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Autore: Niagara_R    01/02/2011    2 recensioni
Brian Kinney è depresso. Così almeno affermano con convinzione tutti quelli che lo conoscono, preoccupati per lui dopo che Justin se n'è andato lasciandolo solo.
Brian Kinney non si sente affatto depresso, e preferirebbe non sentirsi compatito ogni giorno che passa, quindi gli serve un diversivo, un passatempo, qualcosa, o qualcuno, che riesca a distrarlo dalla monotonia, e magari che lo diverta anche un po'.
Ma non si può mai dire cosa accade quando due caratteri un po' troppo simili si vengono ad incontrare...
Da Livin Derevel e Alty, una storia no-Britin, chi non è interessato può tranquillamente non leggere!XD
Genere: Commedia, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Ethan Gold, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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3.

3.
Il Leopardi si deprime


- Un altro ragazzino? Più invecchi e più la pederastia in te aumenta? - fu il commento indifferente di Ted.
- Beh, se è carino cosa c'è di male? - soggiunse Emmett appoggiato a Ted - Si vede che dopo Justin gli è scattata una sorta di feticismo. -
- Zitti voi due! Tenete le bocche chiuse per usarle più tardi con qualcos'altro. - disse Debbie portando le ordinazioni - E tu, signorino, è una vita che non ti fai vedere. Da quando Topino se ne è andato. - Lo abbracciò e poi lo scostò guardandolo severamente - E rispondi alle chiamate di Mikey! -
- Se non sono in casa come faccio a rispondergli?! - cercò di cavarsene fuori, ma Debbie gli diede uno scappellotto in testa.
- Spero che adesso tu la pianti di fare la vedova affranta! -
Brian sospirò, ecco che ricominciava la solfa del povero Brian disperato. Possibile che nessuno capisse che stava bene?
Lo credevano tutti un frocetto dalla lacrima facile?
- Uh, Brian si è ripreso, ha già un altro ragazzino per le mani! - interloquì Ted, e Debbie li guardò entrambi a bocca aperta.
- Cosa?! E quando pensavi di dirmelo?! -
- Mai? -
- Stammi a sentire, stronzetto! - Debbie sfoderò tutta la carica che sapeva di possedere - Tu sei come un figlio per me. Bastardo e irriverente, ma un figlio. Credo di dover sapere se finalmente stai riuscendo a superare la rottura con Topino, no?! - Lo squadrò in silenzio - Chi è? Lo conosco? -
Un silenzio discretamente imbarazzante scese sul gruppetto.
- Beh? Che c'è? - domandò lei guardandoli uno per uno.
Emmett guardò Brian. Ted guardò Brian. Brian guardò il piatto che aveva davanti. Debbie guardò Brian.
- Paganini. - si limitò a rispondere.
- Paganini? E' italiano? - chiese la donna, Emmett si sciolse in una risatina divertita.
- Deb, ricordi il violinista? - s'intromise Ted con nonchalance.
- Il violinista ? -
- Quel ragazzino tanto carino, parole tue, che Justin si era portato al primo compleanno di Gus. - continuò Ted.
- Paganini?! - Debbie fissò Brian come se gli fosse cresciuta una seconda testa e gli diede un'altro scappellotto - Dopo quello che ha fatto a Raggio di Sole? Cosa frulla nella tua testa per uscirci insieme? Oppure... - Assottigliò appena lo sguardo - Ok Brian, capisco. Non posso certo dirti con chi uscire no? -
- Ti farai gli affari tuoi Debbie? - chiese Ted sorpreso - Pensavamo che fossi già pronta a sculacciarlo. -
Debbie sospirò profondamente, era evidente che stesse cercando la ragione dentro di sé.
- Brian è un ometto, no? Quindi ha il diritto di uscire con chi gli pare, no? -
- Non ti sembra di aver già detto un po' troppe volte no? - mormorò Emmett, luminoso come sempre.
Lei non rispose, lanciando un'occhiata rovente a Brian, e andando verso la murata per prendere i piatti da portare ai tavoli.
- Uuuhh... La vedo brutta, caro Brian! - annuì Ted - Quando Deb ha quella faccia... -
- Vi scoccia così tanto farvi gli affaracci vostri? - replicò l'interessato con uno smorfia annoiata, cercando di mangiare senza farsi venire un attacco di fegato.
- Non che siano fatti miei... Ma sai, la curiosità è donna! - Emmett usò le mani come sostegno e fissò Brian in silenzio - Come mai proprio Paganini Jr? Voglio dire, me lo ricordo molto carino, ma pensavo preferissi... I biondini, sai. E ultimamente eri rientrato anche nei tuoi standard con l'età... -
Brian li fissò entrambi, tentando di fulminarli con lo sguardo, ma stranamente il dio del sesso non aveva quel potere.
- Andatevi a fottere. - gli augurò gentilmente, alzandosi e lasciando una banconota sul bancone, uscendo con uno scampanellio.
I due rimasero seduti a fare colazione, lanciandosi occhiate complici.
- Credi che ci stia provando o è solo un riflesso? - chiese Emmett con gli occhi che brillavano, amava le novità di quel genere.
- Non lo so, ma la cosa è parecchio strana. - commentò Ted - Ma interessante. Vediamo come andrà avanti! -

Per quella sera Ethan Gold non voleva preoccupazioni. Voleva solamente svagarsela un po’, dimenticando i suoi problemi e la mancanza di denaro, quindi decise di uscire, magari riuscendo persino ad ottenere una scopata. Era così tanto che non stava a contatto con un corpo caldo e possente. Certo, in quelli ultimi mesi era stato il suo ultimo pensiero.
- Come sto? - chiese a Wolfram parandosi davanti a lui - Pronto per la pista? -
Jeans stretti, una normale maglia nera (era un tipo freddoloso anche nei posti col riscaldamento) e pure leggermente spettinato, non che fosse una novità.
Wolf fece uno strano miagolio di dissenso.
- Oh, senti! - sbuffò Ethan prendendo la giacca - Lo sai che non sono abituato a certi posti... Tu spazzola il piatto e poi non rimanere sulla finestra a miagolare come un dannato, chiaro? -
Guardò il gatto tanto per dare più enfasi alla frase, e chiuse la porta.
Perfetto. Ora discuto persino col mio gatto.
Quella sera aveva proprio voglia di fare qualcosa di alternativo. Si sentiva effervescente, nonostante la sua situazione non glielo permettesse, ma chi se ne importava, voleva distrarsi, voleva dimenticare la sua vita di merda per una sera, per una notte, aveva voglia di divertirsi, di lasciarsi andare, di ballare e di bere, e magari di qualcuno di carino con cui danzare. Era da quando se n'era andato Justin che non incontrava nessuno in quel senso.
Gli mancava proprio.
Non sapeva bene dove andare, ma solo una cosa era certa.
Non avrebbe mai e poi mai voluto incontrare Brian Kinney. Ne aveva già fin sopra i capelli di quello.
Fortunatamente non mancava la gente a cui chiedere informazioni.
Vide due ragazzi stretti l'uno contro l'altro , appoggiati a un palo della luce intenti a limonare.
- Scusate. - Alzò un sopracciglio abbastanza infastidito quando i due interpellati non si staccarono, ma, anzi, intensificarono il bacio.
- EHI, voi due! - sbottò scocciato.
- Cosa?! - chiese annoiato il ragazzo più muscoloso, squadrando Ethan.
- Volevo solo chiedervi se sapevate qual è il miglior posto per divertirsi e concludere bene la serata . -
I due risero.
- Vai al Babylon. - dissero all'unisono - Sei abbastanza carino per essere abbordato. E abbastanza grande per entrare! -
- Io non vengo abbordato. - replicò con un sorrisino altero - Io prendo. - E si avviò verso la direzione indicata, ne aveva sentito parlare spesso da Justin, sapeva che non era affatto male.
Ah, Justin... Chissà dov'era in quel momento. Forse in una qualche strana città della Spagna, a mostrare i suoi ritratti a gente dalla pelle olivastra e occhi scuri, persone nuove, che apprezzavano l'arte.
Beato lui che era riuscito ad andarsene da quel posto.
Lui non aveva i soldi per fare una cosa simile. E chiederli ai suoi genitori, come no, gli avrebbero risposto picche, come al solito, piantandolo in asso senza neanche pensarci due volte.
Quando entrò nel locale, venne letteralmente travolto.
La stanza era così piena di gente che quasi mancava l'aria. La musica era assordante, e sulla passerella si stavano esibendo ballerini mezzi nudi.
No, doveva andare alle scale e salire al piano superiore o sarebbe soffocato in poco tempo. A fatica si portò fino al bancone per ordinare da bere. Almeno c'erano tipi davvero interessanti.
Non gli piaceva molto il caos, la folla, lui era più un solitario, e tutta quella gente lo mandava nel delirio più assoluto, lo confondeva e lo tramortiva.
Ordinò il primo drink che gli passò per la mente e poi si arrampicò su per quelle impalcature che si potevano chiamare scale, e finalmente ebbe un po' più di respiro.
C'erano un mucchio di coppiette che limonavano allegramente, ci si infilò in mezzo appoggiandosi alla balaustra bevendo e guardando verso il basso.
Ok, una postazione l'aveva trovata, adesso occorreva ambientarsi.
Venne fatta partire una musica molto veloce, ma allo stesso tempo incredibilmente sensuale che coinvolse quasi tutti. Alcuni ragazzi scesero di sotto per ballare, dove tutto era illuminato in modo soffuso.
Non sapeva se per ironia della sorte, o se perché l'addetto alla luci era rimasto folgorato, fra tutti fu Brian Kinney ed essere centrato dalla luce, come se fosse una stella.
Aveva una camicia a maniche corte aperta e dei pantaloni che gli stavano oscenamente bene.
Doveva distogliere lo sguardo. Era sicuro di avere un'espressione da scemo.
Ma Brian si muoveva a tempo, sinuoso e sensuale come non lo era nessun altro.
Trasmetteva una carica erotica incredibile.
No, No. Basta. pensò Ethan finendo in un sorso il suo drink.
Certo che per... Che cazzo, bisognava ammetterlo, Brian era Brian, non c'era niente da fare.
Era bello. Bellissimo, un dio greco, perfetto in ogni singola parte, visto da ogni possibile profilo, non era troppo, non era troppo poco, era giusto, rasentava una perfezione malefica che incantava, un frutto proibito, una divinità azteca stupenda e fatale, un dio serpente che seduceva e sterminava.
Nessuna stranezza nel fatto che Justin fosse stato follemente innamorato di lui.
Ethan dalla sua postazione lo vedeva bene, Brian era circondato da un alone di persone attratte dal suo fascino che si allargava come un ventaglio orientale, tutti incantati come sotto effetto di un incantesimo.
E Ethan che lo fissava, e lo fissava.
Se avesse continuato a fissarlo in quel modo, anche con tutta quella confusione , sicuramente Brian avrebbe sentito il suo sguardo su di lui.
Difatti, pochi secondi dopo, alzò il viso verso la sua direzioni, e gli sguardi si incrociarono.
Ethan tentò di distoglierlo, facendo finta di nulla, ma era come se Brian lo attirasse come un magnete. Si mordicchiò il labbro inferiore.
Basta. E' colpa della musica. E del drink. Anche del tempo.
Ma l'autoconvinzione non servì a nulla, visto che si ritrovò a scendere piano le scale, per muoversi in mezzo alla folla, e ritrovarsi in poco tempo di fronte a Brian. Non disse nulla. Lo guardò solamente un'altra volta, prima di sistemarsi il collo della maglia che mostrava abbastanza pelle e cominciare a muoversi anche lui a tempo di musica, dando le spalle all'uomo.
Era folle, insensato, ma dio!, era così dannatamente eccitante, era una magia, che l'entrata del Babylon non fosse altro che un portale che conduceva in un'altra dimensione che svaniva ai primi lucori dell'alba?
Ogni inibizione sembrava infrangersi come un vetro, tutto si scioglieva senza che nessuno se ne preoccupasse, era così e basta, si chiudevano gli occhi e si vagava verso un sogno.
E in quel momento, il suo sogno gli stava sfiorando i fianchi, avvolgendolo col suo profumo inconfondibile di maschio dominante.
Si lasciò sfuggire un sospiro che sembrava più un lieve gemito in realtà, ma non vi era pericolo che Brian l'avesse sentito in mezzo a quel delirio.
Con gli occhi chiusi, continuava a muoversi a tempo di musica, mentre la distanza tra i due corpi venne colmata. Poteva sentire il muscoloso e tonico petto di Brian contro la sua schiena, mentre le grandi e calde mani erano ancora sulle sue anche.
Poi le dita iniziarono a muoversi piano, solleticandogli la pelle, e gli sollevarono lentamente il dolcevita, Ethan alzò le braccia fino a lasciarselo sfilare, rimanendo soltanto con indosso una canottiera nera e attillata, e non gliene importò proprio un cazzo.
La musica cambiò, e un'altra canzone energica, movimentata riempì l'aria, nella discoteca si sentirono quasi gli ormoni galoppare, e Ethan si voltò con uno scatto tra le braccia di Brian, finalmente incrociando il suo sguardo languido e allo stesso tempo arrogante, malizioso e accattivante.
Molto simile a quello di Ethan.
Quella sì che era una sfida.
Ethan si leccò le labbra secche, portando una mano sul petto scoperto di Brian sfiorandolo. La pelle era così calda.
E il suo profumo era qualcosa di intossicante e inebriante che non faceva altro che eccitarlo ancora di più se possibile.
Era come se fosse stato drogato, e gli stava piacendo da matti.
Non avrebbe ceduto facilmente, no. Lui non era Justin, lui non sbavava per Brian, lui odiava Brian.
Anche se giocare con lui si stava rivelando inaspettatamente spettacolare.
Ethan se lo trascinò addosso sfiorando il suo viso senza mai avvicinarsi troppo alle labbra, piantando lo sguardo nel suo, Brian non si lasciò intimorire, ma sorrise.
Era una caccia, una prova di resistenza, uno più testardo dell'altro, ed era esaltante sentire l'odore della sfida, soprattutto con un corpo come quello, e con quegli occhi da pantera.
Le mani di Brian iniziarono a muoversi, carezzando i fianchi sopra il tessuto della canottiera, per poi sollevarla appena sentendo finalmente la pelle del giovane.
Ethan sentì piccoli brividi. Temette quasi, per quanto gli piacevano.
Non si era mai divertito così tanto a giocare.
Lo spazio così ridotto nella sala non era d'aiuto, o forse sì, visto che inavvertitamente un ragazzo andò a sbattere contro di lui, e praticamente lo attaccò a Brian. Tra di loro avrebbe faticato a passare un francobollo.
- Oh. - sussurrò a voce bassa - Scusa. - Si mosse appena, strusciandosi contro quel grande torace, per fare un lieve passo indietro - Lo spazio è così poco. -
- Puoi avvicinarti quanto ti pare. - fu l'eloquente risposta di Brian - Basta solo trovare il modo di incastrarsi. -
Ethan rise, lo trovò persino divertente, chissà se nella testa di Brian Kinney c'era qualcosa di diverso oltre lo scopare selvaggiamente.
Ballarono praticamente incollati per un tempo infinito, passarono una, due, tantissime canzoni che li videro sempre più aderenti l'uno all'altro, circondati da una sorta di strana elettricità, furore, contrasto, era come se fossero due poli identici che si respingevano pur cercando di stare uniti.
- Era da tanto... Che non facevo questo tipo di movimento... Sai? -
Avrebbe potuto continuare a ballare con Brian tutta la notte. Era come se avesse appena iniziato.
Tutti sembravano guardare loro. Brian Kinney che ballava con lo stesso ragazzo per più di una canzone?
Un ragazzo, molto carino, e vestito di pelle si avvicinò e guardò Brian reclinando la testa - Cambio? Il mio amico vorrebbe muoversi un po’ col tuo amico. -
Ethan guardò oltre le spalle e vide un omaccione grosso e muscoloso, molto simile a un camionista. E rozzo.
- No. Assolutamente no. - replicò Ethan secco.
- Beh, allora tu puoi riposarti. -
- Spiacente. - rispose Brian appoggiando le braccia sulle spalle di Ethan - Il suo guinzaglio ce l'ho io, e non lo ce do a nessuno. - dichiarò con una nonchalance che faceva paura.
Il tizio vestito di pelle si ritirò senza farci troppo caso, sparendo della bolgia, Ethan tornò a squadrare Brian.
- Cosa? Non volevi essere salvato? -
- Tu non hai nessun guinzaglio, tantomeno il mio. - dichiarò alzando il mento in quella maniera adorabilmente altera.
Brian sorrise continuando a ballare.
Sì, era divertente.

Intanto Emmett e Ted non si erano persi una sola mossa di quei due, ben saldi alle loro privilegiate postazioni al bancone del bar.
- Facciamo una scommessa? - cinguettò Emmett visibilmente eccitato - Io scommetto che Paganini diventerà il nuovo "Topino" e si innamorerà del nostro Brian cominciando ad ossessionarlo. Guarda. E' adorabile. Si comporta in modo così austero... -
Ted scosse la testa senza mai staccare gli occhi da loro.
- Dio, ma li hai guardati? Sono identici! - Bevve un sorso del drink che aveva in mano tanto per darsi importanza - Paganini se la tira esattamente come Brian... Mi fanno venire i brividi. -
- Ehi ragazzi! - I due si voltarono all'unisono, e videro Mikey spuntare dalla folla, sempre con quel sorriso candido a fare da cornice.
- Oh, ciao Mikey! - lo salutò Emmett spostandosi per fargli spazio - E' bello rivederti qui! - gli rifilò un sorriso enorme. Era evidente che non vedeva l'ora di spiattellare tutto.
- Ok, Emmett. Cosa c'è? - chiese Michael sorridendo mettendosi in mezzo ai due - Sei riuscito a farti Peso Massimo della palestra, quello con la maglietta sempre rossa? -
- Magari... Però ho già il mio campione! - sorrise alla volta di Ted - No... Guarda dritto davanti a te, in mezzo alla pista! - E tanto per fargli capire bene, indicò parecchio educatamente con l'indice.
Mikey assottigliò un po' la vista, e si accorse in primis di Brian, figurarsi se poteva non notarlo, e chi stava ballando con lui...
- Ma... Ma quello non è... Quel tizio, quello che stava con Justin?! - sbottò incredulo.
- Sìììì, è lui, Paganini! - confermò un raggiante Emmett - Non è incredibile?! -
- E' spaventoso. - commentò Ted.
- Ma... Ma Brian.. Voglio dire... E' una storia come quella di Justin? -
- Brian non ha negato, né confermato. Ha solo detto che si vede con questa nuova persona. Paganini appunto. Fanno impressione da quanto si assomigliano. -
Mikey annuì con la bocca aperta dallo shock.
Vedere Brian, e quello. Non che lo conoscesse bene, però era stato pur sempre il fidanzato di Justin... Che Brian avesse qualcosa in mente? Ma cosa? Cosa poteva venirgliene da uno come quello?
Sesso! risposero in coro i suoi neuroni.
E quello non era il modo in cui Brian poteva riprendersi. Anzi.
Era il più sbagliato. Sarebbe tornato in quello stato pietoso.
- Scusatemi un momento. - disse scostandosi dal bancone e facendosi strada verso i due.
- Ohi, ohi. Ecco che inizia... - mormorò Emmett.

- Brian...Brian! - Michael chiamò più forte perché l'amico potesse sentirlo- Sei ancora vivo, eh! - constatò con un lieve sorriso.
Ethan guardò il ragazzo che si era avvicinato e qualcosa scattò nella sua memoria.
Era un amico di Brian. Nonché di Justin.
- Vado a bere qualcosa, adesso. - disse staccandosi da quella fonte di calore che era il corpo di Brian.
- Ciao Mikey, mi sei mancato. - sorrise l'interessato, lasciando andare il ragazzo e passando un braccio intorno alle spalle del nuovo arrivato - Dove sei stato tutto questo tempo? -
- Non prendermi per il culo! - esclamò Michael scansandoselo di dosso - Sei sparito senza dire niente, non rispondi ai messaggi, alle telefonate, cosa pensavi di fare?! -
Brian abbassò le palpebre trascinando Mikey a ballare, non voleva sentire le sue storie, voleva solo muoversi.
- Brian, mi stai ascoltando?! -
- Sì, ti ascolto. - Iniziò a danzare al ritmo crescente della musica, sapeva che quando Michael sfiorava il suo corpo perdeva il filo dei discorsi e si lasciava totalmente andare - Non ne voglio parlare. Balla con me. - E gli rifilò un sorriso estasiante, quello perfetto che scioglieva Michael come un cubetto di ghiaccio al sole.
Michael cercò di protestare in una qualche maniera, ma ovviamente non ci riuscì, arrendendosi a quell’abbraccio.
- Solo cinque minuti. - gli concesse portandosi davanti al suo amico, iniziando a muoversi a tempo - Ero preoccupato. E anche Ben. A dire il vero... Sono ancora preoccupato. - Guardò un attimo dietro di sé per vedere Ethan che beveva il suo drink - Perché esci con quello? Riguarda Justin? Quando... - sospirò - So che per te è importante... Ma quando te lo lascerai alle spalle? Quel ragazzino non ti ha mai meritato. -
Brian non rispose, si addossò sempre di più a Michael fino a far combaciare i loro bacini, doveva ammettere che gli mancava quella sensazione.
Gli era mancato, Michael.
Gli passò le braccia intorno al petto e lo guardò languidamente, piantando le iridi nelle sue, scure e dolcissime, come quelle di un cucciolo. Adorabili.
Michael non sapeva resistergli, non poteva, Brian gli strappò un sorriso, tenero, e cominciarono a ballare sul serio, come una volta, azzerando le distanze che si erano venute a creare tra loro.
Succedeva sempre così. Non importava per quanto tempo stessero lontani. Loro due erano sempre.
- Immagino che per questa volta... Posso lasciar correre. - sorrise Michael dolcemente - Ma non credere di sfuggirmi! -
Si sporse e diede un bacio a Brian - Mi sei mancato tanto. -
E poi non disse più nulla, lasciandosi rapire dalla musica e dal suo Brian.
Si appoggiò a lui, al suo calore, senza pensarci due volte, il suo migliore amico, la sua spalla, la sua anima gemella.
Avrebbe dovuto dirgliene di tutti i colori, ma Brian era fatto così. E in fondo a Michael piaceva proprio per quello.
Ballarono insieme per una mezz'ora, il tempo di qualche canzone, poi Michael decise che era ora di parlare, o almeno di fare un tentativo.
- Ti va di venire a fare due chiacchiere? -
- No. -
- Brian, per favore. Per me? - lo fissò con i suoi grandi occhi scuri - Voglio solo sapere come stai. Il tuo silenzio mi fa preoccupare e stare in ansia. Ti piace farmi star male? -
Certo sapeva dove colpire Michael.
- Voglio che mi racconti come stai e cosa stai facendo con quel ragazzo... L'ex di Just... - Si voltò per cercarlo con lo sguardo, ma Ethan non si vedeva più - ... Oh beh, è... Qualcosa come... Lo era per Justin? -
Brian alzò gli occhi al cielo.
Ebbe la mezza idea di piantare in asso Michael come aveva fatto quella mattina con Debbie, Ted ed Emmett. Ma lui non era nessuno di loro, era Mikey. E a Mikey certe cose non si potevano fare.
- Vieni con me. -
Lo prese per mano e lo trascinò attraverso la folla, salendo le scale, fino ai bagni, sempre occupati da uomini in procinto a darsi ai doveri fisici.
Entrarono in uno miracolosamente vuoto, e Brian tirò fuori dalla tasca della camicia una minuscola pasticca rosa pastello.
- Brian... no. Lo sai che Ben... - Ma ogni parola sfumò allo sguardo di Brian - Certe abitudini non muoiono mai eh? - Fece un sospiro lievemente tirato e fissò la pasticca in mano all'amico.
- Non si muore per questo. - mormorò Brian.
- E per cosa si muore? -
Brian sospirò, infilandosi entrambe le pasticche in bocca.
- BRIAN, ma sei impazz... - Michael venne spinto contro il muro, la bocca di Brian premuta contro la sua, e la lingua improvvisamente aggredita da un'altra, dalla quale scivolò una piccola pasticca tonda dal retrogusto amarissimo.
- Ti fa sentire un Re... -
- Il Re degli... Imbecilli... Che cosa... - Michael tossì, ma ormai la pillola era andata giù - Che cosa diavolo ti è preso? In questo... - Sbuffò - Perché mi continui a dare motivi per preoccuparmi e non mi parli, Brian?! -
- Smettila di preoccuparti per me. - disse soltanto - Non serve a niente farlo per uno come me. - Sorrise, con un pizzico di auto compatimento - Tutti quanti credete che io sia distrutto, che sia ferito, che abbia il cuore infranto... - Posò le mani sulle spalle di Michael, fissandolo negli occhi - Ma io sto benissimo. Io non sto soffrendo, io non sto morendo, io sto solo vivendo la mia vita come ho fatto prima di Justin. Siete voi che siete cambiati. -
Michael non disse nulla, continuò ad osservarlo, stupito, vagamente stordito.
- E non hai paura, a non essere cambiato? -
- Perché dovrei? Non è forse questo, il Brian che ti è sempre piaciuto? -
- Così... Rimarrai sempre indietro a tutti noi. Guarda Ted, finalmente ha qualcuno che lo ama. Anche Emmett. Io ho trovato l'uomo giusto, faccio un lavoro che amo. Mel e Liz si sono sposate e hanno un figlio e tu... - Lo guardò e poi distolse lo sguardo - Non posso rimanere sempre indietro per te. Io sono contento dei passi che ho fatto. Vorrei che... Anche tu li facessi. Anche se mi sembra incredibile dirlo... Stavi iniziando a farli con Justin. -
Brian inarcò la testa all'indietro, con la droga che cominciava lentamente a fare il suo effetto, con un sorriso divertito dipinto sulle labbra.
- Io non vi ho mai chiesto di rimanere indietro per me, se ricordi bene. Io non vi ho mai chiesto un bel niente, eppure tutti vi voltate verso di me, aspettando che vi raggiunga. - Sospirò a bocca aperta, avvicinandosi al viso di Michael - Io non voglio raggiungervi. E' così difficile da capire? -
- Non tutti, vero? - Michael sospirò - Ok, Brian. Non voglio tediarti troppo. Solo... Trattati un po’ meglio, ok? - Fece un sorriso all'amico - Ci tengo troppo a te. - Lo baciò lievemente sulle labbra - E prendi meno schifezze. -
Brian abbozzò un sorriso.
Si era aspettato che Michael lo guardasse con una cocente delusione nello sguardo, scuotesse la testa e uscisse da quel cesso che puzzava di sperma, e invece...
- Cosa farei senza di te... - Lo abbracciò stretto, come il fratello che era per lui.
- Lo so, lo so. Saresti perso. - rise Michael, fingendo di tirarsela - Mi dispiace di essere arrivato nel bel mezzo del tuo appun... Ehm, approccio? Ballo? Rituale prima di un omicidio? - scherzò - Perché mi sembra che se ne sia andato. -
- Paganini e io non abbiamo niente da spartire. - rispose Brian - Beh, certo, a parte il corpo di Justin, che ora ha mollato sia me che lui. -
- Credevo non lo sopportassi. -
- Infatti lo detesto. - commentò lanciando un'occhiata alla piattaforma sopra la pista, adocchiando immediatamente Ethan che sorrideva sciolto con un paio di ragazzi, entrambi coi capelli rossi.
Fu un attimo, Ethan rise e mosse la testa, spostando gli occhi nello stesso momento in cui Brian si era voltato, i loro occhi si incontrarono per un lunghissimo secondo, e sembrò quasi che si sprigionassero scintille.
Poi ognuno tornò agli affari propri, e la nottata terminò con Brian nel suo loft, accompagnato da un giocatore di rugby dai folti capelli ricci, e un nutrizionista di origini slave, che sapeva usare la lingua in maniera oscenamente stupenda.

.Continua.

   
 
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