo? Su cosa non sei stato sincero?” una nota d’impazienza e
di preoccupazione le fece vibrare la voce.
“Su
di me… su ciò che sono, o meglio sarò. Innanzi tutto ho messo un incantesimo di
protezione alla stanza in modo che nessuno a parte noi due possa venire a
conoscenza di ciò che ti sto dicendo…”
“Mi
fai preoccupare così…”
“Tranquilla..
è solo una cosa che riguarda me.. e la mia vita.” Draco raccontò ogni
particolare di ciò che aveva tenuto nascosto alla ragazza… tutto, la richiesta
che gli era stata fatta, l’incontro con Voldemort, ciò che sarebbe successo tra
poco tempo. La ragazza ascoltò ogni parola in silenzio.
“Brenda…
parlami… dimmi qualcosa… il tuo silenzio è uno strazio per me” incrociò i suoi
occhi con quelli castani della mora, in cui si aspettava di veder risplendere
come sempre le pagliuzze dorate… invece nulla. Erano vuoti. La ragazza sembrava
svuotata di ogni sentimento. Dopo un tempo che sembrò infinitamente lungo
parlò. Ma non erano parole di conforto quelle che gli diede.
“Solo
ora capisco gli occhi di Blasie puntati su di te ad Hogsmede… e l’ironia di
Piton… che ingenua sono stata. Tutto quello scempio l’ hai fatto tu…per di più
prendendomi in giro… mi tenevi stretta!!! E ora mi vieni a dire che grazie a
quello hai un posto nelle file più vicine di quello che tutti chiamate Signore
Oscuro… e ne sei felice… ti brillano gli occhi come ad un bambino… non so cosa
dirti Draco. Non ti rendi conto che sei immensamente stupido a cercare di
ottenere la gloria in questo modo… non si ottiene nulla schierandosi da una
parte o dall’altra… solo dolore per le perdite che subisci in una lotta tanto
assurda”
“Non
si può rimanere nel mezzo…”
“E
perché no? Chi me lo vieta?”
“Brenda
ho bisogno di sapere cosa pensi in proposito…”
“Draco
se pensi che sia felice di saperti mangiamorte preferito di Voldemort la mia
risposta è no. No e poi no. Non tollero che tu possa rischiare la vita così. È
stupido”
“Non
sai quel che dici. Non è stupido. Sarebbe stupido rimanere in mezzo, cambiare a
seconda di come gira il vento. Quello sarebbe da stupidi”
“Mi
dai della stupida quindi?”
“No
perché so che ti schiererai con me” aveva azzardato troppo. La sua altezzosità
era tornata e non certo in grande stile.
“Sei
troppo convinto Malfoy. Io non piego le mie idee. Non accetto il fatto che tu sarai un mangiamorte. Non riesco”
“Ma
è quello che sarò. Perciò non so cosa dirti.”
“Per
te è semplice? Mi butti addosso una tale cosa e cosa pretendi che faccia? Vuoi
che mi faccia marchiare anche io per dimostrarti come sono contenta??”
“Da
quando avrei dovuto decidere la mia vita a tavolino con te?!” Draco si stava
alterando. Sapeva con tutto se stesso che la ragazza aveva ragione. Non poteva
pretendere nulla da lei. Non dopo ciò che le aveva rivelato. Però il suo
orgoglio, il suo maledetto orgoglio gli impediva di accettare una cosa del
genere. Non la tollerava. Ammettere di aver sbagliato? Un Malfoy? Draco Malfoy?
No. Mai.
“Cosa
stai facendo?” le bloccò il braccio mentre la mora si stava alzando dal letto.
“Vado
via”
“Scappi da me? Se esci da quella porta non tornare più da me” aveva interpretato male quelle parole. Brenda non scappava da lui, voleva solo pensare. Da sola.
“Stai
sbagliando tutto Draco” altro fraintendimento.
“è
la mia vita!!! E non la passo certo all’ombra di chi si schiera e combatte al
posto mio! Prima o poi ti ritroverai a dover scegliere Brenda! Devi
affrontare la realtà!” la sua voce era ad un livello molto elevato, i suoi
occhi di ghiaccio mandavano scintille.
“Stai
tranquillo. Non dirò nulla a nessuno né di te né di Piton. Non sono mai stata
una spia… e non ho intenzione di diventarlo adesso. Io non rinuncio alle mie
idee. Se non puoi accettarlo allora addio Draco.” La porta si chiuse
con un tonfo sordo dietro di lei.
Era finita così? Possibile che il solo amore non riusciva a mantenerli insieme ugualmente? Draco dovette trattenersi dal distruggere l’intera stanza. Era furioso. Con Brenda, con se stesso, con il suo orgoglio, con la guerra… con il mondo intero.
Brenda corse via lontana da quelle parole che le avevano ferito il cuore, che l’avevano fatta soffrire. Che la facevano soffrire. Si può arrivare a tanto per orgoglio e ideali?
Trovò rifugio tra le braccia dell’amico Blasie che la cullò tutta la notte senza bisogno di chiederle il perché di tante lacrime e disperazione. Sapeva già tutto.