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Autore: Aching4perfection    24/01/2011    3 recensioni
-Lascia perdere gli elefanti rosa, io ce li ho in testa ancora adesso, e penso che stiano ballando la conga! Dai ragazze andiamo in cucina, ho bisogno di un caffè!
Così ci alzammo tutte e ci trasferimmo ciabattando in cucina, dove Hinata preparò premurosamente una massiccia dose di caffeina per tutte noi, che ci eravamo abbandonate intorno al tavolo boccheggiando come meduse spiaggiate.
-Allora Ino?- si rivolse a me la Hyuga versandomi il caffè nella tazza- ci vuoi dire perché l’amore fa schifo?
Presi un bel sorso di quella che ormai era diventata la mia droga e risposi biascicando le parole.
-Tanto per cominciare perché ha trasformato Ten in una pazza isterica che si sveglia allegra e pimpante di prima mattina
-Veramente é mezzogiorno e mezzo- s’intromise Sakura.
-Appunto e io che ho detto!
PROLOGO: QUI URGE UNA TATTICA
CAPITOLO UNO: LA TATTICA DELLA PREDA
CAPITOLO DUE: LA TATTICA DELL'ANIMA GEMELLA
CAPITOLO TRE: LA TATTICA DELLA GATTA MORTA
CAPITOLO QUATTRO: LA TATTICA DELLA DISPERAZIONE
EPILOGO: LA TATTICA DEL BASTARDO
Il prequel di Boom Demografico, come tutto accadde... cinque anni prima!
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Shikamaru Nara, Tenten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un gioco da ragazze'
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La tattica della disperazione

Sedevo in macchina, sul sedile posteriore, e reggendomi il mento con una mano guardavo distrattamente fuori dal finestrino, troppo stanca e delusa per pensare ad una qualsiasi cosa. Avevo provato ormai di tutto per conquistare quell’idiota di Shikamaru: avevo rinunciato alla mia personalità forte e dominante, avevo cercato di assumere i suoi stessi difetti, gli avevo sbattuto in faccia le mie grazie come un’oca, ed infine mi ero umiliata davanti a tutti...solo per rimanere esattamente al punto di partenza. E forse anche più indietro.
In fondo era solo colpa mia, povera stupida, che avevo deciso di sacrificare tutto per qualcuno che non dava il minimo segno di voler fare lo stesso per me. Tutte quelle palle che mi raccontavo sul fatto che in realtà eravamo destinati, che lui doveva solo aprire gli occhi...che certamente anche lui mi voleva con sè...solo ora mi rendevo conto di quanto fossero ingenue ed infantili.
Cominciai a nutrire un profondo odio per me stessa, l’unica responsabile della sofferenza che provavo in quel momento...dopo il mio “spettacolo” alla festa di Lee mezza Konoha sbavava per me...e non mi ero mai sentita così brutta.
Avevo tre amiche stupende pronte a consolarmi...e non mi ero mai sentita così sola.
Era piena estate...e sentivo così tanto freddo...
Avevo preso tutte le precedenti sconfitte come una sfida, e mi ci ero fatta su una risata con le mie amiche, divertendomi ad ideare nuovi piani, quasi come se fosse una partita a begemon, ma questa volta qualcosa dentro di me si era spezzata, e non riuscivo a trovare il modo di rimetterla insieme.
-Allora sicuri che volete tornare a casa subito?
Il povero Choji, già seduto al posto di guida con le mani sul volante, non si rassegnava all’idea di dover abbandonare la festa per colpa di uno Shikamaru troppo stanco e di una Ino troppo bagnata.
-Si Cho, mi dispiace portarti via, ma muoio di sonno e sei tu quello con la macchina
Biascicò Nara con voce impastata.
-Ok...ma sappi che mi devi un favore Shika!
-Si, si va bene, io salgo davanti!
Non feci nemmeno caso al fatto che non avesse voluto sedersi vicino a me.
-Ah Ino, quasi dimenticavo...
“Oddio mi ha rivolto la parola, che emozione...”pensai infastidita.
-I tuoi mi hanno chiesto di tenerti d’occhio visto che stanotte sono fuori città, quindi dormo da te.
Sentendo quelle parole non riuscii a trattenere una lacrima, che da tempo si nascondeva dietro i miei occhi, mentre nella mia testa scandivo forte e chiaro un bel VAFFANCULO. Shika aveva dormito da me almeno un milione di volte, ma proprio stanotte...oltre al danno la beffa! Ricordo, però, che nonostante avessi il morale completamente a terra riuscii anche in quella circostanza a trovare il lato divertente:i miei avevano fatto bene a mandare Shika a farmi la guardia, visto che si poteva star certi che non mi avrebbe mai toccata nemmeno con un dito!
-Ok...-risposi distrattamente, mentre dentro la mia testa maledicevo mio padre per essere un geloso ed iperprotettivo troglodita, e mia madre per avermi partorita ed avermi data in pasto al mondo.
Il viaggio fu molto silenzioso, e passò tutto sommato abbastanza in fretta, così in breve fummo davanti a casa mia e Choji fermò l’auto con una brusca frenata da neopatentato.
-Ecco la vostra fermata signori!-esclamò con un sorriso.
-Si buona notte-accennò frettolosamente Shika.
Io non dissi niente e scesi dall’auto.
Ora che ci ripenso in effetti non siamo stati molto carini col povero Choji...
Il nostro amico ripartì non troppo sorpreso del nostro atteggiamento, ed io entrai veloce in casa, ansiosa di togliermi quel vestito trasparente, che ormai non faceva altro che imbarazzarmi, e di infilarmi la mia bella camicia da notte color puffo con su i tre porcellini.
Andai diretta in camera mia e mi cambiai in fretta e furia senza nemmeno preoccuparmi di struccarmi, per poi tornare in soggiorno, dove Shika stava facendo uno spuntino in tutta tranquillità, con la fastidiosa noncuranza di chi si sente a casa sua.
Aprii l’anta del mobile vicino alla porta della cucina e ne estrassi coperta e cuscino, che allungai stizzita a Shikamru.
-Dormi sul divano no?
Mi guardò con aria sprezzante.
-Ovvio, se l’alternativa è dormire con te...
Solita battuta, momento sbagliato.
-Vaffanculo Nara!
Feci per andarmene, ma venni trattenuta con forza per un braccio.
-Ehy che ti prende?
La mano di Shika che mi stringeva mi fece salire un intenso calore alle guance, ed anche una forte rabbia, perchè era evidente che ancora non avevo capito di non avere speranze.
-Niente scusa...-mi forzai a rispondere-è che sono davvero stanca...
-Va bene- disse lui lasciando la presa -allora buona notte miss maglietta bagnata!
Mi mostrò il suo ghigno beffardo, tutto fiero dello spassoso appellativo che si era inventato...tronfio ed insensibile pallone gonfiato! Quanto lo odiavo! Ma proprio mentre mi preparavo a lanciargli contro imprecazioni di ogni sorta, ecco che lui mi prese il viso fra le mani e mi posò un bacio sulla fronte.
Era un gesto che poche altre volte aveva fatto,durante le missioni, quando le cose si mettevano male, e che mi aveva sempre fatto sentire al sicuro da ogni pericolo...non avrei mai pensato, a quei tempi, che un giorno quel piccolo bacio mi avrebbe spaventato più di ogni trappola, o nemico.
Mi stava succedendo ancora: la vista che si annebbiava, le ginocchia che cedevano, le guance che avvampavano, il cuore che palpitava...
Sentivo che dovevo avvicinarmi a lui, dovevo toccarlo e strigerlo, dovevo afferrargli la maglietta e baciarlo con passione e...e dovevo fare una doccia fredda e piantarla.
-B...buona notte Shika...
Mi liberai in fretta dalla sua presa e me ne andai di sopra, arrivando in camera con la chiara sensazione di avere una morsa al petto, petto che ormai era stato ammirato e apprezzato da tutta Konoha...o quasi...
Ero distrutta, così mi infilai subito sotto le lenzuola, desiderosa di cadere al più presto nell’oblio del sonno, le cui proprietà curative e distensive mi erano state spesso decantate dal caro testa d’ananas; ma Morfeo tardava ad arrivare, lasciandomi in balia dei miei pensieri e dei sogni a cui sapevo di dover rinunciare.

Scoccarono le 4:00. Ancora non ero riuscita a chiudere occhio e cominciavo ormai a perdere le speranze di trovare un po’ di pace, così mi misi a sedere sul letto e presi a guardare la luna fuori dalla finestra, pensando che in quel momento ciò che più mi serviva era un amico...un amico come quello che ora dormiva al piano di sotto. Shika mi aveva sempre aiutata, e persino in quella situazione sentivo che l’unica cosa che mi avrebbe consolato sarebbe stata piangere un po’ sulla sua spalla e poi prenderlo in giro.
La cosa più brutta quando ci si innamora del proprio migliore amico, è che se questo non ricambia, hai perso in una botta sola l’uomo dei sogni e l’amico del cuore...quando si dice sbancare! Spostai lo sguardo verso la porta, ripetendomi ancora una volta quanto fossi stata cretina ad innamorarmi proprio di lui, e non so perchè cominciai a sentire come un battito regolare nel corridoio, che diventeva man mano più forte e chiaro...non mi ci volle molto per realizzare che erano dei passi che si avvicinavano.
Il cuore mi saltò in gola. Non avevo più speranze, ma il pensiero che Nara potesse entrare nella mia camera in quel preciso istante mi agitava troppo; sarebbe stato l’ennesimo colpo basso di una serata fin troppo crudele...il destino non poteva essere così spietato.
-Disturbo?-Esordì Shika aprendo la porta.
Ti sottovaluto sempre bastardo d’un fato!
-No non disturbi, tanto non riuscivo a dormire...che ci fai qui?
Shika entrò nella stanza e si lasciò cadere pesantemente sul letto.
-Ho dormito troppo alla festa e ora non ho sonno-“Si me ne sono accorta che dormivi Mr libido a zero”!
-quindi ho pensato di venire a darti un po’ il tormento!
-Sono lusingata che tu abbia pensato a me! Ma ti avviso se mi viene sonno tu finisci fuori a calci nel sedere!
Il che tradotto voleva dire:”rimani solo finchè starti vicino senza saltarti addosso non mi sarà diventato insopportabile”.
-Ok ok...allora mi dica miss maglietta bagnata, come ci si sente ad essere la nuova musa ispiratrice delle fantasie di tutti gli adolescenti perversi del villaggio?
“Sarebbe meglio se fra quegli adolescenti perversi ci fossi anche tu” pensai, ma trattenni la lingua e mi limitai a rispondere con una smorfia.
-Guarda, ringrazio solo che fra quegli adolescenti perversi non ci fossi anche tu!
Mentii spudoratamente.
Shika mi fece una faccia schifata e facendo il gesto di coprirsi gli occhi esclamò:
-Per carità ringrazio anche io, anzi: la prossima volta vedi di coprirti un po’ di più che non ci tengo a rivedere il tuo perizoma fucsia.
Non appena ebbi udito quelle parole una lucetta si accese nella mia testa: una parola, anzi una sillaba della frase pronunciata da Shika catturò la mia attenzione, facendomi pensare che forse il caro vecchio amico mi stesse nascondendo qualcosa...’sto infame....
-In che senso...RIvedere?
Testa d’ananas incollò lo sguardo sull’armadio di fronte a lui, sgranò gli occhi e ammutolì all’istante, avvalorando così la mia tesi.
-Ehy Nara? C’è forse qualcosa che vorresti dirmi?
Chiesi inquisitoria.
-I..io? Nooo...
-Shika!?!
-Che c’è?!
Shikamaru cominciò a guardarsi in giro cercando di evitare i miei occhi.
-Hai ridipinto il soffitto per caso? No, perchè è un colore molto bello...
-SHIKA!!??
Mi alzai in piedi sul materasso e puntai i pugni sui fianchi indirizzando al ragazzo uno sguardo di fuoco, al chè Shika decise finalmente di abbandonare ogni resistenza, e così cantò come un uccellino.
-E va bene! Ti ho vista anche io! Scusami se volevo risparmiarti l’imbarazzo di essere stata vista seminuda dall’amico di infanzia con cui condividevi il calippo!
Quella rivelazione produsse in me una reazione inaspettata: gli occhi mi si inumidirono, e sentii il bisogno di scappare via e di nascondermi alla vista di Shikamaru; lui mi aveva vista, ma non mi voleva, e questo non faceva altro che umiliarmi ancor di più.
Mi alzai in fretta dal letto ed uscii dalla stanza sotto lo sguardo interrogativo di Shika, mi lanciai giù per le scale, ed attraversata di corsa tutta la casa, uscii in giardino ansiosa di prendere una boccata d’ossigeno. Le notti d’estate erano incantevoli: avevano un profumo esotico, profumo di mare e di fresco, la brezza era frizzante e paradisiaca dopo una giornata di caldo, e tutto sembrava così tranquillo eppure così attraente in quell’atmosfera...forse è per questo che mi piaceva Shika...lui era come quelle sere di inizio estate:pigro, svogliato,placido...eppure sembrava avere un non so che di magnetico che attraeva tutto ciò che lo circondava, come un buco nero...La sua pelle era sempre fresca, ed il suo odore pungente ed inebriante...sapeva di fumo e di fiori.
Proprio mentre pensavo a quel profumo cominciai a sentirlo davvero; proveniva dalle mie spalle e giungeva a me accompagnato da una piccola nuvoletta grigia.
-Ehy Yamanaka...
Sussurrò greve Nara prendendo un tiro di sigaretta e rimettendosi in tasca l’accendino.
-La devi smettere di fare queste uscite teatrali...
Il solo suono della sua voce profonda mi faceva mancare il respiro.
-Perchè sei scappata così? Per caso ti ho offesa?
Non risposi. Ci provai, lo giuro, ma non mi riuscii.
-Guarda che non devi sentirti in imbarazzo perchè ti ho vista alla festa...sono io...
Già sei tu...il mio amico d’infanzia, quell’insopportabile moccioso che mi sfotte sempre e poi d’un tratto diventa un uomo e mi salva da ogni pericolo. Ma questa volta non puoi salvarmi...perchè è da te che sto scappando.
-Ino...
Dio sa quanto avrei voluto rispondergli e far tornare tutto alla normalità...ma non potevo, tutto l’amore che provavo si era trasformato in sofferenza e mi stava consumando...un altro giorno così e sarei esplosa.
Non feci neanche in tempo a sentire i passi di Shika sull’erba che si avvicinavano, che d’improvviso mi ritrovai le sue braccia avvinghiate intorno alla vita, e il suo viso premuto sul mio collo. Il suo respiro mi solleticava la nuca mentre si impadroniva dell’odore dei miei capelli donandomi in cambio quello del fumo.
-Ino...probabilmente combinerò un casino...ma devi sapere...
La sua voce era grave e fioca, quasi sofferente...un po’ come sarebbe stata la mia se fossi riuscita a parlare.
-Devi sapere che ho mentito: non è vero che sono io, non è vero che sono come quando eravamo piccoli, sono cambiato e non in meglio.
Ero spaventata dalle sue parole, ed ero spaventata dalle sue mani su di me.
-Io ti ho sempre protetta, ti ho difesa, ti ho amata come una sorella...ora quando ti sto vicino mi sento come il lupo cattivo...non sono più io...sono malato...ti penso in un modo in cui non dovrei pensarti...
La sua voce si fece più simile ad un sospiro, e sentii le sue mani cominciare a muoversi e spostarsi lungo il mio corpo facendomi salire un violento rossore alle guance.
-Io non sono più tuo amico...dovresti avere paura di me, perchè oggi non ti ho solo vista...io ti ho guardata...ho osservato ogni singola goccia d’acqua che scivolava sul tuo corpo..
Prese a sollevare l’orlo della mia camicia da notte con una mano, mentre con l’altra saliva dal ventre al mio petto.
-Ho osservato la stoffa che aderiva al tuo seno...i capelli che ti cadevano sulla schiena...ho osservato come la tua biancheria traspariva da sotto al vestito...
Ora mi stava toccando...mi toccava il seno e la coscia...mentre io sentivo il cuore pulsare talmente forte da stordirmi...mi sentivo come ubriaca...
-Non devi più fidarti di me Ino...io non sono lo stesso...lo Shikamaru che ero non si comporterebbe così...
Quando sentii la mano che aveva poggiato sulla mia coscia toccarmi l’orlo degli slip per un istante tutto si fermò...non sentii più alcun rumore, sentivo solo il sangue che mi pulsava violentemente nelle tempie, e quelle dita di uomo che procedevano sicure sulla mia pelle tremante.
Mi lasciai sfuggire un piccolo gemito, e fu come se avessi innescato una bomba. Shikamaru cominciò a baciarmi il collo e l’orecchio destro, mentre si stringeva sempre più a me, facendomi sentire piccola, incapace di opporre resistenza. “Non fidarti di me” continuava a sussurrare...ma anche con tutta la paura che avevo non potevo fare a meno di fidarmi di lui.
Mi prese per le spalle e mi girò, facendomi ritrovare faccia a faccia con lui. Lo guardai terrorizzata...guardai il suo viso, i suoi occhi, i suoi capelli, le sue spalle...anche io ero malata...
Allungai titubante una mano e gli carezzai il viso, mentre lui piegava la testa da un lato socchiudendo gli occhi, per meglio far aderire la sua guancia alla mia mano.
Lì smisi di avere paura, e finalmente riuscii a dire:
-Anch’io
Non servì aggiungere altro:Shika mi trascinò giù sul prato e si mise sopra di me, mi baciò tutta, mi accarezzò tutta, ed io feci lo stesso, e ci stringemmo con violenza l’uno all’altra, fino a perdere le testa e raggiungere il limite.

Un’ora dopo giacevamo ancora sdraiati sul prato, io messa su un fianco e lui dietro di me che mi abbracciava. Il sole cominciava a sorgere ed i miei occhi cominciavano a chiudersi. Ce l’avevo fatta: testa d’ananas era finalmente mio...

********Note Dell'autrice********

Buona sera a tutti.
Siamo finalmente giunti alla tanto attesa tattica personale della Yamanaka, che si è rivelata "sorprendentemente" vincente!
Ma la storia non finisce qui, nono!
Manca ancora una tattica, non è tanto difficile scoprire di chi sia, magari lo sarà un pò di più per quanto riguarda la sua fonte d'ispirazione!
Ci rivedremo al prossimo, e ahimè ultimo, capitolo!

Grazie infinite a coloro che sono stati così gentili da voler recensire questo capitolo. Grazie mille a coloro che hanno già inserito la storia tra i seguiti e le preferite e, ovviamente, a chi a deciso di passare per dare una sbirciatina al parto del mio bisogno impellente di scrivere!

Kiss by Aching4perfection!

   
 
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