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Autore: AlexDavis    27/01/2011    14 recensioni
Isabella Swan un'affermata giornalista della Grande Mela vive con sua figlia Nessie.
Nessie non ha mai incontrato sua padre e Isabella non ha mai fatto nulla che potesse farli incontrare anche perchè non sapeva dove fosse finito quell'avvenente ragazzo che l' aveva sedotta sui sedili posteriori di una limousine al ballo di fine anno.
Cosa succederebbe se Nessie prenderà lezioni di piano proprio da suo padre?Isebella come reagirà?E Nessie?
Se volete scoprirlo leggete...
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Salve ragazze, scusate l'ora tarda, ma sempre meglio tardi che mai.
Questo è un nuovo capitolo, spero vi piaccia come gli altri.
Buona lettura
xoxo Alex
ps mi scuso per gli errori.

Capitolo 18




Quando tornai a casa trovai mia figlia in salotto che leggeva una rivista e sgranocchiava i miei biscotti, mi avvicinai a lei e le diedi un bacio sulla fronte.
<< Ciao tesoro, come stai? >> ed intanto mi ero diretta nella mia stanza con le che mi seguiva.
Si accomodò sul mio letto. << E’ partito. >> mi disse semplicemente ed io non avevo bisogno di chiedere a chi si riferisse.
Mi bloccai mentre mi stavo sbottonando la camicia.  << Tornerà? >> chiesi terrorizzata da quello che poteva succedere se non fosse stato così.
Lei annuì. << Ha dei problemi in una delle sue multinazionali, non ho capito molto bene. Appena metterà le cose apposto tornerà, me lo ha promesso. >> e sorrise illuminandosi tutta ed io ricambiai.
<< Non abbiamo avuto moto di parlare, come ti sembra? >>
Lei strinse tra le sue braccia uno dei tanti cuscini che avevo per abbellire il letto.
<< E’ un brav’uomo ed è dolce e generoso, se non mi avesse abbandonata per quindici anni lo definirei perfetto. >>
Io annuii. << Nonostante tutto è davvero un brav’uomo, lo è sempre stato. >> dissi sognante ed entrai in bagno per farmi un bella doccia e lei mi seguì, mi spogliai ed entrai nel box doccia dove azionai immediatamente l’acqua calda.
<< Mi ha raccontato della tua mania di avere sempre l’ultima parola. >>
Io risi. << Non è cambiato molto d’allora, sai? Ho sempre la stessa fissazione. >>
Anche lei rise, poi si bloccò.
<< Tesoro cos’hai? >>
Lei sospirò. << Ti ama tanto, lo sai? Quando parlava di te aveva uno strano luccichio negli occhi e parlava come se tu fossi una divinità. >> ed io mi sentii morire dentro, il mio cuore cominciò a correre all’impazzata come se volesse uscire da un momento all’altro dalla gabbia toracica, sicura che mia figlia non mi vedesse appoggiai la fronte alle mattonelle fredde del muro e feci un grosso respiro per calmare quell’incessante martellare al petto.
<< Co-cosa ti fa credere che sia così? >> chiesi senza far trasparire nulla di quello che stavo provando in quel momento.
<< Me lo ha detto lui, ha detto testuale ‘Amo tua madre come nessuno hai mai avuto il coraggio di amare nessun’altro’ >>
Sentii le mie gambe piegarsi sotto il peso di quelle parole.
<< Ha aggiunto però che non è l’uomo giusto per te. >>
Non risposi troppo impegnata a regolarizzare il mio respiro ed il battito del mio cuore.
<< Mamma, tutto okey? >>
Mi ripresi. << Ah si, tesoro, ti va di iniziare a preparare la cena? >>, la sentii annuire e poi uscii chiudendosi la porta alle spalle ed io mi lasciai scivolare fino a toccare con il sedere la ceramica fredda e bagnata della vasca.
Mi ama, aveva detto a mia figlia che mi amava. Allora perché mi aveva lasciato quindici anni prima? Era una contraddizione bella e buona, no? Resti con me, mi ami… mi lasci, non mi ami. Era semplice, no?  Lui mi aveva lasciato, in modo orrendo, non si era fatto sentire per tutto quel tempo e poi se ne veniva dicendo che mi amava, ma che non era l’uomo giusto per me. Si, lui non era l’uomo giusto per me perché se lo fosse stato adesso potevamo essere felicemente sposati e vivere sotto lo stesso tetto come una felice famiglia. L’uomo giusto per me era qualcuno che mi stava accanto, che mi accompagnava nei giorni della mia vita, l’uomo giusto era… Emmett!
Ti stai auto convincendo, lo vedi che non ci riesci? , mi fece notare la solita vocina che non era altro che la mia coscienza che trovava sempre il momento migliore per farsi sentire, nei momenti in cui ero più insicura facendomi incasinare ancora di più.
Era Emmett l’uomo della mia vita, lui dovevo sposare, era con lui che dovevo passare la mia vita.
Con questa convinzione uscii dalla vasca e mi avvolsi in un enorme telo bianco, mi frizionai i capelli che avevo lavato e li asciugai rapidamente, poi mi infilai una tuta e andai in cucina dove c’era mia figlia che litigava con un cipolla.
La guardai divertita. << Tesoro, cosa fai? >>
Lei mi guardò imbarazzata. << Cero di cucinare, ma non ci riesco. >>
Le tolsi la cipolla e il coltello dalla mano e posai tutto nel lavandino. << Ti va una pizza? >>
Lei annuì e si fiondò sul telefono per prenotarle due che mezz’ora dopo stavamo mangiando in cucina guardando la tv.
<< Come è andata oggi l’interrogazione di Jacob? >> chiesi ricordandomene solo in quel momento.
Lei sorrise soddisfatta. << Ha avuto un otto bello pieno. >> e le si gonfiò il petto di orgoglio verso di lui ed io non ero da meno, mi ripromisi che l’avrei chiamato dopo.
Dopo aver cenato Nessie andò in camera sua ed io ripulii il ripiano dell’isola e presi il telefono, mi rispose al secondo squillo.
<< Pronto? >>
<< Ehi Jake, sono Bella. >>
<< Oh ciao Bells, ho tante cose da raccontarti. Ho avuto un bell’otto pieno pieno in biologia!>> mi disse tutto euforico.
Sorrisi per tanto entusiasmo. << Complimenti, dobbiamo festeggiare, ti va? >>
Lo sentii sorridere. << Certo, che mi va. >>
<< Domani andiamo a fare colazione insieme tutti e quattro. >> dissi.
<< Tutti e quattro? >>chiese confuso.
<< Si, anche Nessie e tuo padre, no? >>
<< Mio padre è fuori città, Bella. Non te l’ha detto? >>
Era andato fuori città e non me lo aveva detto? Ero o non ero la sua fidanzata? Mi aspettavo almeno che mi si mettesse al corrente delle ultime cose, come ad esempio un viaggio di lavoro.
<< Ah si, scusa Jake, me ne ero dimenticata. Ci vediamo domani, buonanotte. >> e senza aspettare una risposta riattaccai.
Con troppa foga rimisi il telefono al suo posto e subito andai alla borsa per prendere il cellulare, magari mi aveva chiamato ed io non lo avevo sentito, ma mi sbagliavo, neanche un messaggio.
Composi il suo numero e rispose dopo un po’.
<< Ehi gattina. >>mi rispose allegro. In sottofondo si sentivano voci e schiamazzi, come se si trovasse in un bar durante una partita.
La rabbia era arrivata a livelli pericolosi. << Gattina un fottuto cazzo, Emmett! >> quasi urlai.
<< Cosa succede? >>mi chiese confuso e preoccupato.
<< Dove stai? >> gli chiesi mantenendo la calma, cosa alquanto difficile.
 << Ehm… sono a cena con dei colleghi, perché? >> chiese nervoso.
<< Emmett Black odio essere presa per il culo e tu lo stai appena facendo. Dimmi dove diavolo sei e con chi! >> e stavolta urlai davvero e attirai l’attenzione di mia figlia che corse in salotto e mi guardò preoccupata.
Lui sospirò e molto probabilmente si allontanò, perché quel frastuono non si sentiva più.
<< In questo momento mi trovo ad un addio a celibato di un mio amico di infanzia. >>
Respirai profondamente. << E dove sarebbe, di grazia? >>
<< Las Vegas? >>mi pose la domanda, come se non fosse sicuro neanche lui.
Rimasi sconvolta. Lui era a Las Vegas ad un addio a celibato di un suo amico di infanzia ed io non sapevo niente, era andato e basta.
<< Cioè mi stai dicendo che sei partito per andare ad un fottutissimo addio a celibato a Las Vegas, senza farmi una cazzo di telefonata? Dannazione, Emmett, cosa pensavi di fare? >>
<< Non volevo farti preoccupare o innervosire, tutto qui! >> disse per difendersi.
<< Ascolta attentamente le mie parole perché non concedo mai il bis, lo sai. Se non prendi il primo volo per ritornare a New York puoi anche scordarti di avere una fidanzata, sono stata abbastanza chiara? >>
<< Ma… >>
<< Non concedo bis, Emmett, su nulla. >> e riattaccai gettando il telefonino sul divano.
Mia figlia mi guardava sconvolta. << Lo so, lo so. >> dissi prima di dirigermi in camera mia e chiuder mici dentro.
Avevo ragione io, non è lui l’uomo giusto per te!mi disse la mia perfida coscienza ed io in quel momento non seppi trovare nessun argomento che la smentisse.
 Sentivo qualcosa suonare in lontananza, sembrava un campanello. Stropicciai gli occhi e mi misi ad ascoltare. Stavano bussando alla mia porta insistentemente, guardai la sveglia che avevo sul comodino e segnava le tre e mezza di notte. Chi cazzo era a quell’ora?
Mi alzai e a fatica uscii dalla stanza dove notai mia figlia camminare come uno zombie irritato verso la porta.
<< Chiunque sia è arrivata la sua fine. >> disse arrabbiata ed io sorrisi dandole ragione.
Mi avvicinai alla porta. << Chi è? >>
<< Emmett. >> rispose da dietro la porta.
Guardai Nessie sconvolta e lei fece spallucce ritornando nella sua stanza.
<< Cosa vuoi? >> gli chiesi senza aprire.
<< Ti prego, Bella, aprimi. Mi dispiace per prima, sono stato un cretino, non lasciarmi anche tu. >> mi disse sussurrando l’ultima parte della frase.
Sospirando aprii la porta e immediatamente mi sentii stringere al suo petto roccioso.
<< Mi dispiace tanto, Bella. Scusami. >>  e mi baciò i capelli.
Mi lasciai andare al suo petto. << Non farlo mai più, stronzo di un Black. >> dissi dandogli un pungo sul petto.
Lo sentii ridere. << Promesso! >> e mi scostò il viso tanto quanto gli bastava per baciarmi.
Aspettai che arrivassero le farfalle alla bocca dello stomaco e i brividi lungo la schiena, ma aspettai invano, perché non arrivarono. Rimasi con gli occhi aperti mentre Emmett mi baciava sforzandosi di farmi provare quel qualcosa che avevo provato baciandolo fino a qualche giorno fa, ma non avvenne nulla l’unica cosa che vedevo erano due smeraldi, quegli stessi smeraldi che mi avevano rovinato la vita e che sapevo avrebbero continuato a rovinarmela.
Mi staccai da lui e mi sforzai di sorridergli. << Adesso vai a casa, ci vediamo domani a colazione. >>
Lui mi guardò sorpreso. << Non vuoi che resti? >>
Scossi la testa. << C’è Jake da solo a casa e poi sono stanza, Emm. >>
Lui annuì e mi abbraccio ancora. << Sei sempre disposta a sposarmi, vero? >>
<< Certo. >> Non lo so.
Lui mi diede un altro bacio. << Ti amo, gattina. >>
Io sorrisi semplicemente e chiusi la porta. Ah non ci siamo, non ci siamo proprio! pensai.  



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Salve, questo è l'angolo conoscenze.
Allora, avete un/a migliore amica/o?
Io si ed è la mia vita, senza si lei sarei persa. L'adoro con tutta me stessa e se un giorno
mi chiedessero di morire per salvarle la vita lo farei.
   
 
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