Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Diana924    28/01/2011    2 recensioni
Quando la sua liberta Flavia viene trovata morta in circostanze misteriose, la matrona Caterina de’Medici non crede a un incidente. Decisa a far luce sul mistero la donna indaga, nella Roma imperiale di Augusto. Perché Flavia era fuori di casa quella notte? Che segreti nasconde la sua schiava?
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

I suoi figli erano partiti il giorno dopo per la villa fuori Roma, una maniera per tenerli al sicuro perché non si fidava dei fedeli di Bacco, da bambina i racconti su di loro le mettevano un genuino terrore; e quella sera sarebbe toccato a lei offrire un banchetto.

Fra gli invitati figurava anche sua cognata, Claudia Minore, nota per i suoi gusti letterari, sempre molto raffinati, che si era sposata da pochi mesi, appena prima della morta di suo marito.

Aveva già dato disposizioni agli schiavi e ai liberti, ordinando loro di controllare bene gli ospiti.

Come pasti aveva scelto di far servire del polpo, prosciutto e crostacei, e la specialità della sua casa, il pappagallo rosso lesso, che i suoi schiavi Giacinto e Licia sapevano preparare in maniera squisita.

Aveva invitato letterati, filosofi e generali, tutta gente morigerata e della sua stessa età, uno di quei banchetti per cui era famosa, che iniziavano con moderazione e terminavano in orge, alle quali né lei né suo marito avevano mai partecipato, si limitavano a chiudere entrambi gli occhi.

Quella sera il suo banchetto era stato molto lodato, sia dagli inviati sia dai parassiti che si erano imbucati.

Era felice, mentre  conversava di filosofia, letteratura e scienze varie con i suoi ospiti, che essendo molto colti apportavano diverso prestigio sociale alla sua dimora.

Quando venne servito il pappagallo, e dopo i vari elogi alla cucina della casa, a lei e ai suoi servi, Caterina de’Medici fece una domanda: << Cosa sapete del culto bacchico? >> << Che quello che abbiamo ora si limita ai templi, domina >> rispose Tiberio Giulio, un retore che aveva la sua età. << Menzogne. Il culto bacchico, quello vero intendo, è ancora vivo, è solo segreto >> ribatté Antonio Iullo, senatore. << Quello delle baccanti e delle orge? Quello è ormai defunto >> replicò Tiberio. << Bisogna solo ascoltare i propri schiavi >>, << Perché dovrei avere il desiderio di ascoltare degli oggetti che parlano? >> << Per questo a quelli che parlano troppo fate cucire la bocca >>, << E’ soltanto temporaneo, mio caro Antonio, non sono un barbaro >> << Ma vi comportate come tale >> si intromise Claudia << Avete ragione nell’affermare che gli schiavi sono oggetti, ma è anche vero che sono vivi, e che parlano, ridono, piangono, camminano come noi >>. << Non oserete dire che sono umani, come noi >>. << Come noi no, ma sono umani >> fu la risposta di Claudia.

Caterina de’Medici sorrise, quella sera aveva trovato un ottimo argomento, su cui si poteva dibattere per ore, e lei era libera di seguire il flusso dei suoi pensieri.

Aveva subito parlato con Claudia dell’accaduto e della sua decisione di voler andare fino in fondo a quella faccenda. << E’ un bel gioco, ma stai attenta, può rivelarsi pericoloso >>.

Un gioco, ecco come sua cognata, che era una donna di grande intelletto e cultura, vedeva la sua ricerca della verità, come un gioco, un passatempo.

E lei? Lei come vedeva quella ricerca? Come Claudia, o come una missione che si era assunta? Per Flavia, per la verità e per la sua pace dell’anima?

Non lo sapeva, ma sapeva che se le cose si sarebbero messe per il verso sbagliato, aveva pur sempre il veleno, che aveva preparato di persona, seguendo le istruzioni di Druso Coccei. Ma era passato un anno da quando aveva preparato quella pozione venefica, e l’effetto poteva anche essersi esaurito, per questo aveva con sé anche il pugnale, sebbene non avesse mai usato un pugnale in tutta la sua vita, e non sapesse nemmeno da dove cominciare.

<< Domina, una visita per voi >> << Chi è? >> << Una delle vestali, vostra cugina Servilia >> << Falla entrare, io vado nel triclinio grande, dille che sono là >>. Poi andò nel triclinio e si sdraiò su un triclinio azzurro, che era stato il preferito di suo marito.

Servilia era sua cugina, e non si vedevano da almeno un anno. Dopo un po’ la vide all’entrata della stanza.

Servilia non era cambiata, aveva sempre i suoi capelli neri e gli occhi color nocciola, un profilo aquilino e indossava il velo bianco delle vestali, bianco come la veste che indossava.

<< Ave Servilia. Cosa ti ha fatto abbandonare il sacro fuoco di Vesta per venire nella mia dimora? >> << Dovevo parlarti Caterina de’Medici, cugina mia >> << Parla pure, ma nel frattempo sdraiati, saremo più comode >>. Servilia seguì il suo consiglio e si sedette, stando attenta a non far sporcare il suo velo, bianco come la neve.

<< Riguarda la tua liberta, Flavia. Come sai il tempio di Vesta si occupa di custodire i testamenti, di chiunque, sia esso libero o schiavo. Dodici lune fa Flavia mi portò il suo, e me lo affidò >>. << Prima di partire per Cipro, fui io a consigliarle di far custodire il suo testamento presso il vostro tempio >> rispose Caterina de’Medici che si ricordava molto bene quell’avvenimento.

<< Bene, allora mi sarà più facile andare avanti. Tre lune fa ero vicina il sacro fuoco di Vesta, e la vidi. Era molto agitata, e mi chiese se poteva avere il testamento, solo per un attimo. Non vi vidi nulla di sbagliato e glielo consegnai. Veloce si assentò per qualche minuto, poi tornò e me lo ridiede. Aveva aggiunto o rimosso qualcosa, ne sono sicura, ma non so cosa >> << Hai qui il testamento? >> << Per gli dei no! Il testamento deve rimanere al tempio di Vesta, come vuole la tradizione >> dichiarò Servilia, scandalizzata da quell’audacia.

<< Vorrà dire che verrò al tempio. Ma tu come sai che Flavia è morta? >> << Sai, molti uomini parlano quando si credono da soli, ed inoltre l’aristocrazia parla del tuo nuovo passatempo. Cosa penseranno gli optimates di questa faccenda? >> << Non m’importa cosa penseranno, io non dico in giro che Sesto Tiberio adora sollazzarsi con i giovinetti, o che alla moglie di Marco Claudio piace andare di notte nella Suburra e lì prostituirsi. Io sto zitta e copro i loro segreti, e loro fanno lo stesso con me. Fidati, ci sarà qualche chiacchiera per un giorno o due, poi la smetteranno >> le rispose Caterina de’Medici che conosceva molto bene l’indole dei romani.

<< Mi auguro che tu abbia ragione, ora devo tornare >>. << Adesso? Fermati per il pranzo, sarò onorata di averti ala mia tavola, sei mia cugina, nonché una delle Vestali più anziane >> disse Caterina de’Medici mentre si alzava dal triclinio, era da tanto che non vedeva Servilia, e sperava di poter restare in sua compagnia. << Non posso rimanere, devo tornare al tempio >> disse Servilia, prima di alzarsi anch’essa e dirigersi verso la porta principale, avvolta nel suo velo bianco che la identificava come Vestale.

Tre lune, esattamente lo stesso periodo durante il quale Flavia aveva chiesto ad Afro di portarle un pugnale. Non poteva essere una coincidenza, si disse, mentre si sedeva per il pranzo, e Afranio Livii, uno dei clientes del suo defunto marito entrava in casa, e si sedeva con disinvoltura, era stato invitato da Caterina de’Medici per poter discutere se c’era la possibilità che potesse trasferire i suoi servigi al suo secondo figlio, non appena questi avrebbe indossato la toga virile.

***

Quel pomeriggio Caterina de’Medici si era recata alle terme, per potersi rilassare.

All’inizio si diresse verso la sala dei massaggi e si rilassò, mentre una schiava ispanica si prendeva cura del suo corpo. Finito  si diresse verso il tipediraium, aveva bisogno di rilassarsi. La vera pace dei sensi sarebbe venuta dopo, quando s’immerse nell’acqua bollente del calidarium, dove rimase per quasi un’ora, cullata dai vapori e dell’acqua calda, che le faceva dimenticare ogni problema, e lasciava la sua mente sgombra da ogni pensiero.

Dopo quasi due ore di permanenza si levò dall’acqua, e si diresse verso lo spogliatoi, per recuperare la sua veste, e lasciò le terme, mentre il sole iniziava a declinare.

x NonnaPapera: grazie epr i complimenti, in effetti ho voluto creare una Caterina molto complessa... cosa accadrà????? La matassa è difficile da districare...

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Diana924