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Autore: Kaimy_11    30/01/2011    2 recensioni
[Era la ragazza più antipatica, viziata, odiosa e saputella che avessi mai conosciuto. Mi batteva nei duelli, era più furba di me. Era migliore di me. Tuttavia, quando capiva di non aver speranza, di aver perso, usava l'arma più crudele, eppure più potente, che conosceva: Le sue lacrime. Anche adesso, io sono qui a dirle che me ne devo andare, che sono un assassino e che non posso stare con lei, ma lei piange. Ed io come faccio a dirle che la amo? Come faccio a dirle che non vorrei lasciarla ma che devo, per il suo bene... Mi basta un suo sorriso per capire che non sono altro che un satellite attratto dalla forza di gravita che esercita su di me il pianete che lei è...] Storia già pubblicata ma cancellata durante un momento di follia. Ovviamente revisionata, spero che vi piaccia rivivere i setti anni ad Hogwarts visti da una ragazza che seguirà la vita di…Draco! Se amate questo personaggio e volete vedere come sono stati i suoi anni a scuola e come ha vissuto la battaglia contro Voldemort…leggete!. (la storia segue i Film e i libri)
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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25

25. Scale.

 

 

 

 

-Non riesco ancora a pensarci, è stato raccapricciante-

-Ti riferisci all’atteggiamento dell’ Umbridge, o a quel pazzo di Potter?-

-A entrambi, santo cielo, a entrambi!-

Il ragazzo sogghignò e tornò a sbirciare oltre il muro.

-Potter non doveva nominare il nome di-tu-sai-chi ad alta voce per ben due volte, e quell’Umbridge… proprio non la sopporto, è inquietante!-

-Ha spedito Potter in punizione…- sottolineò il ragazzo, con una nota volutamente compiaciuta nella voce.

Areal sospirò, guardò Draco con aria di rimprovero ma alla fine sorrise.

I due ragazzi erano nascosti in un angolo delle scale, dove difficilmente sarebbero stati scovati. Essendo prefetti, avevano dei compiti da svolgere tra cui la sorveglianza notturna. Con piacere erano venuti a sapere che i loro orari coincidevano insieme ad Hermione Granger e al ragazzo prefetto per Tassorosso. Ovviamente, dopo le prime storie da parte di Areal, lei e Draco avevano deciso di passare assieme quelle noiose ore notturne. D’altro canto, diceva Draco, se qualche ragazzo avesse trasgredito le regole aggirandosi per le scale, loro di certo lo avrebbero visto.

-Non dirmi che sei contento del metodo d’insegnamento di quella donna!- disse Areal, stupita.

-Certo che no.-  rispose Draco. –Anche a me scoccia passare sui libri delle ora normalmente di pratica-

Areal sbuffò, sistemandosi meglio la gonna. Era seduta sulle scale, mentre Draco sul pavimento del pianerottolo fra le due rampe. Erano al buio, costretti a sussurrare e a tenere le bacchette accese con l’incanto Lumus per potersi quanto meno vedere in faccia.

La prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure era stata una spiacevole sorpresa. La nuova insegnante, Dolores Umbridge, era un tiranno mandato dal Ministero della Magia per dettar legge dentro Hogwarts. La cosa era apparsa subito chiara, anche ai più ingenui. Luna Lovegood diceva che suo padre aveva affrontato l’argomento sul Cavillo, la rivista che dirigeva, ma il Ministero gli aveva impedito di approfondire la cosa. Era assurdo che quella donna proibisse ai suoi alunni di sperimentare gli incantesimi con le bacchette, la teoria non poteva in alcun modo essere sufficiente. Per di più negava, e costringeva a negare, il ritorno di Voldemort, per questo si era scontrata animatamente con Harry Potter.

-Non pensi che dovremmo imparare a difenderci?…- sussurrò Areal, giocando distrattamente con la bacchetta e tenendo gli occhi bassi.

Sperò che Draco non si arrabbiasse.

Il biondo serrò la mascella, lui era uno dei primi a sapere che Potter non mentiva. Suo padre gli teneva nascoste molte cose, e sua madre ancora di più, ma non erano riusciti a nascondergli il ritorno del loro signore.

Certe cose non si possono proprio nascondere.

Erano sempre preoccupati, allerta, timorosi di fare la mossa sbagliata o di non agire per tempo. In contemporanea erano vittoriosi, soddisfatti, determinati. No, proprio non erano riusciti ad ingannare Draco quella volta. Il Signore Oscuro era tornato, e presto avrebbe agito.

-Mettiamola così- esclamò Draco, cercando di sembrare ironico quando in realtà era serio, se non addirittura spaventato. –Noi due non avremmo nulla da temere-

Areal lo guardò seria, me nessuno dei due fu capace di aggiungere altro.

Draco sosteneva, e sapeva, che i purosangue non dovevano temere Voldemort, per il resto… niente era sicuro. Il signor Malfoy sperava in un mondo dove quelli come lui venivano trattati con il massimo rispetto, mentre i mezzosangue considerati alla pari degli insetti, e i Babbani seppelliti dal terrore, senza costringere più i maghi a nascondersi.

-Comunque sia io odio quella donna!- sbottò la ragazza.

Draco sorrise –Sai già duellare-

Areal ricambiò il sorriso –Conosco gli incantesimi, ma vorrei sapere di più-

-Tipico di vuoi secchioni!-

-E tu, invece? Pensi di passare i G.U.F.O?-  

-Certamente, dimentichi con chi hai a che fare?-

-Certo che no, signor Malfoy!- lo canzonò, per poi scoppiare a ridere.

Draco si sollevò e le si avvicinò per farle il solletico. –Sei antipatica!-

-Mai quanto te, Serpe-

Improvvisamente, Draco si fermò.

Sembrò che avesse sentito qualcosa, un rumore forse, ma il suo sguardo cambiò in maniera evidente.

Abbassò gli occhi color ghiaccio ed Areal si sentì vuota senza quelle sfere di cristallo a guardarla, con un’intensità propria solo di Draco Malfoy.

Il ragazzo si le si avvicinò di più assottigliando la distanza fra le loro labbra, che tuttavia non sfiorò neppure. La ragazza trattenne il respiro quando Draco fece risalire le sue labbra sulla sua fronte, posandole un bacio delicato. Le accarezzò una guancia con la punta delle dita gelide, che fece scivolare lungo il suo collo elegante lasciandole brividi di piacere. Le labbra di Draco scesero di nuovo fino a fermarsi davanti alle labbra di Areal ma, ancora una volta, ci rimasero davanti per mezzo secondo per poi spostarsi con studiata lentezza a baciarle la guancia. Le soffiò audace in un orecchio, sussurrandole:

-Non ti permetterò mai di combattere. Sono qui per difenderti-

Mentre il suo cuore batteva all’impazzata e il suo respiro sembrava congelato insieme al suo cuore, poco lontano da lì, nelle scale del piano inferiore, Areal vide di sfuggita la sagoma di  Hermione che guardava verso di loro, e le sembrò che stesse scuotendo il capo. Ma probabilmente lo aveva solo immaginato.

 

Nelle settimane a venire Dolores Umbridge diede il peggio di sé stessa sconvolgendo totalmente la normale routine di Hogwarts. Dopo una violenta sfuriata con la professoressa McGranitt, il primo tabernacolo era stato appeso al muro dell’ingresso alla sala grande, in cui diceva a chiare lettere che l’Umbridge era stata nominata inquisitore supremo di Hogwarts per conto del Ministero della magia. Ciò le dava il diritto non solo di rivoluzionare il metodo d’insegnamento nella sua materie, ma le regole di tutta Hogwarts, che sembrava già iniziare a tremare sotto la sua furia in rosa.

L’Umbridge iniziò sin da subito a girare per i corridoi come un controllare, per verificare lo stato ed il comportamento degli studenti fuori dalle aule. Iniziò a fare domande ad ogni singolo docente durante le ore di lezione, senza preoccuparsi né di imbarazzarlo né di invadere i suoi spazi, ed ad ogni risposta prendeva nota sul suo taccuino. Fece appendere altri tabernacoli alla parete della sala grande, stabilendo regole sovra regole, proibendo quasi tutto ciò che c’era da proibire.

E alla fine arrivò a fare ciò che non avrebbe mai dovuto fare. La professoressa Cooman di divinazione venne licenziata, il signor Gazza portò in cortile le sue valigie, e proprio lì, sotto gli occhi degli studenti increduli, l’Umbridge diede sfogo della sua crudeltà senza farsi minimante intaccare dalle suppliche dell’insegnante di divinazione. Tuttavia Silente fece il suo ingresso facendo ammutolire tutti, e fece riportare all’interno la professoressa Cooman, in quanto l’Umbridge, pur avendo il potere di licenziare gli insegnati, non poteva bandirli dal castello.

 

Areal e Draco continuavano a vedersi durante le loro ore di sorveglianze e tutte le volte che potevano. Pancy Parkinson, per quanto assurdo, sembrava cambiata. Quando di notte doveva lasciare Draco da solo con Areal, non faceva neppure una smorfia. Le ultime due volte aveva perfino rivolto un saluto ad Areal, seguendo Erick ed ispezionando i corridoi con lui senza essere né sgarbata né antipatica. In privato Erick aveva detto ad Areal che Pancy sembrava aver messo in mostra il suo lato migliore. Probabilmente aveva imparato ad accettare Areal, ed Areal in cambio le permetteva di tenersi Draco al fianco durante le lezione e in tutti gli altri momenti in cui non era con lei.

Le cose sembravano filare liscio e rendere più sopportabile l’Umbridge. Solo un pomeriggio in biblioteca, rimasta sola ad un tavolo con Hermione Granger, dopo che Jude e Susan di Tassorosso erano andate via, la migliore amica di Harry Potter si sporse sul tavole per avvicinarla. Sembrava molto imbarazzata, e si sforzava di apparire più educata possibile.

-Posso chiederti come fai ad essere amica di Draco Malfoy?-  Domandò in un sussurro.

Areal era scoppiata a ridere.

Fraintendendo, Hermione si affrettò a scusarsi. –Voglio dire: tu sei gentile, simpatica. Sei davvero una brava ragazza, non sembri come lui-

Areal fece spallucce, avvicinandosi anche lei. –So benissimo che tipo è Draco Malfoy: Odioso, antipatico, indisponente. Perfino cattivo!- Sorrise. –Ma se ti dicessi che Draco ha un lato educato e piacevole, con cui è bello passare del tempo, mi crederesti?-

Hermione fece un sorriso strano, con l’aria di chi la sapeva lunga. –Per quanto assurdo possa sembrare, sì, ti credo-.

Chissà per quale ragione, Areal si trovò ad arrossire davanti al sorriso di Hermione Granger.

 

-Si può sapere dove stiamo andando? Qui si gela!- Si lamentò Areal, per l’ennesima volta.

Erick rise, mentre Canni continuava ad avanzare senza perdersi d’animo. Arrivarono davanti alla Testa di Porco, uno dei locali di Hogsmead. Era fatiscente ed isolato.

-Canni se ti andava di bere qualcosa, non potevamo andare ai Tre manici di scopa?- esclamò Areal –oltretutto, non potevi portarci solo Erick, cosa c’entro io con voi due?-

-Tanto per cominciare noi due non stiamo insieme- precisò Canni, lanciando occhiate di qua e di là –E poi l’appuntamento è qui-

-L’appuntamento con chi?- la voce di Areal passò dal lamentoso al sospettoso in meno di un secondo.

Canni sbuffò, prese Areal da un braccio e la trascinò sul retro dell’edificio. –Non pensi che l’insegnamento dell’Umbridge sia del tutto inutile?-

Erick era vicino a loro, accertandosi che nessuno stesse origliando.

-Certo che lo penso. Quella strega è folle!- rispose Areal.

Canni era chinata su di lei, sussurrando quasi minacciosa. –Esatto, e come noi la pensano altri-

-Altri chi?-

Erick e Canni si scambiarono un’occhiata. –Hermione Granger- disse Canni.

Areal non parlò.

-Hermione mi ha detto di venire qui, portando quelli di cui potevo fidarmi. Mi ha fatto il tuo nome-

-E perché siamo qui?-

-Non lo so di preciso, ma vuole formare una specie di gruppo, per imparare a difenderci da soli-

Areal non capiva come avrebbero fatto, ma l’idea le piaceva.

Poco dopo erano tutti riuniti in una vecchia stanza del locale. Erano una ventina, studenti di tutte le case tranne che di Serpeverde. C’era chi aveva trovato posto su una sedia e chi era rimasto in piedi. Di fronte a loro sedevano Ron Weasley, Harry Potter ed Hermione Granger. Fu proprio quest’ultima ad alzarsi, timorosa anche se decisa. Disse in breve che serviva qualcuno che imparasse realmente a tutti come difendersi, uno che aveva già affrontato il lato oscuro della magia, ovvero Harry Potter. Un ragazzo chiese da cosa avrebbero dovuto difendersi, dicendo apertamente che non credeva in quello che aveva detto Harry e nel ritorno del signore oscuro. Voleva qualche prova. Erick chiese maggiori informazioni sulla morte di Diggory, ma Harry si alzò pronto ad andarsene. Tutto stava per finire così come era iniziato, ma Luna Lovegood, accanto a me, chiese ad Harry se fosse veramente in grado di produrre un incanto Patronus. Alla conferma di Hermione tutti ammutolirono. Paciock raccontò che Harry aveva ucciso un basilisco il secondo anno di scuola, Ron che aveva lottato contro i Dissennatori al terzo anno e, per finire, Hermione ricordò che aveva affrontato Voldemort solo l’anno prima.

Ma Harry li fermò, stupendo tutti. Disse che per quanto grandiose potevano sembrare le cose raccontate, affrontarle non era affatto facile, per nulla. Affermò di avere avuto solo fortuna. Non era facile vedere un amico morire o rischiare la propria morte, non era facile come a scuola, che dopo un errore si può sempre riprovare il giorno dopo.

Areal si scambiò un occhiata con Canni, Erick e Luna, senza dire nulla.

Ma l’ultima a parlare fu Hermione, riuscì perfino a pronunciare ad alta voce il nome di Voldemort, cercando di convincere Harry ad aiutare tutti.

Era tornato, Voldemort era tornato davvero. Qualcuno lo chiese per conferma, ma tutti i presenti sapevano che era così.

Si decise di scrivere una lista con le firme di tutti i presenti, per creare quello che fu nominato: l’esercito di Silente.

Nonostante il coraggio e l’euforia di tutti, al memento, mancava ancora un luogo adatto per le lezioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

Continua…

 

Un ringraziamento speciale, ma davvero speciale, a: ViolentFlames e a BumBj

   
 
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