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Autore: SailorMercury84    31/01/2011    9 recensioni
Questa è la storia Amy, a noi nota come Sailor Mercury. In questa storia, vorrei far emergere non la storia della combattente, ma della ragazza di tutti i giorni. Amy che si racconta in prima persona.
Tratto dal primo capitolo:
"Mi chiamo Amy, ho 27 anni e sono originaria del giappone.
Finalmente mi sono laureata, e sono diventata un medico, per l'esattezza, medico d'urgenza. Sono
due anni che lavoro presso la struttura ospedaliera del Guy's Hospital, nella zona di London Bridge."
Spero vi piaccia, è la prima storia che scrivo!
Buona lettura...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ami/Amy, Taiki, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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Una nuova giornata. 
 
 
 
Erano le  01.35  di notte, avevo stranamente staccato prima del previsto quella sera. La mia collega Heles mi stava accompagnando a casa con la sua macchina rossa scintillante. Era la collega che preferivo, con me si era dimostrata sempre gentile, e quando i turni di lavoro erano compatibili, mi riaccompagnava sempre a casa in macchina. Ammiravo di lei la sua forza, quando era in sala operatoria dimostrava una fermezza unica, mentre io al contrario, mi mostravo forte, ma dopo, il mio stato d'animo crollava, come se l'adrenalina accumulata calasse di colpo. Mi lasciò davanti al portone di casa, e peima che scendessi, Heles si rivolse a me:
 
- Amy dovresti prendere una vacanza sai? Sei un po' palliduccia, non mi convinci. - 
 
Non ne potevo più di sentirmi dire sempre le stesse cose:
 
- Grazie Heles, sei sempre carina con me, ma io sto bene, non so più come dirvelo! -
 
Controbattè:
 
- "Dirvelo"? Quindi a quanto pare non sono l'unica a pensarlo eh? Cara Dottoressa Mizuno, o ti decidi a chiedere le ferie, o lo farò io per te, e sai che sono capace di farlo eh? -
 
Ero stupita, non credevo si notasse tanto la mia insofferenza. Ed ero certa che un tipo come Heles 
non si sarebbe fatto scrupoli a fare domanda di ferie per me.
 
- Ti ringrazio Heles, ci penserò. Grazie per il passaggio! -
 
- Figurati! -
 
Rientrai a casa piano piano per non svegliare le altre. Sentii la voce di Bunny, e capii che stava parlando al telefono con il suo Marzio. Stavano insieme da una vita, si amavano molto, ed erano una coppia meravigliosa. Mi affacciai in camera da pranzo, dove la mia amica stava conversando al buio, quindi accesi la luce e la salutai. Lei rispose salutandomi con la mano, ma in quel momento capii che era troppo presa dal suo amore, era troppo felice per rendersi conto di me e di quello che la circondava. Provai un senso di invidia nei suoi confronti, mentre mi recavo nella mia stanza...
 
"Se solo potessi amare qualcuno come lei ama Marzio... se solo ne avessi il tempo... "
 
Mi infilai il pigiama di pile azzurro come il colore dell'acqua, dopodichè, notai una busta da lettera sul mio cuscino. La aprii, e conteneva una foto in cui c'eravamo io, Rea, Morea, Bunny e Marta. Era una foto scattata il giorno del mio ventiseiesimo compleanno, infatti io sedevo al centro del tavolo  con la torta davanti, mentre le mie amiche erano intorno a me sorridenti. Girai la foto e trovai questa scritta:
 
"Noi siamo sempre con te. Se sei giù di morale, guarda questa foto e ricordati di quella bellissima 
festa vissuta insieme. Ti voglio bene. Rea. "
 
Non avevo parole, mi sentivo così felice! Quella era stata una giornata molto pesante per me, Ryo mi aveva lasciata, o meglio, io avevo lasciato lui, ma in compenso, avevo le mie amiche, e avevo anche salvato quel bambino, il piccolo Helios. Non potrò mai dimenticare gli occhi pieni di gioia di sua madre, quando le dissi che il bambino non correva più pericoli, e che in un mese si sarebbe rimesso in sesto. Quella signora che nemmeno mi conosceva, mi abbracciò e mi ringraziò con tutto il cuore. Era questo che mi dava la forza di continuare il mio lavoro. 
Con un sorriso sulle labbra e la foto ancora in mano, mi addormentai.
 
 
Ore 9.00, la sveglia suonava, ed in casa iniziò il solito "corri corri" per chi entrasse prima in bagno a prepararsi. Rea era già uscita, doveva attaccare alle 8.00, lavorava in una galleria d'arte (ovviamente a buon bisogno lavorava con la polizia), mentre Morea faceva la cuoca in un ristorante dove doveva attaccare alle 10.00; Bunny lavorava come receptionist in un albergo, e Marta faceva la modella occasionalmente.Quella mattina, la lotta per il bagno vide coinvolte solo Morea e Bunny, Marta invece era in sala da pranzo a guardare tranquillamente la tv in pigiama, mentre sgranocchiava qualche biscotto.
 
- Buongiorno Marta! -
 
- Mmm... crunch! Amy!! Proprio a te stavo pensando! -
 
- A me? E perché? -
 
- Sai ho fatto una conoscenza... dovresti vedere! E' un dottore come te! -
 
Marta, ogni volta che conosceva qualche bel ragazzo, cercava di presentarcelo, tanto lei era innamorata del suo Yaten, anche lui modello. Di tutto avrei voluto parlare, tranne che di ragazzi in 
quel momento. 
 
- Senti Marta, ma oggi non lavori? Non hai servizi fotografici? -
 
Il suo sguardo si fece divertito:
 
- Cara la mia dottoressina, per informazione, no. Oggi niente lavoro, non ho nessun servizio, è inutile che cerchi di levarmiti dai piedi! -
 
Mi faceva morire dalle risate quando parlava in quel modo! 
Mi limitai a rispondere:
 
- Beh, buon per te! -
 
Andai in cucina per preparare il caffè e lei si avvicinò quatta quatta, parlandomi all'orecchio:
 
- Eppure lo dovresti conoscere il bel dottorino... E' un amico del mio Yatenuccio, e lui sai che conosce solo begli uomini... lo so che stai con Ryo, ma che male c'è a dare un'occhiatina? Dai 
Amy, solo un'occhiatina! -
 
Il nome di Ryo mi fece tornare un nodo in gola, Marta poi era una che sapeva metterti alle strette, e mi sentii costretta a dirle la verità:
 
- Senti Marta... io e Ryo non stiamo più insieme, e non ho voglia di dare "un'occhiatina" proprio a nessuno. -
 
Marta si fece seria:
 
- Come! Vi siete lasciati? E quando? Oddio Amy, mi dispiace, scusami tanto... -
 
La felicità della sera prima svanì e ricominciai a piangere, non ne potevo più di quella storia. Lei mi abbracciò e io tra le lacrime le dissi:
 
- Non sono stata capace di dargli quello che meritava, io sono una frana con l'amore, Marta. Sono esausta, non ne posso più di pensare a cosa devo e non devo fare. L'amore, il lavoro, mia madre... A chi devo dare retta? Non ne posso più!! -
 
Sfogai tutta la mia rabbia e la mia frustrazione in quelle parole, sotto gli occhi sempre più stupiti di Marta che, poverina, non poteva fare altro che abbracciarmi. Cercai di calmarmi, non volevo farmi vedere in quello stato da Bunny e Morea che stavano venendo in cucina a bere un caffè prima di andare al lavoro; ci diedero il buongiorno, e notarono anche il mio viso sconvolto, ma non mi chiesero nulla, avevano capito che avevo bisogno di tranquillità, e non era il momento adatto per parlare. Dopo che se ne andarono, Marta con aria apparentemente allegra e solenne disse:
 
- Beh basta piagnistei, adesso la dea dell'amore e della bellezza, la qui presente Marta, ti porterà a fare shopping! -
 
Era impossibile non ridere quando se ne usciva con certe frasi!
 
- Marta, alle 14.00 devo attaccare in ospedale, faremo in tempo? -
 
Nemmeno il tempo di dirlo, che si era infilata il suo cappotto arancione. Per non farmi fare tardi al lavoro, Marta decise di portarmi a fare shopping tra Stoney Street e Borough High Street, proprio vicino al Guy's Hospital. La zona è ricca di negozi, in Stoney Street  ci sono diversi market, dove lei acquistò dei prodotti tipici italiani come pasta e formaggi, e poi comprò anche alcune cianfrusaglie che lei stessa definiva "inutili ma soddisfacenti". Una volta arrivate in Borough High Street, Marta disse:
 
- Beh Amy, io ho quasi finito i miei soldi, adesso tocca a te! Devi comprarti qualche bel vestito, non ne posso più dei tuoi maglioncini tutti uguali! -
 
Facendo il medico, non avevo tempo per un bel look e dovevo indossare abiti eleganti ma pratici, quindi in inverno ero solita mettere dei maglioncini a collo alto e gonne da tailleur lunghe fino al ginocchio, con stivaletti bassi; soltanto in alcune occasioni, sotto agli stessi abiti mettevo un paio di classiche decolletè. Effettivamente ero monotona nel mio modo di vestire, ma sinceramente, quello era il mio ultimo dei pensieri, per me l'importante era essere in ordine. Decisi comunque di accontentare la mia amica:
 
- E va bene Marta, secondo te cosa dovrei indossare? -
 
Soddisfatta al pensiero di poter scegliere per me, mi trascinò per mano verso la vetrina di un negozio e indicò:
 
-Quello!-
 
Era un vestito azzurro, decorato con paiettes, chiuso sul collo da un collare azzurro, da dove partiva solo un velo celeste, trasparente sino all'inizio del seno, che veniva poi coperto sempre con stoffa azzurra fino alla fine dell'abito; era un vestito elegante, da galà.Non riuscii a resistere e scoppiai a ridere:
 
- Ahahahah! E secondo te io dovrei andare al lavoro conciata così? Ahahahahah!! -
 
Lei rispose con un broncio:
 
- Quanto sei fiscale, è ovvio che quello è un vestito da sera! -
 
Mi portò dentro al negozio, e da lì uscii con tre buste! A causa della sua insistenza avevo acquistato quell' abito, poi due paia di jeans, un maglione bianco di lana scollato sulle spalle, e un 
maglioncino blu stretto in vita e sugli avambracci, che andava poi allargandosi sulle spalle e sul seno. Avevo speso più del previsto per vestiti che avevo comprato per un capriccio di Marta, e dentro di me, sapevo che non li avrei mai indossati. Le offrii il pranzo in un piccolo locale tipico vicino al lavoro, poi alle 13.30 circa uscimmo dal ristorante e lei mi accompagnò fino all'entrata dell'ospedale. Con un sorriso che mi arrivava da un orecchio all'altro la salutai:
 
- Grazie Marta, è stata una splendida mattinata! Posso lasciare a te le buste? -
 
- Ma certo! Anche per me è stata una bellissima giornata! Grazie per il pranzo! Stasera a che ora torni? -
 
- Non lo so... se non dovessi farcela per cena, vi manderò un messaggio ok?-
 
- Va bene Amy! -
 
Mi abbracciò e ricambiai quell'abbraccio come fosse stata una sorella. Mi sentivo bene, la sua presenza e la sua ilarità mi avevano rallegrata. Adesso mi aspettava l'ospedale, ed entrai più combattiva che mai.
 
 
 
 
Note e commenti: 
 
Salve a tutti i lettori! Questo capitolo è molto articolato, ma volevo anche che alla fine Amy risultasse sorridente e non la solita "piagnucolona" che ho descritto dall'inizio. Sta attraversando 
un momento difficile da superare, perché alterna momenti di soddisfazione sul lavoro e momenti in cui invece vorrebbe mollarlo. Per lei è un periodo di confusione, non sa ancora bene quello che vuole, lavorativamente e affettivamente, ad eccezione delle sue amiche, ovvio! Il mio ringraziamento particolare, va a Demy84 come sempre, senza di lei non avrei mai iniziato 
questa storia. Grazie per tutto Demy, anche per i tuoi preziosi consigli!
Un grazie speciale anche a:
 
- EllieMarsRose
 
-FireLady
 
-Usa-Mamo86
 
-Miroku88
 
che stanno seguendo la mia storia e mi incitano ancora di più a scrivere!! E grazie a tutto il forum!
A presto!
SailorMercury84

17-04-2011: Capitolo revisionato.
   
 
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