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Autore: AlexDavis    28/01/2011    22 recensioni
Isabella Swan un'affermata giornalista della Grande Mela vive con sua figlia Nessie.
Nessie non ha mai incontrato sua padre e Isabella non ha mai fatto nulla che potesse farli incontrare anche perchè non sapeva dove fosse finito quell'avvenente ragazzo che l' aveva sedotta sui sedili posteriori di una limousine al ballo di fine anno.
Cosa succederebbe se Nessie prenderà lezioni di piano proprio da suo padre?Isebella come reagirà?E Nessie?
Se volete scoprirlo leggete...
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Renesmee Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Salve ragazze, come va? Io sto una merda.. uff, in questo caso vorrei essere un vampiro!
Vabbe cmq torniamo al capitolo. Qui la nostra Bella comincerà a farsi molte domande a cui non sa dare nessuna risposta, entrerà in scena un personaggio che si rivelerà molto importante per lei.
Prima di mettere il capitolo, vorrei ringraziare le ragazze che commentano, chi l'ha messa nelle preferiti, chi nelle ricordate e chi nelle seguite e in ultimo, ma non per importanza le lettrici silenziose.
Sono felice che piaccia la mia storia.
Buona lettura.
xoxo Alex.
ps. mi scuso per gli errori, ma non riesco a vedere da un occhio ad un altro.


Capitolo 19


 

Il giorno dopo mi svegliai con un orribile quanto fastidioso mal di testa dovuto alla notte insonne che avevo passato a pensare se era giusto quello che stavo facendo e se era vero che avessi chiuso per sempre con il mio passato. Mi alzai dolorante dal letto e andai in bagno per concedermi una doccia sperando che per un momento avrei dimenticato i miei problemi e ci riuscii, ma non appena uscii dal bagno per prepararmi per un’altra giornata di lavoro erano ancora li a martellarmi. Mi vestii senza neanche vedere cosa prendevo e mi diressi in cucina dove c’era mia figlia che mi sorrise dolcemente e mi porse una tazza di caffè.
<< Ciao tesoro. >> e le diedi un bacio sulla fronte.
<< Sei uno straccio, mamma. >> mi fece notare.
<< Oh grazie, amore. >> dissi ironicamente e lei rise.
Mentre bevevo il caffè mi avvicinai alla finestra e osservai le strade di New York che erano già piene di persone che correvano perché in ritardo a lavoro o per la scuola.
<< Mi accompagni tu a scuola? >> mi chiese mia figlia distraendomi ed annuii.
<< Ho il tempo di sistemarmi? >> le chiesi posando le tazze nella lavastoviglie, lei annuì e sparì verso la sua stanza.
Entrai nella mia, andai a lavarmi i denti e applicai abbondante correttore sotto gli occhi per coprire le occhiaie e del fard abbastanza per coprire il mio pallore e giusto per non sembrare un pagliaccio, decisi di osare e applicai dell’ombretto nero come il vestito che avevo e il mio umore. Mi osservai allo specchio e dovetti ammettere che il risultato non era male, presi il cappotto rosso come le scarpe e uscii dalla stanza nello stesso momento in cui uscii mia figlia stupenda nella sua divisa modificata. Ogni giorno l’abbelliva con qualcosa di carino per distinguersi dalla massa, ma non se ne rendeva conto che anche senza abbellimenti si distingueva per la sua bella e dolcezza.
<< Come sei bella, mamma. >> mi disse.
Io sorrisi. << Anche tu lo sei, ma come non potresti con una madre così. >> e mi indicai con far snob e lei rise.
Quando arrivammo fuori scuola, lei scese e subito fu accerchiata da cinque ragazze tutte della sua età e con la divisa modificata. Sembrava quel telefilm ambientato nell’Upper East Side, dove c’era quel gruppetto di ragazze che erano considerate delle regine incontrastate della scuola e quella voce fuoricampo ne raccontava le gesta.  Scesi dalla macchina indignata aspettando che mi salutasse, infatti si girò verso di me e mi sorrise, mi si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia.
<< Buona giornata, mamma. >>
<< Buona giornata a te, tesoro. Ti passo a prendere all’uscita? >> lei annuii e se ne andò seguita da quelle ragazzine, la seguii con lo sguardo fino a che non la vidi varcare le porte della scuola.
Mi girai, ma mi ritrovai davanti la persona che meno mi aspettavo di trovare.
<< Tanya? >> chiesi stupita e sconvolta.
Lei mi guardò incrociando le braccia sotto il suo petto prosperoso.
<< Ah che bel benvenuto ed io che mi aspettavo una festa di benvenuto da parte della mia migliore amica. >> e si girò offesa.
Io risi e l’abbracciai. << Come stai, tesoro? Quando sei tornata? >>
<< Sono ritornata ieri sera e ho accompagnato Tara a scuola. >> mi disse ricambiando l’abbraccio.
Conoscevo Tanya da cinque anni e subito eravamo entrate in sintonia. Era, purtroppo, la sorella del verme Newton, ma non aveva nulla di cattivo e lurido. Tanya è una pazza scatenata e l’adoro, come mia figlia adora la sua visto che sono migliori amiche dai tempi dell’asilo e non lo abbiamo mai saputo.
<< Ti va una tazza di caffè, ho tante cose da raccontarti. >> le dissi.
Lei mi guardò maliziosa. << Che cosa hai combinato, troietta? >> ed io sorrisi, ormai abituata ai suoi nomignoli.
<< Un solo nome… ‘Edward’ >>
Lei strabuzzò gli occhi. << Il bastardo è tornato? >> io annuii. << Bene, allora mi ci vorrà più di una tazza di caffè. Andiamo o faremo tardi a lavoro. >>
Tanya lavorava nel mio stesso giornale, reparto moda, per questo ci eravamo conosciute. Entrammo ognuna nella propria macchina e ci dirigemmo in ufficio e mi sentii più sollevata, avrei raccontato a qualcuno dei miei problemi e sapevo che Tanya non mi avrebbe giudicata anche perché lei non era più santa di me.
 
Le avevo appena raccontato tutto e adesso stava guardando le foto che Jeff aveva scattato.
<< Lo sai che io trovo Emmet molto sexy e che ti ho odiato nel momento in cui te lo sei scopato perché volevo farlo io. >> disse guardandomi e sventolando la foto di Edward. << Ma tesoro adesso te lo cedo completamente io mi lancio su questa bella bistecca. >> e mi indicò Edward.
Qualcosa di non normale per una donna quasi al matrimonio  mi salii dallo stomaco.
<< Non ti azzardare. >> la minacciai.
Lei mi guardò un attimo e poi sorrise compiaciuta.
<< E Tanya Newton colpisce ancora! >>  esultò.
La guardai confusa e irritata. << Potresti spiegarti, per favore? >>
Le si avvicinò a me. << Tesoro tu stravedi ancora per Edward, stavi quasi per azzannarmi quando ti ho detto che voglio andarci a letto, con Emmett non l’hai mai fatto ci hai sempre riso su. >>
La guardai nervosa. << Questo non vuol dire nulla. So che scherzi con Emmet. >> dissi senza essere convinta neanche io.
<< Dolcezza ti conosco come le mie tasche e so quello che stai provando in questo momento. Ti senti attratta da Edward, ma hai degli obblighi con Emmett che ti portano ad avere sensi di colpa verso di lui. Ma lascia che ti dica una cosa, sta a te la decisione di seguirla o meno. >> di fermò un attimo aspettando un mio cenno di assenso che non arrivò così lei continuò.
<< E’ meglio la tua di felicità e quella di tua figlia o quella di Emmett? >> mi chiese.
La guardai scettica. << Ti devo ricordare l’ultima volta in cui tu non hai proprio seguito alla regola questa domanda? >>
Lei sorrise. << Per questo sono la persona giusta per darti questo consiglio, non voglio che tu faccia il mio stesso errore. Io voglio bene Nessie come se fosse mia figlia e te come se fossi mia sorella, e voglio solo che voi siate felici e nonostante tu non voglia ammetterlo, la vostra felicità è lui, Edward. >> e mi posa la sua fotografia davanti agli occhi.
Guardia quella foto e mi persi nei miei pensieri tanto che a stento sentii la porta del mio ufficio chiudersi, alzai il viso e Tanya non c’era più.
Aveva centrato il punto, aveva capito benissimamente come mi sentivo. Mi sentivo attratta da Edward come lo ero sempre stata e mi sentivo in colpa nei confronti di Emmett perché non avrei dovuto provare una cosa del genere, none era giusto nei suoi confronti.
E’ meglio la tua di felicità e quella di tua figlia o quella di Emmett?
Io per mia figlia avrei fatto di tutto, ma non potevo fare questo ad Emmett non ora che mi aveva chiesto di sposarlo ed io gli avevo risposto di si. Mia figlia nonostante io ed Edward non stavamo insieme, ci aveva entrambi e ci avrebbe avuto sempre, se io avessi lasciato Emmett per lui che non sapevo neanche se provasse la stessa cosa per, sarebbe rimasto solo di nuovo ed io non potevo permetterlo.
Amavo Emmett, o almeno credevo fino a poco tempo fa, e sarei rimasta con lui. Glielo dovevo e lo dovevo a Jake che era diventato un figlio per me e non potevo lasciarlo dopo che gli avevo detto che sarei stata sempre con lui e sarei stata la madre che non aveva mai avuto.
Con questi pensieri non mi accorsi di aver fatto tardi, così mi buttai sul lavoro sperando di non pensare a nulla e ci riuscii fino all’ora di pranzo quando Tanya buffò alla porta e entrò con la testa dentro.
<< Sei occupata? >> mi chiese.
Le lanciai un’occhiataccia. << Se ti dicessi di si te ne andresti? >>
Lei sorrise divertita ed entrò. << Tesoro sai perché l’ho fatto. >>
Io sospirai ed annuii. << Lo so, ti va di pranzare insieme? >> le annuì e uscimmo dall’ufficio e andammo a pranzo nel ristorantino dove di solito si riunivano tutti i giornalisti del New York Times, infatti incontrammo parecchi ragazzi che ci salutarono e ci invitarono a pranzare con noi e noi accettammo.
<< Allora Tanya come è stato il viaggio? >> chiese Larry l’addetto stampa, il migliore sulla piazza.
Tanya sbuffò. << E’ stato stancante, non sono tipo da trekking, ma per la mia bambina questo e altro. >>
<< Ti capisco. >> le dissi mentre addentavo un raviolo al tartufo.
Chiacchierammo un po’ del più e del meno, di informammo degli ultimi avvenimenti avvenuti nel giornale e dei licenziamenti.
<< Ah Bella, è vero che hai licenziato Jeff perché credeva che tua figlia andasse a letto con un trentenne? >> chiese Eric, del reparto ce i occupava delle notizie calcistiche e altro.
Io annuii. << Si. >> risposi semplicemente.
<< E’ vero? >> chiese una bionda tutte tette, segretaria non che scopa mica di Eric.
La fulminai. << Cosa? >>
<< Che tua figlia va a letto con un trentenne. >> disse sorridendo malefica.
Mi alzai e le sussurrai nell’orecchio così avrebbe sentito solo lei e il suo compagno.
<< Tesoro non ti conviene fare la stupida con me, perché so alcune cose che ti farebbero licenziare in tronco. Sono potente e rispettata in questo campo e crediti che ti dico che sono capace di non farti assumere da nessuno più. La tua bocca è troppo sporca per poter parlare di mia figlia, sono stata chiara? >> le dissi con calma glaciale e la sentii irrigidirsi ad ogni parola.
Eric deglutì e aspettò che mi accomodassi al mio post per parlare.
<< Andiamo, Bella, stava scherzando. >> disse cercando di ridere divertito, ma non ci riuscì. Sapeva benissimo che se delle determinate cose uscivano fuori lui era nella merda.
Lo guardai fredda. << Io no. >> e mi alzai, lasciai delle banconote sul tavolo ed uscii da li.
Tanya mi seguì a ruota e mi diede il cinque. << Ecco perché sono tua amica. >> e ridemmo.
Dopo aver pranzammo tornammo in ufficio perché avevo del lavoro da ultimare prima di andare a prendere mia figlia. Stavo leggendo un vecchio articolo quando il telefono squillò, alzai la cornetta senza vedere chi era.
<< Isabella Swan, chi parla? >> chiesi in tono professionale.
<< Tesoro, sono papà >>rispose.
Sorrisi automaticamente. << Ciao papà, come stai? >>
<< Bene, tu? >>
Sospirai. << Potrebbe andare meglio. >> e gli raccontai tutto.
Alla fine sospirai. << Non so cosa mi stai succedendo papà, dimmi qualcosa. >> implorai.
Lui restò in silenzio qualche minuto poi parlo e mi disse una cosa che non dimenticherò mai.
<< Come puoi non amare una parte di te? Edward è parte di te, tesoro, e tu lo amerai sempre. Potrai sposare Emmett e passare tutta la vita con lui e magari stare bene, ma non portai mai amarlo come ami lui, non potrai mai dire ‘Oggi sono felice’ perché sarà solo un’illusione. Pensaci e fa la scelta giusta, tesoro, ed io l’appoggerò sempre. >> era il discorso più lungo e sentimentale che ho mai sentito uscire dalle labbra di mio padre.
<< Mi manchi, papà. >> dissi ormai in lacrime.
<< Anche tu, tesoro, per questo pensavamo di passare una settima li da te quando Seth verrà. TI va? >>
Quasi urlai dalla gioia. << Certo che mi va, papà. Quando venite? >>
<< Per venerdì dovremmo stare li. >> mi salutò e riattaccò.
Dopo la telefonata con mio padre mi sentii meglio e mi parve che quel nodo di pensieri che avevo nella mia mente si stesse districando lentamente, certo ero ancora confusa, ma alla fine del tunnel sapevo che c’era una soluzione e avrei fatto di tutto per trovarla. Guardai l’orologio e notai che era quasi l’ora, presi la mia roba spensi il pc e me ne andai sorridendo.
Eravamo a casa da un bel po’ e mentre Nessie studiava sul tavolino in salotto io ero comodamente sdraiata sul divano a leggere un libro.
All’improvviso la sentii imprecare sottovoce.
<< Nessie! >> la rimproverai.
Lei mi sorrise imbarazzata. << Scusa, mamma, ma ho un problema. >>
Posai il libro sul tavolino e la guardai. << Cosa c’è? >>
<< Trigonometria, hai presente? >>
Sorrisi, avevo presente si.
<< Tuo padre è un asso nella trigonometria, tutto quello che so me lo ha insegnato lui. Dammi qua, può darsi che ricordi ancora qualcosa. >>
Mi porse il quaderno e osservai quel problema e capii immediatamente dov’era il problema, con mio sommo piacere non avevo dimenticato nulla.
<< Tesoro devi avere l’abitudine di compiere tutti i passaggi, così le cose ti saranno più chiare ed eviterai di sbagliare i calcoli. >> le dissi indicandole il problema, lei mi ringraziò e sorridente si rimise a lavoro.
Ritornai al mio libro, quando lo chiusi era buio e guardia l’orologio. Erano le otto e dovevo preparare la cena, guardai mia figlia che si era addormentata sul divano, la scossi gentilmente.
<< Tesoro, sveglia. >>
<< Non ci voglio andare a scuola. >> farfugliò girandosi dall’altra parte.
Risi sommessamente. << Non devi andare a scuola, su svegliati. >>
Lei si alzò stiracchiandosi ed io le accarezzai i capelli.
<< Va a farti una doccia, ti infili il pigiama, così mangi e vai a letto.  >>, lei annuì e si diresse verso la sua stanza.
Stavo mettendo l’insalata a tavolo, Nessie lavata e profumata stagliava il pane, quando arrivò un lieve e debole bussare alla porta. Ci andai io e prima di aprire chiesi chi era.
<< Ed-edward. >> dissi con un filo di voce.
Aprii immediatamente la porta e quando lo vidi trattenni un urlo e mi portai le mani alla bocca. C’era Edward sudato e pallido come un cadavere, due occhiaie profonde e marcate come se gli avessero dato dei pungi, respirava a fatica e si manteneva alla porta. Dopo un attimo di sbalordimento lo aiutai ad entrare facendolo appoggiare a me.
<< Nessie, vieni qui! >> urlai e lei in un attimo fu vicino a me e mi aiutò a portai Edward in salotto dopo lo facemmo sdraiare sul divano. Mi piegai sulle ginocchia e gli scostai i capelli bagnati dalla fronte.
<< Edward, che cos’hai? >> chiesi preoccupata.
Lui scosse la testa. << Ho… ho so-solo bisogno di… rip-riposare. >> e chiuse gli occhi addormentandosi immediatamente.
<< Papà? >> chiamò Nessie scuotendolo leggermente.
La presi e la feci alzare. << Lascialo stare, sta dormendo. Quando si sveglierà potrai fargli tutte le domande che vorrai, adesso andiamo di la. >>
Spegnemmo la luce in salotto e in corridoio e andammo in cucina dove Nessie si accomodò ed io le porsi il piatto con delle lasagne.
<< Si sveglierà, vero? >> mi chiese preoccupata.
Io annuii. << Il tuo papà è forte, ha solo bisogno di riposare. >>
Sperai che fosse così e che non fosse nulla di grave.  


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L'angolo conoscenze. Che musica ascoltate? L'ultimo libro che avete letto
e che vi è piaciuto da morire?
Quante volte avete letto i libri della saga e quante volte avete visto i film?
Io amo tanto Leona Lewis, ma ascolto di tutto ultimamente mi sono innamorata della canzone
di Pink Fucking perfect, ascoltatela.
L'ultimo libro che ho letto sono stati i Diari di Seaport che mi è piaciuto tanto
e aspetto il seguito non ansia.
Ho letto il libri della saga cinque volte ed ho ormai perso il conto di
quante volte ho visto i film, sia in inglese che in italiano.

   
 
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