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Autore: nephaelibatha    28/01/2011    3 recensioni
Un'ombra incombe sul destino di Narcissa Black: un assassino vuole strapparle la sua giovane vita e la ragazza sembra entrare in un labirinto di enigmi senza soluzione. Soltanto l'amore di Lucius Malfoy potrà salvarla da quest'incubo che presto diventa talmente familiare da sostituire la realtà.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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nv 2 02. L'incubo




Narcissa Black si svegliò di soprassalto quella mattina. Quando aprì gli occhi la realtà le cadde addosso con tutta la sua pesantezza, strappandola via dal peggiore degli incubi.
Si mise a sedere lentamente, cercando di colmare il vuoto lasciatole dal sogno. Le sembrava ancora di vedere quella figura terribile coperta dalle tenebre che le sorrideva malignamente, un sorriso diabolico che le fece venire i brividi all'altezza della nuca. Nell'incubo lei scappava da un individuo evanescente dal volto nascosto, che sembrava camminare sollevato ad un palmo da terra. L'uomo portava una maschera di porcellana bianca con due fessure vuote e nonostante la seguisse lentamente avanzava molto più rapidamente di Narcissa.
La ragazza scosse la testa per cercare di eliminare dalla sua mente quella visione terribile, nonostante essa continuasse ad insinuarsi con insistenza.

Decise di alzarsi definitivamente e i suoi piedi si mossero sulla superficie gelida del pavimento per raggiungere la vestaglia. La indossò sopra la camicia da notte e si avvicinò al grande specchio per controllare che il suo aspetto fosse dignitoso.
All'inizio non lo notò, ma qualche secondo più tardi capì che c'era qualcosa di strano nell'insieme della sua immagine, di diverso. Con una smorfia di orrore si rese conto che una ciocca dei suoi biondi boccoli era stata tagliata in malo modo da mani inesperte.
D'istinto si portò una mano alla bocca. La splendida chioma lucente che aveva fatto cadere ai suoi piedi decine di uomini era stata rovinata.
Passò le dita sul punto in cui le forbici avevano troncato il ciuffo e sussultò quando una piccola scossa le punse la mano. Ciò significava che il taglio era stato effettuato dalla magia. Qualcuno quella notte si era intrufolato nella sua stanza e, chissà per quale strano motivo, le aveva inferto quello sfregio. L'idea la allarmò all'istante e si girò di scatto per controllare che fosse sola. La stanza taceva come sempre e apparentemente tutto sembrava in ordine. Si diresse verso il suo letto per esaminare le lenzuola e trovare qualche impronta, ma il tessuto era candido.
Qualcuno le aveva fatto uno scherzo di pessimo gusto e probabilmente ora stava ridendo alle sue spalle della sua paura. Forse uno degli elfi domestici si era ribellato e aveva voluto sfidarla. In quel caso Narcissa avrebbe smascherato il colpevole e avrebbe preso drastici provvedimenti.
Eppure una voce dentro di lei le suggeriva che gli elfi non possedevano bacchette e di conseguenza non potevano fare magie eccetto per la materializzazione.
Stabilì di non lambiccarsi troppo il cervello in quei ragionamenti e di scendere per la colazione, avrebbe raccontato l'accaduto ad una persona fidata con più calma, anche se la faccenda era talmente inquietante che non era affatto semplice mantenere una certa tranquillità.
D'un tratto l'intera faccenda le sembrò ridicola e forse, per il momento, era meglio interrompere la lettura serale di romanzi gialli, almeno fino a quando la sua mente, così facilmente suggestionabile, non fosse diventata un pò più realista e razionale.



Qualcuno bussò delicatamente alla porta dello studio, destando Lucius Malfoy dall'attenta lettura di alcune scartoffie sparse sulla scrivania. Lieto che qualcuno lo strappasse via da quell'attività noiosa, l'uomo accolse volentieri l'interruzione. Nella stanza entrò il cortese maggiordomo che aveva assistito suo padre per molti anni, in sostituzione di mille incompetenti elfi domestici. Norman era una persona semplice, umile nei gesti ma altrettanto di classe nel suo portamento. Aveva capelli grigi tirati indietro e due sottili baffi bianchi che gli conferivano un'aria saggia. Gli occhi neri vispi ricordavano quelli di un'aquila che scrutava l'orizzonte in cerca di cieli nuovi da attraversare. Si era legato ad una sola donna in tutta la sua vita, Marie, ma era rimasto vedovo da appena un anno. Tutto ciò che gli era rimasto di lei erano i suoi ricordi e la giovane vita di Isabel, sua figlia. Era un uomo eccezionale e Lucius gli era sempre stato molto riconoscente per tutto l'affetto che aveva dimostrato nei confronti di lui e della sua famiglia.
"E' arrivata una lettera per voi, signor Malfoy. E' da parte del signor Blanche" annunciò Norman porgendogli l'oggetto.
Lucius aprì la busta e lesse quelle poche righe incise dalla penna stilografica di un uomo che aveva sentito nominare dal Signore Oscuro.
"Di certo è una persona di poche parole. Vuole incontrarmi per un colloquio questa sera, deve affidarmi un compito importante" affermò Lucius con aria solenne.
Norman sospirò quasi a voler comunicare di saperla lunga. "Non si preannuncia niente di buono, già il fatto di avervi inviato poche righe dimostra che la faccenda è della massima segretezza, e di solito ciò che deve essere nascosto è sempre qualcosa di pericoloso. Dovrete sporcarvi le mani..."
Lucius posò lo sguardo grigio sull'uomo che stava davanti a lui riflettendo attentamente. Se voleva conquistarsi una certa fama era costretto a fare alcuni sacrifici per quanto scomodi potessero essere. Del resto era pronto a tutto, lo testimoniava il marchio impresso sul suo braccio, e se quel Blanche era un conoscente del suo padrone, poteva approfittarne e fare bella figura per guadagnarsi un posto d'onore nella sua schiera.
"Cercherò di non spargere molto sangue, ma il giuramento che ho fatto mi vincola ad una doppia vita da cui non posso e non voglio allontanarmi. Il mistero e l'azione sono il mio ossigeno" sentenziò sfoggiando un sorriso accattivante che gli conferiva un aspetto ancora più affascinante. Il maggiordomo annuì in silenzio, quasi come se si fosse aspettato quelle parole. Non si era mai lamentato dei comportamenti della famiglia Malfoy ed era stato loro complice fin da quando aveva scoperto i sotterfugi e i segreti di Abraxas.
Comprendeva la fretta e la volontà tipica della gioventù e per questo non si scandalizzò; del resto sapeva di servire un Mangiamorte e la cosa non gli dispiaceva. In effetti, questa duplice vita lo rinvigoriva e lo faceva sentire come uno di quei personaggi dei romanzi gialli, solo che nel suo caso, non era lui il maggiordomo cattivo, responsabile di misfatti, ma era il suo giovane amico a nascondere la sua vera personalità dietro una maschera.



Spazio Ringraziamenti:
Giulii: Grazie per aver letto anche questa storia!! Devo dire che i libri che sto leggendo in questi giorni mi stanno influenzando e quindi ho deciso di dare un tono inquietante alla storia... Muahahha xD Spero di esserci riuscita e di non essere sembrata una psicopatica! Ti mando un abbraccio forte forte :D

Alla prossima!
Cissy :)
 

  
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