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Autore: SecretHorrorWorld    25/01/2011    0 recensioni
Fu per questo motivo che cedetti il mio cuore per averne uno di legno. L' avevo giurato a me stesso.
Ora, non avrei perso più nulla.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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efghIvan metti a posto i giocattoli tesoro!- La mamma trillava con la sua voce snob e nasale dalla sua stanza. Tirai un bambolotto da sotto il letto e presi a sistemarlo dentro al baule di legno. La porta si spalancò di colpo. -Non ti avevo detto di smetterla con queste sciocchezze? Sei un uomo! Non puoi giocare con le bambole, è roba da femmine! Femmine! Capisci?- Il livore della sua rabbia creava una maschera conosciuta, ricordava quelle greche, drammatiche. Lo schiaffo fu veloce e doloroso. Sentivo la sagoma della sua mano che restava impressa, vermiglia, sulla mia guancia.

Fu quel giorno che si portò via la mia Lucy e le sue compagnette. Una volta ricordo di aver trovato il pizzo del suo abitino, annerito stava tra le ceneri del camino. Decisi di disperderle sul Volga.

Io e William intanto crescevamo. Finimmo la scuola elementare, poi le medie e così il liceo. Ci separammo, ognuno per la sua strada. Lui voleva disegnare abiti, io volevo visitare l'Italia e il suo carnevale. Decisi di fare l'autostop, non volevo chiedere l'aiuto dei miei genitori. A cosa sarebbe servito? Mio padre avrebbe avuto ancora da ridire su di me. Pensai a William. Lui non era certo uno stinco di santo, ma in quanto fratello minore poteva permettersi ogni lusso. Fu per la strada verso l'Italia che incontrai Angelina. Era amore a prima vista, la incontrai in un simpatico caffè tedesco. Lei indossava un cappello largo con una veletta nera. Mi trasferii da lei per un paio di mesi, scordandomi dell'Italia e dei miei sogni da fanciullo mai cresciuto. Era molto piu' grande di me, vedova triste ed affranta. Cercava consolazione e io sapevo dargliela! Le regalavo ogni giorno una rosa, un bacio e tutto il mio amore. Un giorno la osservai bene e le sue membra non mi apparivano piu' luminose e toniche, ma pallide e cadenti. Non potevo accettare che una donna bella come lei avvizzisse così, sprecare la bellezza non mi sembrava giusto. Quando lei scoprì che avevo fatto una bambola che la sostituisse per quando fosse diventata vecchia mi cacciò via.

Fu quel giorno che lei e la bambola si gettarono dal terzo piano. Angelina la stringeva quando la vidi esanime sull'asfalto. I suoi erano chiusi, quelli del fantoccio spalancati. Mi accusarono.

Distrutto e sconsolato, scappai verso l'Italia, inseguendo i miei sogni forse sarei fuggito dai miei incubi. Incontrai Viktor e gli altri. Fecero volare i mesi come foglie autunnali. Avevo dimenticato ogni mio malessere, e Viktor sembrava credere in me e nella mia sensibilità. Un giorno lo trovai cambiato. Pallido. Come posseduto da un cancro che lo divorava da dentro. Scoprii solo dopo cosa era diventato a cosa era stato condannato. Avevo perso un altra persona, avevo perso ogni cosa. Viktor era diventato il burattino di una sete tremenda.


Fu per questo motivo che cedetti il mio cuore per averne uno di legno. L' avevo giurato a me stesso. Ora, non avrei perso più nulla.

Athalaid

   
 
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