Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Mary_Whitlock    03/02/2011    4 recensioni
Elanth Riddle è forse la ragazza più brillante che Hogwarts abbia mai visto, è forte e coraggiosa ma cresce anche all'ombra del padre con il quale vive dal primo secondo della sua vita. Voldemort la guida, le dice cosa fare, la istruisce; pensando di aver costruito così un'arma da guerra imbattibile.
Ma nessuno può essere creato, nessuno può scegliere il futuro di una persona. Appena Elnath mette piede fuori dalle mura domestiche si ritrova a lottare contro se stessa. Tutte le certezze che aveva prima sembrano svanire, tutti i suoi piani crollargli davanti. E in mezzo a quei ruderi compare solo un ragazzo dagli occhiali tondi.
BETA: MARLTERIO & KYARA
FINALE APERTO
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L'INIZIO

 

 

Eccomi nuovamente qui!

Visto non vi ho fatto spettare troppo!=)

Penso che di pubblicare, da adesso in poi, 1 capitolo al mese, dire di meno tra tutti gli impegni che ho sarebbe mentire sia a voi che a me stessa.

Tornando a noi, sono felice che lo scorso capitolo sia piaciuto e perciò mi affretto a ringraziarvi…

ringrazio: chariss - hermana - Maga_Merlina - maltrerio - roxy_black - _______aliceullen- CriCri97 per aver messo questa storia tra le loro preferite (cavoli non pensavo potesse piacere tanto);AZTHEBEST1 - BlackFra92 - Celly87 - Crazy Owl - ilaila92 - lapras89 - leonedifuoco - ludox - Maga_Merlina - Malandrina94 - maltrerio - MicroCuts - mikyvale - prelude10 - Rebecca Lupin - Scorpioncina - tamakisskiss - vicky_principessa per averla messa tra le seguite (cavoli pure voi quanto siete!!);Ely_91 - stellinagiocosa90 per averla messa tra le da ricordare.

Grazie mille a tutte voi!!!

Un particolare ringraziamento come sempre a Malterio e Hermana che recensiscono... davvero mille grazie!
Sapete non scrivo molto per Harry Potter e ricevere recensioni (anche se piene di critiche) mi fa sempre molto piacere, mi aiuta a migliorare.... anche un semplice "è ok"o " bello" o "è tremenda" per me significa molto [certo se nell'ultima si specifica anche il perché potrei migliorare =) ].

E ora vi lascio al capitolo che, diciamo è il primo vero capitolo della storia [quello che avete letto era un grande prologo.... -.-“] sperando che vi piaccia, non vi deluda; sperando che vi faccia porre alla fine mille domande, sperando che facciate alla fine strane supposizioni, sperando che le supposizioni che vi fate adesso si distruggano come in ogni libro nei capitoli seguenti.

Sperando che questa fic possa sembrare un libro scritto da una principiante.

Ci credo tanto e spero di riuscire a farvi provare quelle magiche emozioni che solo la scrittura sa dare.

Almeno ci provo!=)

Prima di salutarvi vorrei informarvi che ho una beta!! Il lavoro che ha fatto per questo capitolo è stato splendido e quindi il merito è anche suo! Davvero è un genio!

Di chi sto parlando? Di  maltrerio!! Davvero mille granzie non so come avrei fatto senza di te!

Baci

Mary

 

 

 

Ero seduta su una poltrona che non conoscevo: il fuoco che scoppiettava alle mie spalle era l’unica fonte di luce nella stanza.
Le pareti erano colme di fotografie di persone che avevo solo visto ma mai conosciuto, un tappeto rosso ricopriva quasi tutto il pavimento.
Mentre me ne stavo lì seduta a fissare le strane immagini che il fuoco creava, una figura angelica camminava verso di me.
Con passo affrettato avanzava, facendo volare nell’aria i suoi capelli rossi e scompigliati. La vestaglia bianca stropicciata come se non avesse mai avuto il tempo di stirarla e una lacrima che come una ballerina, scendeva lenta lungo la guancia.
Mi alzai di scatto, avvicinandomi a lei e ponendogli le mani sulle spalle.
Solo quando il mio viso fu a pochi centimetri dal suo la riconobbi: la signora Potter mi stava davanti, con il viso distrutto dalla stanchezza, e teneva in mano una lettera.
- E’ meglio se ti siedi – mi disse in un sussurro asciugando quelle lacrime che così poco familiari nei suoi occhi ora erano diventate quasi consuete
Eseguii come una marionetta l’ordine e mi accomodai sul divano dove lei mi raggiunse in pochi minuti.
- Da parte di chi è la lettera?- dalle mie labbra una voce maschile uscì senza che io potessi controllarla.
La signora sembrò esitare ma poi fissandomi negli occhi rispose: - E’ di Silente –
Sentii la preoccupazione invadermi e la mia mano tremare mentre cercavo di afferrare quel pezzo di pergamena.
- Elnath Riddle è giunta a Hogwarts – incominciò Ginny Potter passandomela - stata smistata a Grifondoro, non si capiscono le sue intenzioni. Ho paura per Jammy, Harry, non voglio che un Riddle rovini anche il suo primo anno di scuola, io... –
Il mio capo si chinò in un cenno di assenso e poi senza aspettare che la signora Potter potesse proseguire aggiunsi:
- Dobbiamo prendere dei provvedimenti -



Mi svegliai di colpo, il cuore batteva troppo veloce e piccole gocce di sudore mi bagnavano il viso.

Mi tirai su a sedere e mi guardai intorno: il silenzio regnava nella stanza rotto ogni tanto dal russare pesante di una ragazza minuta.
Posai i piedi a terra facendoli aderire con delicatezza al freddo pavimento e facendo un passo dopo l’altro scesi di sotto.

Avevo bisogno di un po' d'aria, di un bicchiere d'acqua fresca e di pensare a quello che avevo appena sognato, prima di infilarmi nuovamente sotto le coperte. Così andai nella mia tanto odiata sala comune.

La stanza era immersa nel nero.
L’unica luce era quella della finestra aperta, l’unico rumore era lo scoppiettare del fuoco che ormai si stava spegnando.
Ma anche se il silenzio e l'oscurità regnavano nella stanza, non ero sola.
Un ragazzo sedeva sul divano.
Mi dava le spalle ma ero certa di chi fosse.
James Potter fissava il fuoco senza dare segno di avermi sentita arrivare.
Si limitava a stare lì, impalato, spostando ogni tanto gli occhi verso la finestra, in attesa di qualcosa ancora a me sconosciuto.
Con passo lento mi sedetti accanto a lui e di scatto i suoi occhi mi furono addosso.
- Che ci fai sveglia tu? - la domanda volò gelida nell’aria mite del salotto.
- Potrei farti la stessa domanda – risposi io con tono calmo, come se stessi parlando a una qualsiasi persona e non al mio nemico.
- Aspetto una lettera dai miei genitori -
Era tutto così strano: quella conversazione, quell'onestà, quel tono, quella semplicità... era una situazione che mai mi sarei immaginata di vivere.
Ricordo che ne rimasi confusa all’inizio della nostra prima, vera conversazione.
Ma bastarono pochi minuti che la parte ragionevole del mio cervello si spense e diventai semplicemente Elnath, una piccola e innocua bambina senza un passato.
- Ora tocca a te - continuò poi fissandomi dritta negli occhi - Perché sei qui alle 5.30 del mattino? -
- Non riuscivo a dormire –

Otto ore prima eravamo in piedi davanti a tutti che giocavamo a fare i “grandi”.
E ora… e ora invece eravamo lì, seduti davanti al focolare mentre il cielo incominciava a diventare rosa, con un grosso sorriso stampato in faccia.
Come se fossimo stati migliori amici da anni, come se non fosse successo nulla.
- Scusami se prima ti ho fatto male – la sua voce era bassa, come se si vergognasse di quello che stava dicendo.
- Anche io non sono stata molto carina, ma alla fine siamo pari no? – risposi con la semplicità che solo un bambino può avere.
Perché anche se a causa dei nostri genitori dovevamo odiarci, anche se non avevamo niente in comune restavamo sempre questo: bambini.
E i bambini fanno cosa insensate senza pensarci su.
I bambini litigano e fanno pace due minuti dopo.
I bambini si pentono e chiedono scusa.
I bambini sorridono per una frase banale.
I bambini non ragionano.
Ma sopratutto, i bambini amano come nessun altro sa fare.
Mentre silenziosi ce ne stavamo lì seduti, una civetta bianca entrò volando dalla finestra e atterrò sul divano tra noi due.
James prese la busta dalla bocca dell’animale e dopo avergli dato una carezza sul capo, la lasciò volare via.
Scrutai la busta e tutto sembrò tornarmi chiaro:

A James Sirius Potter

Con affetto Ginevra Molly Weasley in Potter e Harry James Potter
Mamma e papà


- Va beh io me ne vado di sopra non si sa mai mi vengano strane idee come quella di scusarmi o di parlare di chi sa cosa con te, addio Animale – la mia voce questa volta fredda e tagliente lo colpì facendolo scattare in piedi.

- Trovi che sia una cosa così brutta scusarti – urlò James - io non volevo davvero farti del male. Ma vedi di non istigarmi o la prossima volta prendo la mira -
Senza dirgli altro mi girai e mi diressi con passo svelto verso camera mia.



***



Se pensavate che la mia storia fosse già cominciata vi sbagliavate di grosso.

Se quel giorno non fosse mai arrivato probabilmente la mia vita sarebbe continuata tranquilla e monotona e rimasta per sempre seduta sola in quell'angolo del tavolo dei Grifondoro.
Se il 2 settembre tutta quella conversazione non avesse avuto inizio non sarei stata la persona che sono adesso.
Perché fu proprio il giorno seguente, mentre tranquilla mi gustavo la mia colazione, che tre parole diedero inizio al più grande errore e alla più grande soluzione che il mondo magico abbia mai visto…
- Buon Giorno Riddle!- James Potter sedeva composto davanti a me nella sala grande e mi fissava con un sorriso da ebete stampato in faccia.
Senza dire niente alzai gli occhi della mia tazza di latte e cornflakes mangiandone, per poi tornare con disinvoltura a mangiare.
- Lo prendo come un buon giorno – rispose lui incominciando a giocherellare con un cucchiaino. - hai visto che orario? Proprio uno schifo no... -
- Cosa ti fa credere che puoi parlare apertamente con me - lo interruppi bruscamente facendo cadere il cucchiaino nella tazza - Mi pare di essere stata abbastanza chiara questa mattina -
- No, sei stata chiarissima e anzi mi rimangio anche le mie scuse… sai in verità è che quando sono stanco sparo cavolate. - rispose lui incominciando con aria definita da "figo", a dondolarsi sulla sedia - Comunque sia ti andrebbe, ecco... di… non so come dire di… di venire a lezione con me? -
- Ti sei bevuto quel poco di cervello che ti restava Potter? - risposi guardandolo negli occhi allarmata e prendendo un'altra cucchiaiata di cereali.
- Ma io non voglio è solo che….–
Tutto allora mi sembrò chiaro: la lettera, le parole di James, Potter del mio sogno che diceva che voleva prendere provvedimenti… dopotutto non sarebbe stata la prima volta che facevo sogni premonitori.
Posai il cucchiaio ancora pieno di latte nella tazza e mi appoggiai con entrambi i gomiti sul tavolo, fissandolo in quegli occhi colmi di preoccupazione.
- Chi ti ha mandato? - chiesi giungendo direttamente al punto – Silente? Tuo padre? Chi?-
Lo stupore che apparve sul suo volto fu indescrivibile: il cucchiaino con il quale giocava era fermo nella sua mano e la sedia era tornata al suo posto producendo un gran baccano.
Si mordeva il labbro imbarazzato e continuava invano ad aprire la bocca.
Poi lo stupore si trasformò in divertimento, le sue labbra in un sorriso e con un sussurro quasi impercettibile rispose:
- E se fossero entrambi? –
La risposta non poté che farmi sorridere: quella famiglia era molto più stupida di quanto immaginassi.
- Quindi tu parli con me solo perché te l’hanno chiesto loro?- domandai io cercando in tutti i modi di capirlo.
- E’ brutto da dire ma sì... allora ti va di parlare con me si o no?-
- No – risposi secca, alzandomi dal tavolo e dirigendomi verso l’uscita.
- Non puoi fare così – mi rispose lui inseguendomi e bloccandomi per un braccio prima che potessi superare il portone.
- Insomma vuoi sapere tutta la verità?- incominciò senza mollare la presa– mio padre e Silente vogliono che parli con te in modo da tenerti d’occhio e, se riesco, scoprire delle cose sulla tua famiglia. Ma io ti odio e… -
Non ascoltai più niente.
Le sue parole tutto ad un tratto diventarono solo un sottofondo fastidioso.
Non mi interessava quello che quello stupido stava cercando di dirmi, ne tanto meno di capire quella stravagante famiglia.
La mia attenzione era tutta per un gufo che in quel preciso istante stava planando nella sala.
Le penne quasi blu e gli occhi gialli alla ricerca del suo padrone.
Il gufo volò dritto verso di me e si posò delicatamente sulla mia spalla mostrandomi la lettere.



A Elnath Riddle

L.V.

Un pugno immaginario mi colpì allo stomaco.

Mi ero dimenticata di un particolare: la sera dello smistamento tutte le famiglie venivano avvisate della casa  in cui veniva smistato il proprio figlio.
- Ehi mi stai ascol…- incominciò James bloccandosi poi a guardare la lettera e il gufo – Chi è L.V.? –
- Mio nonno – risposi irritata strappando la lettera dalla bocca del gufo.
- Tu non hai nonni? Insomma Tom Riddle è morto anni fa, l’altro non so nemmeno chi sia quindi…-
- Merlino Potter quanto sei stupido, era ironico! Insomma quante persone mi potrebbero mai scrivere firmandosi L.V.?-
- Non ci arrivo –
- E’ mio padre – gli risposi accarezzando il gufo per poi lasciarlo andare.
- E perché mai dovrebbe firmarsi L.V. ?– mi chiese lui con voce colma di stupore.
- Ma tu sei sicuro di essere figlio di Harry Potter? Comunque Lord L e Voltemort V-
- Non era così scontato –
Mi limitai ad alzare gli occhi al cielo, avevo cose più importanti a cui pensare.
Se mio padre mi aveva scritto una lettera non prevedeva nulla di buono.
Non era tipo da sprecare del tempo solo per dirmi ciao.
- Insomma – continuò Potter distraendomi dai miei pensieri – voi siete una famiglia di pazzi nessuno ci sarebbe mai arrivato…-
Guardai James dritta negli occhi, pronta a rispondere alla sua provocazione e tutto ad un tratto la soluzione al problema mi sembrò così semplice e scontata.
Lui doveva stare con me perché i suoi lo obbligavano ma allo stesso tempo io potevo sfruttare questo a mio vantaggio.
Stargli vicino significava stare vicino a Harry Potter e scoprire i suoi punti deboli, diventandogli amica sarei riuscita a distruggere lui e il padre con più facilità.
Diventando amica del figlio del prescelto avrei fatto arrabbiare quest’ultimo e questo mi piaceva.
Quindi in questo modo prendevo due piccioni con una fava: per prima cosa potevo raccontare a mio padre che ero stata smistata in grifondoro solo per stare vicino a Potter per diventare sua amica e acquisire informazioni sull'ordine. Secondo, stare con suo figlio avrebbe indebolito il cuore di Harry Potter rendendolo più facile da distruggere.
- Va bene ci sto – risposi cambiando di colpo discorso.
- Ci stai a fare cosa?- rispose lui ancora troppo concentrato a capire come non gli fosse potuto venire in mente Lord Voldemort.
- Stare con te per un po’ di tempo –
- Mi stai prendendo in giro?- disse lasciando finalmente la stretta.
- Assolutamente no. Dopotutto così posso anche io tenerti d’occhio -
- In effetti sì –
- Bene ma a tre condizioni –
- Dimmi tutto Riddle –
- Ecco appunto prima non chiamarmi Riddle – vidi che alzava gli occhi al cielo ma non ribatté, quindi prosegui – secondo ci sono cose che non posso dirti perché ne va della mia vita e quindi evita di insistere e terzo davanti a me ti pregherei di chiamare mio padre Voldemort o tu-sai-chi e non Tom come fai molto spesso –
- D’accordo ma anche tu devi seguire le mie regole - chinai il capo – uno, come per te ci sono cose che non posso dirti quindi se non ti rispondo non insistere, secondo non devi mai più usare la magia contro di me –
- Per la seconda se non ce ne sarà bisogno non la userò, non sono mica una che usa una maledizione tanto per divertimento –
- Davvero? – mi domandò sorridendo leggermente – Allora affare fatto Ri…Elanaht ?-
La sua mano si tese verso di me e io la strinsi mentre su di me compariva un sorriso.

 

 

Per salutarvi vi lasico la foto di Elanth, so di avervene già mostrata una ma ora ho trovato quella perfetta! Dovete solo renderla più piccola!!:

http://image.forumfree.it/5/4/7/0/8/9/6/1296737593.jpg

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mary_Whitlock