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Autore: Lady Moonlight    02/02/2011    7 recensioni
Leggende di Angeli, Unicorni, Fate e Streghe si mescolano con le vicende del Vampiro Sebastian e la sua contraente Clare Rainsworth. Un uomo sta tentando di riportare al mondo il terribile demone Vlad Tepes, il vampiro originario.
Per farlo gli occorre la Pietra di Cristavia, un oggetto che si credeva perso da secoli.
Clare, l'ultima Guardiana dovrà affidarsi a Sebastian ed insieme a lui cercare di ristabilire le sorti del regno, ma il tempo sta scadendo e perfino i ricordi di un passato oscuro sembrano essere contro di lei.
[Clare sussultò quando si rese conto che quello era Sebastian. Un moto di rabbia le salì alla gola.
Il vampiro, ora stava baciando il collo della ragazza e i canini le sfiorarono il collo.
Quando Sebastian affondò le zanne sul viso della giovane gli si dipinse un sorriso di puro piacere.
Clare si voltò disgustata, ma sapeva che Sebastian l'aveva vista. Il cuore le batteva furiosamente nel petto e si maledì per essersi alzata ed aver visto quella scena.
"Non doveva succedere..." continuò a ripetere come una litania per alcuni minuti.
Era terrorizzata. Lei non avrebbe dovuto, mai, vedere Sebastian mentre si nutriva delle sue vittime.
]
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Contratto di Sangue'
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03

Fumo e fiamme

 

 

Clare fu svegliata dai primi raggi del sole che le sfiorarono gentilmente il volto. Si pettinò i capelli, lasciandogli sciolti sulle spalle e leggermente ondulati.
Il suo olfatto captò il profumo di una brioche, appena sfornata, e sentì il suo stomaco brontolare. Sbadigliando scese dal letto e scorse sul tavolino un vassoio su cui era posata una tazza di té e il dolce.
"Per farmi perdonare.” intervenne la voce soffice e melodiosa di Sebastian.
Clare si strofinò gli occhi e ricordò ciò che aveva visto la sera prima. Imbarazzata balbettò che era stata colpa sua.
"Avrei dovuto fare ugualmente più attenzione.” Si scusò il vampiro.
Clare lasciò cadere l'argomento, tirando un sospiro di sollievo. L'importante, pensò, era che Sebastian non fosse arrabbiato con lei.
Si concentrò sulla colazione ed addentò un pezzo di brioche. Dovette ammettere che era davvero deliziosa.
"Viene dalla locanda?” chiese.
"Naturalmente.” rispose il demone, come fosse la cosa più ovvia al mondo. “Ancora non mi hai detto perché siamo venuti qui.” Le fece notare.
"Ho sentito il bisogno di venire.”
Clare s'infilò il mantello del giorno prima e scese in salotto. La grande vetrata che dava all'esterno, illuminava la stanza, e mostrava un cielo grigio e nuvoloso.
Osservò le pareti e si fermò, cogliendo un volto famigliare, dipinto in un quadro. Si diresse velocemente verso il salotto fermandosi davanti al ritratto.
Sebastian era dietro di lei, che osservava ugualmente il quadro.
"Cassandra.” bisbigliò senza alcuna emozione.
Clare passò una mano sul ritratto, ritraendola di scatto. Aveva avvertito qualcosa mentre lo sfiorava, una sensazione famigliare. Le sembrò che il volto rilassato di Cassandra le rivolgesse un sorriso.
"Strano. È l'unico dipinto rimasto nella casa.” rifletté. Fece qualche passo indietro ed osservò la grande vetrata. Socchiuse gli occhi e sobbalzò quando davanti a lei vide la figura aggraziata e serena della sua bisnonna.
Avanzò, ignorando le domande di Sebastian, fino a sfiorare la figura femminile davanti a sé. Le dita però toccarono solo aria.
Cassandra sorrise, gli occhi verdi fissi nei suoi celesti. Indossava un abito lungo, leggermente scollato, di uno sbiadito colore viola. All'inizio della gonna c'era una striscia di pizzo bianco, piuttosto elaborato. I capelli castani erano legati in una coda.
"Sapevo che saresti venuta.” le disse porgendole una mano. “I sogni ti hanno portato da me.”
"Cosa sei?” chiese Clare. Aveva sentito di storie di fantasmi, ma in qualche modo percepiva che la figura davanti a lei non era tale.
"Frammenti di anima, ricordi, sigillati in questa casa e...” fece una pausa. “Nel tuo corpo.”
Clare scosse la testa. Non capiva. Cosa significavano quelle parole? Cosa voleva quelle donna da lei?
Cassandra rise e la sua risata così pura e cristallina fece tremare Clare. Le girò attorno, come un lupo con la propria preda, continuando a sorridere.
"Così non va bene.” commentò. La sua figura, diafana ed irreale s'avvicinò a Sebastian che ignaro della sua presenza continuava a fissare la sua padrona.
"Perché mi hai fatto venire? Perché mi hai mostrato quei ricordi?” chiese Clare.
"Clare!” esclamò Sebastian. “Con chi stai parlando? Che cosa...?”
"Esci, Sebastian! In nome del contratto, questo è un ordine!” gridò Clare.
Sebastian fece per replicare, i suoi occhi si tinsero di rosso e lui fu costretto ad obbedire.
"Hai fatto bene, Clare.” disse Cassandra, girandosi verso la vetrata. Clare vide che era scalza.
passato molto tempo dalla mia morte.” continuò come se quel fatto le fosse indifferente. “Gli omicidi e i furti che si sono verificati ultimamente, sono in parte legati ad essa.”
Clare s'appoggiò alla parete. “Vuoi dire che Lord Henry, il Mezzosangue che lo ha attaccato, tutto ciò non è un caso, ma è legato alla tua morte!” esclamò incredula. “Ti ho vista nel sogno, mentre morivi. Qualcuno ti inseguiva, Sebastian mi potrebbe dire cos'è successo.”
"Non può. Lui non ha ricordi di quel periodo, o per lo più sono confusi nella sua mente.” spiegò lo spirito. “Sei qui per questo. Solo tu puoi aiutarlo a ritrovarli.”
"Perché? I-Io non capisco!” gridò frustrata.
"Dovete ritrovare la Pietra di Cristavia.” proseguì Cassandra giocherellando con le mani. “Prima che sia troppo tardi.”
Clare si sentiva sempre più confusa e frustrata. Cassandra le s'avvicinò e posò una mano sul suo petto, in corrispondenza del cuore.
"Il mio compito era quello di distruggere la Pietra, ma sono morta prima di farlo. Non volevo che lo stesso destino capitasse a tua nonna o ai suoi figli, ma pensai egoisticamente, che un'altra mia discendente avrebbe potuto portare a termine questa missione. Nascosi la pietra e prima di morire pronunciai una sorta di maledizione che avrebbe permesso al mio spirito di entrare in contatto con colei che sarebbe stata chiamata dalla Pietra per assolvere il mio compito.”
Clare spalancò gli occhi e trattenne il respiro. Dunque era lei quella discendente?
La Pietra di Cristavia, cos'è? Cosa significa che sono stata chiamata dalla pietra?”
Cassandra rimase in silenzio allontanando la mano dal petto di Clare.
"Il mio tempo sta scadendo. Uno dei suoi seguaci ci ha trovate, è in casa, nella biblioteca.” sussurrò schiudendo le labbra in una smorfia di dolore.
La figura di Cassandra si fece più pallida. Stava svanendo, constatò allarmata Clare.
"Il sangue è la chiave per ritrovare i ricordi di Sebastian. Ci incontreremo ancora Clare Rainsworth, nei tuoi sogni, i tuoi incubi.” concluse con un sorriso terribile sul volto.
Clare deglutì spaventata. “Il sangue.” balbettò, portandosi una mano al collo.
I rumori attutiti di libri che cadevano la riscossero all'improvviso. Portò la mano alla spada di metallo nero e la estrasse. Il filo di metallo azzurro risplendette minaccioso. Concentrandosi Clare poteva avvertire la presenza di un vampiro Mezzosangue, al piano di sopra. Corse nell'ingresso, spalancando la porta ed urlando il nome di Sebastian che trovò appoggiato al muro di una locanda.
Allentò la presa sulla spada e sentì due mani che l'afferravano sbattendola a terra. La testa le girò qualche secondo mentre veniva trascinata a forza sul pavimento della sua casa.
L'arma le scivolò a terra e Clare cercò alla cintura il suo pugnale. Scalciò con tutte le sue forze nella speranza di liberarsi, ma la presa del vampiro si fece ancora più salda.
"Lasciami!” urlò. Piegò le gambe riuscendo a tenersi sufficientemente in equilibrio per tentare di colpire il suo aggressore alle spalle.
Allungò il braccio, ma il vampiro scivolò nel salotto facendo sbattere la schiena di Clare contro lo spigolo della porta.
Un urlo di dolore le uscì dalle labbra, mentre il respiro le si bloccò in gola. Le mani la lasciarono all'improvviso e lei rotolò sul pavimento. Davanti a lei Sebastian stava fronteggiando l'altro vampiro. Lo sentì ringhiare al nemico, mentre lei facendo leva con le mani era riuscita a rimettersi in piedi.
In mano teneva la spada che le era caduta e i suoi occhi erano solo per l'avversario.
Clare dovette appoggiarsi ad un armadio per riuscire a rimanere in piedi. La schiena le provocava fitte terribili e il suo stomaco non era da meno.
La testa le girava eppure riuscì a percepire l'odore di fumo che aleggiava nell'aria.
Capì che il motivo per il quale il vampiro era andato in biblioteca era semplicemente quello di dar fuoco ai libri ed alla casa. Traballando fece dei passi verso la seconda porta che dava alle scale per andare di sopra. Nella biblioteca potevano esserci dei libri contenenti informazioni preziose che avrebbero potuto aiutarla a risolvere i suoi problemi.
Spalancò la porta e con orrore s'accorse che le fiamme s'erano propagate fin troppo velocemente ed avevano raggiunto il piano terra. Il fumo le fece lacrimare gli occhi, provocandole un attacco di tosse. Tornò indietro.
Sebastian era riuscito a ferire il vampiro ad un braccio, ma la ferita non era profonda. Clare lo osservò disgustata mentre si leccava la ferita sanguinante. Era più basso di Sebastian, la testa era pelata e gli occhi erano neri come la notte. Scattarono in avanti e Clare non riuscì a seguire i loro movimenti. Il fumo era penetrato nella stanza e Clare avvertì il calore del fuoco farsi sempre più vicino.
Provò lo stesso terrore di quando aveva visto i corpi senza vita dei sui genitori.


Aveva quattordici anni, all'epoca, ed era appena tornata dal palazzo reale, scortata da Sebastian, per incontrarli nella loro residenza cittadina.
Davanti alla casa aveva avvertito l'odore metallico del sangue e Sebastian l'aveva trattenuta sulla porta d'entrata. Lei era riuscita a liberarsi ed era corsa all'interno urlando il nome di sua madre. Non aveva fatto che pochi passi, quando vide i corpi insanguinati e privi di vita dei suoi genitori.
Il corpo di sua madre si trovava all'interno di un cerchio, tracciato con del gesso bianco, le mani incrociate al petto e i capelli biondi a farle, quasi, da cuscino. Ai lati del cerchio erano state poste quattro candele nere, in corrispondenza dei punti cardinali. Non ricordava se in seguito avesse vomitato o urlato, rammentava solamente che Sebastian s'era chinato su di lei mentre il fuoco inghiottiva l'abitazione. I corpi dei suoi genitori bruciarono tra quelle fiamme scarlatte, inghiottiti dalle macerie e dalle ombre.
La mattina seguente aveva stretto il contratto con Sebastian. Un contratto dal sapore di sangue e di vendetta.


Clare aveva solo una vaga idea di ciò che stava succedendo accanto a lei. Sentiva le spade cozzare l'una contro l'altra, Sebastian che le urlava qualcosa, il vampiro nemico che ansimava. Con una forza che non credeva ancora di possedere, Clare si rimise in piedi, ansimando per il dolore alla schiena.
Volse lo sguardo al vampiro nemico e s'accorse che una grossa macchia di sangue si propagava sul suo petto. Barcollò all'indietro, verso il muro e una trave del piano di sopra gli cadde addosso.
Clare avanzò di qualche passò mettendosi alle spalle di Sebastian. Era certa che prima o poi avrebbe vomitato. Le gambe le cedettero e lei cadde a terra.
Avvertì le braccia di Sebastian prenderla in braccio, poi il dolore quando lui si gettò di peso contro la grande vetrata ed infine quello provocato dalla caduta sul giardino.
Stesa sull'erba fredda e umida Clare vomitò. Per un istante credette pure l'anima.
Vagamente s'accorse della mano di Sebastian che la sosteneva e della sua voce che le mormorava qualcosa alle sue orecchie.
"Va tutto bene, Clare.” le disse il moro, sistemandole i capelli.
Clare chiuse gli occhi. Certamente, niente, in quella giornata andava bene.


Clare non ricordava che Sebastian l'avesse riportata al castello e nemmeno di essere stata medicata alla schiena. Aprì gli occhi lentamente, rendendosi conto che ogni respiro le era faticoso. Tossì, appoggiando il busto alla testata del letto.
Le coperte le scivolarono via e le fecero provare un orribile sensazione di freddo. Era mattina e non c'era nessuno nella stanza. Osservò la pioggia battere contro i vetri delle finestre e ne ascoltò il leggero rumore.
Dall'altra stanza sentì un rumore concitato di voci e di passi che s'avvicinavano.
"Non è il caso Edward!” sentì gridare la voce di Sebastian. “Deve riposare!”
"Togliti!” sibilò la voce asciutta e tagliente del sovrano.
La porta si spalancò e Clare dovette trattenere un gemito di dolore. La prima ad entrare fu Virginia che accortasi del risveglio di Clare s'era fiondata al suo fianco.
Fu seguita da Edward che lanciava occhiate furenti a Sebastian. Si immobilizzò vedendola seduta sul letto e le andò più vicino.
"Clare.” mormorò con un misto di sollievo ed angoscia. Si chinò su di lei e le diede un leggero bacio sulla fronte.
A quel gesto la ragazza s'irrigidì. I suoi occhi si posarono su quelli di Sebastian che non la lasciarono un momento.
"Come ti senti?” le domandò Edward dopo qualche secondo. “Non ti ho mai visto tanto pallida.” aggiunse malinconico.
"Penso, penso di stare meglio ora.” rispose Clare con una smorfia. “Virginia?”
"Sì, lady?” intervenne la domestica, affiancandola.
"Potresti portarmi un altro cuscino?”le domandò gentilmente.
"Il medico dice che devi riposare” spiegò Edward. “Non devi muoverti da questo letto per almeno i prossimi tre giorni. Hai preso un bel colpo alla schiena.”
Il sovrano le accarezzò la guancia e le porse una rosa. Era bianca, come quella presente sullo stemma dei Rainsworth.
"Grazie Ed.”
"Mi assicurerò che non si muova.” intervenne Sebastian.
"Taci!” gridò Edward, facendo sobbalzare Clare. La ragazza si voltò verso l'amico d'infanzia con lo sguardo sconvolto. Non aveva mai sentito Edward così infuriato e per un istante l'immagine da angelo si sovrappose a quella di un diavolo.
"Edward, lui non ha fatto niente!” esclamò sbalordita.
"Potevi morire!” sibilò furioso.
"Esci!” esclamò Clare. “Esci, subito!”
Il re rimase impassibile osservando il vampiro. “Hai sentito, Sebastian? Ti ha detto di uscire.” commentò.
"Non lui.” intervenne Clare. “Tu Edward. Ora non sei te stesso.” concluse.
Vide gli occhi di Edward spalancarsi per lo stupore e un sorriso affacciarsi su Sebastian.
"Come vuoi.” ribatté il sovrano. Uscì in silenzio, stringendo i lembi del suo mantello. Il suo profumo alla pesca si sparse per la stanza e la Guardiana si domandò se avesse fatto bene a mandarlo via. Quella situazione era assurda.
Virginia le pose una mano sulla fronte, poi prese dal comodino un bicchiere d'acqua aggiungendoci una polverina bianca.
"Avete un po' di febbre, ma è normale. Sebastian vi ha portato a palazzo correndo e tenendovi tra le braccia, ma non ha potuto coprirvi dalla pioggia.” disse la domestica.
Clare strabuzzò gli occhi. Sebastian l'aveva trasportata al castello per tutto il tragitto! Inghiottì la medicina che le venne data e si volse a guardare il vampiro che fissava i dipinti del soffitto.
"Virginia lasciaci soli.” ordinò.
Il ragazzo s'avvicinò al letto e si sedette elegantemente su una poltrona. Si portò una mano ai capelli e li tirò all'indietro.
"Stavi troppo male, un cavallo non sarebbe stato abbastanza veloce.” intervenne il vampiro per rispondere alla muta domanda di Clare. “Voglio sapere con chi hai parlato. Chi era?” proseguì riferendosi all'episodio avvenuto nella villa.
Clare si morse il labbro e giocherellò frustrata con le mani. “Cassandra. Ha detto di essere un frammento d'anima e di ricordi, sigillati in quella casa e nel mio corpo. ”
"Tu hai visto il suo spirito?” Sebastian si fece scuro in volto. “Non capisco perché non ha cercato di...” le parole gli morirono sulle labbra.
"Parlare con te?” concluse Clare al suo posto. “Sfortunatamente, so della vostra passata relazione, o almeno una parte.”
Il vampiro spalancò la bocca sorpreso. S'alzò e cominciò a girare in tondo nella stanza. “Tu sai di noi? Com'è possibile?”
"Vi ho sognati e credimi non è stata una bella esperienza. Riuscivo a provare tutte le emozioni di Cassandra. “ proseguì Clare.
"Tutte.” mormorò Sebastian. Il vampiro si portò una mano al volto coprendosi gli occhi. Era imbarazzato e all'improvviso Clare si chiese se lui e Cassandra fossero andati anche oltre un semplice bacio.
Arrossendo, deglutì. “Bhe, forse non tutte.” s'affrettò ad aggiungere.
Vide le spalle di Sebastian rilassarsi, mentre il suo viso continuò ad essere teso.
"Lei ha detto che ha cancellato i tuoi ricordi ed ha maledetto la sua stessa discendenza. Per impedire il compiersi degli ultimi omicidi devo ritrovare la Pietra di Cristavia e distruggerla. Così mi ha spiegato. ”
Sebastian si piegò in avanti portandosi una mano alla testa.
"Quella Pietra...” sibilò tra i denti. “È pericolosa, ma non ricordo il motivo.”
Clare fece per alzarsi ed andare da lui, ma Sebastian le gridò di rimanere a letto.
"Mi sta passando, probabilmente è vero che Cassandra ha rimosso alcuni dei miei ricordi.” gemette.
"
Probabilmente non voleva coinvolgerti in questa faccenda anche dopo la sua morte. Deve averti amato moltissimo.”
"Clare, io... Mi dispiace che Cassandra ti abbia incaricato di questo fardello, qualunque esso sia.” Sebastian sembrava veramente triste.
"Ha detto una cosa prima di scomparire.” continuò. “Il sangue è la chiave per ritrovare i ricordi di Sebastian. Sai cosa significa?”
Gli occhi di Sebastian parvero diventare neri, o quella fu la sensazione che ebbe Clare, tuttavia il vampiro scosse la testa.
"Ora è meglio per te riposarti. Io cercherò informazioni su quella pietra.”
Non lasciò a Clare il tempo di ribattere che già era scomparso dietro la porta.

 

 

 

Next Episode:
"Dovrebbe farti piacere. Non ricordo che i vampiri amino il sole.” intervenne, lisciandosi la gonna del vestito.
"Sembri una bambola.” commentò acido Sebastian.
Clare ignorò quell'ultima frase e si sedette al bordo della finestra.
"Non capisco perché non mi hai detto che se avessi succhiato il mio sangue i ricordi ti sarebbero tornati, un po' alla volta.”
Sebastian rimase impassibile. “Sapevo che alla fine l'avresti capito.” mormorò cupo.




   
 
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