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Autore: maccioccafrancesca    31/01/2011    7 recensioni
(...) Mi sentii trattenere per un polso. Sul momento balzai, ma poi la sua voce mi tranquillizzò. < Tieni davvero a me? >, chiese titubante.
Mi resi conto di averlo detto poco prima, quando ero ancora nella sua stanza, ma non pensavo che lui ci avrebbe fatto caso.
Girai il capo per poterlo guardare in volto.
< Sì >, risposi decisa, al che lo notai rilassarsi appena, quasi impercettibilmente. < Tu tieni a me? >, azzardai. Sapevo che probabilmente mi stavo spingendo troppo oltre, ma volevo saperlo, dovevo saperlo. (...)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 4: AUTOCONTROLLO


            Entrambi i fratelli Salvatore. Entrambi a casa mia. Entrambi agitati.

< Come ha potuto farla entrare?! >, ripetè per l’ennesima volta Stefan. Camminava per tutta la lunghezza della mia stanza, poi tornava indietro e si affacciava alla finestra, dopo ancora si avvicinava alla scrivania e spostava tutto quello che c’era sopra. Non si fermava un attimo, a differenza di Damon che sedeva silenzioso sul letto accanto a me.

< Pensava che fossi io, non è colpa di Jenna >.

< No, non lo è, hai ragione >, si avvicinò e mi prese il viso tra le mani. < Non permetterò che ti accada niente, te lo prometto >. Era così dolce, così protettivo, che pensai che il mio intento di innamorarmi nuovamente di lui non sarebbe stato poi così complicato. Potevo imparare anche a sopportare il suo esagerare in tutto ciò che riguardava me, potevo, ma c’era sempre qualcosa che mi impediva di dedicarmi a lui completamente. E quel qualcosa, o meglio quel qualcuno, si chiamava Damon. Lui rendeva tutto più difficile.

< Lo so >, sussurrai. Mi baciò lievemente sulle labbra. Un bacio senza alcuna pretesa, senza passione né agitazione. Semplicemente un bacio dolce e casto.

< Katherine non è il nostro unico problema >, fu Damon a parlare.

< Cosa intendi dire? >.

< Intendo dire che lei non è l’unica vampira di cui dobbiamo preoccuparci >.

< Damon >, intervenne Stefan. < Arriva al dunque >.

< Ehi, cercavo di creare un po’ di suspence >, sorrise divertito dall’espressione corrucciata del fratello. Si sedette più comodo poggiandosi sulle mani. < Bhe, Caroline è un vampiro >, disse tranquillamente.

Sgranai gli occhi per la sorpresa. Non sapevo se credergli, infondo poteva essere uno dei suoi soliti scherzi di cattivo gusto, ma sembrava serio, e poi la situazione non era delle più comiche, quindi scherzare in quel momento sarebbe risultato inappropriato perfino per lui.

Solo dopo qualche secondo mi resi conto che stavo denigrando Damon ed esaltando Stefan… facevo passi avanti!

            1 a 0 per Stefan.

            < E, tra l’altro, credo che sia anche in combutta con Katherine >.

            < Aspetta, frena un secondo, tu come fai a sapere che Caroline è un… >.

            < Vampiro?! >, mi interruppe. < Diciamo che ho avuto un poco piacevole incontro con lei quando sono andato a prendere tuo fratello a scuola per portarlo qui >.

            Giusto, lui era andato a prendere Jeremy, senza che io glielo chiedessi, perché poteva essere in pericolo. Come potevo denigrarlo quando si comportava così?! Come potevo farlo quando lui mostrava il lato di sé che più amavo, quello buono, quello che mostrava solo a me, nonostante lo mascherasse in tutti i modi?!

            1 a 1. Damon rimonta.

            < Perché credi che sia in combutta con Katherine? >, chiese Stefan.

            < Mi ha lasciato un messaggio da parte sua: “che il gioco abbia inizio” >, mimò le virgolette con le mani.

  < Che il gioco abbia inizio?!  Cosa vuol dire di preciso? >. Ero confusa. Stava accadendo tutto così velocemente, non ero sicura di poterlo gestire.

< Non lo so, ma dobbiamo tenere gli occhi aperti >, cominciò il mio ragazzo, ancora in piedi di fronte a me, ancora con le mani sul mio viso. < E soprattutto dobbiamo proteggerti >, si rivolse a me. Si allontanò appena. < Terremo d’occhio casa tua giorno e notte, ma contemporaneamente dobbiamo tenere d’occhio Caroline… >.

< No fratellino, dobbiamo uccidere la biondina. Ci sono già troppi vampiri qui a Mystic Falls >.

< No! >, sbottai alzandomi. Come poteva pensare che uccidere Caroline fosse la soluzione al problema?! < Non ucciderete Caroline, lei è mia amica, e solo perché ora è un vampiro non vuol dire che non possa essere come voi. La aiuteremo così che non faccia del male a nessuno! >.

< Sono d’accordo >. Le parole di Stefan mi rasserenarono quel tanto da ritrovare l’autocontrollo e risedermi sul letto.

2 a 1. Stefan non si arrende.

< Oggi mi occuperò di lei, le insegnerò ad autocontrollarsi, a nutrirsi di animali e per l’esposizione al sole chiederò aiuto a Bonnie, ma tu Damon dovrai restare qui a proteggere Elena >. Sentii Damon sbuffare sonoramente.

< Cioè io dovrei fare il baby-sitter per tutto il giorno mentre tu ti diverti con la biondina?! >.

< Punto uno, Stefan non si diverte proprio con nessuno, punto due, io non ho bisogno di un baby-sitter. Posso chiedere a Bonnie di fare un incantesimo, no?! >.

< No. Gli incantesimi della streghetta non possono tenere lontana una vampira vecchia come Katherine, e comunque non ce ne sono che tengano un vampiro fuori da una casa dove è già entrato >, disse scocciato Damon.

< Appunto, a maggior ragione tu dovrai restare qui mentre io non ci sarò >

< Ah, che palle! >, sbuffò buttandosi all’indietro sul letto.

Mi alzai e raggiunsi Stefan. < Tornerai stasera? >, bisbigliai. Non era tanto una supplica di rivederlo al più presto. Volevo sapere quanto tempo avevo a disposizione per poter chiarire con Damon. Quella volta non avrebbe potuto cacciarmi, così avrei potuto finalmente archiviare lui e occuparmi di Stefan.

< Non so, Caroline è vampira da molto poco tempo, quindi mi ci vorrà un po’ per educarla a dovere >. Mi carezzò la guancia, al chè mi venne istintivo lanciare un’occhiata a Damon. Era sdraiato sul letto poggiandosi sui gomiti e ci fissava. Si accorse che lo guardavo così tornai subito con lo sguardo su Stefan. Avvicinò lentamente il suo viso al mio.

< Ehi piccioncini, mi dispiace interrompervi, ma prima il mio caro fratellino se ne va, prima torna, quindi datevi una mossa! >.

Stefan mi baciò rapidamente, poi si defilò salutando Damon con un cenno della mano.

Mi girai e trovai il vampiro a giocare con l’orsacchiotto di peluche che tenevo sempre sul letto. < Dobbiamo parlare >.

< Sei abbastanza monotona, te l’hanno mai detto?! >.

< Se tu al posto di cacciarmi mi avessi ascoltata non mi troverei costretta a ripetermi! >. Non rispose, si limitò a fissarmi intensamente, tanto che per un secondo pensai di abbandonare nuovamente tutte le mie convinzioni per abbandonarmi agli istinti. Istinti non propriamente casti, tra l’altro.

Mi andai a sedere sul letto accanto a lui che se ne stava comodamente sdraiato. Recuperai il peluche dalle sue mani stringendolo in grembo. < Prima o poi dovremo affrontare il discorso, fattene una ragione >.

< Fattela tu una ragione, non ho voglia di parlare di un bel niente >, sputò con acidità.

 

 

            Avevamo passato tutta la mattinata in silenzio, poi quando si era fatta ora di pranzo io ero scesa al piano di sotto per mangiare qualcosa mentre lui, essendo in casa mia all’oscuro di Jenna, era rimasto in camera a fare chissà cosa. Avevo deliberamene passato in cucina più tempo del previsto: l’idea di tornare in camera dove mi aspettava un Damon taciturno e arrabbiato non mi allettava un gran che.

Comunque, dopo aver rivelato a Jenna la mia passione per i quadri appesi per casa, i tappeti nuovi, i divani di un catalogo di immobili e per le deliziose tende dei vicini ero stata costretta a ritornare al piano di sopra perché Alaric era arrivato e Jenna non mi voleva tra i piedi.

            Aprendo la porta della camera mi ritrovai ad ammirare uno spettacolo stupendo. Damon dormiva beatamente sdraiato sul letto, una mano poggiata sul petto e l’altra lasciata sul materasso.  Mi avvicinai piano per non svegliarlo. Quando dormiva sembrava quasi innocente. Sembrava un ragazzo normale e non un vampiro centenario altamente lunatico.

            Guardandolo mi ricordai che la notte precedente non avevo chiuso occhio e la stanchezza di quella giornata cominciò a farsi sentire. A differenza di qualche ora prima agii d’istinto, e sempre facendo il più piano possibile mi sedetti sul letto, tolsi le scarpe e mi sdraiai accanto a lui. Non sapevo minimamente cosa avrei fatto se si fosse svegliato, o forse sì. Infondo quella era la mia stanza, quello il mio letto, e quella la mia libertà di dormirci sopra.

            Chiusi gli occhi, ma il sonno non arrivava. Cioè, ero stanca, ma non riuscivo ad addormentarmi. Forse era per la vicinanza di Damon…

            Mi alzai su un gomito per guardarlo. Stetti così per qualche minuto, e l’unica cosa che riuscivo a pensare era quanto fosse bello.

  < Elena >, sobbalzai. Aveva ancora gli occhi chiusi, quindi non ero sicura che fosse sveglio.

            < D-Damon?! >, bisbigliai, sperando vivamente che avesse parlato in sogno.

            < No, Pinco Pallino >, aprì gli occhi e sorrise divertito, probabilmente dall’espressione da ebete che avevo stampata in faccia.

            < Sei sveglio >, osservai.

            < E tu mi stai fissando, come la mettiamo?! >.

            Distolsi immediatamente lo sguardo. < Non è vero >.

            < Oh sì invece. Mi stai fissando da quando ti sei messa a letto, hai realizzato che non riuscivi a dormire, e allora hai pensato che ammirare la mia infinita bellezza fosse un’alternativa entusiasmante >. Sgranai gli occhi, lui era sveglio da quando ero entrata in camera?!

            < Non sei infinitamente bello >, dissi con finto tono indignato buttandomi sul cuscino il più lontano possibile da lui.

            < Non mi hai smentito >, si stava proprio divertendo a mettermi a disagio, vero?! < Ammettilo, hai passato tutto il tempo a pensare a quanto ti sarebbe piaciuto potermi baciare, e spoglia… >.

            < Zitto! >, lo interruppi bruscamente. Ma come poteva passare dall’essere freddo e distaccato a fare battutine sulla mia presunta voglia di “cosacce” con lui  in così poco tempo?! Riepilogando la giornata mi sembrava quasi impossibile.

            < Che ho detto?! >, rise.

Gli tirai una cuscinata, ma così facendo, piuttosto che farlo smettere di ridere, ne ricevei una anche io. Lo colpii ancora.

            < Non ti conviene iniziare una lotta all’ultima cuscinata con me, perderesti ancor prima di accorgertene >, disse.

            < A parte il fatto che vincerei io, non voglio iniziare proprio nessuna lotta >, misi via l’arma di guerra (il cuscino) e mi sedetti. < Come ho detto prima, dobbiamo parlare >.

            Sbuffò, poi si mise seduto anche lui. < E come ho detto io prima, non c’è niente di cui parlare >. Il sorriso che era padrone sul suo viso fino a qualche secondo prima svanì, lasciando posto ad un’espressione corrucciata e scocciata.

            < Si invece! >.

            < No, nulla >.

            Avevamo molto di cui parlare, troppo. < Tu mi hai baciata >, cominciai dal primo punto, quello che mi premeva di più, scandendo bene ogni parola.

            Mi lanciò una rapida occhiata. < E tu ti sei scansata, e con questo l’argomento è chiuso >.

            < Ma tu mi hai baciata ancora >.

            Alzò gli occhi al cielo. < E tu hai pianto tutta la notte per questo >, disse freddo.

            < Credi davvero che io abbia pianto perché mi hai baciata?! >.

            < Cosa altrimenti?! >, chiese, come se quello che aveva detto fosse stata la cosa più ovvia del mondo.

            < Perché ti ho ferito >, cercai i suoi occhi, ma teneva lo sguardo fisso davanti a sé.

            < Non lo hai fatto >, disse distaccato.

            < No?! >, chiesi scettica.

            < Ti stai dando troppa importanza >.

            < E tu te ne dai troppo poca >.

            < Che vuoi Elena?! >, chiese rassegnato.

            < Te l’ho detto. Voglio parlare con te >.

            < E’ quello che stiamo facendo, stiamo parlando, ma perché?! >.

            < Perché voglio chiarire, mi sembra ovvio >.

            < Bene… abbiamo chiarito >. Fece per alzarsi, ma lo bloccai per un polso, o lui si fece bloccare, visto che se avesse voluto avrebbe potuto facilmente liberarsi dalla mia presa.

< Non abbiamo chiarito. Abbiamo semplicemente constatato che hai poca autostima e troppo orgoglio >. Mi alzai anche io, senza lasciare il suo polso.

            < Perché ci tieni così tanto?! Potresti benissimo fregartene e lasciare tutto com’è… perché non lo fai? >.

            < Perché sei mio amico >. Avrei voluto dire “perché ti amo”, mi sarebbe riuscito così bene. Ma io lo amavo?! Quello che provavo per lui era amore?! Insomma, mi attraeva fisicamente, ma quello era piuttosto normale, chi non era attratta da lui?! Mi attraeva caratterialmente, tranne che per quando faceva lo stronzo, e anche se poteva sembrare che lo facesse sempre, con me era diverso. Mi attraeva?! Sì. Lo amavo?! Incognita assolutamente destabilente.

            < Risposta sbagliata >, si liberò dalla mia presa.

Risposta sbagliata?! Cosa voleva dire?!

            < Ce n’è una giusta? >, provai a chiedere.

            < Se me lo stai chiedendo vuol dire che… no. A quanto pare non c’è >. Rimasi spiazzata dalla sua risposta. Forse lui si aspettava veramente che dicessi di amarlo?! Ma come poteva essere possibile, perché avrebbe voluto che rispondessi in quel modo?!

Si avviò verso la porta, al che lo fermai nuovamente. < Dove vai?! >.

            < Posso proteggerti anche da fuori >, disse secco.

            < Non voglio che tu mi protegga da fuori… resta qui… >. Ma cosa mi prendeva?! Gli stavo davvero chiedendo di rimanere?!

            < Vuoi che resti o che Jenna non mi veda scendere e uscire?! >, chiese tagliente.

            < Voglio che resti >. Finalmente mi guardò negli occhi. Potei leggere in lui stupore… credeva che la sua presenza fosse così poco apprezzata?!

            Si avvicinò, pericolosamente sottolinierei. Mi fu di fronte in un battito di ciglia. Il battito prima era sul ciglio della porta, quello dopo ad un passo, ma che dico passo, ad soffio da me.

            < Va bene >, disse incredibilmente vicino al mio volto. Dovetti sfoggiare tutto il mio autocontrollo per non colmare quella poca distanza e baciarlo.

            < Va bene >, ripetei, quasi balbettando.

 

 

            Erano esattamente le 17:12, Stefan non era ancora tornato e Damon era risoluto a rispettare il suo ritrovato voto di mutismo.

            Mi sistemai meglio sulla sedia nel vano tentativo di riuscire a concentrarmi sui compiti piuttosto che pensare al vampiro che sedeva comodamente sul letto. Avevo la tremenda voglia di girarmi e guardarlo per vedere cosa stesse facendo, ma qualcosa dentro di me protestava dicendomi che se l’avessi fatto avrei accresciuto il suo ego oppure irritato più di quanto già non fosse.

            Tornai con la mente sui libri, ma niente. La concentrazione non voleva proprio essere disturbata quel giorno.

< Che studi? >, sussultai nel sentirlo proprio dietro di me.

Nel momento in cui ripetei mentalmente la sua domanda mi resi conto di non avere la più pallida idea di quale libro avessi aperto sulla scrivania. Lanciai una rapida occhiata al tavolo e con molta sorpresa ci trovai il volume di geometria… io studiavo geometria?! Quant’era vero che nella vita non si finiva mai d’imparare…

            < Geometria >, sussurrai incerta.

            < Mmm… >, mugolò vicino al mio orecchio. < Mi piace la geometria… >.

            Autocontrollo Elena, era tutta questione di autocontrollo! < A me no >, balbettai.

            < Vuoi che ti aiuti? >, soffiò tra i miei capelli.

Ma a che gioco stava giocando?!

            Un attimo… mi avrebbe aiutato con i compiti?!

            2 a 2. Di nuovo parità.

            < Ce la faccio da sola, grazie >, glaciale come il polo nord, o sud, era la stessa cosa.

            < Sicura?! >. La sua era una premura o solo un modo per farmi impazzire?! No, perché se l’opzione giusta fosse stata la seconda ci stava riuscendo alla grande!

            Respirai a fondo un paio di volte, poi ruotai il busto, ritrovandomi faccia a faccia con Damon. Non sapevo esattamente cosa volessi fare, anzi non lo sapevo affatto, ma nel girarmi verso di lui tutta la mia risolutezza annegò nei suoi occhi insieme a me.

            < Sei lunatico >, fu l’unica cosa che riuscii a dire.

            < Forse >, disse sorridendo sghembo.

            Era troppo vicino, e ciò non poteva far altro che nuocere al mio povero buon senso. Troppo anche solo per ipotizzare di dar ascolto alla ragione piuttosto che all’istinto… infondo non sarebbe successo nulla se gli avessi dato un’innocente bacino, no?! No…

            Autocontrollo.

            Si avvicinò leggermente, ma ciò bastò a convincere i miei scarsi neuroni ad andare a farsi un bel viaggetto.

            Al diavolo l’autocontrollo.

            Colmai quella poca distanza che ci divideva baciandolo a fior di labbra. Sembrava davvero sorpreso dal mio gesto, tanto che sotto le mie labbra risultò quasi insicuro se rispondere al bacio o meno. Ai miei occhi appariva come un adolescente senza esperienza, eppure ne aveva eccome!

            2 a 3: Damon è terribilmente tenero.

            Dovetti ricredermi. Il Damon tentennante fece spazio a quello passionale in ben che non si dica. Mi prese il viso tra le mani intensificando quel bacio che fino ad un secondo prima era quanto di più casto potesse esistere.

Quel bacio era diverso dal primo perché l’aggettivo “dolce” non gli si addiceva quanto “passionale”, ma differiva anche dal secondo. Non c’era rabbia, non c’era smania, c’eravamo solo io e Damon… e il nostro bacio vietato ai minori…

            In meno di un secondo mi ritrovai ad essere buttata dolcemente, per quanto quel momento lo permettesse, sul letto, sotto l’invitante corpo di Damon.

            Sentire tutto il suo corpo, e quando dicevo tutto intendevo proprio “tutto”, a contatto con il mio mi fece rabbrividire più volte, ma avere la consapevolezza che una sua mano stava percorrendo tutto il mio profilo, nonostante ci fossero più strati di vestiti a separarla dalla mia pelle, mi fece direttamente ansimare.

            Mi vergognai della spontaneità con cui lo feci, soprattutto perché lui se ne accorse.

            Si staccò appena per guardarmi in volto, o meglio, per penetrarmi con quel suo sguardo indagatorio e al contempo divertito dalla mia reazione alle sue carezze.

            Non disse nulla, e per quello lo ringraziai mentalmente, si limitò a baciarmi il mento dolcemente. Scese a depositarmi piccoli baci sulla gola, all’incavo del collo, sulla clavicola. Ad ogni bacio corrispondeva un mio spasmo che faceva aderire i nostri corpi ancora più di quanto non fossero già. Ad ogni bacio corrispondeva un neurone che faceva le valigie ed un ormone che invece le disfaceva.

            2 a 4, 5, 6,… 100, 101, 102,… 1.000,… 200.000.000… Damon vince su tutti i fronti.

            Mi alzò la maglietta e continuò la sua discesa bollente sul mio addome. Baciava ogni lembo della mia pelle scoperta, lasciando il fuoco al passaggio delle sue labbra, finchè non si fermò.

            < Damon >, ansimai. Dentro di me si svolgeva una battaglia interiore. I neuroni rimasti tentavano di invocare la pietà del vampiro e lasciarmi uscire dal casino che io stessa avevo creato, mentre gli ormoni lo supplicavano perché riprendesse quel che aveva interrotto.

            Autocontrollo.

            Alzò leggermente il capo e capii perché si era fermato. I suoi occhi color ghiaccio erano diventati scuri ed erano circondati da piccole vene rosse. Se io ero combattuta dentro lo era sicuramente anche lui. Mi voleva, di quello ne ero certa, l’avevo “sentito” chiaramente, ma la sua natura gli imponeva di volere anche il mio sangue.

            Mi alzai sui gomiti per vederlo meglio. Pensandoci bene non l’avevo mai visto in quello stato, però non avevo paura, almeno di quello ne ero sicura.

            In quel momento di riacquisita lucidità compresi che era meglio porre fine all’impeto passionale che ci aveva travolti e tornare ad essere quello che eravamo. Lui, un vampiro enigmatico e lunatico, ed io, un’umana impegnata ad innamorarsi del suo ragazzo pur essendo attratta dal fratello di quest’ultimo.

            < Credo che dovremmo… >, lasciai cadere la frase. Non tanto perché fossi destabilizzata dalla visione di Damon disteso tra le mie gambe, anche se lo ero, quanto perché non sapevo cosa avrei detto. Credo che dovremmo… cosa?! Fermarci?! Continuare?! Far finta che non sia mai successo?!

            Esitò qualche secondo, poi si scansò per farmi alzare. Lo feci a malincuore.

Sapevo che era giusto così, ma non sempre le cose giuste erano quelle desiderate. Sì, io lo desideravo, più di quanto avessi mai desiderato Stefan. Ma era solo quello?! Il mio era solo un prurito da grattare o forse qualcosa di più?!

            Mi tirai giù la maglietta e risistemandomi i capelli un po’ arruffati mi sedetti alla scrivania. Per diversi minuti regnò il silenzio. Non avevo né il coraggio né la voglia di girarmi per vedere cosa facesse Damon.

            < E’ arrivato Stefan >, disse. Sembrava il classico tempismo da telefilm scontato, ma quella non era la finzione e per quanto stramba potesse sembrare, era la realtà.

            Non ebbi il tempo di dire nulla che alla finestra comparì il mio ragazzo con un sorriso smagliante in volto. Si avvicinò a me. < Caroline mi impegnerà ancora per un po’, ma siamo già a buon punto >. Si abbassò per baciarmi, ma mi ritrassi.

            Mossa del cazzo.*

            Lo vidi perplesso e preoccupato. Sicuramente stava pensando che Damon avesse fatto qualcosa che mi aveva scandalizzato, o comunque qualcosa di simile, chissà cosa avrebbe detto o fatto se avesse scoperto che ero stata io a fare qualcosa… < Sono stanca >, mi giustificai. < Vorrei andare a dormire… >.

            La sua espressione corrucciata si intenerì appena. < Va bene, però stanotte resterò qui… non ti disturberò >, mi carezzò la guancia, poi si rivolse a Damon. < Grazie, adesso puoi anche andare >.

            Il vampiro fece una smorfia, poi si defilò senza dire nulla.

            < Credo che Damon sia scocciato di aver passato qui tutta la giornata >, esordì divertito, dopo che mi ero messa in pigiama ed infilata sotto le coperte, quelle coperte che avevano ospitato i nostri corpi ansanti solo pochi minuti prima…
            < Certo... dev'essere così... >, mi sentivo terribilmente in colpa, mi sentivo una traditrice, una schifosa traditrice!

            < Buonanotte >, biascicai stremata da sotto il piumone.

            < Notte >, mi baciò la fronte, poi lo sentii sedersi sulla poltrona accanto al letto.

            Voto finale: Damon ha vinto, ma sul podio sale Stefan.

 

 

 

 

 

 

Rieccomi! Scusate il ritardo ma per scrivere questo chappy ci ho messo una quaresima: quando scrivevo un pezzo subito lo ricancellavo, e se non lo facevo ci meditavo sopra per due ore per pensare al seguito XD Comunque, spero che vi sia piaciuto, io ci ho messo un sacco di impegno!

Soprattutto spero di aver reso bene Damon, so che è un personaggio complicato da descrivere, e che nei capitoli precedenti non l’avevo fatto al meglio, quindi se anche questa volta non è stato soddisfacente ditemeloooo <3 magari ditemi anche cosa ho sbagliato di preciso, così nei prossimi capitoli potrò lavorarci!

Dunque… che devo dire… ah, si! Non so se avete notato che in questo capitolo ci sono stati numerosi riferimenti al sesso XD chi non l’avesse capiti (ma credo che fossero comprensibili XD), me lo dica e io chiarirò. Poi spero abbiate apprezzato la scena Delena un po’… come dire… non credo che spinta sia la parola giusta, anche perché non credo di aver traumatizzato i vostri animi puri, e poi sappiate che, nonostante non sarà presente in ogni capitolo, non sarà l’ultima :P

 

*Citazione alla Damon, non volevo essere volgare, tranquille <3

 

kiss88 : lo so, me ne rendo conto, non è possibile essere così cieche… eppure è chiaro come il sole che lui è innamorato, che lui è innamorato… se fossi stata io… altro che Stefan!!! XD Comunque, passando alla fic, sono felice che ti continui a piacere, ma se questo capitolo non è stato di tuo gradimento, posso capire.. ho fatto un po’ di casino mentre lo scrivevo (cancellavo, riscrivevo, ricancellavo XD). Un bacionee

 

bulma_89 : grazieee, fa sempre piacere leggere le tue recensioni, grazie davvero!!!!

 

Siwa94 : sono contenta che la storia ti piaccia, ma non ti posso garantire che Katherina avrà un ruolo diverso dalla cattivona XD

 

 

Ringrazio inoltre le 24 persone che hanno messo la fic tra le seguite, le 3 tra le ricordate e le 10 tra le preferite, grazieeeeeee <3

 


P.S.  c’è stato un calo di recensioni QQ se è perché la storia non vi ispira va bene, me ne farò una ragione XD ma se la continuate a leggere… vi pregooooo il mio ego ha bisogno di recensioniiiiii XD <3

 

Un abbraccio.
Francesca.

  
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