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Autore: suni    30/12/2005    1 recensioni
Malandrini. Sogni. Speranze. Desideri. Risate. Lacrime. Attimi di vita sbiaditi dal tempo. Argomento non nuovo ma trattato spero con originalità. Fatemi sapere.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4: SCENE DA UN MATRIMONIO

 

“MERDA MERDA MERDA!!” starnazza Sirius svuotando il contenuto di un cassetto sulla scrivania.

Remus lo guarda scuotendo la testa.

“Io non ci posso credere Sis, sul serio” commenta rassegnato, con un mezzo sorriso.

“Ma dai, lo sai che sono un po’ distratto…” replica lui continuando a frugare freneticamente in ogni angolo del soggiorno.

“Va bene, ma fino a questo punto…” obietta Remus sistemandosi il tweed.

“Cazzo! Jim mi farà a pezzi!” si lamenta Sirius correndo in giro. Remus nota che è già vestito di tutto punto per la cerimonia, scarpe comprese, tranne il dettaglio che ha scordato di mettersi i pantaloni.

“No, e perché? In fondo si deve solo sposare tra due ore…” lo contraddice ironico sedendosi sul divano.

“Non ti ci mettere anche tu, Lunastorta. Dammi una mano invece di fare il saccente come tuo solito!” protesta l’altro accucciandosi a terra  per guardare sotto i mobili.

“Fingerò di non aver sentito…” sospira Remus levando gli occhi al cielo.

Si versa un po’ di burrobirra –sono le nove del mattino- e osserva divertito il bizzarro individuo con cui convive: Sirius Black, ventiduenne disoccupato cronico, sempre a fare i salti mortali per pagarsi gli studi accademici dopo essere uscito brillantemente da Hogwarts, disorganizzato di natura, caotico per scelta, bellissimo per istituzione, raffinato per discendenza e ingenuo di professione. Attualmente spaparanzato sul pavimento in cerca degli anelli nuziali –che ha smarrito- del suo migliore amico, a cui tra poco deve fare da testimone.

“Ti posso dire una cosa, tesoro?” chiede educatamente.

“Mpfgnn… - Sirius spinge con un certo sforzo lo scrittoio per controllare meglio al di sotto- …Sì?” boccheggia.

“L’altro ieri stavano sul ripiano del bagno” spiega Remus godendosi la scena.

“Del bagno? …E che ci facevano lì?” chiede Sirius passando da un’espressione trionfante a una perplessa in un nanosecondo.

“Sinceramente speravo potessi darmi tu qualche delucidazione in proposito…” risponde lui mentre l’altro si fionda in bagno. Lo sente armeggiare per qualche istante.

“Non ci sono più!” gli giunge la sua voce allarmata.

“… Lo so.” replica semplicemente Remus prima di svuotare il bicchiere.

Sirius torna lentamente in soggiorno.

“Remus –la sua voce è controllata, ma evidentemente minacciosa- li hai presi tu per caso?”

Sirius lo guarda accigliato: Remus, ex-Prefetto, ex-Caposcuola, migliori MAGO degli ultimi settant’anni, prudente, moderato e sempre calmo, apparentemente l’anima coscienziosa e saggia del gruppo, in realtà profondamente Malandrino. Da tenere d’occhio.

“Non li ho presi. Li ho messi dove dovevano stare.” Lo corregge serio.

“E cioè?” abbaia Sirius esasperato.

Remus tace per un attimo, centellinando il piacere di vederlo pendere dalle sue labbra.

“Nell’unico posto dove non hai guardato. –sospira, di fronte all’espressione vacua del ragazzo- Nel cassetto del tuo comodino, Sirius. Là dove li dovevi mettere…” aggiunge soffocando una risatina.

Sirius si precipita al piano di sopra reprimendo a mezza voce qualcosa che sembra estremamente simile ad un insulto.

Non passano più di trenta secondi prima che ricompaia.

“Sei un cretino, Lunastorta! –sbotta stringendo tra le mani il prezioso astuccio- Perché non me lo hai detto subito?” chiede sostenuto.

“… Perché mi stavo divertendo, Felpato.” risponde Remus pacato prima di ridacchiare. Immediatamente dopo gli arriva una cuscinata in piena faccia. Scoppia a ridere di gusto e si alza con fare pratico.

“Bene, ora che abbiamo risolto questo piccolo disguido, vestiti del tutto e cerchiamo di non arrivare troppo in ritardo, ok?” suggerisce spazzolandogli la polvere dalla giacca.

“Io sono vestit.. – si dà una rapida occhiata- Oh, cacchio..!” esclama.

“Temevo che non lo avessi fatto apposta…” sospira Remus mezzo divertito, mezzo sconfitto.

Sirius scoppia a ridere a crepapelle.

“Ci…Ci pensi? –sghignazza, senza riuscire quasi a parlare- Io che entro di corsa in palese ritardo e… E mi precipito all’altare… Mpff… -ride ancor di più- in boxer!!” latra, piegandosi in due con le lacrime agli occhi. Remus scoppia a ridere a sua volta.

“Sì… E Lily che ti spacca il … il tabernacolo sulla testa!” ghigna divertito.

“E Jim che, osservata la scena, fa partire la marcia nuziale dandosi arie da direttore d’orchestra!” aggiunge Sirius asciugandosi gli occhi, subito colto da un altro attacco di risa. Remus si lascia ricadere sul divano, ancora ridendo, senza più fiato.

“Oh, God, ma perché siamo così grotteschi?!” esclama esilarato.

Sirius continua a ridacchiare e si infila i pantaloni saltellando da un piede all’altro. Quindi torna serio e si piazza davanti allo specchio, sistemandosi la cravatta.

“Ma poi perché ci vestiamo da Babbani?” chiede appiattendo il colletto della camicia.

“Perché i genitori di Lily verranno con alcuni parenti e avevano piacere che.. Ah, forse c’è anche sua sorella.” spiega Remus prendendo il soprabito.

“Oh, sì,  quell’orribile Petula…” inizia Sirius.

“Petunia” lo corregge meccanicamente Remus.

“…Quello che è. Resta comunque orribile” puntualizza Sirius con noncuranza.

Remus scrolla la testa con un sorriso.

“Che razza di capelli –si lamenta Sirius mettendosi le mani in testa- Ne’ lunghi ne’ corti e tutti arruffati…” osserva, critico.

“Oh, povero cocchino!” ridacchia Remus. Felpato li ha tagliati da pochi mesi, dopo che dal primo anno a Hogwarts li aveva lasciati crescere, e in effetti ora sono un po’ ingovernabili.

“Forse pettinati indietro…” considera l’altro prima di sparire in bagno per tornare subito dopo con una manata di gel. In salotto è rimasto l’unico specchio della casa; quello del bagno ha fatto una brutta fine la settimana scorsa, mentre lui e James giocavano a Gobbiglie con una pista di loro creazione che attraversava tutto l’appartamento.

Si sistema i capelli con alcuni rapidi gesti e poi stira la giacca tirandola per le punte. Remus è quasi ammirato: da sempre, lo vede prepararsi in un paio di minuti e sembrare appena uscito da una seduta di sei ore con un estetista. Misteri dei geni Black, indubbiamente.

“Andiamo?” chiede spazientito.

“Yeah man!” risponde Sirius seguendolo fuori. Pochi secondi e si precipita di nuovo in casa. Afferra l’astuccio con gli anelli, abbandonato sul tavolo, e riesce di corsa.

 

“Vi dichiaro marito e moglie”

Tutti i presenti si producono in una sorta di entusiastica ovazione mentre James, con il sorriso più felice che si sia mai visto su volto umano, abbraccia di slancio Lily senza riuscire nemmeno a respirare. Lei ricambia, e con gli occhi pieni di lacrime, si stringe a lui ridendo emozionata, e lo bacia tra le urla degli astanti.

Sirius è a pochi metri da loro, poco distante da Vivienne, la migliora amica di Lily nonché seconda testimone. Li osserva con un vago, affettuoso sorriso aleggiante sul viso. Non riesce a capire neanche lui il miscuglio di sensazioni che si sente dentro: la gioia, la commozione, la speranza… La paura. Paura di perdere Jim, di vederlo allontanarsi da lui fino a dimenticarlo. Ha sempre creduto che non sarebbe mai successo, ma ora guarda lui e Lily e gli sembrano talmente perfetti e completi da pensare che la sua presenza nelle loro vite sarebbe disturbante.

Distoglie lo sguardo e cerca Remus e Peter con lo sguardo: sono seduti in seconda fila, dietro i familiari stretti, e osservano anche loro la coppia.

“Signori!! –esclama James all’improvviso, allontanandosi un po’ verso l’uscita- ... Finalmente si mangia!”

Scoppiano tutti a ridere, mentre sua moglie gli dà uno scherzoso scappellotto sulla nuca e lo spintona leggermente. Mentre escono, gli ospiti cominciano a lanciare loro chicchi di riso, e confetti, e fiori, e per la verità passa per aria anche altra roba, volano persino un paio di caccabombe –certamente omaggio di vecchi amici che non hanno dimenticato qualche scherzo dello sposo, ad Hogwarts- e luci filanti che brillano come piccole stelle dando riflessi infuocati alla chioma della sposa. E’ una gara a chi porge in regalo l’incanto più bello, in aria c’è un susseguirsi di illuminazioni e fuochi colorati.

James si guarda intorno e non riesce a credere a quello che succede, non è possibile essere così tanto felici, è sovrumano e probabilmente tra poco il petto gli esploderà. Sale sull’auto magica che li porterà al ristorante senza neanche parlare, troppo sconvolto per riuscire ad emettere suoni intelligibili.

“Sei felice, amore?” gli sussurra Lily in un orecchio. Lui la abbraccia con foga affondandole il viso nei capelli.

“Non sai quanto…” mormora sorridendo.

Ha tutto. Tutto quel che si può desiderare lui lo ha, adesso, la vita perfetta: non esistono Voldemort e i Mangiamorte in questo momento, non esiste niente di tutto il marcio che sta accadendo nel mondo magico, esistono solo lui, Lily e le persone a cui vogliono bene.

Senza chiedersi per quanto.

 

Il banchetto è stato a dir poco luculliano, con una quantità infinita di pietanze deliziosi e fiumi di ottimo vino; nonostante abbia promesso alla moglie di non esagerare, James ha fatto le cose in grande, e complice l’aiuto di Sirius, ne è risultato un ricevimento in grande stile. Il momento dell’apertura dei regali poi è stato commovente: era come se tutti avessero semplicemente azzeccato il regalo giusto, e Jim e Lily erano entusiasti. Peter sorride malinconico: il regalo suo e di Remus –un’auto magica che i Potter avevano ammirato per caso qualche settimana prima- li ha commossi come pochi altri. Erano secoli che risparmiavano e hanno anche dovuto chiedere un prestito. Quando poi è toccato a Sirius, per poco non finivano tutti il lacrime. Quando Jim ha aperto il pacchetto ha soffocato un’esclamazione e Lily ha lanciato un autentico urlo, di gioia, con gli occhi arrossati. Poi Jim ha aperto la lettera dell’amico –non l’ha lasciata leggere neanche a sua moglie- è scoppiato in singhiozzi e lo ha abbracciato talmente forte che gli ha sicuramente incrinato qualche costola, ma Sirius non sembra essersene accorto, per ora.

Di fronte a tutta quella gioia Peter si sente morire.

Sì è venduto. E’ spregevole e miserabile quel gesto. Ma lo ha fatto.

E non può più tornare indietro. Ha troppa paura; ora capisce le parole del Cappello Parlante, anni prima. Ha paura, e si odia perché è un vigliacco. Si odia, ma non fa niente per evitarlo.

“God… E’ tutto ancora più bello di quel che pensavo…” sospira sereno Remus, sedendosi al suo fianco.

“Già” annuisce lui sorseggiando lo champagne. Non lo guarda, non può.

E’ quello per cui più di tutti gli dispiace.

Remus John Lupin. Uno che la vita ha preso a pugni ogni qualvolta fosse possibile, senza che lo meritasse minimamente. E che nonostante tutto non si è piegato. Finora.

E’ la vera ragione per cui spesso si sente così male; Remus è buono, anche troppo. Non si merita nemmeno un po’ quello che lui sta facendo. Ma ormai è fatta.

Volta lo sguardo in direzione opposta all’amico. E lo vede. Sta scherzando con James: hanno messo in testa delle insalatiere a mo’ di elmi e starnazzano canzoni di Frank Capra –un Babbano- con delle stridule voci in falsetto.

Ci ha messo anni a capire che lo odia.

Odia i suoi intensi occhi chiari e il suo fascino magnetico, odia la sua intelligenza, la sua sicurezza e il suo sorriso accattivante, odia il suo essere brillante e sempre a proprio agio, il suo coraggio e la sua generosità. Tutte qualità che lui non ha mai neanche lontanamente posseduto, e che per l’altro sono semplicemente ovvie e naturali, quasi dovute.

Sirius Black, il cuore pulsante dei Malandrini.

E ha finito per odiare anche Jim. Jim, che gli era tanto caro.

“… Peter, mi stai ascoltando?”

La voce di Remus lo richiama alla realtà.

“Scusami. Devo aver bevuto troppo e sono un po’ rincoglionito” risponde meccanicamente. Remus ridacchia divertito.

“Non sei l’unico, mi sa…” commenta, con un cenno del capo verso i due showmen, che adesso stanno ballando la macarena in mezzo ai tavoli.

Sorride suo malgrado. Li ama anche, nonostante tutto. Ma ci sta lavorando, li cancellerà dai propri affetti, in qualche modo. Se li lascerà alle spalle; e sarà lui quello ammirato e stimato, quello che conta: l’Oscuro Signore darà ai suoi seguaci potere di vita e di morte sui loro simili. Ha tutto da perdere, restando dalla parte dell’Ordine.

E Voldemort gli fa paura.

 

“…We wish you a merry Christmas, we wish you a merry Christmas…” sta cantilenando James mezzo sbracato su un tavolo.

“…And a happy new year!” conclude Sirius facendo cozzare il proprio bicchiere contro quello dell’amico.

Scoppiano a ridere all’unisono.

“Signori, propongo un valzer!!” sbraita James scattando nuovamente in piedi. Afferra l’amico per un braccio e gli mette una mano sul fianco. Sirius scoppia a ridere, assecondandolo. Frank fa un cenno ai musicisti della band, e quelli attaccano a suonare Strauss.

Non si può dire che stiano propriamente ballando: barcollano più o meno elegantemente mentre la gente intorno ride divertita. Qualcuno li imita, e si mette a ballare insieme a loro. Andromeda tiene il tempo battendo le mani.

E all’improvviso succede.

E’ un razzo di luce bianca accecante. Parte da dietro un muro e schizza, enorme, in mezzo alla gente, sibilando e zigzagando, ribalta un tavolo con fragore di ceramica infranta e si divide in due, mentre è il panico generale: gli invitati urlano e si buttano a terra nell’isteria generale, i più coraggiosi estraggono le bacchette terrorizzati, qualcuno, ragazze soprattutto, singhiozza accucciato a terra. Uno dei due fasci di luce continua a svicolare in mezzo alla folla atterrita fino ad allontanarsi e spegnersi, e l’altro si impenna verso l’alto, sempre più su. Ed esplode.

Nel cielo compare un gigantesco, bellissimo fiore dai colori dell’arcobaleno che si allarga fino a diventare enorme.

Nell’attonito silenzio generale, Remus applaude lentamente, con uno smagliante sorriso.

E James e Sirius scoppiano a ridere a più non posso, sghignazzano esilarati abbracciandosi trionfali, ululano dal divertimento fino a crollare in terra con le mani sullo stomaco per i crampi.

“UOOO-HOO-HOOO!!!” sbraita James al colmo dell’ilarità, tirando una gran pacca al suo migliore amico. Che dal canto suo, si asciuga le lacrime di euforia, prima di cercare di parlare.

“Sp-pettacolo gentilmente offerto… - balbetta, ancora ridendo- dalla –altro accesso di risa- Potter&Black S.p.a.!!”

E riattaccano a sghignazzare.

Gli invitati impiegano qualche istante a realizzare cosa è realmente successo.

Era uno scherzo.

Uno dei soliti, tremendi scherzi del duo più temuto di Hogwarts. Appena un po’ più esagerato del solito, data la solennità della situazione.

Qualcuno, come Frank e Mundungus, inizia a ridacchiare nervosamente.

Qualcun altro, come Vivienne e Minerva McGrannitt –pallida come un cencio- si avvicina con fare indignato e disapprovatorio.

Albus Silente scrolla lentamente la testa, tra lo sconfitto e il divertito, con un sospiro di sollievo.

Lily Potter afferra l’ingombrante gonna del suo abito da sposa sollevandola con le mani, e marcia minacciosa verso i compiaciuti autori della burla.

“Voglio il divorzio…” ringhia allibita.

“A-amore… -James si asciuga gli occhi cercando di alzarsi, ma è ancora scosso da un’irrefrenabile risata-… Non ti sei divertita?” chiede, voltandosi per cercare il sostegno di Sirius. Che sta osservando la dolce metà dell’amico con un certo timore,o forse terrore, negli occhi.

“JAMES POTTER!!! –inizia lei sul punto di perdere le staffe del tutto. Poi li osserva, accucciati in terra assolutamente soddisfatti, pazzi indubbiamente ma meravigliosi. Si guarda intorno: nessuno sembra aver riportato danni gravi- …Sei un idiota…” borbotta serrando le labbra per trattenere un sorriso.

La paura ha lasciato il posto al sollievo, e anche se qualcuno sembra decisamente risentito, la maggior parte degli invitati ha quasi superato il trauma e comincia a trovare divertente la cosa: dopotutto, sono amici, e perciò abituati alle pesanti bizzarrie dei due ragazzi. La manciata di Babbani presenti sembrano essere gli unici a trovarsi ancora sotto shock, ma Remus e Peter li stanno tranquillizzando.

La situazione torna lentamente alla normalità e degli allibiti camerieri iniziano a pulire per eliminare il danno dovuto al ribaltamento del tavolo, mentre James si scusa promettendo loro un lauto rimborso per l’incidente.

Lily si avvicina al testimone lo guarda con finto rimprovero.

“Come diamine vi è venuto in mente?” chiede incrociando le braccia.

Sirius fa spallucce, mentre si pulisce i pantaloni dopo essersi alzato.

“Non so… E’ stato naturale.” risponde con innocenza.

Lily sorride affettuosamente.

I soliti Malandrini…

 

“E’ stato.. Wow!!” esclama James sedendosi su una delle panche del vialetto del ristorante. Sirius gli si accascia accanto con un sorriso orgoglioso.

“Sono sicuro che quando riusciremo a rilevare l’Emporio, questo genere di cose andrà a ruba” commenta con convinzione.

Rimangono per un po’ in silenzio, immersi in analoghi pensieri.

Conrad, il proprietario di Zonko, ha intenzione di cedere l’attività tra qualche anno, e loro due stanno già mettendo da parte i soldi, o almeno, ci provano. Per il momento sono ricchi unicamente di un mucchio di idee geniali; quasi ogni settimana vanno a Hogsmeade, rubando qualche ritaglio di tempo alle attività dell’Ordine e del corso da Auror, e si mettono a pensare a come sistemeranno i locali, e a tutti i nuovi scherzi che hanno in mente; per qualche istante non pensano a Voldemort, alla guerra, ai morti. E’ il loro momento di paradiso settimanale.

“Questa faccenda finirà, prima o poi…” dice Sirius filosofico.

“E credi che noi lo vedremo, quel giorno?” ribatte James dopo un breve silenzio.

Sirius si volta e lo guarda negli occhi.

“… Non lo so, Jim.” Risponde piano.

L’altro sospira.

“Non è per me che ho paura, Sirius. Ma per voi… Per Lily, per te, per i ragazzi… Se vi succedesse qualcosa, io…” inizia tristemente.

“Jim. –Sirius lo interrompe deciso, si alza e, piazzatosi davanti a lui, gli mette le mani sulle spalle- Avremo un sacco di tempo per preoccuparci di queste cose, ma non oggi. Non oggi, ok? Questo è il tuo grande giorno…” conclude con un sorriso. L’altro lo ricambia e si tira in piedi a  sua volta.

“… Tu… -gli mancano le parole- Tu sarai sempre al numero uno per me, Felpato. Non pensare che questo matrimonio cambi le cose fra noi, non succederà mai. Ne’ mia moglie ne’ nient’altro ci allontanerà.” Dice serio, guardandolo negli occhi.

Sirius abbassa leggermente lo sguardo, con un accenno di sorriso.

“Lo so. L’ho capito poco fa, sai? Mentre ci rotolavamo in terra dopo lo scherzo.” Risponde.

Si guardano in viso e si passano le braccia intorno alle spalle, tornando fianco fianco a fianco verso i tavoli e i festeggiamenti. Lily li vede e va loro incontro, sorridendo.

“Stavate architettando qualche altra degenerazione, voi due?” li apostrofa fingendosi severa, ma con le labbra arcuate verso l’alto.

James le si avvicina e le dà un bacio.

“Proprio così, amore. Volevamo metterti un Vermicolo sotto il cuscino, stasera” risponde sorridendo.

Lei ridacchia, mentre Sirius fa per allontanarsi.

“Ragazzi –Remus si avvicina radioso- Fermi lì! Una foto ai fantastici tre!” esclama piazzandosi l’apparecchio davanti al viso.

Sirius mette una mano sulla spalla a ciascuno dei due sposi e tutti e tre sorridono, mentre il licantropo scatta la foto.

“Una tutti insieme! –prorompe James- FRAAANK!! Vieni a farci una foto?? –chiama, e l’amico si avvicina annuendo- PEETEEER!! Facciamo una foto tutti insieme!” sbraita.

Remus lascia la macchina fotografica al giovane Paciock e si avvicina agli altri, mentre Peter caracolla verso di loro.

Si sistemano fianco a fianco, scambiandosi chiassosamente più di una volta per decidere la postazione finale, che risulta essere Peter, James, Sirius e Remus a braccetto, mentre Lily si sistema davanti al marito appoggiandosi a lui.

“Sorridete, ragazzi!” li invita Frank.

“Cheeeeese!!” ridono loro.

Flash.

“Questa è per sempre…” osserva Remus con gli occhi luminosi.

 

 

 

 

 

Per call: mi rendo conto in effetti che questo Sirius non sfigurerebbe affatto come gemello segreto di Lucius, ma è esasperato volontariamente: direi che, come ha commentato Manny, il piccolo Sirius doveva essere una specie di pentola a pressione pronta a esplodere. Evidentemente però non era così immediato, perciò ti ringrazio di avermelo fatto notare, cercherò di riguardare questa parte.

Grazie (soprattutto per le critiche) e commentate!!

Buon anno!!

   
 
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