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Autore: Nidham    31/01/2011    7 recensioni
Breve elucubrazione della mia ladra nel momento piu' triste del videogioco, quando una scelta porta a tragiche conseguenze. Fatemi conoscere il vostro parere, visto che è anche il mio primo tentativo^^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mentre la porta si chiude alle mie spalle, sento il cuore soffocarmi la gola.

Non voglio piangere, non l'ho mai fatto e non ho intenzione di cominciare adesso. Non consumerò per te le lacrime che non ho versato per la mia famiglia.

Da quando Riordan ha svelato la verità, il sacrificio celato dietro il destino dei Custodi Grigi, ho allontanato dalla mia mente ogni illusione di lieto fine per noi.

Forse sarà lui a colpire l'arcidemone, ma se così non fosse, allora sai, come lo so io, che dovrà toccare a me.

Non avevo paura, né sprecavo tempo a compiangermi o rimpiangere i giorni di te che avrei perduto.

E' inutile combattere contro ciò che deve essere fatto. Inutile ribellarsi al proprio dovere o maledirlo. Non è rassegnazione, solo consapevolezza.

Poi, poche parole mi hanno aperto un nuovo mondo.

“Esiste un'altra strada” ha detto Morrigan. “Un figlio che contenga l'anima di un dio... un figlio mio e di un Custode!”.

Un abisso oscuro di speranza, un futuro incerto di errori contro un presente certo di morte.

Mi fido di lei e sono certa che, oltre alle sue precedenti trame e ai suoi desideri personali, voglia darci una possibilità di salvezza, ma credi forse che l'idea di saperti tra le sue braccia, l'idea di immaginare il calore del tuo corpo sul suo... dei suoi respiri nei tuoi... non mi avrebbe fatto male? Che i denti aguzzi della gelosia non mi stessero già attanagliando il petto?

Ma avremmo avuto un futuro.

Sono venuta da te perché non potevo rispondere al tuo posto, perché dovevi sapere e decidere, anche se, fino ad oggi, non avevi mai voluto farlo.

E' stata una scelta. La tua scelta.

Quella che mai avrebbe potuto essere la mia.

Mi hai chiesto di tacere ed io l'ho fatto.

L'odio più forte dell'amore. L'onore più forte dell'amore.

Non so quale regola morale o vergogna o senso del dovere ti abbia spinto a pronunciare quelle parole: “Non puoi chiedermi questo. Non veramente.”

E io non l'ho fatto.

Mi sono morsa le labbra e dilaniata il cuore, ma ho taciuto. E ho accettato il tuo addio, senza parole.

Questo solo posso lasciarti adesso: un silenzio vuoto, colmo della consapevolezza di aver fatto la cosa giusta.

Perché forse è così, forse è stata veramente l'unica scelta possibile.

Un nuovo dio, incarnato, libero di imperversare su questa terra già martoriata, una follia.

Eppure non mi sarebbe importato.

Forse non dovevo diventare un Custode, se posso dimenticare così facilmente il bene di coloro che dovrei proteggere.

Eppure li ho protetti. Li ho difesi col mio sangue e la mia anima. Ho seppellito il mio dolore e ho impugnato la spada.

Ho dimenticato la vendetta e vissuto per quanti nemmeno conosco; per questa nostra terra, che aveva assunto colori più dolci e profumi più gentili, da quando, per la prima volta, mi avevi detto... da quando, per la prima volta, mi avevi chiesto...

Sono solo ricordi. Inutili.

Ricordi che dimenticherai. E in cui, forse, mi addormenterò, molto presto, per sempre.

“Non puoi chiedermi questo!” e la tua voce era incredula e indignata. Un'eresia, l'offerta di vivere. Un peccato imperdonabile, la speranza di ritagliare qualcosa per noi, dopo tanto sacrificio, dopo tanta disperazione.

E ora non so se sia stato il pericolo di sguinzagliare un demone redivivo o il disgusto di unirti a qualcuno per cui non hai mai saputo provare fiducia a spingerti con tanta decisione verso la scelta di perdermi.

Non ha importanza.

Vorrei che il mio cuore smettesse di urlarmi che sono una stupida.

La stessa parola che Morrigan mi ha sussurrato, prima di andarsene.

Una stupida.

E so di esserlo. Perché odio la scelta che hai fatto. E odio te, per averla fatta. Per non avermi amato abbastanza, per non aver almeno dubitato di poter scegliere me.

Non hai avuto dubbi, nell'abbandonarmi.

E' quasi ironico, se rammento quanti titubanti pensieri avevano accompagnato la tua scelta di possedermi. Sicuramente perdere la propria virtù era una decisione più terribile, rispetto all'idea di veder morire qualcuno cui si è finto di voler concedere la propria vita.

Sono ingiusta, lo so.

Tu sei un cavaliere e un uomo dal cuore incredibilmente puro, tanto da non accorgerti di poter ferire con la tua luce coloro che ti circondano.

Non ho dubbi che la tua scelta sia stata la più giusta, la più coraggiosa, la più nobile.

Non temo di morire per essa. Se non ti avessi mai conosciuto, sarebbe stata anche la mia.

Ma ti ho conosciuto e so con assoluta chiarezza che, se le nostre posizioni fossero state invertite, mi sarei unita con ogni demone dell'Oblio, pur di vederti ancora al mio fianco, oltre l'abisso della prossima battaglia.

Va bene così. Morire era il mio destino, fin da quando quel bastardo schifoso ha annientato la mia famiglia e massacrato la mia gente.

Ora è cibo per i vermi e ho rubato abbastanza tempo alla vita per poterlo vedere agonizzante sulla punta della mia spada.

Tanto mi basta. Posso raggiungere i miei cari senza vergogna.

Quando il regno, il tuo regno, sarà al sicuro, non avrei avuto comunque ragioni per rimanere.

Tu eri l'unica, ma ormai credo che quel sentimento così strano e profondo, inimmaginabile nell'oscurità che ci circondava, non fosse altro che un bel sogno, incapace di sopravvivere con l'avvento dell'alba.

La notte sta finendo. Farò in modo che sia così. Perché è mio dovere. Perché è giusto. Perché lo voglio.

Sarà il mio ultimo regalo per te, mio odiato amore.

Poiché non avrei mai potuto donarti una nuova vita, ti offro la mia, anche se non nel modo in cui pensavo di farlo quando lo sussurravo al tuo cuore, nel calore freddo della nostra tenda.

E mi dimenticherai, come è giusto che sia.

E il mio spirito non avrà pace in questa consapevolezza. Perché davvero ti ho amato, quanto adesso ti odio.

“Non puoi chiedermi questo!” e volevi dire: “Non puoi chiedermi di amarti abbastanza da rinunciare al mio onore, da rinunciare ai miei principi, da rinunciare alla mia indiscussa moralità.”

“Non puoi chiedermi questo” è vero. Se fossi stata al tuo posto, tu non avresti dovuto chiedermelo mai.

  
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