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Autore: parveth    30/01/2011    2 recensioni
Fin da piccola ho amato questo telefilm e recentemente l'ho rivisto e comprato tutti i dvd. ho anche visto il remake. Cosi m'e' venuto in mente di scriverci sopra. non posseggo i personaggi dell'a-team tranne quello di alyson da me inventato. questa ff non ha scopi di lucro
sono dieci anni che l'a-team vive in clandestinita' fuggendo la polizia militare e aiutando le persone in difficolta' quando Hannibal riceve una lettera da sua nipote....
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dopo una settimana di degenza Alyson torno’ a casa: ancora le dolevano un po’ i punti ma niente di serio, tra un mese sarebbe andata a farseli togliere e nel frattempo rinuncio’ ad andare al lavoro anche se si sentiva abbastanza in forze per riprendere la normale routine, ma sia lo zio che gli altri non avevan voluto sentir ragioni: “ e’ meglio che almeno due settimane di riposo te le fai, cosi ti si cicatrizza bene”  aveva replicato John alla sua volonta’ di andare al lavoro due giorni dopo essere stata dimessa dall’ospedale e anche la sua principale, Miss Birkin si era detta d’accordo,  “e poi”   aveva aggiunto P.E.  “ per ora non abbiamo missioni e possiamo tranquillamente non accettarne per un po’, non abbiam problemi di denaro”.

Cosi’ si era rassegnata alla tranquillita’ domestica e per passar meglio il tempo oltre a leggere e guardare la tv aveva cominciato a tenere un diario delle sue giornate; cosi facendo si era resa conto che la quotidianita’ da loro vissuta era ben insolita ma questo lo aveva intuito sin da quando aveva preso il treno per raggiungerli. Tanto per cominciare non avevano una residenza fissa: in media traslocavano ogni due settimane, la loro permanenza piu lunga in un posto era stata di  tre mesi, al momento erano fortunati poiche’ Sberla grazie alla sua faccia tosta e qualche imbroglio aveva trovato una villetta non lontana dal centro i cui inquilini si erano recati in Europa per sei mesi di lavoro  quindi per ora non dovevano preoccuparsi di nulla.  In secondo luogo vi era l’ansia costante del dover sfuggire a Decker e compagnia bella, Hannibal, Sberla, Murdock e P.e. ormai vi erano abituati e ci pensavano solamente quando se li trovavano davanti ma per Alyson i primi due mesi erano stati un autentico incubo specialmente la notte: era capitato che dormissero nel furgone e lei al primo strombazzare troppo forte di un’auto spalancava gli occhi pieni di panico terrorizzata  dal fatto che li avessero trovati e si rannicchiava vicino all’uno o all’altro come fosse in cerca di protezione nonostante fosse perfettamente conscia di comportarsi in maniera infantile  era piu forte di lei: il terrore che potessero catturarli e ucciderli e spedire lei in prigione l’attanagliava: come tutti gli orfani del mondo anelava per avere una famiglia, e anche se poco “convenzionali”  loro in un certo senso lo erano, in orfanotrofio non era stata male ma avere qualcuno che si preoccupava solo di te era tutt’altra cosa, comunque anche di giorno a volte se capitava che andassero insieme da qualche parte e se qualcuno per caso la guardava negli occhi temeva che li potesse denunciare.

In ogni caso era stata fortunata anche con il lavoro: la libreria era talmente grande che se anche capitava una sua assenza anche di piu settimane durante gl’incarichi dell’a-team quasi non se ne accorgevano dato che il personale era molto (una trentina d’impiegati su sei piani) e il suo contratto le permetteva di presentarsi anche saltuariamente certo, avrebbe potuto benissimo rimanere a casa da sola ma mai e poi mai avrebbe pensato di mollarli durante le missioni, ovviamente non e’ che senza di lei non sapessero cavarsela ma era la ragazza ad essere iperapprensiva nei loro confronti: “ e se vi catturano e non riuscite ad avvisarmi?”  protestava.   “c’e’ sempre il telefono sul furgone e poi un modo l’abbiam sempre trovato ..”  rispondeva suo zio.

“e se per un qualsiasi motivo anche da parte mia non riuscissimo a metterci in contatto?  E se vi catturassero senza che io lo sappia?  E se…”   proseguiva lei imperterrita finche’ un giorno Sberla esasperato l’aveva afferrata per le spalle e costringendola a guardarlo negli occhi le aveva detto:  “e se ce lo dicessi senza tanti giri di parole che ci vuoi bene sarebbe meglio…” lei dopo averlo guardato quasi con sguardo incredulo si era sciolta dalla stretta e se n’era andata in camera sua resistendo alla tentazione di tornare indietro e buttargli le braccia al collo: non era che non gli volesse bene, anzi. Ma le mancava il coraggio di dirlo apertamente  “e poi da parte loro non e’ che si sbilancino molto piu di me…”  pensava.

Il fatto era che anche Templeton era cresciuto in orfanotrofio senza i genitori quindi capiva perfettamente che la sua apprensione non era mancanza di fiducia nelle loro capacita’ ma reale preoccupazione: “tu sei stata piu fortunata di me ragazza mia: io per riscattarmi ho avuto bisogno dello scoppio di un conflitto, tu hai potuto andartene al momento della tua maggiore eta’ e ora che hai noi stai male solo al pensiero che qualcosa ci separi per sempre”  essendo il piu giovane nel gruppo prima del suo arrivo considerava Hannibal come un padre.

Quel pomeriggio era rimasta sola in casa con Murdock mentre gli altri erano usciti , ecco un’altra cosa insolita: in genere finita la missione lo riportavano subito all’ospedale ma questa volta anche e soprattutto perche’ non volevano si sforzasse troppo facendosi saltare i punti  (ma ormai era quasi guarita) decisero che quattro eran meglio di tre se fosse successo qualcosa.  Stava leggendo una rivista sul suo letto quando senti’ dei passi su per le scale e voltandosi vide l’amico sulla soglia,  “dimmi”  fece voltandosi supina  lui entro’ e ad Alyson guardandolo negli occhi venne da pensare:  “oddio.” Poiche’ aveva percepito una luce strana nel suo sguardo, la luce di chi sta per combinarla grossa… Murdock senza dirle una parola si sedette sulle sue gambe, “ come va?  Ti fa male?”   le chiese guardandola negli occhi

“no, non molto, piu che altro pizzica se me lo tocco”  rispose lei stendendo le braccia sopra la testa  “posso…?”  chiese lui sollevandole leggermente la maglietta  per guardare meglio quel taglio diventato ormai rosa chiaro e passandoci sopra lentamente l’indice,  Alyson ebbe un brivido a quel tocco ma non era dolore… Murdock le percorse con lo stesso dito e molto lentamente tutto lo stomaco terminando con un pizzicotto al fianco che la fece sussultare “ ti ho fatto male?”   le chiese preoccupato.   “no”  rispose lei sorridendo, e subito dopo percepi’ due dita che le premevano sull’ombelico   “hahahahahhaahha no”  rise prendendogli la mano nelle sue,  “a quanto pare abbiamo un punto debole”  disse lui con un sorriso birichino cominciando a  far scorrere velocemente le dita dallo stomaco alle ascelle di lei  “nohoo hahahahahaahahahah ma tu sei pazzo  ahahahaha NO LI NO” quasi urlo’ quando le dita dell’amico cominciarono a pizzicarle le cosce senza volersi fermare   “ hahahaahah  finiscila ti pregoooo”  provo’ a raddrizzarsi e a bloccarlo con le braccia ma le incessanti risate  glielo impedivano, dopo circa dieci minuti Murdock smise permettendole di riprendere fiato  “ tu sei fuori di testa”   gli disse lei ansimando leggermente.  “si lo so”  rispose lui con aria soddisfatta  togliendosi dalle sue gambe ,  “ah e’ cosi eh?”  chiese Alyson con aria di sfida mentre gli si lanciava contro facendolo atterrare di schiena sul materasso e sedendoglisi sulle gambe come aveva fatto lui poco prima

“a quanto pare le parti si sono invertite capitano”  disse lei con una luce sadica che le brillava negli occhi   “no, no non farlo per favore. Impazzirei davvero”  la supplico’ lui terrorizzato, la ragazza ridacchio’ divertita dalla paura mostrata dal suo amico, non era possibile che… comincio’  a pizzicargli freneticamente le ascelle, i fianchi le  costole e persino le gambe dalle ginocchia in su, infilandosi anche sotto la maglietta ma non era preparata a quello che vide: Murdock comincio’ a contorcersi e ridere con quella sua splendida risata contagiosa fino ad urlare  “NOOOO HAAHAHAHHAAHAHAAHAAHAH SOFFRO IL SOLLETICOOHOHOHOHOH BASTA NON CI RESISTOOOO”  dopo pochi secondi aveva gia le lacrime agli occhi e dato che non voleva fargli del male smise, alzandosi e andando verso la sua scrivania.  “e poi il pazzo qui sarei io eh?? Per poco non mi uccidi: io sono ultrasensibile”  le disse lui mentre riprendeva fiato.  “scusa, non lo sapevo”  disse Alyson riavvicinandosi al letto,  “ non fa niente, mica l’hai fatto apposta”  rispose Murdock mettendosi a pancia sotto per rilassarsi,  a quel punto lei si sedette sulle sue caviglie e tiro’ fuori da dietro la schiena la sua spazzola, e dopo pochi secondi comincio’ a strofinargliela velocemente sui piedi nudi.

Fu come se fosse stato colpito da un fulmine: comincio’ a sobbalzare ridere e piangere contemporaneamente implorandola di smettere, che lo stava torturando in pratica, lei smise per poi rituffarsi sui suoi fianchi e sulle sue ascelle tenendolo a pancia sotto, dopo un po’ smise lo fece voltare e lo abbraccio’ stretto, lui ancora frastornato ricambio’:  “ ti voglio bene capitano”  disse lei senza mollarlo  “anche io piccola… ce ne hai messo di tempo per dirlo” rispose con un sorriso.

“mi e’ venuta un’idea: perche’ non facciamo dei biscotti da mangiare dopo cena?”  fece lei alzandosi.   “perche’ no?  Hai la ricetta?”   le chiese lui facendo altrettanto.   “ma certo, l’ho letta sul libro di cucina che ho portato a casa l’altro giorno”  disse la ragazza avviandosi verso la cucina.

 

Subito cominciarono a tirar fuori farina burro uova e tutti gl’ingredienti necessari: avrebbero fatto dei biscotti alla crema pasticcera con zenzero

“…aggiungiamo il lievito e voila’”  disse Murdock atteggiandosi a gran chef: i biscotti a forma di stella luna sole e omino erano pronti sulla teglia gia oliata   “sicuro di non aver messo troppo zenzero? Guarda che c’era scritto un cucchiaino”  chiese lei levandosi il grembiule e cominciando a pulire il tavolo   “ ma no, son sicuro di averne messo la giusta quantita’”   Disse lui aiutandola. In quel momento tornarono gli altri  “ciao ragazzi”  saluto’ Hannibal,  “tutto bene?”    “ si, abbiamo fatto i biscotti”  disse la nipote   “spero piu tu che lui Alyson: io non mi fido, l’ultima volta che ha provato a cucinare qualcosa era mezza cruda”   aggiunse P.e. aggressivo, Murdock gli mostro’ la lingua   “ suvvia ragazzi non cominciate,  tutti sbagliano le prime volte ma oggi c’ero anche io”  disse la ragazza.

 

Circa un’ora dopo cenarono e alla fine  tirarono fuori dal forno i famosi biscotti.   “beh l’aspetto pare ottimo”  commento’ Hannibal.  Tutti ne presero uno, Alyson addento’ il suo: il sapore era un po’ forte ma penso’ che fosse normale, in fondo lo zenzero e’ una spezia saporita. Con la coda dell’occhio controllo’ gli altri, avevano tutti delle facce strane ma in fondo nessuno di loro era abituato al sapore piccante,  “buoni”  commento’ Sberla.  “P.e., stavolta devi ricrederti: anche Murdock ha fatto un ottimo lavoro”   “lo faro’ quando l’avro’ assaggiato”  grugni’ lui e  addento’ il suo biscotto, gli altri lo videro diventare bordeaux e bere precipitosamente un bicchiere d’acqua  “ che diamine ci hai messo scemo??” chiese lui arrabbiato.  Alyson e Murdock si guardarono: a lei sembrava che avessero seguito  la ricetta parola per parola, ma per un’istante un pensiero le attraverso’ la mente come un fulmine  “ dopo aver messo lo zenzero in polvere stendere bene la pasta con un matterello”  c’era scritto sul libro, e lei ricordo’ che Murdock l’aveva fatto si ma non abbastanza e probabilmente aveva messo troppo zenzero… “oh oh”  disse a se’ stessa vedendo l’amico scappar fuori di casa a razzo gridando che non l’aveva fatto apposta con P.E. ad inseguirlo,  lei, Hannibal e  Sberla gli andarono dietro percorrendo il marciapiede e per un attimo a ciascuno di loro sembro’ di leggersi nel pensiero l’uno con l’altro la stessa cosa:  “non cambieranno mai, ma guai se non fosse cosi’, non li abbandonerei per nulla al mondo”.

  
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