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Autore: CherryBomb_    02/02/2011    5 recensioni
Arianna e Ilaria, sedicenni, amiche da qualche anno. Fanno parte di quelle ragazze che sono convinte che il principe azzurro non esiste.
Arianna non ha mai avuto il ragazzo, Ilaria non lo ha da due anni e mezzo. Ormai sono abituate a questo loro stato di "zitellaggio", ma una serata diversa cambierà le loro vite. Ci saranno molti intrecci, ritorni di fiamma, non sarà tutto semplice, anche se all'inizio potrà sembrare così.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 37

Un pranzo riappacificatore

Ary POV
Mi svegliai con un sorriso beato sulle labbra.
Avevo sognato tutta notte Edo. In tutte le salse: che mi abbracciava, che mi baciava, che mi sorrideva, che mi guardava in modo dolcissimo.
Guardando il cellulare, vidi un suo messaggio.
“Piccola, questa è stata la serata più bella che avessi mai passato. Non riesco a spiegarmi come abbia preferito un relazione puramente fisica, alla relazione che tu mi avevi dato e mi stavi dando in quel periodo. So che non mi avrai perdonato completamente, ma voglio davvero farmi perdonare. Io ti amo davvero e questo periodo di distacco, me l’ha fatto capire. Mi ha fatto capire che non cerco solo un rapporto puramente fisico, ma cerco qualcosa di più. Non devi sentirmi obbligata a fare niente con me. Non dovrai mai fare niente che tu non voglia fare. Ti amo. Spero di vederti presto.”
Mi venne da piangere.
Era ovvio che non lo avevo perdonato del tutto, ma non potevo non ammettere di amarlo. Lo amavo e vederlo che mi guardava con quegli occhi luccicanti, non avevo resistito a dirgli quello che provavo.
Andai in bagno a lavarmi la faccia per poi entrare in cucina, dove c’era già mio papà che mi aspettava seduto al tavolo.
Per un misero secondo, mi ero dimenticata che avrei dovuto sopportare l’inferno quel giorno.
Dovevo spiegare tutto ai miei genitori e non sarebbe stato una passeggiata.
-Signorina? Non dobbiamo mica parlare noi?- mi chiese in tono minaccioso mio papà.
-Tesoro, ma lascia almeno che si svegli.- gli disse mia mamma tranquilla.
Come potevo immaginare mia mamma era felice, era mio papà che era quello difficile da abbindolare e da convincere.
Sarebbe stata una lunga mattina.
-Ok, va bene. Mi sedo e ne parliamo.- dissi tirando la sedia e sedendomi sopra. Non ero pronta ad affrontare tutto quello che sarebbe successo dopo, avevo sonno. Troppo e volevo non incazzarmi già alla mattina o dare spiegazioni, era una cosa che odiavo, ma che dovevo fare.
-Bene, comincia a raccontarci della serata.- mi chiese mia mamma in tono gentile sedendosi davanti a me.
Presi lei come mio punto di riferimento per parlare.
-Allora, siamo partite da casa, siamo arrivate in discoteca. Siamo andate al bar a prendere qualcosa da bere e poi siamo andate a ballare. Mentre ballavo mi era sembrato di vedere Simo ed Edo. Ho chiesto alla Ila dove fossero e lei mi ha detto che Simo le aveva detto che andavano fuori città o che se sarebbero rimasti in città, sarebbero rimasti a casa. Li rivedo ancora e stavolta anche la Ila si insospettisce. Stavamo facendo il nostro giro di perlustrazione, quando sentiamo Simo che chiama la Ila. Hanno avuto un piccolo battibecco. Nel frattempo, dopo pochi minuti, sono uscita fuori con Edo. E abbiamo parlato.- ripresi un po’ di fiato.
-E cosa vi siete detti?- mi chiese mia mamma con gli occhi già sognanti.
-Mi ha detto che non ha mai smesso di pensare a me, che dopo che mi ha visto all’hotel, non ha fatto altro che pensare a me e ha lasciato la bionda perché aveva capito che non gli interessava davvero, che non gli interessava puramente l’aspetto fisico del rapporto, ma anche tutto quello che c’era intorno. Che gli abbracci ed i baci sono più importanti di un rapporto fisico. Be, poi ha detto di amarmi.- mia mamma piangeva seguita da me.
-E tu come una stupida gli credi? Pensi che sia stato sincero? Ti ha lasciato già una volta per un’altra pensi che non lo farò di nuovo?- mi chiese durante mio papà.
-Paolo. – lo riprese mia mamma.
-Voi due siete troppo sentimentali e credulone. Non dovete credere a tutto quello che dicono le persone. Rimarrete fregate spesso altrimenti.- disse mio papà in tono duro.
-Tu, papà, non l’hai visto com’era mentre lo diceva. Era imbarazzato, emozionato. Era sincero. Quale altro motivo avrebbe per tornare insieme a me? Con l’altra aveva tutto. Aveva anche un rapporto fisico che con me non può avere, che per adesso e forse per un bel po’ non avrà. Io cosa gli servo a fare? L’altra gli dava tutto quello di cui aveva bisogno, ma a quanto pare non erano le cose giuste. Perché per una volta, papà, non puoi fidarmi di me? Di quello che sento e che provo? Anch’io lo amo, papà. – gli dissi guardandolo negli occhi.
-Tu- tu cosa?- mi chiese lui allibito.
-Lo amo. Cosa potrei fare se non riprovarci? Ci amiamo e credo alle sue parole, non vedo perché non crederci.- gli dissi continuando a guardarlo negli occhi.
Ero sicura di quello che stavo dicendo. Ero sicurissima e nessuno mi avrebbe mai tolto dalla mia convinzione.
-Io mi fido di te e di quello che hai pensato e provato mentre ti ha parlato.- disse mia mamma prendendomi una mano.
-Ecco. Tu l’appoggi. Non avevo mica ragione la prima volta che avevo pensato che non bisogna fidarsi di lui? Te l’avevo detto che ti avrebbe fatto soffrire e così è stato. Non ti ha visto lui per due mesi stare male per colpa sua, ti ho visto io e tu sei mia figlia. Non permetterò mai e poi mai che succeda un’altra volta, chiaro? Io non ti permetterò di uscire con lui.- era duro, arrabbiato e non ammetteva repliche.
A quelle parole le lacrime mi spinsero per uscire, ma mi trattenni.
Dovevo replicare nonostante lui non ne volesse sentire.
-Si, avevi ragione. Ma tu non l’hai visto stanotte. Non l’hai visto come mi guardava, come mi abbracciava, come mi baciava.- a quell’ultima parola lo vidi fare una smorfia.- Non lo sentivi come lo faceva prima. Era tutto diverso. Ogni cosa è diversa. Dovresti vederlo per capirlo con i tuoi occhi.- dissi io con tono duro, ma allo stesso tempo dolce e gentile.
-Idea. Perché non lo invitiamo da noi a mangiare oggi?- chiese mia mamma sorridente.
-Cosa?!?- urlammo insieme mio papà ed io.
-Si, così almeno suo padre si fa un’idea di come stanno le cose. Così può rendersi conto che le cose sono diverse.- mia mamma sorrideva vittoriosa.
Edo a mangiare da noi? Per me andava bene, ma spettava tutto al capo supremo decidere.
Mi girai a guardare mio papà.
Mia mamma lo guardava con occhi da cerbiatta ed io aspettavo una sua risposta.
-Ok, va bene. Invitalo.- disse abbassando gli occhi.
Ero felice. Felice che Edo avesse la possibilità di riscattarsi, di far capire cosa provasse davvero per me.
Andai in camera mia a prendere il cellulare per chiamarlo.
Composi il numero in attesa di una sua risposta, sperando che non stesse ancora dormendo.
-Pronto?- oddio, aveva ancora la voce assonnata.
-Scusa, stavi dormendo. Ti richiamo dopo.- stavo per mettere giù.
-No, piccola. Ferma. È successo qualcosa?- mi chiese, sentivo un fruscio di lenzuola. Forse si stava alzando.
-Ecco…no, cioè…ti chiamo più tardi davvero.- gli dissi ancora un po’ in imbarazzo per averlo svegliato.
-Ary? Dimmi che c’è?- lo disse in un modo talmente dolce che cedetti.
-Ecco, mia mamma ti avrebbe invitato a mangiare a casa nostra.- sussurrai.
-Sbaglio o mi sembra di aver sentito che sono invitato a casa tua a mangiare?- mi chiese sorpreso.
-Ehm..si.- gli dissi un “Sì” un po’ troppo stridulo.
-E c’è anche tuo papà?- mi chiese lui immediatamente.
-Si, c’è anche lui, ma non ti preoccupare, ti prometto che non succederà niente. è solo che gli ho appena detto tutto e vogliono vederti. Tutti e due.- dissi ancora più in imbarazzo.
Che situazione di merda era?
Ed io c’ero dentro con tutte le scarpe.
-Ok, va bene. Dimmi a che ora che ci sarò.- disse lui ormai con la voce normale e un po’ più rilassato.
-Per mezzogiorno e mezzo, va bene?- certo che andava bene. Mi aveva appena detto che qualsiasi ora ci sarebbe stato.
Stavo davvero ammattendo.
-Si, ci vediamo dopo. Ti amo. –mi disse. Mi sembrò di sentirlo sorridere.
-Anch’io.- chiusi la chiamata.
Erano le dieci. Quindi mancavano ancora due ore e mezza a quel pranzo.
Perché avevo detto di sì? Perché avevo acconsentito a questo pranzo? E non c’era nemmeno la Ila con sua mamma o con Simo. E se…?
No, non potevo invitare loro due, per aiutarmi, per pararmi il culo. Dovevo cavarmela da sola. Va be, sola con Edo.
Non avrei dovuto pensare alla spalla di qualcun altro. Per una volta dovevo affrontare i miei genitori da sola, con Edo e nessun altro.
Ci sarebbero stati momenti imbarazzanti? Bene, li avremmo affrontati. Anche se sarebbero stati i più imbarazzanti, li avremmo risolti. Tutti. Ogni più piccolo silenzio imbarazzante.
Ok,Ary. Respira. Andrà tutto bene. Andrà tutto benissimo. Ce la puoi fare. Ce la puoi fare. Oddio, devo parlare con la Ila. Che ore sono. Le 10.30. Merda, quella là non sarà ancora sveglia, essendo andata a dormire alle 3. No, ok. La chiamo. Se risponde bene, se non risponde la uccido. Tanto dorme con i tappi nelle orecchie se dorme non mi sente. A meno che, magari, Simo non si sia fermato da lei. No, cioè..o si? Ary, stai sfollando. Calmati. Stai parlando da sola da cinque minuti buoni e cammini su e giù come una pazza. Calmati. Respira a fondo.
Inspirai ed espirai.
Ce la puoi fare. Chiama la Ila. È da una vita che ti ripete che se avessi avuto bisogno di lei, potevi anche chiamarla alle 3 di notte. Non sono propriamente le 3 di notte, ma penso che il concetto sia quello. Posso svegliarla anche adesso. Ok, devo chiamarla. Devo parlare con lei, altrimenti parlo da sola e impazzisco.
Inspirai ed espirai di nuovo.
Presi in mano il cellulare e chiamai la Ila.
Uno squillo. Due squilli. Tre squilli…quatt..
-Pronto?- sembrava leggermente assonnata.
-Ti prego dimmi che non stavi dormendo.- le chiesi quasi speranzosa che non lo stesse facendo. Ma pensare alla Ila che non dorme alle 11 di una domenica mattina, anche se è estate, è come pensare che la terra è piatta e il cielo è viola. È uguale.
Quindi, le mie speranze di non averla svegliata, erano alquanto vane.
-è successo qualcosa?- mi chiese ancora con la voce assonnata.
Tenera, non voleva farmi sentire in colpa ancora di più per averla svegliata.
-Edo viene a mangiare da noi.- le dissi tutto d’un fiato.
-Edo cosa?!?!- alzò leggermente la voce-e come mai?- mi chiese abbassandola di nuovo.
-Amore, che succede?-ops, era Simo. Avevano davvero dormito insieme. –Non volevo di…-cominciai a dire.
-Vai avanti.- mi disse lei con un tono intimidatorio.
-Ecco, stamattina ho parlato con i miei genitori di quello che è successo stanotte e be, a mia mamma gli è venuta la brillante idea di invitare Edo qua a casa per convincere mio papà che  sia cambiato, che mi ami davvero.- ero abbattuta moralmente, davvero. Sbuffai.
-E gliel’hai detto?- mi chiese lei. Ormai si era completamente svegliata.
-Si, l’ho chiamato prima di chiamare te e ha detto che va bene ovviamente.- oddio, sarebbe andato tutto di merda, ne ero certa.
-E tu adesso sei preoccupata che vada tutto di merda e che tuo papà ti vieti di uscire con lui.- oddio, ero così ovvia? Be, per lei si. Ci capivamo sempre.
-Si.- ammisi abbassando gli occhi nonostante lei non potesse vedermi.
-Andrà tutto bene. È diverso. Si vede. L’ho notato e lo noterà anche tuo papà. Pensa al mio se dovesse conoscere Simo, altro che dirmi che conosce tutti i suoi amici, mi direbbe anche che conosce tutte quelle che si è fatto.- risi.
-Ehi. Io cosa c’entro?- chiese lui con la voce assonnata.
-Torna a dormire che è meglio.- gli rispose lei.
Sembravano moglie e marito. Esilarante come scena.
-Tanto sto ascoltando cosa dici.- disse lui avvinandosi a lei. Sentii che gli lasciò un bacio da qualche parte.
-E poi dicono che siamo noi quelle curiose.- disse la Ila, immagino alzando gli occhi al cielo.-Comunque, stavo dicendo. Guarda il lato positivo della cosa: vuole il tuo bene, ti vuole bene e non vuole vederti soffrire. È una buona cosa.- la sentii sorridere.
-Si, lo so però ho paura cioè…e se fosse come l’altra volta?
-Non sarà come l’altra volta- mi interruppe la Ila.
-Lo spero.- sbuffai sconsolata.
-Chiamami quando sarà finito tutto ok?- mi disse come una mamma che si preoccupata per la figlia.
-Si. Ciao. Ciao Simo.- urlai leggermente.
-Ciao.- mi dissero in coro per poi chiudere la chiamata.
Ok, andrà tutto bene. Andrà tutto bene.
Forse se lo ripeto un po’ di volte, me ne convinco. Andrà tutto bene. Andrà tutto bene. Posso farcela. Ce la faremo.
Era ufficiale stavo impazzendo.
Sembravo una madre in travaglio da quanto respiravo velocemente.
Non era possibile che mi fossi ridotta in quello stato.
Senza neanche accorgermene mezzogiorno arrivò.
Preparai la tavola, mi vestii, mi resi almeno presentabile e mi preparai al peggio.
Se prima sembravo una madre in travaglio adesso sembravo una madre che stava per partorire due gemelli.
Sentii suonare il campanello. Feci un salto per lo spavento e cercai di ricompormi.
Se lui avesse visto me agitata si sarebbe agitato anche lui e non andava bene. Per niente.
Ok, respira. Respira. È solo un pranzo. Un pranzo. Un benedetto pranzo con tua mamma che lo adora e tuo papà che lo odia. Semplice. Che felicità. Ok, no. Controllati. Non sei impazzita. Non devi impazzire. Non adesso che lui è arrivato.
-Hai intenzione di aprire o vuoi stare lì tutto il giorno?- mi chiese mia mamma ridendo. Arrosii.
Mi girai ad aprire, ma mi mamma mi prese per un braccio.
-Andrà tutto bene. Tranquilla. Ci sono io con te. Tuo padre è innocuo alla fine.- mi disse sorridente.
Se lo diceva lei, non doveva far altro che crederle.
Aprii la porta e me lo trovai davanti che mi fece un sorriso tirato.
-Ciao.- mi disse guardandomi intensamente negli occhi.
Sarà stato anche agitato, ma aveva due occhi verdi, così profondi e belli che mi calmai immediatamente.
-Ciao.- dissi avvicinandomi a baciarlo. Cosa che lui non sembrava minimamente intenzionato a fare dato che lo presi di sorpresa.
-Rilassati. Se mi baci non finisce il mondo.- gli dissi a fior di labbra.
Lui rise.
Il suo respiro mi solleticò le labbra e lo baciai di nuovo.
-Arriva tua papà. – mi sussurrò mia mamma.
Finimmo di baciarci e ci staccammo.
Lo presi per mano.
In quel momento stavo decisamente meglio.
Solo a vedere i suoi occhi verdi, ancora che luccicavano. Mi rilassai.
Sarebbe andato tutto bene. In quel momento me ne resi conto.
Strinsi la mano di Edo per fargli coraggio.
-Paolo. Vieni che è pronto.- urlò mia mamma facendo finta che non sapesse che stesse arrivando.
-So’ che. So’ che. Rie (Sono qua. Sono qua. Arrivo)- disse mio papà in tutta la finezza del dialetto bresciano.-Oh, non pensavo che fossi già arrivato.- disse mio papà vedendo Edo e assottigliando lo sguardo.
Lui vicino a me si irrigidì. Gli strinsi ancora di più la mano in segno che ce l’avrebbe fatto. Avrebbe dovuto farcela. Per me. Per noi.
-Salve. Sono felice di rivederla.- disse Edo in modo educato stringendo la mano con mio papà.
-Non posso dire lo stesso.- disse mio papà.
-Paolo. – lo richiamò mia mamma.
-Vieni Edo siediti.- gli disse mia mamma gentilmente.
La guardai come per dirle “Dammi una mano” e lei annuì.
-Allora, Edo come va l’università?- gli chiese mia mamma ricordandosi che ci andava.
-Bene, adesso ho preso un momento di pausa non avendo tesi da preparare quindi. Mi sto rilassando.- rispose lui e lo stava facendo davvero. Si stava mettendo leggermente a suo agio.
-Che università fai?- chiese mio papà incuriosito.
-Medicina. Vorrei diventare un medico come mio padre.- disse lui sorridente.
-Vuoi seguire le orme di tuo padre? Davvero ammirevole.- anche mio papà si lasciò andare maggiormente.
-Si, mi è sempre piaciuta la medicina, poi da piccolo passavo molto tempo con mia mamma e mio papà in ospedale.- disse lui rilassato.
-Tua mamma che lavoro fa?- chiese mia mamma che intanto aveva servito a tavola.
-L’infermiera nel reparto di mio padre, è lì che si sono conosciuti.- sembrava davvero molto più rilassato ed io sorrisi.
-Oddio, che storia romantica. Lavorare nello stesso reparto e poi innamorarsi.- Edo rise. Mio papà scosse la testa.
-Sempre detto che sei troppo romantica.- continuando a scuotere la testa.
-Sei tu che sei troppo poco romantico.- gli lanciò una fulminata.
Io risi seguita da Edo per questa piccola litigata.
Mangiammo chiacchierando del più e del meno.
Mio papà alla fine si lasciò andare raccontando aneddoti sulla sua storia con mia mamma quando erano giovani. Ridemmo e scherzando insieme ed il pranzo non poteva andare meglio.
Edo si era rilassato e avevano un po’ parlato da soli di macchine e calcio sotto lo sguardo mio e di mia mamma compiaciuto e divertito.
Accompagnai Edo alla macchina. Ci baciammo, ci salutammo ed ero pronta per tornare a casa, con un sorriso soddisfatto sulla faccia.
-Devo chiederti scusa.- mi disse mio papà appena entrata.- Hai ragione è diverso. Ti ama davvero e non potrei essere più felice. È un ragazzo molto simpatico e a modo. Non potevi scegliere meglio. A quanto pare questa distanza gli ha fatto bene.- mi disse sorridendo e si stava quasi per mettere a piangere.
Mi fiondai ad abbracciarlo.
-Oh, papà. – gli dissi io cominciando a piangere anch’io.
-No, davvero. Sto bene.- disse tirando su con il naso.- La mia bambina è diventata grande e ha un ragazzo che la ama. Sto bene. Davvero.- lo guardai, staccandomi da lui e rise.
Era comica come scena, vedere mio papà che piangeva.
Me lo sarei ricordato tutta la vita.
Chiamai la Ila preoccupata per dirle che era andato tutto bene.
Le raccontai tutto per farmi stordire le orecchie con un suo urlo.
Passai tutto il resto della giornata a ridere come una scema.
Non poteva andare meglio.
Ero felice. Avevo un ragazzo che mi amava e che amavo. Piaceva ai miei genitori?
Cosa potevo desiderare di più?
Assolutamente niente.

 

 

 

 

Buonasera! Non potete assolutamente perdonarmi. Avevo promesso di postare un capitolo primo della fine della scorsa settimana, invece non l’ho fatto =( Quanto mi odio. Ok, questo fine settimana prometto che posto. Lo giuro. =)
Allora, ragazze, con questo capitolo ne mancano 10 alla fine della storia. Sembrava che dovesse durare per sempre e invece, eccoci qui, a 10 capitoli dalla fine.
Ormai le cose sono a posto, il papà della Ary ha capito che Edo è cambiato, lui e la Ary stanno felicemente insieme. Ila e Simo vanno benissimo, come avete potuto leggere in questo capitolo stanno dormendo insieme, quindi, tra loro va tutto bene. Tutto va assolutamente bene. Si capisce che la storia sta giungendo alla fine, vero?
Be, ma ci sono ancora alcune cose che devono succedere. La Ary sta per compiere gli anni e deve ancora conoscere i genitori di Edo, poi mancano ancora la prima volta delle nostre due protagoniste, quindi, ci sarà ancora qualcosa da leggere.
Come sempre ringrazio tutte le persone che hanno aggiunto questa storia alle preferite, seguite e ricordate e che mi hanno aggiunto come autore preferito. Grazie davvero a tutte *_*
Vi ricordo che potete trovarmi su Fb e su Twitter. Aggiungetemi pure =)

Alla prossima ^_^

PS: per il prossimo capitolo vi dico solo Ila, Simo, casa libera. A buon intenditore poche parole. xD
 
   
 
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