Ed ecco a voi il terzo capitolo! Ci abbiamo messo un po’ direi!^^’ e già….chiediamo
immensamente venia…^^ ^^
Cmq non ci
perdiamo in chiacchiere!! Buona lettura…e mi raccomando
RECENSITEEEEEE! Ciau alla prossima!^__^
^__^
THE OFFICIAL AND FAMOUS LEGEND OF MARAUDERS!
Capitolo 3°: Rivelazioni:
Non tutti
le persone sono ciò che dimostrano di essere…(quindi
‘qualcuno’ può sembrare stupido…ma non lo è! N.D. Ciop!:P
secondo voi a chi mi riferisco? ahahah^^n.d. Ciop!^__-)
Il sole sembrava giocare a
nascondino dietro le nuvole, i tiepidi raggi, quel giorno, non riuscivano a
riscaldare nessuno; sembrava divertirsi nel vedere persone, che uscivano da casa, da scuola, dall’ufficio, o da qualsiasi
altro posto, coperte già da sciarpe, guanti o cappotti. Era solo la prima
settimana di settembre e già sembrava di essere in inverno. Nella famosa scuola
magica, il freddo aveva preso l’intero potere, i
ragazzi passeggiavano per i corridoi con pesanti maglioni di lana; era
assolutamente strano, ma l’estate sembrava già essere finita. L’autunno pareva essersi mostrato solo per un giorno, e il maledettissimo
inverno, felice di ritornare, era iniziato.
Il vento che sbatteva
sulle finestre, sembrava cantare una lenta e triste nenia. Sicuramente quel
giorno, si prestava ad arrivare una furente bufera. La prima settimana di
settembre, anche se riuscì a mimetizzarsi perfettamente con una dicembrina, era
finita.
I ragazzi di tutte le case, fatta eccezione per i Serpeverde, erano già stanchi e
annoiati da tutte le lezioni, ma in particolare di dover subire per due ore
consecutive l’esigente professore di Pozioni parlare acidamente del programma
scolastico e esigere sempre la totale attenzione; quando calava la notte
dunque, si rifugiavano nelle loro Case, lì dove potevano divertirsi, dove la
noia finiva, e iniziava l’emozione più fantastica di Hogwarts, la felice
sensazione che scaturiva dall’energia dei ragazzi, il divertimento, la voglia
di non pensare più allo studio e di svagarsi con i propri compagni.
Così dunque, tra
lamenti da parte di insegnanti e alunni, era passata
una settimana, velocemente, ed ora, nella antica e enorme biblioteca,
trascorrendo immerse nello studio una grigia e gelida domenica di inizio
scuola, si trovavano due ragazze, entrambe molto belle, circondate dai libri
più famosi, vecchi, e colmi di nuove edizioni del mondo magico. Una mora e una
rossa stavano studiando da quasi tutta la giornata ormai, e stanche,
incominciarono a parlare, sotto le occhiatacce bieche di Madame Pince,la giovane bibliotecaria, che girovagava per l’enorme sala simile ad un avvoltoio, intenta a ben rimproverare gli
elementi troppo esuberanti. Lily Evans, la rossa, come suo solito cominciò a
lamentarsi sempre e solo su d’una persona, che al primo impatto, a suo caldo
parere, poteva
sembrare un angelo, ma infine, si dimostrava per ciò che era in realtà, ovvero
un astutissimo e furbissimo diavolo, questo, era proprio quel ragazzo che da più di 3 anni era
sopra la bocca di tutti, si proprio lui…quel moretto dall’aria vispa e
divertita, dal perenne sorriso sulle labbra, dai profondi e caldi occhi
nocciola… James Potter.
Lily aveva tanto cose in contrario su di lui, anzi a dir la verità
sembrava essere completamente infastidita anche della nascita del bel moro. E
il suo unico sfogo, era quello di sottolineare il più
possibile i lati pessimi del carattere di James con chiunque la stesse ad
ascoltare. La sua amica, Marjorie, la guardava meravigliata, sorridendo
lievemente ad alcune frasi strane e un po’ sconnesse della rossa, trasportata
come sempre da un irrefrenabile rabbia e irritazione
nel parlare dell’abile cercatore, riuscendo dunque a seguirla solamente perché
sapeva che l’alternativa sarebbero stati i libri di scuola; Madama Pince
avrebbe preferito questa soluzione, ma anche lei sapeva che non sarebbe mai
accaduto, tutti ormai, anche i professori erano a conoscenza del proverbiale
odio reciproco tra James Potter e la rossa in questione.
Anche se prestava
attenzione a fatica, per la stanchezza, cosa che sembrava non mostrare la rossa, alcune cose che disse l’amica sembravano averla
colpita, la stupirono ancora di più e una curiosità le salì in gola, quella
domanda le stava per uscire dalla bocca, ma ogni volta che provava a parlare si
bloccava, per paura di una reazione negativa da parte dell’amica.
Infine, però, nascondendo il
panico, le parole le uscirono di getto, troppa curiosità l’affliggeva…
- Lily … sei
innamorata di Potter?-
- Perché
Potter è un deficiente…- continuò a dire lei, parlando senza sosta, ma non
appena sentì quelle poche parole sussurrate a fatica da Marjorie, si bloccò.
-Allora? A volte le
persone dicono: ‘Chi tace acconsente!’ tu stai in
silenzio per questo Lily?- dichiarò la mora con un sopracciglio alzato, in
parte preoccupata per il silenzio della rossa, in parte spinta da una voglia
bruciante di punzecchiarla su uno dei suoi punti più deboli. Lily era diventata
vermiglia come i suoi bellissimi capelli, e la sua espressione era stranamente piatta, attonita ma... si sa, certe volte il
silenzio delle persone sta ad indicare un effetto simile a quello di una bomba,
all’inizio sembra innocente, poi… scoppia.
Nella testa di
Marjorie passarono nel frattempo velocemente alcuni pensieri:
‘Oddio…forse ho sbagliato, perché non sto mai zitta!!??
Dannatissima lingua che ho!! Ora scoppia, 3…2...1….’
-Ma la deficiente sei
tu!!!! No Potter!!!! No va bè…tutte e due!!!!! IO-INNAMORARMI-DI-QUELLO-STUPIDO!!??? MAIIIII!!!!!!!!!! Ma come ti può venire in mente una
cosa del genere??? Ma mi hai ascoltato fino ad ora???
Ma sei davvero la stessa persona con cui mi sfogo da più di 3 anni???-
Non fece nemmeno
parlare l’amica che riprese parola, ignorando l’espressione spaventata di tutti
i ragazzi della sala, rilanciandosi nel suo trasportato monologo.
-Chi Tace acconsente??? IO POTTER LO ODIOO!!!! COME FACCIO AD INNAMORARMI DI UN
BUFFONE COME LUI!!???- Lily urlava, urlava così tanto,
che anche la bibliotecaria guardinga e solitamente molto imponente nella sua
esile figura, aveva paura ad avvicinarsi.
- Ok, ok, calmati,
stavo scherzando!!!!- disse Marjorie tentando di
convincerla per lo meno ad abbassare la voce e a risedersi sulla sedia,
agitando nell’intendo le mani e facendo segno con gli occhi che tutti gli
sguardi erano puntati su di loro, in particolare alludendo a quello furioso ed
esasperato della Pince che aveva ripreso in fretta la sua sicurezza e si
accingeva a farlo ben capire anche alla rossa.
- Scherzavi??? Scherzavi??? Che razza di scherzo è questo??? Marjorie
mi stupisco di te accidenti, lo sai, no??? Lo sai maledizione!!!! Io Potter…-
- Lo odi!! Si, si, lo so, ma adesso calmati
accidenti!!!!- Marjorie aveva del tutto abbandonato quella sua apparenza fredda
e distinta che ben la caratterizzava e che faceva battere il cuore a mille
ragazzi, con tono supplichevole seguitava a tentare di convincere l’amica ma
ormai Lily era partita…
- Esatto!!! Esatto!!!! Mi hai offeso, Marjorie!!!
Davvero tanto!!! Non sono una di quelle stupide galline che vanno a presso a
quel cretino perché ‘ è bello’, chissà cosa avrà mai di tanto bello quello
stupido quattrocchi!!! Me lo spieghi??? Eh?? Oppure perché è ‘simpatico’… Simpatico!!! Simpatico??
Che ha di simpatico??? Come può essere definito
simpatico uno sbruffone che si crede chissà chi e che se ne va in giro con una
banda di perdi tempo??? È??? È??? È??’
é… è… emh… cofff… cofff… emh… salve madama Pince…- Lily affievolì
all’improvviso il suo … tono… se tale si poteva definire, nel vedersi ad un
palmo dal naso la bibliotecaria con le mani sui fianchi e uno sguardo
inviperito che lanciava scintille, inoltre finalmente si rese conto dei
numerosissimi sguardi di estrema disapprovazione dei ragazzi, ma in particolare
delle ragazze, che si era maggiormente accreditata nel pronunciare con una voce
demenziale tutto cioè che aveva … ‘gentilmente’ riferito a James.
Un minuto dopo lei e una annoiata quanto stanca Marjorie dallo sguardo
inespressivo, camminavano nei corridoi umidi e spazzati da spifferi gelidi di
vento artico, stringendosi al petto i pesanti libri di incantesimi e
aritmanzia, con passo lento e trascinato si dirigevano verso la sala grande per
la cena, ma neanche ora, affamata e in parte anche un po’ umiliata per la
precedente scena, Marjorie era risparmiata dalle lamentele, sicuramente più
leggere ma ugualmente stressanti di Lily, che cominciò ad attribuire al bel
moretto anche la colpa di averla fatta cacciare dalla biblioteca.
- Tsk… è colpa sua! È
colpa sua!!! Ti pareva che non riusciva a rovinarmi la
giornata pure quando non ce l’ho tra i piedi?? Eh? Normale no… per James Potter
questo e altro è semplicissimo, lui si che sa rendermi
la vita un inferno!!! Quel maledetto stupido ragazzino viziat…- . Silenzio.
- Mh? Lily? Che c’è? Che ti prende?- Marjorie
che era rimasta qualche passo indietro rispetto alla cavalcata rabbiosa che
aveva
spinto l’andatura della rossa, si era ritrovata
improvvisamente al fianco di quest’ultima, e per di più immersa in un
improvviso silenzio...
- No… niente… emh…
Marjorie, hai per caso notato nulla di strano la scorsa settimana, quando
abbiamo discusso con Potter e Black sul treno della scuola?- il tono
controllato di Lily rivelava che quella domanda non era nata sul momento bensì
era esito di lunghe riflessioni, e la delicatezza con cui l’aveva espressa non
riusciva a celare quasi una sorta di angoscia per la
risposta.
Marjorie dal canto suo, poiché non aveva più
parlato con Sirius da allora e si erano lasciati piuttosto male, storse il naso
nel sentire pronunciare il nome dell’attraente moro, e rispose con semplicità alla
rossa che la guardava interrogativa.
- No, che c’era da
notare? Hai già fatto ben capire tu che Potter è un
‘deficiente’, no? Non servivano i miei commenti riguardo a come ti ha trattata- disse dunque, sottolineando il: ‘deficiente’
imitando la voce dell’amica; solitamente Marjorie non aveva una brutta opinione
di James, le piaceva quel ragazzo in fin dei conti, sveglio, intelligente, di
innegabile bell’aspetto, si è vero era un bel po’, come diceva Lily, ‘pieno di
se’… però tutto sommato era un bravo ragazzo, e tendeva a non dare giudizi su
di lui, anche perché era amico di Sir… però quella sera non avrebbe dovuto
offendere Lily a quel modo… Lei era molto orgogliosa riguardo il fatto di non
aver mai chiesto nulla ai suoi genitori non molto ricchi… e James l’aveva
toccata proprio su un principio, per lei, così importante…
Lily rimase in
silenzio ancora per un po’, e Marjorie non disse nulla, troppo presa anche lei
da nuove riflessioni che le parole dell’amica l’avevano spinta
a porsi. Raggiunsero quindi la sala grande, la luce danzante e carismatica di
tanta allegria le rubarono alla fioca illuminazione
del corridoio e ben presto le ragazze si ritrovarono a salutarsi tra loro e ad
essere accolte ognuna dalle rispettive amiche, delle rispettive case: Corvonero
e Grifondoro.
é vero… quello stupido di un Potter l’aveva trattata male… come al solito del
resto… ma lei non stava rimuginando sull’episodio in se… quanto a … quel
silenzio… quello strano silenzio che segui le accuse che lei gli aveva
rivoltato contro… da cosa era dipeso?? Perché il
sempre pronto e saccente Potter non le aveva risposto…?
Lily guardò
istintivamente in direzione della porta dove, agli ultimi posti della sala,
come sempre, sedevano scompostamente e fuggendo agli sguardi dei professori:
Potter, Black, Lupin e Minus, circondati a loro volta
da una folla di ragazzi e ragazze che avevano preferito addirittura stare in
piedi purché stessero in loro compagnia e si divertissero nel sentirli parlare
e ridere come ogni sera. I due mori stavano allegramente stuzzicando Peter che
era riuscito a perdere 35 punti già durante la prima settimana e ora si
rammaricava tanto da non riuscire a mangiare poiché
sapeva come avrebbero reagito i genitori non appena l’avessero saputo. James ci
rideva su, dicendo a gran voce e con particolare attenzione che le sue parole arrivassero al tavolo a fianco, quella della casa dei
ragazzi verde e d’argento, che sarebbe
stato lui a recuperare i punti e anzi ad accrescerli, e Sirius non era da meno
nel sottolineare il tutto, a quanto parve dalla sonora pacca sulla spalla che
mollò al migliore amico in segno d’appoggio e dallo sguardo di sfida che si
affiancò a quello dell’altro moro; Remus rideva spensierato alla scena e
tentava di tirar su di morale Peter che tutto sommato non era diventato molto
più allegro di prima.
Quel sorriso… perché adesso sembrava così naturale e invece quel giorno, sul
treno, vederlo ricomparire dopo quel silenzio parve tanto falso??
Lily non lo avrebbe
mai neanche sfiorato con quei travagliati pensieri persi tra banali congetture…
scoprirlo sarebbe stato impossibile per chiunque… era qualcosa infatti che nessuno poteva conoscere all’infuori di una
persona, una e una soltanto… la stessa che adesso rideva appoggiato schiena
contro schiena con James, la stessa persona che era diventata un vero e proprio
fratello per lui, da quel caldo giorno d’estate di qualche anno prima…
la stessa che ora incontrava il furbo sguardo del
cercatore e si accordava per chissà quali perfidi scherzi e tiri mancini, con
la semplicità silenziosa di due amici temerariamente soggetti a cacciarsi nei
guai più svariati, sempre… indiscutibilmente insieme…
*
Le lezioni pomeridiane
stavano per iniziare, i corridoi della scuola erano disseminati di studenti che
svogliati si dirigevano con passo lento e pesante verso le proprie aule.
Remus camminava
diritto davanti a se, al primo piano del castello, con il libro di aritmanzia sotto il braccio e la mano sinistra in tasca,
protetta dal freddo che non era propenso a risparmiare gli allievi di Hogwarts
neanche durante questa seconda settimana.
Peter gli
trotterellava accanto, tentando di tenere il passo spedito e composto di Remus
e di non farsi scivolare i libri dallo zaino che aveva lasciato
inavvertitamente aperto, tutto ciò non gli impediva comunque
di tartassare di domande isteriche e disperate il biondo di fianco a lui, che
rispondeva alzando gli occhi al cielo e con scarsa convinzione.
- Sono sicuro che è andato male…. mio padre si
arrabbierà… ne sono sicuro… sigh… questa estate quando torno non mi farà uscire
di casa… e mia madre lo appoggerà… sigh sigh… ma perché… uffa... e adesso come
faccio Rem??
Sarò arrivato ultimo…
il compito era difficilissimo… sigh…- mugugnò Peter, togliendosi da davanti il naso la sciarpa e sputacchiando i peli di lana che gli erano
entrati nella bocca.
- Suvvia Pet, che vuoi
che sia… è il primo compito dell’anno, avrai occasione per recuperarlo, non ti
devi disperare tanto…
neanche io sono riuscito a fare tutto giusto… queste verifiche
generali di inizio anno sono sempre state molto complicate, è impossibile
riuscire a fare tutto corretto… sono
strutturate in questo modo apposta… certo se solo quest’estate avessi ripassato
il capitolo 9° del libro di incantesimi avrei potuto rispondere anche al
quesito 12… gli incantesimi rimbalzanti… sono caduto in fallo su una cosa così
stupida…- rispose con disattenzione Remus, portandosi un mano sotto il mento,
con l’indice che sfiorava il labbro inferiore, mentre svoltava a destra e
superava un gruppetto di ragazzi del quinto anno.
Peter a quelle parole
emise uno squittio di disperata irritazione, il problema più grande di Remus
era il quesito 12 su 50 domande… quello di Peter: 51 quesiti su 50… aveva sbagliato anche a scrivere il nome.
I due malandrini si
stavano dirigendo proprio verso la bacheca, posta fuori dalla
sala grande; erano usciti i risultati delle prove di verifica di introduzione
degli studenti del quarto anno, prove basate su eventuali domande dei G.U.F.O.
che avrebbero dovuto affrontare l’anno seguente, o almeno così dicevano i
professori, ma c’erano studenti che giuravano di aver visto le stesse domande
tra i compiti per la prova finale degli studenti del settimo anno, altri
addirittura tra le prove di specializzazione per entrare nei settori specifici
della magia, una volta finita l’accademia. Probabilmente si trattavano di
dicerie di corridoi, ma anche Remus stesso, uno degli studenti più bravi di
Hogwarts, aveva ammesso con convinzione che le prove erano state davvero
complicate.
Superarono la sala
grande e si ritrovarono davanti una piccola folla di ragazzi quattordicenni
alle prese con la ricerca del proprio punteggio. Molti ragazzi, vedendoli
arrivare, li salutarono sorridenti e gli fecero spazio per vedere i voti;
essere celebri a Hogwarts dava certi privilegi.
Remus rispose
amichevole agli amici e si dedicò alla lettura dei fogli della bacheca con
Peter, quasi in lacrime, al suo fianco.
- Sono arrivata 78°…
accidenti… -
- Ma che dici?! Hai totalizzato 576 punti su 800!!! Dovresti essere fiera di
te!!! Io solo 400 punti.. e sono 305°… mia nonna mi farà a pezzi…-
- Sempre a lamentarvi
voi ragazze!!! Io sono arrivato 394° e sono fiero di
esserlo!!!-
-
Perché sei uno scemo Dennis… -
- Faccio del mio
meglio!-
I discorsi degli studenti
affianco a se rimbombavano nelle sue orecchie, come
volevasi dimostrare questa prova di ammissione era stata davvero molto
difficile… gli studenti del quarto anno erano complessivamente 618…
Remus non era tipo da
considerarsi migliore degli altri, era troppo timido e umile per vantarsi dei
suoi ottimi risultati, e questo si rispecchiava anche nel suo modo di procedere
nella lettura dei voti; il suo sguardo stava risalendo dall’ultimo studente
fino al primo, anche se tutti sapevano che sicuramente il suo nome non si
sarebbe trovato nel fondo della lista…
E
infatti eccolo lì… i primi dieci studenti erano stati messi a parte, con
un elogio speciale da parte del preside e dei professori, che assegnavano a
ognuno di essi 20 punti per la rispettiva casa; il foglio di pergamena d’oro
spiccava rispetto agli altri sulla parete.
- Complimenti Lupin!!!-
- Già!! Bravissimo
Remus!-
Molti studenti si
complimentarono con Remus, che sorrideva soddisfatto e felice, rincuorato
dall’esito del compito e accoglieva le pacche sulle spalle degli altri ragazzi
e le strette di mano delle ragazze.
Peter dopo aver
compreso di essere arrivato 582° si era messo l’anima in pace e assisteva alla
gloria dell’amico, con il suo solito sguardo umido.
Rimasero a parlare per
un quarto d’ora buono con gli altri, poi la folla diminuì e anche loro stavano
per andarsene.
Remus alzò di nuovo lo
sguardo verso la pergamena con il suo nome e con quello degli altri 9
qualificati per il premio di elogio…
Quinto… bel risultato…
esemplare… 769
punti…sorrise, era gratificante avere certi risultati dopo aver studiato tutta
l’estate con impegno e serietà, sacrificando ore di divertimenti…
- Rem, andiamo, sono
stanco… e poi devo scrivere a casa altrimenti sarà ancora peggio… una
strillettera non me la toglie nessuno…- si lamentò tristemente Peter guardando
l’amico che fissava con un espressione indecifrabile
la parete.
- Si…- rispose pacato il biondo.
Sopra
il suo nome, stagliato con particolare rilievo, colorato di rosso carminio…
Back Sirius
2°, 798 punti
Remus
sorrise con ironia.
Ancora una
volta quel nome precedeva il suo. Un'altra volta.
Per quanto
potesse studiare, passare ore e ore sui libri, cercare
con tutto se stesso di raggiungere i voti più alti, quel nome rimaneva sopra il
suo.
Ricordava
ancora distintamente come era nata quella fortissima
competizione nella sua mente con quel bel ragazzo dai capelli intensamente
scuri, che molto probabilmente non era neanche a conoscenza di nulla al
riguardo.
Ricordava
con pungolante chiarezza le delusioni e le mille domande che scaturivano tra i
suoi pensieri ogni volta che si verificava un
occasione che mettesse in evidenza questa tediosa graduatoria.
Eppure
ormai tutto ciò non erano altro che sciocchi ricordi,
lasciati nella infantile parte di mente dedicata alle fobie di un bambino di
sette anni.
Sirius Black… il suo rivale per eccellenza… perché?
Con
sicurezza non se lo sapeva spiegare neanche Remus… forse tutto ebbe inizio quel
giorno grigio di primavera, nella villa dei signori Marwell, quando sia la
nobile famiglia Black sia la più comune famiglia Lupin erano
state invitate per un tè dalla padrona di casa… quando due bambini si
incontrarono di sfuggita, silenziosi, ascoltando le parole dei genitori…
**********************flash
back**********************
7 anni. O almeno li avrebbe compiuti di li a pochi mesi. Remus camminava per un lungo e ampio
corridoio in stile rinascimentale, affianco dei suoi
genitori, stringendo timidamente le mani attorno al mantello del padre,
inciampando ogni tanto sul tappeto rosso che serpeggiava diritto, fino alla
fine del corridoio, tracciando la strada che portava al salotto della villa
Marwell. Entrarono nella grande sala tappezzata di
antichi ritratti e drappi rosseggianti; il maggiordomo li fece accomodare su un
divano di raso, decorato con orribili ricami floreali. La signora
Marwell stava congedando altri ospiti nella sala accanto, nascosta da
una delicata porta di ciliegio a due battenti.
Remus si voltò verso il padre e la madre,
visi gentili, in attesa. Il maggiordomo li lasciò e si
diresse nella stanza attigua per avvertire la padrona di casa del loro arrivo.
La porta rimase leggermente dischiusa, quanto bastò, almeno, per lasciare
intravedere alla famiglia Lupin i precedenti invitati.
Il bambino biondo seduto vicino ai
genitori osservava con ingenua attenzione e discreto interesse le persone in
piedi che si alternavano nel passare dinanzi allo spiraglio della porta. Le
parole dei genitori arrivavano distaccate alle sue
orecchie…:
- I Black… davvero
stano vederli a casa dei Marwell, non avrei mai immaginato si frequentassero...
persone così… diverse...-
- Non siamo noi a poter giudicare...-
- Papà chi è quel bambino?-
L’uomo che aveva parlato un attimo prima, ora
guardava attentamente attraverso la porta, sollecitato dalla domanda del
figlio.
Un bambino: Il volto dolcemente sereno,
incorniciato da un caschetto di capelli corvini che mettevano in risalto
eccezionalmente un paio di occhi chiari e profondi che
splendevano di uno sguardo franco e penetrante, la pelle candita e le guance
rosee.
L’uomo sorrise e disse:
- Sirius Black.
L’erede della famiglia Black. Guardalo bene Remus,
quel bambino diventerà una persona importante, è certo. Ha solo sette anni ma il suo livello è ben diverso da qualsiasi altro
bambino di quest’età. Pratica magie che neanche i ragazzi del primo anno di
Hogwarts sono in grado di fare, e dicono che ottiene
risultati molto alti ai test che la famiglia Black tiene a far fare ai suoi
membri… chissà, probabilmente lo conoscerai a Hogwarts…
sai, Remus, dovresti prendere esempio da quel bambino…-
Il bambino seguitava a fissare il volto
delicato dell’erede dei Black, attraverso la porta.
Era molto serio, il blu degli occhi era
velato da un’ ombra cupa, forse data
dall’illuminazione della sala… oppure da qualcos’altro…
Era davvero così bravo quel bambino? Suo
padre sembrava quasi essere orgoglioso e felice nell’elogiarlo…
chissà
allora come lo sarebbe stato se fosse lui, Remus, a raggiungere gli stessi
risultati..?
Nel frattempo le voci nella sala accanto
si facevano più concise, erano arrivati i saluti
definitivi.
La porta si spalancò, la
signora Marwell entrò, dopo aver rivolto un ultimo educato ‘
arrivederci’ ai Black.
Un istante. Brevissimo. La porta si stava
chiudendo sotto la delicata spinta del maggiordomo…
gli occhi chiari e distaccati di Sirius si incontrarono con quelli scuri e
interessati di Remus.
-
Sirius Black…- sussurrò il biondino.
La porta si chiuse con un suono pacato e sordo.
********************fine flash
back**********************
Già…
probabilmente se quel giorno non avesse incontrato quello sguardo, che sembrò
osservarlo quasi con taciturna superiorità attraverso la porta che colmava la
loro distanza, Remus sarebbe stato un comunissimo ragazzo della sua età, certo
non proprio comunissimo forse, considerando le notti di plenilunio che
arrivavano puntualmente ogni mese… però sicuramente
niente lo avrebbe spinto a impegnarsi tanto nello studio come lo fece invece
quel semplice sguardo di un attimo.
Così
adesso si trovava lì, a sorridere davanti quella scaletta; Sirius era, ormai,
insieme a James e Peter, il suo migliore amico, e vederlo primo, davanti a se,
anche se in passato non riuscire a superarlo lo aveva fatto stare davvero molto
male, ora non sortiva più alcun effetto, se non un sorriso sereno e divertito.
-
Remuuuuuuus….- si lagnò Peter d’improvviso, facendo rinvenire così, dai sui
pensieri il biondo.
- Oh! Si, hai ragione Pet…- si scusò Remus guardandolo sempre con lo
stesso sorriso.
- Ehilà!!!- una voce solare e allegra si intromise tra i due.
Sirius arrivava proprio in quel momento dal campo di Quidditch, infreddolito e
con la divisa sporca di fango, che sicuramente non avrebbe giovato molto alla
‘simpatia’ che il custode già provava verso i malandrini ma che comunque Sir non si preoccupava di spargere ovunque.
- Ciao
Felpato- lo salutò il biondo, con tono complice – gia
di ritorno? E Ramoso, dov’è?- soggiunse guardandolo
avvicinarsi e fermarsi con altri ragazzi della squadra davanti a loro, non
affiancato come solito dall’altro moro.
- Ah, sta
arrivando, sembra sia stato trattenuto da … emh... qualcos’altro…- disse
ghignando, le mani in tasca e lo sguardo furbo fecero intendere a Remus che
molto probabilmente quel ‘qualcos’altro’ aveva due
belle gambe, un fisico ben modellato e un visino dolce e delicato.
- Ah!
Certo… qualcos’altro- ripeté il biondo enfatizzando l’esclamazione con un
piccolo movimento del capo.
- Oh, i
risultati dei test!- disse il moro, spostando gli occhi sui fogli di pergamena
affissi ai muri. Fissò immediatamente lo sguardo sulla pergamena dorata, sicuro
di scorgere il proprio nome, e presto un sorriso soddisfatto piegò le sue
labbra.
- Mh, non
male devo dire…- disse portandosi con noncuranza le
mani dietro la testa e guardando di traverso la piccola folla di ragazzi che lo
fissavano invidiosi, ammiccando come suo solito a un gruppetto di ragazze di
corvonero.
-
Complimenti Felpato- sorrise
il biondo, e presto si trovò a dover lasciare spazio ai presenti che si
avvicinarono per festeggiare Sirius.
- Sei un
grande Black!-
- Si
sapeva che tanto saresti arrivato tra i primi!-
- Sirius sei stato davvero bravissimo… magari mi potresti aiutare con
incantesimi domani pomeriggio…-
- Non
credo che Sirius abbia tempo da perdere con te Cristine, infatti
mi aveva già promesso di passare la serata insieme domani… vero?-
Remus
soffocò le risate nel veder comparire sul volto del moro, accerchiato dalle
ragazze, un’espressione di enigmatica incertezza; non era
molto attento nel ricordarsi gli appuntamenti. O
meglio, non era molto attento ad associare orari ad appuntamenti, o nomi a
visi, o nomi ad appuntamenti…. Remus sosteneva che questo era
dovuto al fatto che Sir ne prendeva troppi, ma il moro seguitava a non
darci peso… un ‘tesoro scusami’ salvava sia il ritardo che inevitabilmente
faceva, sia il nome che come sempre scordava.
Mentre
Sirius, dunque, inventava scuse, prendeva altri impegni, e si ricopriva di
complimenti e sorrisi, Remus si accorse della presenza di qualcun altro nello
spazio che intercorreva tra
Remus lo
guardò con la coda dell’occhio cercare il suo nome tra la lista, trovarlo, e
animarsi di una luce di esultanza: quarto, 787 punti.
Il biondo
lo vide tentennare lì davanti, compiaciuto per il risultato, e sperò
fievolmente che se ne andasse presto.
Remus non
aveva molta simpatica per Piton, ma preferiva evitare di vederlo preso di mira
da Sirius e James, che non mancavano mai di farlo. Il giovane licantropo non
sapeva spiegarsi il perché tra i due mori e l’unticcio serpeverde vi era tanto
astio… bè, in realtà l’astio vi era tra Grifondoro e Serpeverde, e anche
piuttosto forte, ma certamente quello creatosi verso Piton superava quello verso qualsiasi altro. Certo non era neanche vero che
Piton non aveva alcuna colpa, anzi Remus lo considerava una persona davvero
spregevole, che insultava con disprezzo e senza alcun remore
chiunque non appartenesse ad una famiglia prestigiosa, o meglio, di purosangue…
Comunque
sia non era tipo che teneva particolarmente a vendicarsi sugli altri, e quando
capitava, e capitava spesso, che James e Sirius incontravano Piton e gli altri
serpeverde suoi compagni, Remus doveva entrare nella veste di prefetto e
placare i due mori, così preferiva evitare accuratamente certe situazioni.
Sirius
sembrava fortunatamente non essersene accorto, il suo sguardo era rapito dal
gruppo di ragazzi e ragazze davanti a lui che richiedevano
la sua attenzione con insistenza. Piton dondolò per qualche istante sulle
gambe, si guardò attorno con un aria di pomposa
soddisfazione, quasi aspettandosi i complimenti dei presenti, ma non era nel
suo carattere richiederli, aveva molti aspetti negativi ma non era un
esibizionista, cosa che votava a suo favore. In effetti
anche se a volte James e Sirius esageravano nel pavoneggiarsi dei loro
eccellenti risultati sia e non solo in ambito scolastico (lo stesso Remus lo
ammetteva), il loro atteggiamento non pesava mai a nessuno, il loro carattere
allegro e spensierato e le risate fresche e genuine contribuivano a rendere il
tutto molto piacevole. Ma se un tipo cupo, avido e
molto, troppo serio come Severus Piton avesse fatto la stessa cosa, tutto
avrebbe assunto un altro significato.
Così il
serpeverde si accorse del Grifondoro, e un espressione
di disprezzo e disgusto lo prese con profondo odio e contorse il suo volto in
una smorfia di acidità. Piton voltò con rabbia il viso verso la scaletta e i
suoi occhi stavolta lampeggiarono di agitata rabbia
non appena lesse i nomi in alto alla lista. Dunque, dopo un ultimo sguardo di
stizza rivolto al moro, si diresse verso una finestra
poco distante dal gruppo di ragazzi, e si sedette sul davanzale, tirando fuori
un grande e pesante libro di alchimia, che cominciò a leggere immediatamente
completamente assorto.
Remus tirò
un sospiro di sollievo, nascosto da un accenno di
sorriso, e si riconcentrò sulla discussione nella quale Sir aveva coinvolto
anche lui. Per il momento non sembrava esserci possibilità che il moro si rendesse conto della presenza dell’altro, nascosto com’era
dagli altri studenti.
- Tra i
primi come sempre, Black?- chiese improvvisamente una voce femminile alle
spalle del gruppetto, avanzando dalla folla sottostante alla bacheca affissa al
muro, con un sorriso dolce e smaliziato che incrinava le
labbra rosso ciliegia, le braccia incrociate sul petto.
Sirius la
guardò intensamente negli occhi, per un istante mantenendo il volto serio,
dedicandole uno sguardo rapito e profondo, che sembrò scrutare qualcosa di più
del bel volto di Marjorie. Era un suo modo per far
pace? Distese il volto, e riprese il solito sorriso scanzonato.
- Puoi scommetterci, Sweeny- disse, mettendosi le mani in tasca
e guardandola inclinare il capo di lato, come per un taciturno rimprovero di
scarsa modestia.
- Bè, devo
dire che anche tu non sei stata niente male…-
aggiunse, occhieggiando il nome della mora appena sotto il suo, classificata
terza, con soli 7 punti di scarto rispetto ai suoi.
- Grazie,
ma posso fare di meglio- rispose lei chiudendo gli occhi in un
espressione di finta fastosa soddisfazione.
- Non lo metto in dubbio- ribatté immediatamente Sirius, guardandola
con sincera stima. Lei gli sorrise. Quel ragazzo era…
così… insopportabilmente bello e terribilmente irresistibile per lei… perché…?
Arrogante, spregiudicato, spudoratamente egoista e piuttosto insensibile.
Eppure…
Sirius
salutò velocemente gli altri ragazzi, che ricambiarono e si allontanarono
guardando invidiosi la bella corvonero seguitare a fissare il moro.
Le si avvicinò seguito qualche passo più dietro da Remus e Peter. Incontrò i
suoi occhi dolcemente ottenebrati dalla fioca luce della penombra del
corridoio.
Incantevoli, dolci, dal tratto delicatamente disegnato e
intensamente assorti nel blu. ‘Sirius…’ sussurrò tra se la ragazza,
persa in quei zaffiri di luce.
Il moro si
accorse d’improvviso della presenza di una seconda ragazza, anche lei qualche
passo indietro rispetto alla prima, gli occhi che lo guardavano distanti e
irrigiditi dal loro ultimo ‘scontro’ acceso, i capelli rosso
fuoco raccolti su una spalla in un fermaglio di madreperla dolcemente
rifinito, lo sguardo fermo e sveglio.
- Ehi,
Evans!- la salutò ricambiando quell’espressione con un sorriso.
-
Complimenti Black- si congratulò Lily con tono piatto,
in cuor suo leggermente incoraggiata dal ghigno del moro.
- Anche a te!- rispose Sirius – Un bel risultato, davvero…-
soggiunse, intuendo che la rossa aveva colto un sarcasmo inesistente nelle sue
parole precedenti.
Settima…
buonissimo risultato per un test del genere!
- Grazie-
rispose lei, sorridendo. C’era anche fin troppa gentilezza fra i due; Sirius
anche se non lo dava a vedere era stato molto contento di aver parlato nuovamente
con la ragazza dai capelli corvini, e forse stava tentando di assicurarsi la
sua venia, riappacificandosi, certo relativamente, con l’amica.
Il
silenzio era sceso tra i due che adesso si scambiavano uno sguardo di lieve
ironia, consapevoli di trovarsi in quella situazione solo perché osservati da
Marjorie.
La mora
sembrava essersene accorta già da tempo e scosse leggermente la testa, facendo
ondeggiare i capelli di seta, Remus le sorrise rassegnato
e intervenne per porre fine a quell’occhiata che stava divenendo omicida per
entrambi.
-
Beeeeene, insomma siamo riusciti a guadagnare per Grifondoro ben 80 punti! Non
male, no?- disse, sorridendo e avvicinandosi ai tre.
- 80?-
chiesero all’uni solo i tre ragazzi, guardando il
biondo con espressioni interrogative.
- Eheh,
bè, certo…sono 20 punti alle persone che arrivano tra i primi 10 e guardate
qua…- sorrise lui, indicando con l’indice la lista d’oro.
Tutti
posero lo sguardo su di essa, anche gli studenti che non
erano coinvolti nella conversazione ma che stavano comunque ascoltando,
silenzio.
Sorrisi.
Era lì, troneggiava con distinzione sopra ogni altro, le lettere in stile
ottocentesco percorrevano con ghirigori sfarzosi ed eleganti la pergamena
d’oro. La scritta minuziosa risaltava per il rosso acceso che la riempiva in
ogni singola lettera e riluceva della luce delle candele ballerine del soffitto.
Remus notò
un lampo misterioso percorrere lo sguardo di Sirius, che tuttavia rimase
impassibile nell’osservare la scritta.
- Ahhhhhh, che giornata!!!
Fa un freddo cane accidenti, ma un bell’incantesimo riscaldante per questi
corridoi no, eh? Si gela… ehi Sir dammi il mantello!-
- Ehi
James!- esclamarono gli amici, guardandolo arrivare di corsa, sfregandosi le braccia,
con la divisa ridotta nello stesso stato di quella di Sirius, se non peggio.
- Il
mantello! Il mantello!- sbraitò una volta arrivato
vicino a loro, ignorando il saluto, e tentando di sfilare l’oggetto in
questione dalle spalle dell’amico che lo guardava con meravigliata sorpresa.
- Te lo
scordi!- disse Sirius con le sopracciglia corrucciate, come rendendosi conto
solo ora di quello che voleva l’amico, e indietreggiò con un balzo per
sottrarsi a lui.
-
Bastardo… Mi sto congelando!- piagnucolò falsamente James, tornandosi a
frizionarsi le braccia, tremante.
- Non è
colpa mia se non ti porti dietro neanche un mantello!- disse pacato
Sirius, occhieggiandolo con diffidenza.
James lo
guardò arricciando le labbra e riducendo gli occhi a due fessure.
- Me lo sono scordato- disse con finto broncio - Ma che ci fate
tutti qui?- soggiunse, accorgendosi solo ora della presenza di tanti ragazzi
sotto la bacheca.
- I
risultati dei test- spiegò con semplicità Remus,
sorridendogli.
- Oh!-
fece James, guardando la bacheca e i fogli.
Lily lo
osservava in silenzio. Gli era davanti, ma James non sembrava essersene reso
conto, gli occhi nocciola erano persi tra i fogli, da quella posizione Lily
riusciva a scorgere ogni singola sfumatura di quelle iridi dolcemente
rischiarate. I capelli neri scompigliati come al
solito, ricadevano sulla fronte, coprivano le sopracciglia e sfioravano con
dolcezza gli occhi. Nulla sembrava poter turbare quell’aria serena che
accompagnava la sua espressione, forse Lily si sbagliava… forse si era trattato
solo di un lapsus momentaneo, e poi null’altro… sorrise.
- Mmmm...
bè, pensavo peggio…- disse il moro, non appena lesse il suo nome, portandosi,
come aveva fatto l’amico poco prima, le braccia dietro
la testa.
Gli occhi
puntati tutti su di lui, indagatori.
- Bè, tutto sommato è stato piuttosto semplice, no?- disse
sorridendo allegramente, volgendosi a guardare negli occhi gli amici che lo
guardarono divertiti.
- Mmm,
devo dire proprio di si…- appoggiò l’altro moro, assentendo
con la testa.
- Se lo dite voi…- disse con pacatezza Remus, sorridendo sotto i
baffi.
- Bè, si,
direi proprio, comunque complimenti Sir, Rem, e
complimenti anche a te Marjorie…. Ottimi risultati! Era un test semplice… certo
che… mi sarei sotterrato se fossi arrivato settimo…- aggiunse il cercatore,
portandosi una mano sul mento, in un posa di assorta
convinzione, rivolgendo lo sguardo altrove, dopo aver guardato con dolcezza la
ragazza e essersi complimentato.
Lily, che
fino a un attimo prima sorrideva con moderazione,
adesso mostrava nuovamente uno sguardo furente, la bocca era aperta e fissava
con meraviglia il moro.
- Ah!!! Che dolore!! Ehi Evans, fai male con quelle zampette
indelicate, eh!!??- urlò d’improvviso James,
massaggiandosi le costole nelle quali Lily senza troppa gentilezza aveva
conficcato il gomito.
- Scusami
Potter, volevo andarmi a sotterrare ma nella fretta ho
accidentalmente urtato contro un cretino...- disse con tono controllato e
saccente la rossa, guardandolo bieco.
- Ringrazia
al cielo che sei qualcosa di simile ad una ragazza Evan------ AHIO!!!- James stava ancora massaggiandosi le costole che
dovette saltellare sul piede destro per il dolore del sinistro che era finito
vittima della furia di Lily.
Intanto
gli altri se la ridevano alla grande, reggendosi a vicenda. Sirius e Marjorie
si scambiavano sguardi di intesa e di accordo.
- Va bene,
basta, me ne vado prima che decidi di buttarti a mo’ di elefante
e mi spezzi anche la schiena, visto che manca solo quella… miss, ‘dolcezza’-
fece il moretto allontanandosi con sguardo furtivo e guardandola con sarcasmo.
- Ehi! È colpa tua se non sono miss ‘dolcezza’, capito??- fece lei, digrignando i denti.- E
poi, che novità è questa? Da quando te ne vai senza ribattere nulla??-
aggiunse,
quasi delusa da quel nuovo singolare atteggiamento.
- Mi
spiace Evans, avrei un impegno stasera, non ho tempo da perdere con te! Ehi,
Sir andiamo!!- disse lui, senza neanche voltarsi,
continuando a camminare con le mani in tasca e alzando un braccio in segno di
saluto.
- Non
violare il coprifuoco Potter, capito? Altrimenti avverto un prefetto… ehi!!! MI hai sentito??- urlò Lily, ancor più irritata per
essere stata liquidata in due battute. James non rispose, scomparve nel
corridoio seguito da Sirius che aveva salutato Marjorie con un occhiolino da
ammaliatore.
- Che
bacchettona quella Evans…- sbuffò James non appena lui
e Sir furono lontani dalla folla.
L’amico
sorrise di rimando. Il cercatore era qualche metro più avanti, il passo sicuro
e spedito, le spalle diritte, lo sguardo fermo davanti a se.
Sirius lo
osservava stranamente silenzioso, serio. Sorrise nel rendersi conto della
propria espressione.
- Comunque Jamy… bel risultato!- disse improvvisamente, guardandolo
con sguardo penetrante e furbo. James si voltò a guardarlo negli occhi, quasi
sorpreso. Rise.
- Grazie
Sir!- disse, guardando attraverso le finestre del corridoio, spensierato,
perdendo lo sguardo sui freddi campi lontani.
Sirius lo
affiancò, gli mise un braccio intorno al collo e gli scompigliò i capelli con
la mano libera.
- Ehi!!!- fece il moretto di rimando, tentando di liberarsi.
- Ehi? Dì
un po’, da quando James Potter lascia libera la Evans
con così poco?- ghignò l’altro, guardandolo con il suo solito occhio penetrante
e indagatore.
- Tsk.. te ne sei accorto… bè dovresti ringraziarmi, no??- rise
James, ricambiando lo sguardo e anche la stretta al collo.
- Te lo
concedo, Potter! Se avessi cominciato a litigare ancora con la
Evans, Marjorie non mi avrebbe più neanche guardato!- ridacchiò Sirius,
dando un paio di pacche sulla spalla sinistra dell’amico.
- Eheheh,
bene… quindi… puoi darmi il mantello!- James sfilò velocemente il mantello dalle spalle di Sirius e corse via, ridendo come un
pazzo, mentre se lo portava sulle proprie.
- Ehi!!
Non ho detto questo!- esclamò meravigliato l’altro,
prendendo a rincorrerlo per il corridoio.
- Fermati
James, cavolo fa freddo!!!-
- Ahahah,
sei lento Sir!!-
Sirius
rideva, divertito, schiaffeggiato dal vento che la corsa aveva provocato,
lacrimando per il freddo. Maledetto Potter!!! Questa
gliela avrebbe pagata!
L’aveva
superato… accidenti a lui! Lui! Che fino a 3 anni fa
si credeva insuperabile, che non aveva mai incontrato ostacoli davanti a se che
non si potessero superare con semplicità… e invece arrivato a Hogwarts si era
trovato di fronte lui…James… che l’aveva disarmato con un sorriso spensierato e
uno sguardo in grado di scrutarlo fin dove neanche lui stesso era mai riuscito
ad arrivare.
L’aveva
battuto… sorrise…
Sulla
pergamena d’oro, appena sotto l’intestazione dei complimenti…
Potter James 1°, 800 punti…
********** flash back************
- Cosa???- lamentii e sbuffi si
eressero tra la disapprovazione generale che echeggiò nella grande sala al
terzo piano del castello.
Quarta ora del pomeriggio, le tenebre regnavano con
imponenza di già al di fuori dei vetri dell’aula,
offuscati da una tenue nebbiolina di tramontana.
La professoressa McGranitt aveva appena annunciato,
tra il torpore generale, che l’indomani mattina gli studenti del primo anno
avrebbero dovuto sostenere il primo compito dell’anno:
teoria, 35 quesiti vertenti sui primi 12 capitoli del libro di Trasfigurazione.
Non appena la professoressa aveva fatto tale annuncio, Remus sfogliò con
attenzione gli argomenti trattati nei capitoli in questione. Pazzesco… sembrava
che tutta la storia della Trasfigurazione antica avvenisse in quei primi dodici
capitoli. Date, nozioni, cifre, nomi, sigle, formule, posizioni e biografie.
Tutto sembrava incontrarsi e convergere davanti gli occhi del biondo, intenti a scrutare le pagine di fattezza antica. Sarebbe
stato impossibile ripassare tutte quelle pagine in un solo scarso pomeriggio di inverno, dopo un estenuante giornata di lezioni, e
pretendere di ricordarsi anche solo la metà di quello che si sarebbe potuto
leggere. Dunque tutto sarebbe crollato l’indomani? Al
primo compito dell’anno tutto quello che si era prefissato di raggiungere gli sarebbe caduto addosso?Non sarebbe mai
riuscito a battere Sirius… non con un compito del genere alle porte… tutto si
stava sfaldando…
Remus alzò lo sguardo. I suoi occhi saettarono alla
ricerca del ragazzo che era ricomparso tra i suoi pensieri. Sirius era seduto
in fondo all’aula, vicino il muro; scrutava con attenzione l’indice del libro,
le sopracciglia lievemente alzate denotavano un espressione
di lieve perplessità. Che anche lui avesse trovato il compito un impresa impossibile? Si sentì affiorare sulle labbra un
sorriso ironico, compiaciuto, ma lo represse il pensiero che il problema del
ripasso rimaneva comunque, e pesava su di lui. Scosse
la testa, riconcentrandosi sulle pagine de libro davanti a se, quasi sperando
che quelle fastidiose date che si innestavano qui e là
tra le righe scomparissero portandosi via quei seccanti nomi di maghi stranieri
e gli avvenimenti che avvennero grazie a loro. Niente. Le pagine erano le
stesse. Maledizione… alzò nuovamente lo sguardo, si bloccò,
attratto da qualcuno seduto sempre in fondo all’aula, nella fila delle finestre
però. Gli occhi ambrati non erano attratti da libri o appunti, erano liberi da
ogni sorta di preoccupazione, posati dolcemente al di fuori dei vetri freddi,
persi tra la nebbia. Un sorriso stavolta nacque spontaneo sul volto di Remus,
amaro, triste, che non coinvolse lo sguardo, il quale rimase a fissare il
moretto. Per un attimo una cocente invidia lo aveva invaso. Quanto avrebbe
voluto essere come James... senza pensieri, senza sfide da dover vincere, senza
inutili congetture e preoccupazioni su compiti in classe…un bel ragazzo, dal
carattere carismatico e ammaliatore, portato per il Quidditch.
La campanella suonò con allegria, stonando con
l’atmosfera creatasi nella sala. Gli studenti uscirono con visi lunghi e
amareggiati. Tutti consapevoli di doversi sbrigare a
raggiungere le rispettive Sale comuni per uno dei ripassi più pesanti della
loro carriera scolastica. Destabilizzati per la
dura prospettiva si avviarono con passo traballante e mal fermo, come
condannati condotti al patibolo.
Presto la maggior parte degli studenti di Grifondoro del primo anno si trovò riunita nella sala circolare della
sala comune, affollando sedie e divani, coprendo tavoli e pavimenti di
pergamene, appunti, libri, penne d’aquila e inchiostri colorati.
Sguardi pesanti e tristi. Remus cominciò
immediatamente la lettura accurata e attenta, ancora una volta fu felice di
notare che Sirius Black si trovava nella sua stessa
situazione, immerso nel primo capitolo del libro, posto sul bracciolo della
poltrona che occupava. Il silenzio era interrotto solo dal rumore della carta
delle pagine che venivano sfogliate pigramente dai
ragazzi.
Il tempo trascorreva in fretta sotto le occhiate
nervose degli studenti. Le sei. Remus era solo al quarto capitolo e già sentiva
le nozioni acquisite scivolare via dalla sua mente, perdersi, mischiarsi tra le
altre. Le sette. Niente da fare, tutto sembrava accartocciarsi su se stesso,
come le pagine di appunti inutili che gli studenti
buttavano tra le fiamme del camino, esasperati. Le otto. Gli occhi erano
stanchi, pesanti, la fame era piuttosto forte, ma non si potava interrompere
adesso. Stava per iniziare il nono capitolo. Ad un tratto il buco nel ritratto
si aprì lasciando entrare parecchi studenti degli altri anni, che scomparvero
silenziosi per le scale a chiocciola dei dormitori. Le nove. Ancora due
capitoli, ancora due…Ormai nella sala erano rimasti in
pochi, tanti studenti si erano alzati, rinunciatari a proseguire oltre e si
erano diretti con angoscia verso le proprie stanze.
Remus sollevò gli occhi. Sirius era… all’ultima pagina!!!! Aveva terminato...!
Maledizione…Remus era esterrefatto.
Un rumore improvviso lo fece voltare verso l’ingresso.
Il buco nel ritratto si era aperto nuovamente. L’ora del coprifuoco era scaduta
ormai…?
- Uaaaah! Che sonno ragazzi!- sbadigliò tra stiracchi e mugugni il ragazzo che era entrato un attimo
prima. Se prima il biondo si sentiva esterrefatto, ora
non vi era aggettivo che potesse descrivere il suo stato d’animo… James era…
rientrato in quel momento???
- J-James!- fece alzandosi, con il libro tra le mani,
la bocca mezza spalancata. Nella sala ormai c’erano solo Remus, Sirius, Peter e
un ragazza dai capelli rossi che era conosciuta nella
scuola come: ‘Quella che ha schiaffeggiato James Potter!’ e che ora lo guardava
bieco, mantenendo una posizione indifferente..
- Ehilà, Remus!- Sorrise questi, mentre si strofinava
gli occhi assonnati e lacrimanti per lo sbadiglio.
- Che ci facevi fuori fino a
quest’ora…? Sei stato a studiare in biblioteca?- disse
il biondo, guardandolo prendere un paio di patatine ‘scrocchierellanti’ di zia
Lululì, dalla ciotola del tavolo.
- Che? Niente, ho fatto una
passeggiata… a studiare? E perché? Sei
pazzo… fino a quest’ora… mai successo in vita mia!- rispose meravigliato
il moretto mettendosi in bocca le patatine e guardando negli occhi Remus.
- Oh…-rispose secco questi – Vuoi dire… che non hai toccato libro per il compito di domani?- chiese con
vacillante curiosità.
- No, fossi matto… con la giornata assurda di oggi? Dopo aver seguito 3 ore di Pozioni, 2 di Erbologia, 2 di Incantesimi, 1 di Storia della Magia e
una di Trasfigurazione, mi metto anche a studiare per il compito…??- chiese con
maggior meraviglia, corrucciando le sopracciglia come se non capisse nemmeno di
cosa stesse parlando il compagno.
- Come farai per il compito,
allora?- stavolta a chiedere non fu Remus, bensì Sirius, che con uno schiocco pacato
aveva chiuso il libro e si era alzato, guardandolo con curiosa attenzione.
- Mha… scriverò quello che mi ricorderò- disse James, alzando le spalle con non curanza.
- Io dico che qualcosa
dovresti ripassare, sai…?- fece di nuovo Remus, nella sua voce percepibili
alcune note di biasimo.
- Ti ringrazio dell’interessamento Remus… comunque sia adesso è tardi, e sono stanco, quindi me ne
vado a letto…’notte a tutti gente!- rispose James, con tono delicato,
sorridendo ai ragazzi e prendendo a percorrere con passo spedito le scale a
chiocciola che portavano alla loro stanza.
Silenzio. Nessuno sapeva cosa dire. Remus si
sentiva... strano… gli piaceva quel Potter, allegro e sorridente, eppure… quel
suo modo di fare così leggero e superficiale non poteva negare che gli aveva
messo addosso una notevole irritazione.
- Peggio per lui- sussurrò, rimettendosi a sedere con
slancio sul divano posto davanti al fuoco ormai spento.
*
- …la prossima settimana saranno disponibili le aule
per il corso di Ricamo Magico, mi raccomando di presentare le richieste di iscrizione agli studenti di competenza… bene, ora… i
risultati dei test della scorsa settimana. Vi chiamerò in
ordine alfabetico, venite a ritirare il compito.-
Arrivò il turno di Remus. Il ragazzo si alzò, si diresse alla cattedra, prese il foglio, lo guardò:
87/100. Sorrise… ce l’aveva fatta. Soddisfatto.
Una volta che tutti ebbero il proprio compito
- Questa volta gli esiti non sono
stati dei migliori. Pochi di voi sono riusciti a raggiungere
la sufficienza, nonostante ciò, confido nel vostro recupero al più
presto possibile. Posate i compiti sulla cattedra quando
uscite-. Si sedette e cominciò a rovistare tra un cumulo di scartoffie mentre il suono della campanella tornava a
dividere le ore di lezione.
I ragazzi defluirono dalla sala
percorsi da parlottii irritati e da lamenti, Remus si attardò qualche
secondo nel riporre i libri nello zaino.
Sirius era lì, poco distante,
contemplava il suo compito con sguardo indecifrabile. Peter era vicino a Remus, praticamente in lacrime per i suoi scarsi 17
punti su 100. Anche James era lì, ridacchiava con
altri due studenti che presto lo salutarono amichevoli e si allontanarono,
uscendo dall’aula.
I quattro ragazzi si radunarono in prossimità della
cattedra, guardandosi a vicenda.
- Allora, come ti è andata?- si decise a chiedere
Remus, guardando sorridente il compito che Sirius teneva tra le mani.
- Niente male… 93 punti e tu?…- disse questi, con
semplicità. Remus sentì un tremito percorrergli la schiena, ma continuò a
sorridere al moro e si complimentò.
- Ah… 87punti, bè, poteva andare
peggio- rispose Il biondo.
- Signori, vi state attardando per la lezione
successiva- disse improvvisamente
- Si professoressa, ci scusi-
disse Remus, porgendo il proprio compito alla donna che lo prese tra le mani
insieme a quello di Sirius e Peter.
- Bene… Signor Minus, mi aspetto
maggiore impegno da parte sua- disse, guardando Peter con sguardo
penetrante e facendolo ritrarre di un passo.
- In quanto a voi, signor Black,
signor Lupin, ottimo risultato, ma… sono sicura che potete fare di meglio-
aggiunse guadando i due, accennando a qualcosa di simile ad un sorriso.
Sirius e Remus ricambiarono lo sguardo, silenziosi. I
tre ragazzi interpellati poco prima dall’insegnante si spostarono di qualche
passo verso l’uscita ma nessuno uscì, rimasero sullo
stipite a osservare il moretto dietro di loro: erano curiosi di sapere cosa
avrebbe detto la professoressa a James, il quale fissava con apatia e distacco
il foglio del proprio compito. Lo porse alla McGranitt che allungò una mano
verso di esso per prenderlo.
- Signor Potter… avevo
sentito dire che era un tipo piuttosto in gamba dal professor Silente- esordì
la professoressa, guardandolo con una strana luce nello sguardo, filtrato dalle
lenti degli occhiali - ma di certo… non immaginavo tanto.- i ragazzi vicino
alla porta si guardarono perplessi, alzando le sopracciglia scettici.- Spero
questo sia l’inizio di una lunga serie. Complimenti davvero, erano
anni che non mi capitavano compiti del genere sotto gli occhi.- il tono delle
parole era fermo e sicuro, quasi percorso da note di stima e orgoglio. Remus e
Sirius erano sbalorditi.
- La ringrazio professoressa-
rispose il moro, cedendo il compito nelle mani della donna e
incamminandosi verso l’uscita, superando il gruppetto di ragazzi. Il voto
risaltò chiaro sul foglio: 100/100.
James, si voltò, li guardò per un istante.
- Bè? Andiamo?- chiese, osservando gli sguardi persi dei
tre. Si allontanarono dall’aula, camminarono in silenzio verso il piano
inferiore, verso la sala di Incantesimi. Gli sguardi
puntati sulla schiena di James che conduceva il quartetto fischiettando
allegramente.
- Come… hai fatto?- chiese improvvisamente la voce
indecisa di Sirius, lasciando stupito anche Remus che lo guardò di lato. Si fermarono, James si voltò nuovamente a fissarlo.
- In che senso?- chiese.
- Come hai fatto a fare un
compito del genere…?- proseguì il moro, puntando gli occhi di zaffiro in quelli
di James, che rispose con uno sguardo interrogativo e perplesso.
- Hai…copiato??- chiese
d’improvviso Remus, intonando il tutto come un accusa alla quale non voleva
nemmeno pensare.
- Copiato? Ma che!!!
Impiegherebbe troppo energie... e poi quella bacchettona della McGranitt tiene
gli occhi spalancati peggio di una civetta…- sbuffò James di risposta al biondo
che seguitava a fissarlo con la stessa espressione.
- Ma allora… come hai fatto??-
chiese ancora più alterato, o meglio esasperato, Remus.
- Come vuoi che abbia fatto?- domandò pacato il moro, stavolta guardandoli con serietà e distacco.
- Ti sei ricordato tutto…- affermò con semplicità
Sirius. James lo guardò. Sorrise con freddezza, senza trasposto. Remus lo osservava
con gli occhi sgranati: avrebbe preferito credere alla possibilità che avesse
copiato.
- Bè, in realtà non proprio tutto… ero indeciso se la
data esatta della scoperta degli incantesimi di richiamo fosse del
Il silenzio era sceso tra i quattro, ma venne improvvisamente interrotto dal moretto che aveva
parlato per ultimo.
- Ahhhh, andiamo, mi è venuta fame!!!-
esclamò, portandosi le mani dietro la testa e rincamminandosi verso le scale
ormai prossime.
- A-aspetta un attimo James! Abbiamo lezione!-
balbettò Remus seguendolo e affiancandolo.
- Dai, Rem! Che ti importa!?-
sorrise il moro.
- C-come sarebbe…?- chiese allibito
il biondo, cercando il sostegno dello sguardo di Sirius o Peter, che non
arrivò. Anche Sirius aveva affiancato l’altro moro e
pur guardandolo ancora con incertezza indagatoria, sembrava essere d’accordo
per l’idea di andare a mangiare.
James sorrise a trentadue denti vedendo l’altro moro
dalla sua e Remus dovette arrendersi, si incamminarono
tutti e quattro verso il piano terra, Sirius sembrava aver scoperto l’ingresso
delle cucine, meritandosi i complimenti di James. Scomparvero per le scale,
ignorando, mentre attraversavano quatti quatti il
corridoio del secondo piano, l’aula di Incantesimi ormai chiusa e la voce del
piccolo professor Vitious che con voce squillante chiedeva:
- Black? Lupin? Minus? Potter? Tutti assenti?-.
********** fine flash back************
Maledetto di un James...
Sirius dopo
quell’episodio sperò più volte che si fosse trattato solo di un
eccezione... invece… James si aggiudicò sempre voti altissimi, che
contendevano spesso alla pari con i suoi, spesso lo superavano, a volte invece
non lo raggiungevano ma sempre di pochissimi punti di scarto.
Il fatto più irritante
era che il giovane Cercatore studiava il meno possibile, riusciva a ricordarsi
elementi e fattori in un modo talmente dettagliato da arrivare a un livello nauseante e sembrava non dar minimamente peso
al suo rendimento, come se il tutto non gli importasse minimamente, guardando
ogni singolo voto con ironia e con noia.
Sirius sorrise, aveva
trovato un rivale alla sua altezza, in grado di metterlo alle corde, e anche un
vero amico, in grado di comprenderlo più di chiunque altro… forse anche più di
se stesso.
CONTINUA…
Ringraziamo tutti
quelli che hanno recensito nello scorso capitolo sperando sempre che questo capitolo acquisterà un notevole successo! GRAZIE!!
Ciau!! Alla prossima!^__^ ^__^ Cip
e Ciop!