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Autore: Strega_Mogana    31/01/2011    1 recensioni
Serie di flash fic (max 750 parole) incentrate su Severus Piton.
Storie partecipanti al concorso "Lotta all'ultimo inchiostro" del Magie Sinister Forum
Dall'ultima one shot postata: [...] Il mondo traballa, quando lo si guarda attraverso un bicchiere di whisky.
E’ avvolto da un velo ambrato; è freddo come il ghiaccio che si sta dolcemente sciogliendo, infuocato come il liquido che ti brucia la gola, annebbiandoti la mente.
[...] personaggio: Tobias Piton
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Severus Piton, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Tema: Severus distilla una pozione
Giudice: Ida59

Alla salute


La Sentimax enfatizza i sentimenti.
Un comune filtro d’amore crea un fittizio sentimento, la Sentimax aumenta ai massimi livelli le emozioni già presenti.
Un’infatuazione diviene amore profondo. Un risentimento si tramuta in odio.
La pozione è classificata come pericolosa ed è vietata la commercializzazione.
[Helbert Luxoric, Pozioni avanzate
Pag. 340 capitolo 7]


Il silenzio era quasi religioso nella classe di Pozioni avanzate del settimo anno.
A seguire quel corso erano una decina e lei poteva vantarsi di essere l’unica Grifondoro.
Tipico. Era l’unica in molte cose.
L’inizio della lezione era la parte peggiore. Severus Piton entrava con l’umore così nero da far desiderare il bacio dei Dissennatori.
Quel pomeriggio non fece eccezione; Piton, come nuvola tempestosa, entrò nell’aula, posizionandosi alla cattedra e guardandoli con lo sguardo schifato riservato alle lumache carnivore.
“Oggi prepareremo una pozione richiedente un’esemplare concentrazione.”
Dopo quella frase il silenzio calò, rotto solo dal rumore dei coltelli sui taglieri o dei pestelli nei mortai.
Piton, al solito, preparava la stessa pozione nel suo calderone.
Nulla era cambiato.
Lei studentessa, lui professore bastardo a preparare pozioni solo per sminuire il lavoro degli studenti.
Eppure tutto era cambiato.
Cercava di non pensarci. Ogni tanto si illudeva, poi si guardava allo specchio: vedeva il suo volto adulto e la dura realtà.
Sollevò lo sguardo dal mortaio dove aveva polverizzato le foglie di dittamo; gli studenti erano concentrati nei rispettivi lavori, desiderosi di finire la lezione indenni. Guardò la lavagna, leggendo il passo successivo. Inconsciamente registrò Piton intento a macinare col pestello. Era concentrato, totalmente assorto nel compito, ma lei sapeva che nulla della classe gli sfuggiva.
La polvere di dittamo attendeva il momento esatto per finire nel calderone.
Tornò ad osservarlo.
Mani esperte si muovevano veloci sul tavolo. Vedeva una scintilla speciale nei suoi occhi neri dallo sguardo attento. L’aveva intravista per la prima volta quell’anno e, da allora, bramava quella luce.
C’era della poesia nei suoi gesti, qualcosa che in pochi notavano. Probabilmente solo lei.
I lineamenti erano più distesi, quasi rilassati… ammettendo che Piton sapesse rilassarsi.
Sorrise.
“Signorina Granger…“ mormorò lui senza alzare gli occhi “La procedura la fa sorridere?”
“Mi scusi...” arrossì aggiungendo il dittamo nel liquido fumante che divenne rosa.
Tagliò in cubetti identici le radici di margherita; le aggiunse, mescolando in senso antiorario.
Ora iniziava l’attesa.
Si sedette al banco e aprì un libro. Periodicamente alzava gli occhi per osservare Piton.
Severus stava ancora lavorando. Teoricamente aveva concluso, eppure sminuzzava, tagliava, tritava ingredienti, seguendo una sua ricetta, non quella ufficiale. Hermione si perse nel contemplarlo. Amava quella ruga appena più profonda sulla fronte che si formava quando era concentrato… una tremenda tentazione. Amava il suo profumo misto a quello delle pozioni. Amava il suo modo di isolarsi dal mondo mentre lavorava.
Il vicino fuoco si rifletteva nel suo sguardo, il lungo mantello sfiorava il terreno con leggiadria.
Incuranti dei caldi vapori nell’aria, i bottoncini della casacca chiusa erano allineati in fila come bravi soldatini.
“Ora i capelli, l’ultimo ingrediente.” proclamò.
Ognuno si mise accanto al proprio paiolo e prese le forbici, tagliandosi una ciocca di capelli.
Ad Hermione sembrò un sacrilegio assistere alla mutilazione della bellissima chioma corvina dell’uomo.
“Uscirà un fumo bianco con riflessi dorati.”
Aggiunsero all’unisono i capelli.
Severus osservò i fumi innalzarsi nell’aria; il suo occhio attento valutò ogni minima variazione cromatica.
Passò per i calderoni osservandone il contenuto e assegnando punizioni.
“Come potete vedere la pozione è sufficiente per un’ampolla e non ha effetto sul preparatore. La berrete alla cattedra: non voglio correre rischi.”
Hermione fu l’ultima.
Furono una di fronte all’altro.
“Professore!” urlò una studentessa.
Severus scattò, lasciandola sola. Lei colse l’occasione al volo: scambiò le ampolle e bevve.
“Portatelo in infermeria. Gli altri via, la lezione è finita!”
Hermione andò al banco per ordinare i libri.
“Granger.“ disse Piton, facendo sparire il calderone “Rimanga.”
Sola con lui, Hermione sentì il cuore accelerare. La pozione appena bevuta non poteva che aumentare i sentimenti che già provava.
“Questa non è mia.” disse senza particolare sfumatura nella voce ”Ha una sfumatura più scura che solo un occhio distratto non noterebbe.”
Hermione rimase immobile davanti all’uomo; la pozione ingerita le suggeriva di annullare la distanza che li separava.
“Astuto scambiare le ampolle.”
“Perfido aggiungere l’eucofrasio nel calderone di Jones per farlo stare male.”
“Voleva uscire con te.”
Hermione arrossì. Le capitava quando Severus si mostrava inaspettatamente dolce. La sua gelosia era per lei ambrosia.
Piton annusò il contenuto dell’ampolla.
“E ora?”
“Io l’ho bevuta.”
Il mago sorrise e la trangugiò.
“Alla salute, Hermione.”


Fine
   
 
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