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Autore: Lara Rye    02/02/2011    0 recensioni
La tua pelle scorticata, i tuoi muscoli lasciati andare ad un destino effimero, pronto a mutare ad ogni secondo di agonia, la tua voce inesistente, come stanca, quasi villana… Porti in grembo questo dolore lacerante, pronto a scavarti fin sotto le ossa e a ricordarti che, non puoi scappare, che essendo cinto al tuo respiro, non puoi allontanarlo. Non è né il tuo più grande amico né il tuo peggior nemico, ma una parte bastarda del tuo cuore, della tua anima, della tua più profonda essenza.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Febbraio ti salverà con il suo effimero gelo.



La tua pelle scorticata, i tuoi muscoli lasciati andare ad un destino effimero, pronto a mutare ad ogni secondo di agonia, la tua voce inesistente, come stanca, quasi villana…
Porti in grembo questo dolore lacerante, pronto a scavarti fin sotto le ossa e a ricordarti che, non puoi scappare, che essendo cinto al tuo respiro, non puoi allontanarlo.
Non è né il tuo più grande amico né il tuo peggior nemico, ma una parte bastarda del tuo cuore, della tua anima, della tua più profonda essenza.

Fissi la finestra.

No. Fissi oltre la finestra, oltre le aste di legno, il sole calante, il gelo impresso sulla balconata, la nebbia impenetrabile. 
Il tuo sguardo sembra perdersi insieme al freddezza di quelle giornate, eppure non è mai stato così presente. Coglie ogni oggetto, ogni particolare, ogni sfumatura e quasi, assieme a quel tuo animo fragile e leggiadro, ti addentri in essi, come se potessi vedere le loro anime inesistenti e la loro brulicante magia. Non hai tempo per proteggerti, per scampare a quella strettissima dipendenza che ti lega al mondo, che –nel momento di avvicinamento e spesso di raggiungimento alla morte interiore- ti rende stretta, te stessa parte increspata del mondo, cinta ad ogni foglia caduta per terra, al cielo stanco, al sole celato dal gelo di inizio Febbraio, alla neve che tanto odi e che però, segretamente ami.

Quando sei persa, sai dove ritrovarti, sai dove imparare ad amarti.

Riconosci questi giorni come pesanti, come un fardello costante che –un secondo dopo l’altro- ti sei portata, sulla schiena e sulle ossa magre e stanche, terribilmente stremata da una situazione non risolvibile.

Ogni singola volta in cui, inceppandoti nel dolore, hai trascinato la tua anima fino allo sfinimento, hai pensato che ormai eri abituata, che niente ti avrebbe più potuto distruggere proprio per quel tuo essere già disintegrata dentro, eppure ogni volta l’inferno ti si mostra nel suo essere possente e perfido e questa volta, il dolore ti ha persino superata, lacerandoti completamente.

Resisti. Senti un sussurro dietro l’orecchio ed i capelli arruffati che per un secondo ti dona una forza incredibile, portando il tuo dolore, in modo da buttarlo al di là del davanzale, permettendoti di salvarti mentre la pioggia cade sul tuo corpo, illuminandoti di tristezza, certo, ma pur sempre illuminandoti.
   
 
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