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Autore: MaryLouise    28/01/2011    1 recensioni
Rimase impietrito sulla banchina a guardare la metro andarsene, la corrente d'aria gli scompigliò i capelli induriti dal gel.
Rifletté su ciò che aveva appena vissuto, individui così simili eppure così diversi immersi nella noncuranza generale.
Quel giorno vide tante vite quante le persone che aveva incontrato volatilizzarsi nel nulla.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nonchalance


Le porte rovinate dai graffiti colorati dei writers si aprirono, lasciando intravedere l'interno del vagone fiocamente illuminato da poche lampade al neon.
Tutti i posti a sedere erano occupati, dunque poggiò la borsa scura a terra e si appoggiò al palo tinto di rosso al centro della carrozza. 
Gli sportelli si chiusero, il rumore sordo rimbombò nell'abitacolo e la metro partì.
I vetri sfregiati riflettevano la sua immagine; i capelli chiari ed ispidi erano aizzati dal gel, le basette incolte scendevano lungo le tempie, risaltando gli zigomi affilati. Un paio di occhi azzurro cielo spiccava sul viso pallido, come per ravvivarlo. Il naso era aquilino e sottile, come la linea delle sue labbra screpolate.
Indossava un bomber nero, che ingrossava il suo fisico mingherlino.
Il treno si fermò alla stazione successiva. Dalle porte davanti a lui salirono due ragazzi che si tenevano per mano.
Il primo era di altezza notevole, i capelli scuri e lisci gli scendevano fino al mento, incorniciando il viso di una tonalità olivastra e gli occhi neri.
Un maglione azzurro a coste metteva in risalto i suoi pettorali e jeans perfettamente invecchiati gli fasciavano le gambe.
La ragazza era invece minuta, i lunghi capelli ricci le arrivavano fino alla vita, una frangia liscia le copriva la fronte alta, nascondendo le sopracciglia spesse che evidenziavano gli occhi verdi. Nonostante l'abbondante fondotinta si notava il rossore delle guance, provocato dal freddo.
Si appartarono in un angolo del vagone, isolandosi dalle altre persone. Non esistevano altro che loro due e il loro amore.
Un ragazzo, che si era girato a guardarli, tornò alla sua fredda indifferenza: le cuffiette nelle orecchie, il bavero della giacca alzato da cui s'intravedeva il naso, gli occhi grigi persi nel vuoto nascosti dal lungo ciuffo scuro.
Uno squillo improvviso lo scosse dai suoi pensieri. Una donna rispose al telefono. Parlava veloce e in una lingua straniera. Il suo tono era molto alto e un poco irritato, come le espressioni di tutti i presenti.
I capelli imbiancati erano raccolti in una morbida crocchia, alcuni ciuffi le sfioravano le guance piene, in netto risalto con le rughe che le affollavano il viso. Gli occhi scuri erano ridotti a due fessure, le occhiaie erano pesanti e marcate.
La telefonata si concluse dopo qualche minuto ed ognuno tornò alla propria apatia.
Il treno scorreva veloce sulle rotaie, le vibrazioni si propagavano fino ai loro sedili di plastica.
La frenata fu improvvisa, si ritrovò catapultato contro il ragazzo con gli auricolari.
Borbottò qualcosa per scusarsi e uscì velocemente dalle porte che si erano aperte di scatto.
Una buona parte delle persone presenti lo imitò.
Rimase impietrito sulla banchina a guardare la metro andarsene, la corrente d'aria gli scompigliò i capelli induriti dal gel.
Rifletté su ciò che aveva appena vissuto, individui così simili eppure così diversi immersi nella noncuranza generale.
Quel giorno vide tante vite quante le persone che aveva incontrato volatilizzarsi nel nulla.



Sera :)
Ho scritto questo tema per scuola, la consegna era descrivere un gruppo di persone all'interno di un luogo/ambiente e far trasparire le sensazioni che provavano e mi facevano provare.
Ho deciso di pubblicarlo cambiandogli nome, spero vi piaccia.
Jo

The One Hundred Prompt Project
   
 
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