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Autore: Ayumii_EvA_hirO    29/01/2011    4 recensioni
In una giornata afosa di Giugno a Central City si tiene l'esame per diventare State Alchemist... ma qualcosa di strano accade agli occhi dei militari... la storia si ripete, rovesciata e contorta in una nuova Ametris
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Nuovo personaggio, Roy Mustang, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Secondo- Un accecante benefattore
 
[Central City
Quartier Generale Militare
Zona uffici dei principali]
 
Ancora regnava su Central City un silenzio quasi innaturale, tanto che se una persona non fosse stata presente a constatarlo con i suoi occhi e con le sue orecchie, non avrebbe mai creduto alla descrizione altrui della situazione. Era circa mezzogiorno, dopotutto, e c’era ben poco da fare fuori casa per i cittadini dell’ampia metropoli. Al contrario, per gli impiegati d’ufficio del Quartiere Generale militare della città, il lavoro sembrava non avere mai fine, o comunque non voleva accennare nemmeno minimamente a diminuire: l’afflusso di persone in cerca di oggetti smarriti o di un ufficio libero nel quale poter fare qualche reclamo o denuncia andava sempre crescendo, mentre i poveri addetti agli sportelli dell’entrata principale continuavano a scemare all’interno degli archivi o degli uffici comuni alla ricerca di fascicoli o documenti da consegnare a questo cittadino infuriato o a quell’altra donna qualsiasi bisognosa di una nuova patente.
 
I corridoi della prima e della terza sezione ovest, quelli dove stanziavano le stanze e gli uffici privati dei militari ai quali erano state affibbiate alcune tra le cariche più alte di tutta la nazione di Ametris, erano gremiti dai loro collaboratori che scorrazzavano agitati immersi in un confuso chiacchiericcio di “Hei, sai dove posso trovare la scheda di…” oppure di “stai attento a dove metti i piedi, ti stanno cadendo le pratiche per il tribunale dei minori…” portando tra le braccia risme e risme di fogli bianchi o scritti in ogni modo, freschi di stampa o vecchi di anni, minuscoli appunti insieme a veri e propri tomi. Praticamente l’equivalente di un’intera biblioteca nazionale stava vagando per le due sezioni principali del Quartiere Generale, passando di mano in mano come fossero delle figurine di un qualche album qualsiasi dei calciatori, pur avendo probabilmente un valore inestimabile, sia nel campo economico, che in quello legale, tanto in quello militare e politico, tanto in quello storico, sia per il presente che per i posteri. Che menefreghismo assoluto e che noncuranza per i beni comuni che dimostravano quei semplici impiegati in divisa (sempre che divisa si possa chiamare il completo composto da pantaloni in simil jeans e la maglietta o canottiera nera abbinata).
-Tsk…- Sillabò innervosita dalla situazione la ragazzina dai capelli biondi che, stretta nel suo cappotto bianco e totalmente noncurante nei confronti del caldo afoso e torrido del primo mese d’estate, aveva già da qualche decina di minuti incominciato ad avanzare lentamente e con assoluta pacatezza tra i corridoi nella direzione nella quale le era stato indicato si trovasse l’ufficio del Comandante supremo nel quale aveva ricevuto l’ordine di recarsi dallo stesso capo di stato in persona. Un invito che naturalmente nemmeno volendo avrebbe potuto rifiutare: ne andava del risultato del suo esame da State Alchemist! La piccola alchimista stava per aggiungere qualcos’altro di acido al suo commento del luogo ad alta voce, ma venne interrotta da uno spintone o, meglio, da qualcuno che la urtò violentemente al fianco destro, facendola traballare un poco come se fosse stata rintronata.
-Hei!...- Verbiò con la sua voce ultra giovanile in quel mare di voci omacciose o comunque profonde, serie ed sicuramente appartenenti a persone totalmente adulte –Stai un po’ attento a quello che fai!- Continuò stizzita puntando le iridi iridescenti indispettite sulla figura che poco prima l’aveva urtata. Per un attimo trasalì sul serio, vedendo chi… cosa l’aveva involontariamente colpita nel bel mezzo del corridoio. In effetti chiunque sarebbe rimasto parzialmente traumatizzato se, girandosi in cerca di qualcuno da redarguire, si fosse ritrovato davanti un gigante alto perlomeno due metri buoni buoni, col viso sorridente e serio al tempo stesso che sembrava sprigionare scintille di autocompiacimento, uniti ad un corpo tutto muscoli che ormai rischiava di far scoppiare la grigia uniforme dell’esercito.
-Ah, Mi scusi signorina! Non l’avevo vista: con questi fogli in mano non posso vedere in basso…- Si scusò imbarazzato il macho biondo sorridendo amichevole alla dodicenne.
-C-che?? A chi hai detto della NANA MICROSCOPICA CHE NON LA SI VEDE NEMMENO CON LO ZUM 20X ????????- Strillò Juliet accusando in malo modo l’uomo di averle detto cose alle quali lui non aveva nemmeno lontanamente accennato, caricandosi di rabbia recondita al solo ricordarsi di quanto è bassa. Nessuno l’aveva offesa, ma allora perché continuava a fremere d’ira come una bambina di due anni e a mostrare gli artigli, offendendosi da sola? – Chi ti credi… di… e-essere…- La protesta che stava per uscire dalle rosee labbra della ragazza venne bloccata, riducendosi ad un balbettio confuso, dall’allargarsi del sorriso bonario del militare che, inaspettatamente, comportò un aumento dello sbrilluccichio che lo accompagnava ovunque, accecando la povera giovane combattente. La piccola bionda rimase immobile qualche secondo prima di trovare la forza per liberarsi dall’orrore e dai brividi freddi che le aveva provocato la vista di quella sottospecie di armadio a due ante con tanto di gel.
-Emmm… Ecco…- Iniziò titubante non sapendo davvero cosa dire per sganciarsi di dosso l’alieno chilometrico e poter continuare la “missione” che le era stata affidata –DEVO ANDARE!- Decise infine di tagliare corto, non trovando ne una spiegazione, ne una balla migliore da raccontare, messa in soggezione da quella mole immensa. Senza aspettare oltre la dodicenne oltrepassò a testa bassa l’ostacolo che le aveva sbarrato la strada, decisissima ad avanzare senza più interruzioni. Ma a quanto pare la fortuna, o perlomeno il fato non era dalla sua parte, difatti una grande mano le si poggiò sulla spalla, bloccandole nuovamente il cammino.
-Scusa ma… Per caso tu sei la ragazzina che è stata convocata dal Comandante Supremo nel suo ufficio?-
-SI… sono IO… perché?- rispose irritata la ragazzina alla domanda educatissima dell’uomo, dimostrando ancora una volta la sua facile suscettibilità, rigirandosi di scatto verso di lui e fissandolo con occhi stracolmi di braci ardenti. Già pronta, non c’è nemmeno bisogno di dirlo, ad azzannare (letteralmente) l’individuo ancora del tutto sconosciuto.
-Oh! Davvero? Sei tu?- Chiese nuovamente il biondo con lo stesso sorriso di prima stampato sul volto –Bene! Sai… stavo recandomi anch’io lì proprio ora… se vuoi ti mostro la strada- Concluse poi accennando al mucchio indefinito di documenti che reggeva tra le braccia da culturista.
-Ma cos…?- Nuovamente Juliet parte con la sua linguetta avvelenata da vipera, pronta a maltrattare per l’ennesima volta nel giro di pochi minuti l’uomo, ma poi si rende improvvisamente conto di ciò che egli le ha effettivamente appena proposto –Cosa?... Cioè, davvero? Mi accompagneresti?- Chiese quindi con lo stesso tono che una bimba potrebbe usare per pregare il proprio papà di portarla alle giostre. Come tutta risposta ebbe l’annuire del macho in divisa. Le brillarono gli occhi, quasi quanto non stesse già brillando l’aura inquietante del tizio del quale, tra parentesi, ancora non sapeva il nome.
Entro pochi secondi l’uomo aveva già iniziato a scortarla, perdendo solo qualche attimo per affidare un documento particolarmente importante ad un sottoposto che lo potesse portare dritto dritto agli archivi che si trovavano esattamente dalla parte opposta rispetto alla sezione tre, quella dove i nostri due eroi (?) si stavano aggirando in quel preciso istante. La piccola alchimista cercò di raccogliere più informazioni possibili riguardo l’armadio umano osservando ed ascoltando tutto ciò che le capitava a tiro e venne così a conoscenza del fatto che ad accompagnarla era un Vice Colonnello, una carica abbastanza alta nel governo del paese di Ametris, e che, a giudicare dai cerchi alchemici dipinti ed incisi sui suoi guanti metallici tira pugni, doveva anche essere un alchimista… probabilmente una State Alchemist, dato il rango.
-Hei, Signorina?...- Una voce profonda ed eccessivamente amichevole, facilmente identificabile come quella del Vice Colonnello, irruppe nella mente pensosa della giovane, destandola dai suoi pensieri –Signorina… siamo arrivati!- Aggiunse vedendola trasalire alle sue parole ed indicandole con l’indice della mano mancina una porta proprio davanti a loro. Erano arrivati? All’ufficio del Comandante supremo? Bhè, solo un idiota non l’avrebbe capito vista la pacchiana insegna in oro ed argento sulla porta di lucido mogano che la ragazza aveva proprio davanti al naso.
-Ah! Grazie!- Verbiò sorridendo all’uomo sinceramente grata alla sua gentilezza inattesa. Poi un’idea per ricambiare il favore le venne in mente –Ummm… non è che le farebbe piacere se fossi io a portare quei fogli al Boss?- Chiese accennando alle risme dall’apparenza instabile sorrette dal militare.
-o, se fossi così gentile…- Rispose l’uomo in divisa posandole i documenti sulle braccia che lei aveva appena spalancato appositamente. Erano piuttosto pesanti diciamocelo! –Allora grazie, signor…- Juliet si bloccò di colpo, rendendosi conto di non conoscere ancora il nome dell’uomo, rimanendo in un silenzio imbarazzato.
-Amstrong…- Completò lui senza smettere di sorridere –Alex Luis Amstrong!-
-Allora grazie, signor Amstrong!- Concluse sorridendo a sua volta.
Dopo questo breve saluto il Vice Colonnello se ne andò, lasciandola ai suoi affari e ricoperta di scartoffie. Con non poca fatica però l’alchimista riuscì a bussare due volte alla porta sbattendoci contro le nocche della mano destra. Silenzio. Per qualche secondo non si ebbe risposta e poi, finalmente, qualcuno si degnò di darle cenno di entrare
-Oh… Entra pure… sei tu, vero, Juliet?- Verbiò il Comandante supremo dalla sua poltrona. La dodicenne sorrise.
-Sisisi… sono io, Colonnello!- 


NOTE DELL'AUTRICE: buongiorno!... ok, devo scusarmi poichè la storia non è andata avanti quasi per nulla ç__ç scusateeeee!*profondo inchino* cercherò di mandarla avanti più velocemente ^^
piuttosto... spero abbiate tutti notato due cambiamenti rispetto all'anime:
le divise sono grigie (dato che è cambiato il governo sono cambiate anche le divise)
Amstrong è diventato Vice Colonnello xD se avete domande, critiche o correzzioni scrivete
   
 
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