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Autore: _G0tik4_    26/01/2011    6 recensioni
Un classico della letteratura inglese raccontato attraverso i personaggi di Harry Potter. Harry/Severus (tanto per cambiare).
Informazioni pił approffondite all'interno del capitolo.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, Yaoi | Personaggi: Harry Potter, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Severus Piton, Tom O. Riddle
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ho modificato qualcosa nel primo capitolo e anche sull'introduzione. Chi non legge questa storia per la prima volta dovrebbe andare a riguardare le modifiche. Mi sono resa conto che c'era ben poco sul MondoMagico nel primo capitolo perciò ho deciso di aggiungere alcune cose.
Questo è il nuovo capitolo, spero che vi piaccia; grazie a tutti quelli che mi hanno recensito e che stanno seguendo la mia storia.

Capitolo 3


La mattina dopo il ballo Dora e Harry, una volta rimasti soli, si scambiarono le proprie impressioni sugli ospiti di Netherfield, e in particolar modo tutta l’ammirazione che Dora provava nei confronti di Mr Lupin.
“E’ esattamente come dev’essere un uomo. Allegro, socievole, gentile e dai modi semplici. Non ho mai visto tanta disinvoltura e al contempo un contegno tanto impeccabile.”
“Ed è molto attraente per di più!” continuò Harry “Altra qualità che un uomo deve possedere.”
“Sono stata lusingata che mi abbia invitata a ballare per ben due volte. Proprio non me l’aspettavo.”
“Ma me l’aspettavo io per te. Solo uno sciocco non si sarebbe accorto che eri la più bella ragazza della sala. Non ringraziarlo per la sua galanteria, non ce n’è bisogno.
E’ molto simpatico comunque, e se ti piace non avrò nulla in contrario. Ti sono piaciute persone molto più insulse.
Ma è il tuo carattere dopotutto. Sei propensa a vedere sempre e solo il buono nelle persone, non riesci mai a trovare un difetto a nessuno. In verità non ti ho mai sentito dire alcunché di male su nessuna persona.”
“Non me la sento di criticare con troppa facilità. Anche se dico sempre quello che penso.
Tuttavia non posso fare a meno di dire che Mr Prince non si è comportato affatto bene nei tuoi confronti. Rifiutarsi di ballare con te perché non ti trovava abbastanza bello. E poi se non considera te bello, non riesco a giudicare la bellezza.”
“Evidentemente i suoi gusti sono rivolti verso giovani dalle fattezze perfette come quelle di una bambola di porcellana. E come dagli torto dopotutto, Mr Draco Malfoy è davvero bellissimo. E ovviamente sa di esserlo se il tuo atteggiamento di estrema arroganza ne è dimostrazione.
Ma non parliamo di Mr Prince. Avrei potuto perdonargli il suo orgoglio se lui non avesse mortificato il mio.
E dimmi Dora, anche gli altri ospiti di Mr Lupin ti sono sembrati simpatici quanto lui? Hanno modi ben diversi dai suoi.”
“A prima vista certo. Ma ho avuto l’occasione di parlare con Mrs Malfoy e Mr Draco. Pare che andranno a vivere a Netherfield con Mr Lupin e vedrai se non si riveleranno dei vicini deliziosi.”
Harry continuò ad ascoltarla in silenzio ma non cambiò idea.
Certo i signori Malfoy erano una famiglia davvero elegante e all’occorrenza potevano risultare simpatici, e certo, erano tutti davvero molto belli. Ma erano anche arroganti e superbi.
Essendo nati in famiglie d’alto rango e avendo sempre frequentato ambienti composti da famiglie della loro stessa classe sociale, si sentivano autorizzati a guardare tutti dall’alto in basso, e liberi di criticare apertamente chi appartenesse a un rango più basso del loro.
Il carattere di Mr Prince era ugualmente un miscuglio di alterigia, scontrosità ed intolleranza ed i suoi modi, per quanto rivelassero un’ottima educazione, non erano certo concilianti.
Per questo motivo ovunque andassero, Mr Lupin era sicuro di piacere a tutti, Mr Prince invece non faceva altro che provocare.
Il modo in cui parlarono della festa a Meryton fu abbastanza indicativo.
Mr Lupin non aveva mai incontrato in vita sua persone più simpatiche e ragazze più carine. E in quanto a Miss Black, non aveva mai visto fanciulla più bella di lei.
Mr Prince al contrario aveva visto solo una folla di persone né belle né eleganti; nessuno che avesse suscitato in lui il più pallido interesse. Ammise che Miss Black era graziosa ma trovava che sorrideva troppo.
Il ballo successivo venne tenuto a Patil Lodge, residenza di Sir William, padre della migliore amica di Harry, Padma.
Harry ormai aveva dimenticato qualsiasi istantaneo interesse che aveva provato nei confronti di Mr Prince, o almeno così cercava di convincersi, e passò buona parte della serata tra balli e intime osservazioni sulla simpatia crescente tra sua sorella e Mr Lupin, la cui ammirazione per Dora era ormai per Harry ben evidente.
Occupato com’era ad osservare le attenzioni che Mr Lupin riservava a sua sorella, non si accorse di essere diventato lui stesso oggetto di interesse agli occhi del suo amico.
Mr Prince aveva preso parte a quel primo ballo in cui aveva incontrato per la prima volta Harry, già con la precisa convinzione che non avrebbe potuto trovare simpatico nessuno, né tantomeno interessante. Così per tutta la serata si era impegnato nel criticare ogni singola persona all’interno della sala per dare consistenza concreta alla sua convinzione.
Perciò a questo successivo ballo non aveva guardato Harry che con l’intenzione di sottolinearne i difetti.
E invece aveva iniziato ad accorgersi di alcuni particolari che inizialmente non aveva notato e che, con sua grande mortificazione, erano serviti a far nascere in lui una profonda ammirazione nei suoi confronti.
La prima cosa che egli notò e che catturò il suo interesse furono gli straordinari occhi verdi di Harry, talmente brillanti da poter essere paragonati a degli smeraldi, di un colore così intenso come non aveva mai visto in nessun’altra persona e che erano specchio di una profonda intelligenza.
A questa rivelazione ne seguirono presto delle altre.
Benché i suoi occhi avessero riscontrato alcuni difetti nel suo volto dai lineamenti non del tutto regolari, esso aveva tuttavia fattezze delicate e un sorriso aperto e sincero, reso ancora più bello dalle labbra rosse e piene e dai denti dritti e bianchissimi.
Quando sorrideva il suo viso si illuminava e i suoi occhi diventavano ancora più brillanti.
La sua figura era snella, agile ed elegante e, mentre si rendeva conto che le sue maniere non erano quelle dell’alta società, si sentiva attratto dalla loro briosa spigliatezza.
Mr Prince cominciò perciò a desiderare di poterlo conoscere meglio. E così, per tutta la seconda parte della serata, dopo aver passato gran parte della prima ad osservarlo, cercò di ascoltare discretamente le conversazioni a cui Harry prendeva parte, cercando così di capire meglio il suo carattere e preparare lui stesso argomenti di conversazione da poter affrontare con lui.
Harry si era accorto dei continui sguardi che Mr Prince gli lanciava e del fatto che avesse ascoltato tutte le sue conversazioni, ma non riusciva a spiegarsene il motivo. Era completamente all’oscuro dell’interesse che il gentiluomo provava nei suoi confronti.
Decise di chiedere un parere alla sua amica Padma, ma tutto che ella gli seppe dire fu: “Magari prova un interesse per te!”. Ma nessuno dei due credeva davvero a quelle parole.
Fu così che Harry si convinse che l’unico motivo per cui Mr Prince lo osservava era per criticarlo. Dopotutto era impossibile che l’uomo che l’aveva giudicato appena passabile avesse improvvisamente scoperto una qualche forma di ammirazione nei suoi confronti.
Una parte di lui desiderava davvero piacere a Mr Prince, quella parte che si sentiva attratta da lui, ma l’altra parte, ben più vasta, non poteva fare a meno di trovare Mr Prince una persona antipatica e spiacevole e che non l’aveva considerato abbastanza bello da invitarlo a ballare.
Mr Prince se ne stava in disparte, osservando ad alternanza il suo amico, che conversava amabilmente con Miss Ninfadora Black e l’oggetto del suo interesse, il quale continuava a parlare amabilmente con la sua amica Miss Patil.
Era talmente assorto nella sua osservazione da non accorgersi che Sir Patil gli era accanto finché quest’ultimo cominciò: “Delizioso passatempo per la gioventù, non trovate Mr Prince? In fin dei conti non c’è svago migliore della danza. Io la considero uno dei principali passatempi delle società civilizzate.”
“Certamente. E di quelle non civilizzate anche. Dopotutto anche i selvaggi danzano.”
Sir Patil si limitò a sorridere. “Il vostro amico balla meravigliosamente.” Continuò, osservando ora Mr Lupin e Miss Black che avevano ripreso a ballare “E sono certo che anche voi siate altrettanto capace.”
“Mi pare che mi abbiate visto ballare a Meryton signore.”
“E quale diletto è stato il vedervi danzare. Ballate spesso a corte?”
“Mai signore.”
“Non lo ritenete un omaggio che si confaccia al luogo?”
“E’ un omaggio che non faccio ad alcun luogo se posso evitarlo.”
“Avete casa a Londra?”
Mr Prince si limitò ad annuire con un cenno del capo.
“Ho avuto anch’io tempo fa l’intenzione di trasferirmi nella capitale ma credo che l’aria di Londra non sia adatta a Lady Patil.”
Non aggiunse altro, aspettandosi una risposta, ma il suo interlocutore non pareva disposto a darne.
Proprio in quel momento stava passando Harry, che si stava dirigendo nella loro direzione, perciò colpito da un’idea galante, lo chiamò.
“Carissimo Harrison, come mai non ballate? Mr Prince permettetemi vi prego di presentarvi questo ragazzo. Sono sicuro che non potrete rifiutarvi di ballare ora che avete davanti agli occhi una simile bellezza.”
Harry sorrise malizioso sentendo quelle parole ma quando si accorse che Sir William stava per unire la sua mano con quella di Mr Prince si scostò bruscamente.
Mr Prince dal canto suo, per quanto sorpreso, non era affatto restio ad accettarla. Rimase perciò piuttosto deluso quando Mr Harrison scostò la sua mano.
“Perdonatemi signore ma vi assicuro che non mi stavo dirigendo dalla vostra parte in cerca di un cavaliere. Per dirla tutta non sento alcuna voglia di ballare questa sera e sono felice di limitarmi a fare conversazione. In verità ero venuto qui per avvisarvi che vostra figlia vi cercava.”
Con solenne cortesia Mr Prince lo pregò di concedergli l’onore della sua mano ma invano. Harry era fermo nella sua convinzione e nemmeno tutti gli sforzi di Sir William servirono a persuaderlo.
“Caro Harry non potete certo negarci la possibilità di ammirarvi. Siete un così abile ballerino che sarebbe un peccato per chiunque non permettervi di ballare. Benché il signore non ami il ballo sono certo che nemmeno lui potrebbe mai rifiutarsi di ballare con un compagno come vuoi al suo fianco.”
“Mr Prince è la gentilezza in persona. Ma sono sicuro che è proprio per la sua gentilezza che non abbia osato rifiutarmi. Ma non vorrei mai che qualcuno si sentisse obbligato nel ballare con me. Ora perdonatemi signori, ma devo raggiungere mio padre.” E con queste ultime parole si accomiatò.
Benché deluso perché non aveva potuto ballare con Mr Harrison, la sua ostinazione non era affatto spiaciuta a Mr Prince. Proprio in quel momento fu avvicinato da Draco che gli sorrise con fare civettuolo e disse:”Posso immaginare l’oggetto dei vostri pensieri.”
“Credo che vi sbagliate.”
“Stavate considerando quanto dev’essere intollerabile passare molte serate così, tra gente come questa; e condivido fino in fondo i vostri sentimenti. Non mi sono mai annoiato tanto. La stupidità e ineleganza di queste persone non può essere eguagliata in nessun altro luogo. Come vorrei sentire i vostri commenti al riguardo!” Draco gli stava vicino, forse più vicino di quanto fosse conveniente o appropriato. Mr Prince si scostò leggermente da lui.
“Temo siate in errore. I miei pensieri erano di tutt’altro genere. In verità ciò che occupava la mia mente era qualcosa di molto più piacevole. Ero occupato a considerare quanto più belli possano diventare due occhi, che già da lontano possono essere paragonati a gemme, se osservati da vicino e quanto possano accentuare la bellezza di un viso già di per sé grazioso.”
Draco, convinto che Mr Prince parlasse di lui, domandò immediatamente a chi egli si riferisse. Mr Prince rispose con grande convinzione: “Mr Harrison Black!”
“Mr Harrison Black?” ripeté Draco nascondendo, anche se con qualche difficoltà, la sua improvvisa irritazione a quelle parole. “Non potrei essere più stupito. Da quanto tempo gode dei vostri favori? E di grazia, quando potrò presentarvi le mie congratulazioni?”
“Ora correte troppo Draco. Ho solo detto che ha begli occhi, non che ho intenzione di chiedere la sua mano.”
“Eppure, dato che prendete la situazione così sul serio, non mi resta che considerarlo affare fatto. Che suocera affascinante che avrete, e naturalmente verrà a stare con voi a Pemberley.”
Egli rimase ad ascoltarlo con indifferenza e mentre lo osservava non poté fare a meno di paragonare Draco a Mr Harrison.
Draco era molto bello, su questo non c’era dubbio, eppure la sua era una bellezza algida e fredda, come di una statua di marmo, molto diversa da quel calore che Mr Harrison emanava grazie al suo atteggiamento allegro e aperto, ricco di una sincerità priva di qualsiasi artefatto che non aveva riscontrato in nessun altra persona. Al contrario tutto in Draco dava l’idea della finzione, sia il suo aspetto, che i suoi modi costruiti, studiati in ogni minimo dettaglio. Ogni sorriso, ogni gesto, ogni sguardo era frutto di una precedente preparazione. Era come se stesse sempre recitando una parte da lui stesso assegnata.
Mr Prince, che odiava qualsiasi forma di insincerità e di finzione, non poté che apprezzare maggiormente il carattere di Mr Harrison rispetto a quello di Draco.
Era un vero peccato che Mr Harrison avesse parenti così tanto privi di decoro.
  
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