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Autore: Waitingaprince    28/01/2011    5 recensioni
Non puoi fare così! Pensai immediatamente. Scossi la testa. Non mi posso prendere una sbandata per uno come lui! E’ impossibile.. “a cosa stai pensando?” mi chiese. “non posso essermi presa una sbandata” dissi ad alta voce. “ah no?” disse malizioso. Mi baciò il collo. Un brivido mi percosse la schiena. Merda, mi sono innamorata..
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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fanficChiedo scusa per il ritardo con cui pubblico questo capitolo, ma la scuola e la mancanza di ispirazione mi hanno uccisa.
Vorrei ringraziare vegeta princess98, killa_pucciosa, _Pimpilotta_, La_Giuli, noemi_moony che hanno recensito lo scorso capitolo.
Poi

Dove eravamo rimasti?
“ma sei scema o cosa?” disse il ragazzo con voce impastata dal sonno.
Rimasi in silenzio, fissandolo sconvolta.
Merda, è tutto vero pensai.

____

Mi misi le mani nei capelli poggiando la testa sul mio cuscino.
“Non è possibile, è solo un brutto sogno” dicevo tra me e me.
“Ora chiudo gli occhi, li riapro e mi sveglierò in camera con Ash e Brok, ne sono sicura”
Chiusi gli occhi e poi li riaprii, ma nulla era cambiato.
“Non ci posso credere” dicevo continuando a tenere le mani nei capelli.
Respirai profondamente per riprendere la calma e poi immersi la testa nel cuscino.
Iniziai a ridere istericamente mentre Paul mi guardava sconvolto, quasi come se stesse guardando un alieno.
“E’ tanto divertente vero?” tentai di dire tra quelle risate.
“Come?” mi chiese lui incuriosito.
“Ti diverte farmi soffrire?” dissi ridendo ancora.
“Eh?” mi disse ancora più confuso.
Non gli risposi e continuai a ridere, come se la risposta fosse ovvia.
“E’ tanto difficile da capire?” chiesi quasi con le lacrime agli occhi.
Mi guardò con una faccia ancora confusa quasi per dire “ma che cavolo sati dicendo?”
“Oh, a voi ragazzi bisogna sempre spiegare tutto!” sbuffai rumorosamente. “Non l’hai ancora capito? Mi piaci!” lo dissi senza pensarci mentre sentivo il suo sguardo pesante su di me.
Dopo un minuto di imbarazzante silenzio mi resi conto di quello che avevo appena detto.
Merda pensai immediatamente.
Mi alzai dal letto e andai in bagno mentre lui mi fissava. Velocemente mi cambiai e mi misi il mio solito completo e uscii dal bagno.
“Si dice buongiorno, almeno” disse lui con un tono strafottente.
“Ci si vede” risposi io uscendo dalla stanza.
Quando la porta si chiuse alle mie spalle respirai profondamente.
Bel modo di cominciare la giornata, insomma.
Camminai verso la mensa, se si poteva definire così, e vidi Ash e Brok.
“Ragazzi!” dissi tentando di sembrare allegra.
“Lucinda!” dissero in coro “pensavamo ti fossi persa, ma abbiamo saputo che ti hanno cambiato di stanza” ci fu un lungo secondo di silenzio. “E che stai in camera con Paul” disse infine Ash con grande amarezza.
“Non ne parliamo” dissi con una voce sprezzante.
“Comunque, vogliamo allenarci o no?” tentai di cambiare argomento.
“Certo” disse Brock “però oggi facciamo anche un paio di giri di corsa per riscaldarci”
“Che cosa?!” protestò immediatamente Ash “Sei pazzo?! Io mi rifiuto!”
“Io mi astengo” dissi apatica.
“Ash non si discute, non puoi iniziare una lotta se non hai i muscoli sciolti. Di solito camminiamo molto, ma ieri non abbiamo fatto tutto questo allenamento”
“E se mi rifiutassi?”
“Niente pranzo”
Piuttosto che saltare il pranzo, Ash sarebbe stato capace di fare venti giri di tutto il litorale.
“Bene, allora perché stiamo ancora qui?!” disse Ash spingendoci verso la porta d’uscita.
“Aspettate un attimo!” Esclamai “il mio I-pod? Chi di voi due l’ha preso dal mio zaino?”
Nessuno dei due parlò.
“Guardate che non stava nel mio zaino quando sono entrata in quella camera” li guardai con uno sguardo da detective.
“Parlavi di questo?” Disse Corrado dandomi l’I-pod.
“Che?”
“L’ho preso “in prestito” per aggiornarti quel coso, ma da quand’è che non ascolti musica?”
“Ehm..” lo guardai con aria colpevole, ma riconoscente “Grazie” dissi solo sorridendo “allora ci vediamo, io vado ad allenarmi” dissi sorridente salutando Corrado.
Non sapevo perché, ma la sua presenza mi metteva di buon umore.
Così facemmo una lunga corsa per sciogliere i muscoli prima dell’allenamento in vista della gara pokémon e della lotta in palestra.
Credo di non aver mai sudato così tanto in tutta la mia vita, ‘sta volta Brok fa’ sul serio.
Finalmente ci fermammo per una pausa. Mi sedetti ad un tavolino per ordinare una bibita fresca quando Barry si avvicinò e si sedette al mio stesso tavolo.
“Ciao” disse a disagio.
“Salve”
“Ti devo dire una cosa importante”
“Oh, avete ancora scommesso su di me? Ma questa volta sei così gentile da dirmelo prima?” dissi acida.
“No,  è qualcos’altro” sospirò “La scommessa. Bhè, vedi.. Quella scommessa”
“Vieni al dunque” tagliai corto.
“Ok. La verità è che tu a Paul piaci sul serio”
Scoppiai a ridere.
“Sei davvero divertente, Barry”
“Non sto scherzando, Lucinda. Sono serio”
Lo guardai interrogativa.
“Quella scommessa l’ho proposta io. Sapevo quanto tu piacessi a Paul, ma lui non l’ha mai voluto ammettere. Così gli ho detto che se ti avesse baciata gli avrei dato dei soldi. All’inizio l’ha fatto solo per gioco, poi ha capito di essersi inamorato di te proprio come è successo a te”
Lo gaudarvo sconvolta, non riuscivo a capire.
“Se è uno scherzo non è divertente” dissi.
“Non scherzo su queste cose, e mi ha detto di dirti di andare da lui in camera”
“Ah, ok” dissi alzandomi “Grazie mille Barry” gli sorrisi e gli diedi un bacio sulla guancia.
Corsi verso la stanza e quando ci fui davanti presi un respiro molto profondo.
Ce la posso fare, non devo avere paura.
Poggiai la mano sulla maniglia della porta e lentamente la aprii. Fu lo spettacolo più brutto che avessi mai visto in tutta la mia vita: le sue labbra su quelle di un’altra ragazza, stesi sul letto.
Mi schiarii la voce per farmi notare. Entrambi si fermarono a guardarmi.
Stavo per scoppiare, come una bomba.
“Potresti evitare di fare questa sceneggiata in camera nostra, dopo averti rivelato i miei sentimenti e dopo che Barry mi ha detto che tu provi qualcosa per me” una lacrima scese dai miei occhi rigandomi il volto. Mi portai le mani sul viso e inizai a correre verso la spiaggia piangendo.
Che schifo, lo sapevo. Sono stata usata, sono un’idiota. Non devo credere ai ragazzi, nessuno di loro ha un cuore.
Quando arrivai in spiaggia non c’era nessuno, escluso qualche bagnante che non notò il mio stato. Mi sedetti sulla sabbia portando le ginocchia al petto appoggiandoci sopra la testa.
Come sono brava a farmi abbindolare dal primo che passa. Stupida, stupida, stupida!
Ce l’avevo con me stessa, per essermi fatta nuovamente ingannare.
Qualcuno che mi bussava alla spalla mi distrasse dai miei pensieri, ma non ebbi il coraggio di voltarmi.
“Vattene” sibilai fra i denti.
“No, ti devo spiegare” ancora quel tono freddo, non lo sopportavo.
“No, tu non mi devi spiegare un bel niente. Ti ho capito sai? Tu usi tutte le ragazze e poi le lasci lì con il cuore a pezzi, non ci casco più sai? Non sono così sce..”
Non finii la frase che le mie labbra si unirono a quelle di Paul. Tentai di staccarmi, ma lui mi bloccò i polsi e io non potei fare altro che accettare tutto.
“Ti hanno mai detto che parli troppo?” Disse strafottente.
Sbuffai tentando di staccarmi da lui.
“Adesso lasciami parlare” mi prese il viso tra le mani.
“Lucinda, io ti amo”
“Sese, e quella ragazza chi era? Tua sorella?” dissi sarcastica.
“Ok, era una ragazza che si è dichiarata e mi ha baciato. Io ho tentato di dirle che mi piaceva un’altra ma non ha voluto sentire ragioni”
“Paul, anche io ti devo dire una cosa”
“Dimmi”
“Ti amo”
Presi il suo viso tra le mani e lo baciai intensamente.
>The End<
  
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