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Autore: magicwally    24/01/2011    10 recensioni
Lo avevo lasciato 3 anni fa , e ora, me lo trovavo davanti.
Bello più che mai.
Ma lui non doveva tornare nella mia vita, non doveva sapere.
SCUSATE PRIMA FAN-FICTION, SIATE CLEMENTI. GRAZIE
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 ECCOMI! SCUSATE IL CAPITOLO E’ STATO SCRITTO DI CORSA. NON HO RILETTO NULLA, QUINDI SE CI SONO DEGLI ERRORI MI SCUSO INFINITAMENTE.
 
COME SEMPRE , VOGLIO RINGRAZIARE LE PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO, MESSO TRA LE PREFERITE, SEGUITE, RICORDATE,AUTORI PREFERITI E ANCHE A QUELLE PERSONE SILENZIOSE CHE SONO PASSATE A LEGGERE LA MIA STORIA. FA SEMPRE PIACERE.
 
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE ALLE 11 PERSONE CHE MI HANNO RECENSITO LO SCORSO CAPITOLO.
GRAZIE DI CUORE, SIETE FANTASTICHE
 
Capitolo 11
 
Pov.Edward
 
 
Sono un emerito idiota.
Ho nella mente ancora la sua frase  “si... Edward. Non hai capito male ...sono i tuoi figli” , lei, la mia Bella mi ha donato tre fantastici bambini. Ed io cos’ho fatto? L’ho fatta allontanare da me, per l’ennesima volta. Tutto per il mio essere geloso, si perché sono infinitamente geloso di lei. Al pensiero di un altro uomo che l’abbia potuta toccare, sfiorare, amare... mi fa andare il sangue alla testa. Lei è solo mia e di nessun altro.
Ma cosa vado a pensare? Sono stato io il primo a tradire!
Ora devo rimediare al mio ennesimo errore. Chissà dov’è andata?
 
Tutti mi guardano nessuno ha il coraggio di dire niente. Sento arrivare una persona
-Claudio... Claudio... cos’è successo? Ho visto Marie andare via con i bambini...- la guardo e non capisco chi possa essere
-Anna... è successo che...- e mi indica – il signore qui presente...- mi fulmina con lo sguardo           – quando ha visto i figli di Marie si è scaldato un po’, i bimbi si sono spaventati e dopo che lei gli ha comunicato che “sono i suoi figli” ha pensato di andare via. Ha agito in questo modo perché erano veramente spaventati- mi guarda minaccioso
-mi... dispiace, non ho scusanti per il mio comportamento...- mi tolgo il mio travestimento, non lo sopporto proprio più – ora vorrei solo sapere dove potrebbe essere andata. Vorrei poter parlare con lei. Scusarmi- non faccio altro che passarmi le mani nei capelli. Se potessi me li strapperei tutti. Sono un emerito cretino all’ennesima potenza.
-Claudio... per favore- sospiro – dimmi dove potrebbe essere andata?- se fosse necessario mi metterò in ginocchio pur di sapere dov’è.
-Edward... devi capire che Marie ha sofferto tanto. Solo i bambini le hanno permesso di condurre una vita normale.- mi si avvicina e mi fa segno di sedermi. Ora ha tutta la mia attenzione, come del resto la mia famiglia.
-ora vi accenno a qualche dettaglio della vita di Marie... anche se non dovrei, dovrebbe essere lei a parlarne... ma questo che vi dirò non è nulla che non si possa dire...- guarda la signora si sorridono –allora... come dicevo prima, Marie ha sofferto tanto, e solo i suoi piccoli le hanno permesso di andare avanti. Quando l’abbiamo conosciuta, era sola e spaventata, con questo enorme pancione. L’abbiamo conosciuta in ospedale, era lì per dei controlli. Piano piano abbiamo iniziato a parlare, lei era in cerca di un  lavoro come interprete e ci chiedeva se conoscevamo un posto dove potesse andare a fare domanda. Ma, nel suo stato nessuno l’avrebbe assunata- a queste sue parole impreco – le abbiamo fatto capire che non si doveva preoccupare. Con il mio lavoro di avvocato, avevo molte conoscenze, e piano piano sono riuscito a trovarle da lavorare. Prima come traduttrice di scritti, così in quel modo poteva lavorare da casa, salutarmente come interprete a convegni, riunioni. Successivamente al parto, grazie alle conoscenze che aveva avuto prima è riuscita a farsi una posizione. È una donna fantastica che nonostante tutto, è riuscita ad andare avanti. Anche quando i suoi genitori l’hanno abbandonata a se stessa... – a questa notizia sobbalzo sulla sedia
-come l’hanno abbandonata a se stessa?- chiedo allarmato
-di questo...  se te ne vorrà parlare , te ne parlerà lei. Non spetta a me...- mi sfida con lo sguardo.
Quanto male le ho inflitto? Tanto!
-va bene... se vorrà me ne parlerà lei- ora mi alzo, lo guardo in volto – ora vorrei sapere solo se sta bene e sapere dov’è-
-Claudio... forse è andata a casa. Lo sai che per lei è l’unico posto dove sta bene.- ma io questa donna ladoro!
-scusate... e dove abita?- chiedo impaziente
-aspetta... prima provo a telefonarle- mi comunica Claudio
-Marie... dove sei? Siamo tutti preoccupati- sembra sollevato
-ok va bene... arrivo subito- mi guarda- anzi arriviamo subito. Viene con me anche Edward...- sembra sollevato, forse la risposta che le ha dato non è negativa
-dai andiamo Edward... ci sta aspettando- si alza e mi fa segno di seguirlo
-Edward... non fare come al tuo solito- questa è Alice- connetti il cervello prima di parlare- mi unta un dito sul petto – sono stata chiara! Non rovinare tutto come tuo solito- mi abbraccia e mi bacia
-ok... Alice te lo prometto- guardo tutti gli altri e mi avvio con Claudio. Speriamo bene.
 
Dopo un tempo che a me pare lunghissimo arriviamo sotto a una piccola palazzina. Finalmente vedo dove vive la mia vita.
Scendo dalla macchina, sono agitato.
Vedo che Claudio prende delle chiavi e apre il portone. Allora stanno insieme? Perché ha le chiavi di casa di Bella? Ok. ok. Calmati Edward. Come ha detto Alice, colleghiamo il cervello prima di parlare e stai calmo. Forse non è come sembra.
Saliamo le scale, apre una porta, entra, mi fa segno di seguirlo.
Finalmente sono in casa sua. Finalmente sono nel suo regno, quel regno, che per colpa mia mi è stato negato negli ultimi tre anni.
 
 
Pov.Bella
 
Sono agitata. Claudio sta arrivando a casa mia con Edward, sta venendo nella mia casa, per fortuna che i piccoli si sono calmati.
Ho spiegato loro, che non era successo niente, e che Edward non gli avrebbe fatto nulla ne a loro ne alla loro mamma.
Ora sono qui in salotto con me, siamo accoccolati sul divano, alla televisione i loro cartoni animati preferiti, ma loro non li guardano. Mi stanno coccolando, gli sono mancata tanto in questi giorni.
Sento aprire la porta , mi volto e lo vedo. Mi guarda, è imbarazzato, abbozza una sorta di sorriso e abbassa lo sguardo fino ad incontrare tre paia di occhietti vispi che lo scrutano profondamente.
 
Thomas si alza dal divano seguito a ruota dalle sorelle e si avvicinano a Edward , lo scrutano attentamente  -e tu chi saesti?- chiede curioso Thomas – e pecchè pima hai guaddato male la mia mama?- è troppo buffo, vedo che anche Lizzie e Sop si mettono sul piede di guerra, appoggiano le manine sui fianchi, gonfiano le guance –si pecchè’- anche loro vogliono sapere.
Edward li guarda, non sa come comportarsi, mi guarda e io lo incito a rispondere
-ehm... bambini... – si abbassa per guardarli, il suo sguardo ora è pieno d’amore – scusate, prometto che non lo farò più- sorride, mi guarda – scusa anche a te Bella, mi dispiace infinitamente- da una carezza a ogni bimbo e si alza.
Non sa come comportarsi, per fortuna interviene Claudio
-bambini che ne dite se andiamo al parco? Magari dopo ci raggiunge anche la mamma?- mi guarda e approvo la sua idea.
-Thomas,Elisabeth e Sophie andate con Claudio, ora la mamma ha da fare, dopo vi raggiungo- li abbraccio, nel mentre Claudio ha preso le loro giacche a li aiuta a vestire e si avviano verso l’uscita.
- Edward... vedi di giocarti bene questa possibilità...- lo avvisa Claudio, prende i bimbi e se ne va.
 
Rimaniamo alcuni minuti in silenzio. Faccio segno ad Edward di sedersi sulla poltrona, vedo che esita quindi lo incito ulteriormente.
Il momento della verità, finalmente è arrivato.
-Edward... – mi ferma
-no... Bella... scusa per prima- mi guarda dolcemente- non ho scusanti. Non dovevo comportarmi così davanti a dei bambini piccoli, e comunque, in ogni caso non mi dovevo comportare così- si alza. Non riesce a stare seduto.
-ti chiedo soltanto... perché? Perché non me lo hai detto?- mi si avvicina e scuote la testa
-cosa ti dovevo dire Edward? Tu avevi la tua vita, avevi il tuo successo-prendo un grosso sospiro     -ed io... non ne facevo più parte. Non ne facevo più parte da quando tu hai iniziato quel lavoro- ora lo guardo seriamente .
-no... Bella perché dici così? Non è assolutamente vero!- ora si è messo a sedere di fianco a me.
-non è cosi? Non dire assurdità Edward! Le foto, anzi la foto lo dimostrava molto bene- ora sono io che mi alzo, non riesco a rimanergli vicina. –puoi negarlo? Io penso proprio di no!-
-Bella... non sai...-
-cosa non so? So solo che quella foto ti ritrae mentre tu stai baciando appassionatamente Megan, mi sto sbagliando forse?- lo fulmino con lo sguardo
-Bella... hai ragione. Ho baciato Megan quella sera...- ora si alza anche lui e si avvicina alla finestra.
-beh... menomale che l’ammetti! Ma tu in pochi minuti hai distrutto tutto. Tutto!- esclamo -non ti sei minimamente ricordato che a casa avevi una moglie, dei doveri e in particolar modo... mi hai ferito profondamente- vado in cucina e mi verso da bere, torno da lui e continuo con il mio sfogo- cosa dovevo fare? Far finta di niente?-lo guardo, ma lui non reagisce è fermo immobile, si vede solo la mascella che è contratta- no... Edward, forse avrò sbagliato a scappare, ma in quel momento mi è sembrata l’unica soluzione possibile. Speravo che con il passare dei giorni tu potessi cambiare atteggiamento, ma le foto di voi due insieme, sorridenti e felici, continuavano a girare sul web. Quindi secondo te cosa dovevo fare?- ora sono a pochi passi da lui, e lui continua a non avere reazione – quindi ho capito cheio per te non ero più nulla. Non ero abbastanza...- ora non ce la faccio più e scoppio a piangere e sprofondo nel divano.
Sento due braccia che mi avvolgono – no... Bella... tu... non sai...- sospira – ci è stato fatto tanto male, alcune persone invidiose del nostro amore, ci hanno diviso...- ora mi guarda, vedo che anche lui sta piangendo. Ci abbracciamo a vicenda.
-raccontami tutto... da quando mi hai lasciato- mi chiede a fil di voce
Lo guardo, il suo bellissimo sguardo, due occhi verdi, meravigliosi mi incitano a raccontare il tutto.
 
-ok... allora... dopo che ho visto quella foto su internet, non ci ho pensato molto e ho fatto la valigia e ho preso il primo volo disponibile, destinazione Roma- prendo coraggio e continuo il mio racconto
-arrivata in città inizialmente ho alloggiato in una piccola pensioncina, poi ho iniziato a lavorare saltuariamente. Dopo due mesi, mi sono sentita male e sono dovuta ricorrere al pronto soccorso. Stavo veramente male- mi prende le mani e me le stringe – lì ho saputo di essere incinta di tre mesi. Mi hanno fatto l’ecografia e scoperto di aspettare tre gemelli. Ero molto combattuta se dirtelo o meno. Avevo pensato che prima o poi te lo avrei detto- sospiro – ma un giorno ero a Cinecittà per fare da interprete quando ho incontrato...- non riesco a continuare
-chi hai incontrato Bella- mi guarda, è molto serio
-ho... incontrato Tanya Denali...-
-e... cosa ti ha detto Tanya?- ora ha emesso un ringhio, sembra molto alterato da quando ha sentito quel nome. Anche Alice aveva imprecato a quel nome. Cosa c’è sotto? Mah... lo scoprirò
- Tanya Denali... l’ho incontrata a una convention e mi ha riconosciuta. Quando si è accorta che ero incinta, mi si è avvicinata e mi ha detto “se provi a dirlo a Edward sei morta. Lui è mio! Non gli rovinare la vita! Tanto lui ti ha già scordata. Si è rifatto una vita con la sua Megan e pensa che abitano addirittura nella vostra casa! E quando finirà questa storia, perché finirà. Farò in modo che lui sia mio. Chiaro! Non. Ti . avvicinare. A .lui.!  Se lo farai, potrebbe capitarti qualcosa di brutto a te... o alla creatura che porti in grembo” – lo guardo è veramente arrabbiato
-e tu... naturalmente le hai creduto, vero?-
-cosa potevo fare? Le foto che giravano sul web confermavano le sue parole. Era uscito anche l’annuncio che Megan era incinta, ma che non si sapeva chi fosse il padre. Cosa avrei dovuto pensare? Quando tutte le foto che ti riguardavano, tu eri sempre in sua compagnia? Lo puoi negare?–
-no... è vero... ero sempre in sua compagnia... ma tra noi, oltre a quel bacio non c’è mai stato nulla, alla fine l’ho saputo...- dichiara amareggiato
-come... alla fine l’hai saputo? Non capisco...-
-dopo ti spiego... ora continua tu- mi sorride
-ok... allora dopo quella minaccia e le foto che continuavano a girare, ho ritenuto che fosse meglio non dirti nulla... non volevo rovinarti la vita, e in particolar modo, la sua minaccia mi aveva veramente spaventata, quindi decisi di non dirti nulla.  Anche i miei genitori non sapevano della mia gravidanza. Per fortuna ho incontrato delle persone splendide che mi hanno aiutato molto...- guardo fuori dalla finestra come a evocare quei giorni.
-ho incontrato Claudio in ospedale, ero andata per dei controlli, e così ci siamo messi a parlare, e venne fuori che mi poteva aiutare con il lavoro, certo inizialmente non era niente di che... poi grazie anche a qualche persona che avevo conosciuto frequentando Cinecittà risultò molto utile. Alla fine il tuo lavoro mi aveva allontanato da te, ma allo stesso tempo mi dava da vivere- mi allontano da lui, vago per la stanza e continuo la mia storia.
-dopo la nascita dei gemelli, informai i miei genitori dell’evento. Solo mio padre sapeva dov’ero. Arrivarono immediatamente, mia madre si fermò qui per alcuni mesi, poi tornò in America... d’allora non li ho più visti. Ci sentiamo ogni tanto, in particolar modo per le feste e poco altro. Sono arrabbiati con me perché non ti ho voluto dire dei piccoli. Avevano ragione... ma a quel tempo la pensavo così- mi volto e lo guardo, è molto serio
-comunque... grazie alle conoscenze che avevo avuto , riuscii ad aprire l’agenzia di interpreti. Inizialmente mi aiutò Claudio, mi prestò il denaro necessario per avviare l’attività.- a questa notizia mi interrompe- ma... Bella... perché non hai chiesto a ME quei soldi? Era mio diritto aiutarti, nonostante tutto- lo fermo immediatamente
-no... Edward... tu ormai non facevi più parte della mia vita, dovevo farcela con le mie sole forze-
-ma... Bella...-
-No! Edward... lasciami finire. Claudio mi prestò il capitale iniziale per l’attività, mi aiutò con le pratiche legali anche per il mio soggiorno in Italia, e grazie alle sue conoscenze riuscii in breve tempo ad avviare il mio lavoro. All’inizio non fu facile, ma piano piano l’attività è decollata. Sono riuscita nel giro di diciotto mesi a restituire tutto il mio debito. Ora ho una impiegata che è anche una mia carissima amica, Laura, e in più mi avvalgo di fidati collaboratori esterni, come quest’ultimo incarico. Ho trovato quest’appartamento in affitto, anche se il mio desiderio è di riuscire a comprare una piccola casa con giardino, ma non è facile. Per ora va bene così. Il resto lo sai...- finalmente ho raccontato tutto. Sono come svuotata. Mi sento più leggera.
 
Pov. Edward
 
È veramente fantastica. Nonostante abbia partorito tre fantastici bambini, è riuscita a realizzarsi.
E tutto questo l’ha fatto solo con le sue forze e grazie all’aiuto di amici.
Ma Claudio per lei cos’è?
Perché è così protettivo nei suoi confronti? E nei bambini? È il suo nuovo compagno? No! Non ci posso credere. Ma lei aveva tutto il diritto di rifarsi una vita, quella vita che ci hanno negato di vivere insieme.
 
-Claudio che cos’è per te?- chiedo diretto, senza giri di parole
-Edward... come ti ho già detto è solo un caro amico-
-quanto caro?-
Ora il suo sguardo e divertito – Edward... tu cosa pensi che sia?- mi chiede ridendo sotto i baffi
-oh... smettila Bella... sai benissimo cosa voglio dire... è il tuo compagno?- sto tremando, aspetto con terrore la sua risposta.
-sai Edward... per come ti sei comportato con me... non dovrei risponderti, e non ti rispondo. Voglio che ci arrivi tu, da solo- ribatte decisa – ora vorrei sapere la tua versione, se non ti è di troppo disturbo- nella sua voce si nota una punta di ironia.
-ok... come sai in quel periodo ero molto impegnato-
-tanto impegnato... che non avevi nemmeno il tempo di telefonarmi e nemmeno di rispondere ai miei messaggi o mail che ti inviavo...- l’interrompo
-quali messaggi e quali mail?- chiedo sospettoso, non ho mai ricevuto mail o messaggi da lei nell’ultimo periodo del nostro rapporto. Strano molto strano.
-come non hai ricevuto i miei messaggi o mail? Tutti i giorni te ne inviavo, io ti credevo quando mi dicevi che eri impegnato. Pensavo che almeno alla sera prima di andare a dormire saresti riuscito a rispondere a qualcosa , ma ho aspettato invano. Solo una qualche sporadica telefonata da parte tua e sempre di fretta. Se ti ricordi c’era sempre Tanya che ti stava attaccata come una cozza e continuamente ti ricordava che non c’era tempo per stare al telefono e che ci saremmo parlati quando saresti rientrato L.A.- i suoi occhi sono pieni di odio, non capisco se verso me o verso Tanya...
Ammetto tutto, non so da dove incominciare. Quello che sto per dirle la sconvolgerà ulteriormente e molto probabilmente si allontanerà da me ancora di più. Forse addirittura continuerà con la storia del divorzio, ed al quel punto non potrò fare altro che acconsentire. Staremo a vedere come si evolverà la situazione.
-Bella... quello che ho da dirti sarà molto doloroso per te- lascio in sospeso la frase, tanto che voglio che capisca quello che voglio dirle – per favore, non mi interrompere e soprattutto fammi arrivare fino alla fine. Ok- chiedo timoroso
-ok...- non è molto convinta – fino alla fine...- sospira e mi fa segno di continuare
 
-quella sera eravamo stati a una festa, avevo bevuto molto, la tua mancanza era insostenibile, avevo una voglia matta di rivederti. Di sentirti, di abbracciarti e baciarti...- mi siedo accanto a lei che nel frattempo si era accoccolata sul divano – Tanya mi ha pressato per tutta la serata, dovevo far sembrare che tra me e Megan ci fosse del tenero, io continuavo a dire di no nel modo più assoluto, e ho iniziato a bere sempre di più. Al rientro in hotel non stavo più in piedi, tanto che Megan se ne approfittò... fuori dalla porta della mia camera mi baciò, non fui abbastanza veloce da sfuggire al suo assalto. Appostato e nascosto c’era un paparazzo che prontamente non si è fatto scappare lo scoop...- sono nervosissimo, lei è un pezzo di ghiaccio, non si muove, appena si nota che respira – alla luce del flash, Megan mi fa entrare in camera e mi si buttò addosso, riuscii a mandarla via dalla camera, non so come ma ci riuscii. Il mattino dopo, quando mi svegliai, mi trovai a letto nudo e affianco a me c’era una persona. Credimi Bella... NON.HO.FATTO.NULLA. ma questa verità l’ho scoperta solo di recente- mi sta trucidando con lo sguardo, non so se riuscirò a continuare. Rimango alcuni minuti in silenzio e le chiedo – posso continuare... o mi fermo- chiedo con timore, lei fa segno di continuare.
- la persona al mio fianco era... Megan.- vedo che sussulta sul divano, si alza e inizia a girare per la stanza, sembra che il fumo gli esca dalle orecchie.
-quindi... quello che dicevano i giornali... era vero?- è delusa amareggiata, il suo sguardo è spento.
-no... o meglio... era quello che Tanya voleva che si sapesse.- la guardo – quando quella mattina mi sono svegliato e me la sono trovata nel letto lei mi ha comunicato che era stata una notte di fuoco. Ma io non ricordavo assolutamente nulla... non potevo credere di averti tradito così...- ora ha le lacrime agli occhi, la raggiungo e l’abbraccio – fammi finire... fino alla fine ok?- asserisce con la testa e continuo- era talmente convincente che alla fine le ho creduto. A un certo punto mi squilla il cellulare è Alice che mi comunica che c’è una foto che circola su internet del bacio della sera prima–
E mentre le racconto tutto quello che è successo inizio a tremare,
così ha inizio il mio flashback
 
 -Alice... non è possibile... – nel mentre dico quelle parole mi torna in mente la serata precedente – ehm... Alice è tutto vero ma... non è come credi almeno lo spero. Ero completamente ubriaco. Ora devo chiamare subito Bella... speriamo che non l’abbia vista- Alice mi interrompe subito
-Bella... non è più a casa. Le sue cose sono sparite dall’armadio...-
-come sparite? Non è possibile! Dov’è andata? Arrivo subito a L.A. con il primo volo...-
-fai come ti pare... tanto il danno l’hai già fatto. –
-è uguale... prendo il primo volo...-
-ok...- dice Alice, sento che la sua voce è molto triste
Mando via in malo modo Megan, chiamo al cellulare Tanya e le comunico che torno immediatamente a L.A. lei cerca di impedirmelo ma non le do retta. Arrivo a casa e trovo l’armadio quasi vuoto.
 
Fine flasback
 
-quando tu hai lasciato la nostra casa mi è crollato il mondo addosso. Per uno stupido errore avevo gettato al vento il nostro rapporto. Da quando Alice mi aveva chiamato non ho fatto altro che cercare di mettermi in contatto con te, telefonandoti e mandandoti messaggi. Ma da te nessuna notizia- ora sono addolorato, ricordare tutto mi fa tremendamente male. Ripercorrere tutto... ricordare tutto quello che ho passato, non sarà facile. Mi avvicino a lei cerco di abbracciarla ma lei mi scosta – Edward... no... per favore- ha ripreso a piangere, quanto dolore le ho inferto.
Mi allontano da lei - sono andato all’aeroporto, ho cercato di capire che volo avevi preso, ma non risultavi su nessun elenco. A quel punto ho chiamato tuo padre, anche lui era in pensiero, non sapevo dove potevi essere andata, non ti eri fatta sentire con nessuno. Eravamo tutti in pensiero!- ora sono arrabbiato con lei perché non aveva fatto avere notizie per giorni – perché ti sei fatta sentire solo dopo quasi una settimana! Capisco che tu potessi avercela con me, ma la mia famiglia e i tuoi genitori non ti avevano fatto nulla!- la guardo molto seriamente
-ehm... in quel momento volevo pensare solo a me stessa e a nessun altro- anche lei è molto seria.
-poi... avevi detto con Alice che ti saresti fatta sentire – sto per scoppiare, la paura era stata tanta, paura che le fosse successo qualche cosa di brutto- naturalmente... tu questo non l’hai fatto! Perché?-
-Perché? Hai il coraggio di chiedermi perché? Tu che mi hai appena confessato di avermi tradito , vieni a chiedere il perché? Non lo immagini neanche come mi sono sentita, poi quando è uscita la notizia che lei aspettava un bambino, il mondo mi è doppiamente crollato addosso- ora sta urlando, cerco di avvicinarmi ma non me lo permette. – dimmi Edward... voglio la verità. Quel bambino è tuo? È tuo figlio?- mi si è avvicinata, è molto determinata a sapere la verità.
-Bella... avevi promesso che mi avresti lasciato finire...-
-VOGLIO.SAPERE.SE.QUEL.BAMBINO.E’.TUO.FIGLIO.PUNTO- così arrabbiata non l’avevo mai vista
-è... complicato da spiegare...-
-SI O NO è così difficile dire due parole?-
-sì... no... è un casino...-a questa affermazione salta, mi fa segno di uscire dalla porta. Riesco a fermarla – Bella... lasciami finire... mi sono spiegato male... lui NON E’ MIO FIGLIO, ma lasciami spiegare e capirai tutto il male che alcune persone ci hanno fatto- ora sto piangendo, sono veramente disperato. Sento che molto probabilmente la sto perdendo, devo stare attento alle parole da usare.
-posso continuare?- chiedo sussurrando
-o.ok- anche lei sta piangendo.
Ci mettiamo a sedere tutti e due sul divano, la tengo stretta tra le mie braccia, voglio che senta che l’amo ancora. Il mio cuore batte follemente solo per lei.
-tu avevi lasciato casa nostra, in aeroporto non risultavi su nessuna lista, nessuno sapeva dov’eri. Caddi in una profonda depressione, tanto che temettero per me. Andavo avanti solo con gli antidepressivi e ansiolitici, quando restavo solo, il mil unico sfogo era l’alcol. Era un mix micidiale. Tante che Carlisle mi costrinse ad abitare con loro- la guardo, è molto attenta alle mie parole- poco dopo sembrava che mi stessi riprendendo, quando tornò alla carica Tanya. Aveva impugnato il contratto, e che se non lo rispettavo mi avrebbe rovinato la mia vita e quella dei miei famigliari- mi sento abbracciare forte, questo mi da la carica per continuare – in più c’era sempre quella famosa notte del bacio. Non sapevo in realtà cosa fosse successo. Megan mi disse “Edward stanotte sei stato magnifico, stupendo. Faremo faville insieme, io e te. Sia sul lavoro che a letto”.- la osservo, rimane tra le mie braccia- ti giuro Bella, io di quella notte non ricordo nulla.- sospiro – comunque... un giorno di gennaio arrivò a casa dei miei genitori dicendomi che mi doveva comunicare una cosa molto importante. Mi disse che stava aspettando un figlio e che io ero il padre.- non so più come andare avanti, Bella si è leggermente allontanata da me, ma è comprensibile- io non ci potevo credere, le dissi che alla nascita avremmo eseguito il test del DNA. A questa mia richiesta lei si oppose, ma ero irremovibile. Le dissi che se era davvero mio figlio avrei preso le mie responsabilità, altrimenti l’avrei accusata davanti a un giudice. Ma non sapevo che era una persona tanto perfida- ora ho bisogno del suo calore- Bella... ascoltami... prima ti ho detto che non è mio figlio, e questa è la verità. Ma prima di questa verità ci sono state tante menzogne. Ok?- spero che sappia leggrere tra le righe. Mi fa segno di continuare.
- sempre in quel periodo eravamo impegnati in varie campagne pubblicitarie e fotografiche, eravamo molto richiesti tutti e due. Il lavoro era massacrante, in più c’era il problema che nessuno di noi sapeva dov’eri fino a quando un giorno arrivò Tanya e mi disse “sai Edward, ho visto la tua Isabella a Sidney, sta veramente bene. Si è rifatta una splendida vita e ha un nuovo compagno. Ti ha dimenticato molto in fretta.” E poi si mise a ridere con quato fiato aveva. Non riuscii a crederle. Feci finta di crederle, per togliermela di torno. Con quella notizia ingaggiai un investigatore privato, ti cercò in lungo e in largo per tutta l’Australia, senza esito. Solo dopo due anni di ricerche per il mondo, tuo padre mi disse di non cercarti più perché tu adesso avevi la tua vita, una nuova vita, e io non ne facevo più parte.- la stringo forte forte a me
-mio... padre ti ha detto questo? Quando?- chiede furiosa
-più o meno un anno fa. Si era alla fine di settembre. A quella notizia, il mondo mi crollò di nuovo addosso, riuscii a malappena a terminare questo film, poi ho deciso che lasciavo l’ambiente per sempre. In questi anni non ho mai abbandonato la medicina, e questo, mi ha aiutato molto a risalire, a tornare ad essere quello che sono , quello che ero quando eravamo insieme- ci guardiamo intensamente negli occhi, noto che il suo sguardo si è un po’ addolcito.
- a fine luglio 2009 Megan partorì un bambino, che per essere di otto mesi pesavo 3,3kg. Era veramente strano. Comunque facemmo i test DNA e risultarono che Matthew  era mio figlio- la guardo attentamente, non si scompone, forse ha capito che c’è qualche cosa che non quadra.
-a quella notizia rimango sconvolto, faccio fatica a crederci, ma è scritto nero su bianco. Le dico che lo riconosco e nulla più. Io per lei non ho mai provato nulla, e se quella notte c’è stato qualche cosa tra di noi, io non lo ricordo assolutamente. Lei reagisce molto male a questa mia decisione, ha tentato di rendere nota questa storia, le ho detto di fare come le pareva, tanto non mi avrebbe mai avuto. TU ERI L’UNICA DONNA CHE VOLEVO E MAI VORRO’- sono estremamente sincero. Spero che mi creda. Mi stringe a se, non si allontana. Questo mi fa immensamente piacere.
- passano i mesi, e finalmente scade il contratto che mi legava a Tanya. Quel contratto che se a suo tempo sapevo cosa celava dietro, mai avrei firmato. Lo so lo avrei dovuto leggere attentamente. Ma io mi fidavo di lei. Era amica di famiglia da sempre e mai mi sarei aspettato questo da lei. Scaduto il contratto, tornai a lavorare all’ospedale, non ne volevo più sapere di cinema, fino a quando il mio amico James, non mi contattò e mi offri l’ingaggio per due film. Sul momento non accettai, ma quando venni a sapere che una parte dei ricavi del film sarebbero andati per delle associazioni che si occupavano di bimbi, bimbi con enormi problemi non ci pensai due volte e accettai. Accettai ad una condizione, io ero il mio manager, non avrei accettato nessun altro. L’esperienza con Tanya mi era bastata. Lui accettò senza problemi. Nel frattempo  io ritornai a lavorare all’ospedale, tra una ripresa e l’altra. Non ho più accettato foto o quant’altro che potessero indurre il pubblico a credere a una mia possibile relazione con qualche donna. Certo i paparazzi erano all’erta ovunque. Non mi lasciavano stare. Addirittura reputarono mia fidanzata Alice, solo perché mi avevano pizzicato per strada e le tenevo un braccio sulle spalle.- la guardo e vedo che a questa affermazione sorride.
-lo so è una storia lunga... ma voglio che tu sappia tutta la verità- mi fa segno di continuare.
-un giorno arrivò in reparto Megan con Matthew in braccio, era febbricitante, stava veramente male. Dopo vari esami mi accorsi che aveva il fegato che non funzionava più come si doveva, aveva bisogno di un trapianto. Era sufficiente trovare un donatore che potesse donare una piccola parte dell’organo, in alcuni casi è sufficiente, si rigenera da solo se funziona correttamente. Feci subito gli esami di routine per vedere se potevo essere compatibile, e lì scoprii che Matthew NON POTEVA ESSERE MIO FIGLIO. Sul momento non chiesi spiegazioni a Megan, mi premeva salvare la vita al piccolo- Bella mi stringe la mano, e approva con la testa- finalmente dopo aver trovato il donatore venne operato e ora sta benissimo, è un bambino molto bello e vispo. Passato il momento dell’intervento, ho messo alle strette Megan, la quale mi spiegò tutto l’inganno. Mi disse che dietro a tutto questo si celava Tanya, l’aveva ricattata, avrebbe rivelato che era stata a letto con il capo della ditta che aveva prodotto il nostro film, e di conseguenza la sua carriera si sarebbe arrestata. Quindi hanno pensato di ingannare il sottoscritto.- a questo punto non resisto più e la bacio. Bacio Bella, lei risponde al mio bacio e tutti e due iniziamo a piangere, piangere perché delle persone veramente malvagie ci hanno separato. Mi hanno separato da mia moglie e dai miei figli. Ci stacchiamo perché dobbiamo prendere fiato, ci coccoliamo – Edward... continua, non ci posso credere che abbiano escogitato una cosa così cattiva...- la stringo a me
-hai ragione Bella... persone veramente cattive. Dicevo... quando ha ammesso che il bimbo non era mio ho fatto in modo di toglierli la petria potestà. Anche perché lei a quel tempo, forse a causa dei sensi di colpa o dalla vita sconclusionata che aveva tenuto, era diventata una tossica e alcolizzata, ovviamente era riuscita a tenermelo nascosto molto bene. Ma nel periodo che il bimbo è rimasto ricoverato in ospedale venne a galla tutto quanto. Io ormai mi ero affezionato al bimbo, fino a quel momento l’avevo ritenuto mio figlio, e non me la sono sentito di abbandonarlo proprio nel momento del bisogno. Ora vive con la nonna materna, ma spesso e volentieri lo tengo io, per me è mio figlio, anche se non è sangue del mio sangue. Lui non ha nessuna colpa di quanto successo.- spero che questa notizia non la sconvolga, ma vedo che sorride
-ora il mio rammarico più grande è non abbia mai conosciuto i miei veri figli. Questo non me lo perdonerò mai, fino a che camperò questo non me lo perdonerò mai. Ho perso la nascita dei miei figli, il primo dentino , la prima parolina , il primo e il secondo compleanno. Insomma... ho perso tutto.- mi passo una mano nei capelli, prendo le sue mani tra le mie e le chiedo – Bella... se tu me lo permetterai... potrò conoscere i miei figli?- ho il cuore in gola dall’emozione, ho paura che mi dica di no.
- Edward... dopo quello che tu mi hai appena raccontato... e non credo che tu mi abbia detto delle bugie, e dopo tutto quello che ci hanno fatto penso proprio che tu abbia proprio il diritto di conoscere i tuoi figli.- mi sorride e mi abbraccia – ora... smettiamo di parlare di quello che ci è successo. Abbiamo tempo. Quello che era importante ce lo siamo detti. Ora... è venuto il momento di conoscere Thomas, Elisabeth e Sophie – mi fa alzare dal divano e ci avviamo alla porta, la fermo solo un  omento. Non  resisto più, devo sapere.
-Bella... io ti ho raccontato tutto di me e di quello che mi è successo. Ma tu non hai risposto a una mia domanda. Ora te la riformulo, ma per favore rispondimi. Ok?- faccio gli occhi da cucciolo smarrito. Riesco nel mio intento perché si mette a ridere.
-lo so ... cosa vuoi sapere- prende fiato – Claudio è... e dico è... solo un caro amico, lui è spostato con la ia amica e baby sitter Anna, che presto conoscerai. È una tua accanita fans...- sollevato dalla notizia inizio a ridere di cuore. Finalmente forse potremo tornare ad essere una famiglia.
Ora non vedo l’ora di raggiungere i miei piccoli cuccioli, e velocemente ci dirigiamo verso di loro.
 
 
 
Mi scuso per eventuali errori.
Volevo precisare che questa storia è di mia invenzione.
Se per puro caso dovessi inserire frasi famose o frasi citate in altre storie, non l’ho fatto con l’intento di copiare.
Purtroppo, leggendo varie storie, possono rimanere nella mente frasi, che poi tornano a galla.
Mi scuso fin da ora.
Comunque per qualsiasi problema, sono a vostra completa disposizione.
Metto questo commento, onde evitare problemi in seguito al rumor che si è creato, in questi giorni, attorno all’autrice bannata dal sito.
Grazie.
 
 
 
 
Questi personaggi non mi appartengono,sono proprietà di Stephenie Meyer.
  
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