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Autore: Diana924    26/01/2011    2 recensioni
Quando la sua liberta Flavia viene trovata morta in circostanze misteriose, la matrona Caterina de’Medici non crede a un incidente. Decisa a far luce sul mistero la donna indaga, nella Roma imperiale di Augusto. Perché Flavia era fuori di casa quella notte? Che segreti nasconde la sua schiava?
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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La mattina seguente, dopo che i figli erano a lezione con i precettori greci che lei e suo marito avevano assunto, Caterina de’Medici decise che era venuto il momento di interrogare i suoi schiavi. C’era solo un problema, in altre parole non sapeva quanti schiavi possedesse. Non si curava di queste cose, agli affari aveva badato suo marito, fino alla morte, e da allora aveva affidato tutto a Lucio, di cui si fidava ciecamente. Gli schiavi li aveva ereditati o ricevuti in dote, erano pochi quelli che lei o suo marito avevano acquistato al mercato degli schiavi.

Come prima cosa chiese quindi a Lucio di portarle i registri della contabilità, dove suo marito aveva registrato tutte le loro proprietà e cose, schiavi e liberti compresi. Doveva esserci anche una lista di clientes, ma ignorava dove si trovava.

Lucio tornò dopo un po’, dicendole che i rotoli cui era interessato erano nella biblioteca, e che lei poteva consultarli quando desiderava.

<< Va bene Lucio, intendo farlo adesso >> ordinò lei. << Come desiderate domina, vi faccio strada >> fu la risposta, rispettosa eppure orgogliosa dello schiavo, che precedette la sua signora nella biblioteca.

Le chiese se poteva restare con lei, ma ricevette un diniego, doveva occuparsi di altre faccende.

Congedato Lucio Caterina de’Medici si mise all’opera. Dopo diversi minuti dovette riconoscere che suo marito era stato molto scrupoloso, avendo egli eseguito una divisione molto netta, da una parte alimenti, da un’altra suppellettili, in un’ultra ancora le loro abitazione e infine una per gli schiavi e le schiave.

Quegli oggetti erano indicati secondo il Paese di provenienza, il sesso e l’età.

Vi era scritto accanto anche perché alcuni di loro erano diventati schiavi. Possedevano 300 schiavi, solo in quella casa, più altri 1000 nella casa in campagna appena fuori Roma, e altri 1200 nella villa a Baia.

Sorrise, era sicuramente una donna ricca, ma non aveva mai saputo quanto.

La lista dei liberti era più corta. Vi comparivano Flavia, che cancellò con un colpo di stilo, i precettori dei figli e della figlia, un ispanico che li aveva serviti per sei lustri e una scita che si era dimostrata particolarmente propensa a chiudere gli occhi quando le veniva ordinato.

Riflette un secondo, con chi poteva cominciare. Escluse gli schiavi della residenza di campagna e quelli di Baia, per troppo tempo erano rimasti a Roma e probabilmente interrogarli sarebbe risultato inutile, doveva concentrarsi su quelli che vivevano nella casa di Roma.

Rimuginò sul da farsi, e decise che avrebbe interrogato prima di tutti Siria, che era quella che meglio conosceva Flavia, a causa dell’età.

La fece chiamare, e la giovane venne.

Era un’egiziana di Alessandria, che era nata a Roma, figlia di una serva della regina Cleopatra e di un romano. L’uomo l’aveva disconosciuta e l’aveva esposta. Sua madre l’aveva trovata alla colonna lactaria e l’aveva allevata con lo scopo di farne una schiava per la figlia che sarebbe nata di lì a poco. Siria era devotissima a Caterina de’Medici e ai suoi familiari, che l’avevano salvata dalla prostituzione o da morte certa.

<< Domina, mi avete fatta chiamare? >> domandò la schiava, inchinandosi. << Si Siria. Devo farti qualche domanda >> << Io gliel’avevo detto ad Aniceto, che voi volevate sacrificare dei galli e non delle colombe, ma lui non mi ha dato ascolto, e ha sacrificato a Minerva tre colombe invece di tre galli, domina>> dichiarò la schiava. << No Siria, non ti dovevo parlare di questo, ma di Flavia. Sai se negli ultimi tempi si comportava in modo strano? >>

<< Sì, domina, certamente, ve ne avrei parlato il prima possibile. Negli ultimi tempi Flavia era nervosa e facilmente irritabile, ogni tanto usciva di casa, con qualche scusa, e tornava solo dopo molto tempo >> << Sai dove andava? >> << Purtroppo no domina. Una volta l’ho accompagnata fino al tempio di Giove Massimo, poi ha detto che sarebbe andata da sola >> << Grazie Siria, e … >> << C’è del’altro domina. L’ho vista parlare con uno dei sacerdoti di Bacco, appena tre lune fa, non so di cosa parlassero perché era greco, ma era discussione animata >><< Grazie Siria. Ah, per la faccenda dei sacrifici, sei sicura di aver parlato bene con Aniceto, sai che il poverino è quasi sordo? >>

***

Dopo Siria fu il turno del nero Afro, che essendo quasi sempre vicino la porta doveva essere sicuramente informato su chi lasciava la casa. << Domina, cosa desiderate? >> << Afro, sai dirmi se Siria si assentava di casa? >> << Certamente domina, voi la incaricavate di fare delle commissioni, così almeno mi diceva >> << Io? >> Caterina de’Medici era rimasta senza parole, lei non aveva mai chiesto a Flavia di svolgere quelle commissioni, almeno, non nei mesi scorsi. << Si voi, e tre lune fa mi chiese se potevo portarle un pugnale, mi disse che le serviva per spaventare un romano che la importunava da qualche tempo >> Caterina de’Medici rimase senza parole, un pugnale e lei non ne aveva saputo nulla. << Altro? >> << Si domina. Da quando era tornata da Cipro era sempre in ansia, l’ho vista poche volte rilassata >>.

***

L’unica schiava che le fornì altre informazioni, oltre a Siria e ad Afro fu Greja, un’ateniese che aveva acquistato tre lustri prima, per festeggiare la nascita del primo figlio, di cui la greca era stata la balia. La donna le disse che da quando Flavia era tornata da Cipro si era particolarmente avvicinata al culto di Bacco.

Il culto di Bacco. I suoi riti blasfemi e orgiastici erano stati dichiarati illegali da più di un secolo, eppure tutta Roma sapeva che i seguaci e le seguaci di quel culto si riunivano ancora segretamente.

Dopo tre ore aveva ottenuto solo poche informazioni, ma che le sembravano abbastanza importanti. Flavia si comportava in maniera sospetta da quando era tornata da Cipro, usciva spesso di casa, con una scusa plausibile, una volta aveva chiesto ad Afro un pugnale e per ultimo, ma le sembrava la cosa più importante, si era avvicinata al culto del dio Bacco.

Flavia non era mai stata particolarmente a nessun dio, tranne forse Mitra, ma essendo questi un dio non romano Caterina de’Medici se ne era disinteressata. Sapeva che era un culto basato sulla morte e la rinascita, come quello di Cibele e del suo amante Attis, i cui sacerdoti si eviravano.

E ora c’era il culto di Bacco, cosa poteva averla convinta ad adorarlo si chiese, cosa?

Si era sempre illusa di conoscere i suoi schiavi e i suoi liberti, ma si rendeva conto che non era davvero così. D’altra parte, erano solo cose, oggetti, che una volta rotti andavano o aggiustati o ricomprati.

Chiamò il precettore dei figli, Artemidoro, un greco di Corinto, e gli disse che era necessario che per un po’ i suoi figli stessero fuori città, nella villa appena fuori Roma, almeno fino alle giornate dedicate a Minerva. Artemidoro si disse d’accordo con lei, e avvisò i ragazzi e la ragazza.

Doveva decidere il da farsi.

Frugando tra le sue cose trovò la stessa fiala di veleno che aveva usato un anno fa, e che si era dimostrata un portento. Ci rimuginò un po’ e poi la prese e l’avvolse in una bisaccia lì vicino. Prese invece un pugnale lì vicino e se lo nascose tra le vesti.

Ora si poteva considerare protetta, e poteva proseguire con le indagini, che si stavano rivelando difficili, ma al contempo stuzzicanti, si chiese se alla fine di quella vicenda ne avrebbe parlato o con divertimento e leggerezza o con angoscia e rammarico.

NonnaPapera. ti ringrazio, a casa mia io e mio padre siamo appassioanti di storia romana, così è stato facile ottenere info per scrivere la storia. Inoltre adoro gli intrighi e i vari intrallazzi.... quindi è stato divertentissimo scriverla

   
 
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