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Autore: Fiamma Drakon    02/02/2011    2 recensioni
[Seguito di "Bloody Roses - Petali d'Argento e Sangue"]
«È da tanto che non ci vediamo, Rufus...» esclamò in tono mellifluo, avvicinandoglisi a passi lenti e calcolati, quasi da predatore, lasciando che il mantello le si aprisse in parte a rivelare una coscia ed un fianco completamente nudi.
Poco mancò che Elliot, arretrando a quella visione per lui oscena, cadesse a terra.
Rufus sbuffò, accingendosi a ricoprirla con un gesto spiccio, quindi la fissò intensamente con cipiglio severo, per poi chiedere: «Non sei venuta per una visita di piacere, non è così?».
Lo sguardo della donna subì una modifica istantanea che la rese improvvisamente una minaccia non solo agli occhi del duca, ma anche del resto della “platea”.
«Per quanto mi scocci chiedertelo... ho bisogno del tuo aiuto, cugino».

[Probabile cambio di rating]
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Shadows in the Darkest Hours'
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2_Segni familiari
Ancient Enemies - Patto d'Acciaio
Capitolo 2: Segni familiari


Gilbert osservò Oz per qualche istante, accigliato e confuso dalla sua affermazione.
«Come sarebbe a dire “c’è qualcun altro qui”?» chiese.
Dal perplesso stava lentamente passando al preoccupato.
Il biondo, gli occhi corrugati in un’espressione attenta, gli rispose rapidamente: «Ho sentito un rumore di passi».
Il Nightray fece per replicare, quando anche lui udì distintamente il suono di passi irregolari e lenti, incerti.
«Che cosa facciamo?» domandò, piegandosi appena sulle ginocchia, studiando i dintorni, guardingo.
Il Bezarius indietreggiò di mezzo passo, assumendo anche lui una posizione difensiva, squadrando la zona circostante.
«È meglio rientrare...» replicò.
L’altro annuì.
«Buona idea» convenne.
Si volsero e riattraversarono il giardino velocemente, i sensi e i nervi all’erta, pronti a cogliere ogni minimo segno di movimento attorno a loro.
La terrazza si stagliava nella luce dorata che proveniva dall’interno della sala da ballo come un’oasi di salvezza.
Oz e Gilbert, nell’avvicinarsi, notarono un’avvenente donna fissare l’oscurità dietro di loro agitando un ventaglio con fare altezzoso.
Si avviarono verso l’interno senza degnarla della benché minima attenzione.

Un agghiacciante grido di donna lacerò l’aria.
Elliot, seduto sul suo divanetto, teneva tra le mani la testa, che minacciava di esplodergli da un momento all’altro. Non era abituato a bere tanto vino normale e ciò lo aveva in un certo senso ubriacato - nonostante fosse risaputo che i vampiri non potevano ubriacarsi con bevande alcoliche umane, ma a tutte le regole c’era un’eccezione.
L’urlo lo fece scattare in piedi all’istante, sobrio o meno che fosse.
Vide la gente scemare piena d’allarmismo verso la portafinestra all’altro capo della sala e si affrettò in quella direzione, zigzagando tra le persone abbastanza rapidamente.
Purtroppo non poteva andare più veloce di tanto, dato il mal di testa, ma fu abbastanza spedito da varcare la portafinestra e ritrovarsi tra la piccola folla che occupava tutta l’ampiezza della terrazza.
Si fece largo a spintoni tra di essa finché non raggiunse un piccolo spazio vuoto accanto a suo fratello Vincent, che teneva ancora per mano Ada.
L’espressione che quest’ultima aveva in viso era orripilata, mentre quella del biondo semplicemente seria. D’istinto, anche Elliot si volse nella direzione verso cui la coppietta stava guardando.
La scena che a quel punto si presentò davanti al minore dei Nightray era orribile persino per gli standard della sua razza: Gilbert e Oz, sul prato, erano chini ai due lati del cadavere di un uomo orribilmente straziato. Dai brandelli dell’abito che indossava, sembrava essere uno dei servitori della villa.
Di un braccio era stata asportata una buona parte, dal gomito in giù; della gamba sinistra non era rimasto più niente. All’attaccatura del collo, dal lato destro, c’era un profondo squarcio dalle labbra irregolari, che penetrava quasi fino a metà la profondità della giugulare.
Nell’aria c’era un tanfo di sangue incredibilmente intenso che lo attirava in modo straordinariamente forte, essendo l’odore del suo gruppo sanguigno preferito, lo 0.
L’annebbiamento dei suoi pensieri dovuto al vino si dissipò completamente all’istante per lasciare il posto ad un desiderio violento e profondo di bere quel sangue, di saziare la sua sete improvvisamente riemersa con quel liquido rosso che macchiava le mattonelle ed il cadavere.
Vincent, in piedi accanto a lui, notò il cambiamento del suo sguardo da sorpreso in folle e, lasciata Ada, andò a sbarrare la strada al minore, che gli ringhiò contro, cercando di superarlo.
«Non puoi andare, Elliot» lo ammonì, ma lui continuava a cercare una via per eludere la sua guardia.
«Non gli faccio niente! Voglio...» s’interruppe un istante e i suoi occhi si accesero di desiderio animale, mentre si leccava le labbra con fare vagamente ossessivo «... voglio solo assaggiare il suo sangue!».
«No!».
Tutti i presenti che non avessero gli occhi inchiodati sul corpo assistevano con il fiato sospeso alla scena.
Elliot emise un basso, lugubre ringhio e scattò in avanti, abbassandosi per evitare il braccio di suo fratello che cercava di frenarlo.
Gilbert si alzò repentino non appena colse con la coda dell’occhio lo scatto bestiale dell’altro.
Si parò davanti ad Oz e al cadavere, mentre Elliot correva chino, lo sguardo saturo della brama di sangue.
Vincent si gettò sulle scale, protendendosi in avanti, placcando il più piccolo e schiacciandolo sui gradini, stringendoselo al petto e cercando di fermare i suoi convulsi tentativi di fuga.
Vince era temuto per la sua micidiale presa d’acciaio: era difficile sottrarsi alle sue braccia, se lui decideva il contrario, ed in quel momento stava fornendo un’ulteriore prova di ciò agli astanti.
«Lasciami! Lasciami andare! Voglio quel sangue! Devo... devo assaggiarlo!» sbraitò Elliot, tentando invano di divincolarsi, ringhiando.
Gilbert mandò un sospiro di sollievo.
«Tienilo lì, Vince... ti prego» sussurrò, tornando ad esaminare il corpo.
«Ricevuto» asserì il biondo, sorridendo in modo affabile, serrando ancor di più la presa sul minore, che prese a gemere e agitarsi per il dolore.
«Che cosa sta succedendo qui fuori?».
La voce del duca Barma risuonò all’improvviso sopra il brusio, potente e dura nella notte.
Gli invitati si divisero in due gruppi per lasciarlo passare, assieme a Break, che gli procedeva accanto.
Passarono vicino a Vincent ed Elliot, ai quali il vampiro dai capelli rossi riservò uno sguardo di puro e semplice ghiaccio, prima di andare a fermarsi tra Oz e Gilbert, osservando dall’alto il corpo.
«Cosa è s...?».
S’interruppe da solo e si chinò per esaminare più da vicino il cadavere, soffermandosi in particolare sulla ferita al collo.
Oz notò una strana espressione di amaro stupore prender forma sul suo viso, ma ne ignorava completamente il motivo.
«Questo... è un morso...» commentò il duca con voce lenta.
Sembrava il tono tipico con cui si notava qualcosa di familiare.
«L’ha già visto da qualche altra parte, duca Barma?» chiese il Bezarius precipitosamente.
Nemmeno lui sapeva perché avesse formulato quella domanda: era stata impulsiva, sfuggitagli dalle labbra a causa della strana espressione apparsa sul volto del suo interlocutore.
Rufus scosse la testa, rialzandosi.
«Non è possibile che...».
S’interruppe di nuovo, ma stavolta la causa era chiara a tutti - o almeno, ai vampiri. Nell’aria si era diffuso un orrendo miasma che aveva cancellato completamente quello del sangue, facendo tornare in sé Elliot.
«Che schifo! Ma che cos’è quest’odore?!» sbottò, disgustato «E Vincent, che ci fai addosso a me?!?!».
Il tono e l’espressione con cui proferì l’ultima frase potevano sembrare quelli con cui si scoprivano cose non troppo piacevoli a proposito di coppie e amori bizzarri.
Il biondo si rialzò, lasciandolo libero.
L’odore che appestava l’aria era ammorbante: sapeva di sudore, di peli e... di animale, di belva indomata e assetata di sangue.
Era disgustoso oltremodo.
La nausea attanagliava le viscere del minore dei Nightray, che quasi fu tentato di rientrare in casa solo per non dare di stomaco in pubblico.
Gilbert si guardava intorno: non aveva mai percepito un odore così repellente in vita sua, un fetore dal quale avrebbe voluto sottrarsi in modo tanto forte. Era evidente che c’era qualcosa di strano nelle vicinanze.
Oz era più o meno dello stesso parere.
Vincent si teneva in disparte con Ada e pure loro sembravano essere fortemente a disagio.
Solo Barma, in vero, era rimasto completamente impassibile: anche Break aveva iniziato a manifestare apertamente segni di irrequietezza.
«Duca... che cosa succede?» domandò il maggiore dei Bezarius.
Una risata lugubre e divertita riecheggiò nella notte.
«“Duca” è un termine che ti fa sembrare vecchio, Rufus...».
A parlare era stata una sottile voce femminile venata di malevola ed agghiacciante ilarità, tale da trasformare quelle parole in fini schegge di vetro.
L’uomo non si scompose minimamente.
«Vieni fuori, non è carino non presentarsi ad una festa, ti pare... Miranda?» ribatté glacialmente il vampiro.
«Sembra che i tuoi amici non stiano gradendo la mia presenza... sono forse vampiri, come te?»
«Chi sei?!» esclamò Elliot al niente - o alla notte, difficile dire quale delle due fosse - irritato da quel pacato battibeccare a lui incomprensibile, facendo un passo avanti.
«Io...? Io sono il vostro peggior incubo...».
Dalle tenebre emerse un profilo slanciato che prese forma sempre di più, finché non fu chiaramente distinguibile la sagoma di... una donna.
I capelli erano lunghi, del medesimo colore di quelli di Barma, racchiusi da una complessa impalcatura di spilloni in un alto chignon da cui poi la capigliatura era libera di scendere, sinuosa, fino alle costole.
Gli occhi avevano lo stesso taglio a mandorla di quelli di Rufus ed il colore era pressoché identico. Le labbra sottili erano colorate da un leggero velo di rossetto che le faceva apparire più  piene e appetitose ed erano increspate in un sorriso beffardo.
Indosso portava un lungo mantello nero che nascondeva completamente il suo corpo alla vista.
Il duca mandò un sonoro sospiro, massaggiandosi le tempie.
«Perché l’hai ammazzato?» chiese semplicemente, cercando di portare pazienza.
Dall’atteggiamento sembrava stesse dialogando con un bambino disobbediente e capriccioso, invece che con una quanto mai probabile assassina.
«Non voleva farmi entrare...» disse lei, cambiando all’istante espressione, rendendola tenera ed imbronciata.
«È da tanto che non ci vediamo, Rufus...» esclamò in tono mellifluo, avvicinandoglisi a passi lenti e calcolati, quasi da predatore, lasciando che il mantello le si aprisse in parte a rivelare una coscia ed un fianco completamente nudi.
Poco mancò che Elliot, arretrando a quella visione per lui oscena, cadesse a terra.
Rufus sbuffò, accingendosi a ricoprirla con un gesto spiccio, quindi la fissò intensamente con cipiglio severo, per poi chiedere: «Non sei venuta per una visita di piacere, non è così?».
Lo sguardo della donna subì una modifica istantanea che la rese improvvisamente una minaccia non solo agli occhi del duca, ma anche del resto della “platea”.
«Per quanto mi scocci chiedertelo... ho bisogno del tuo aiuto, cugino».
Quasi ringhiò la risposta, tanto astio pareva avere nei confronti di quel che doveva fare.
«Andiamo a parlarne da un’altra parte. Qui c’è troppa gente» esclamò Rufus in tono algido, voltandosi e conducendola verso l’interno.
«Anche gli altri appartenenti alle casate devono venire» disse, parlando a tutta la folla, ma rivolgendosi solo agli altri vampiri.
Dopo ciò si ritirò all’interno dell’edificio.
Gli altri nobili si scambiarono occhiate dubbiose, tutti tranne Elliot, che si apprestò ad obbedire, incuriosito da quella visita, anche se decisamente nauseato dall’odore che - ormai era una certezza per tutti loro - era la misteriosa sopravvenuta ad emanare.
Mentre la servitù invitava gli ospiti a rientrare, il gruppetto di vampiri tornò all’interno e si diresse verso una porta laterale, oltre la quale il minore dei Nightray era appena svanito.





Angolino autrice
Sono in super ritardissimo con il capitolo >////< ma mi sono fatta assorbire da talmente tante cose che ne ho perse di vista mezze çOç
Ringrazio infinitamente SabbathUnderground e Gloglo_96 per le recensioni allo scorso capitolo e coloro che hanno aggiunto la fic alle preferite/ricordate/seguite.
Al prossimo chappy! ^^ (che spero di finire presto çOç)
F.D.
   
 
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