TERZO
ANNO
Hanno
fatto pace, fortunatamente, con la facilità di due
tredicenni.
Se
solo più in là con gli anni fosse così
facile!
Ma
per ora non ci pensano, e si godono insieme il loro primo giorno di
scuola.
Hermione
è emozionata e non riesce a smettere di parlare delle
materie
aggiuntive che potrà scegliere. Ma dato che a scegliere non
è capace, visto che
tutte la appassionano, è decisa a seguirle tutte quante.
Draco
non ha di questi problemi –ne farà giusto il
minimo
indispensabile, e di certo non Divinazione né Babbanologia.
Non
lo direbbe mai ad Hermione, ma lei è forse l’unica
Nata Babbana che
non disprezza. Quest’estate suo padre, venuto a conoscenza
della sua amicizia
con Hermione, gli ha inculcato idee di razzismo ed eugenetica.
Draco
non vi ha prestato
troppa
attenzione: nessuna novità, tutte cose già
sentite. Però deve ammettere che
passerebbe una sola ora nel mondo babbano nemmeno se lo pagassero per
farlo.
C’è
sempre lei, l’eccezione
che conferma la regola, comunque. Hermione però è
la sua migliore amica, la sua
confidente, sua sorella: non riesce a considerarla una Mezzosangue.
-Ehi.
A che pensi?-
Draco
si riscuote.
-Niente.
Non ho molta voglia di ricominciare.-
-Io
sì.-
***
Sala
Grande.
Draco
sta sgranocchiando una coscia di pollo quando decide di voltarsi
per dare un’occhiata ad Hermione.
Trattiene
uno sbuffo quando vede che parla con Potter e Weasley.
Sempre
loro.
Com’è
possibile che quei due siano così fastidiosi? Devono avere
un
talento speciale.
***
-Professoressa,
dice sul serio?-
-Ma
certo, Granger-, replica severamente la McGranitt. –Mi fido
di te e
del tuo buonsenso. E anche della tua capacità di intuire
quali sono i pericoli
… -
-Sì!
Naturalmente … -
-E
anche i tuoi limiti-, conclude la donna prima di affidarle una
piccola clessidra. –Fanne buon uso … e non
parlarne con nessuno.-
-Può
contarci, professoressa. Grazie.-
***
-I
Dissennatori mi terrorizzano-, confessa Hermione.
-Perché?
Non hai niente da temere.-
-Forse
no, ma il solo pensiero
che potrebbero rubarmi l’anima, se volessero …
è orribile. Per non parlare poi
della tristezza e del gelo tutto intorno quando compaiono!-
-Ne
abbiamo bisogno per proteggere la scuola, lo sai.-
-Sì,
ma mi chiedo cosa faccia pensare a Silente che Sirius Black
potrebbe voler entrare ad Hogwarts … -
-Non
ne ho idea.-
-Beh,
di sicuro avrà i suoi buoni motivi. È Silente.-
-Come
no.-
Hermione
è distratta e non coglie il sarcasmo nella voce
dell’amico.
***
-Sei
strana in questi giorni. Sembri sempre stanca.-
-Io
non sono affatto stanca. Sto benissimo.-
-Come
vuoi.- Draco lancia in aria il botticino d’inchiostro chiuso
e lo
riprende, con innato talento di giocatore di Quidditch.
–Com’era la lezione di
Divinazione?-
-Mm,
niente di che. Onestamente, credo che non imparerò nulla. Si
tratta
solo di guardare dentro tazze di tè o palle di vetro e
aspettare ore per vedere
un’ombra. Molto meglio Aritmanzia. Insomma, numeri: ecco
qualcosa di concreto.-
Draco
aggrotta le sopracciglia,
-Pensavo
che gli orari di Aritmanzia e Divinazione coincidessero. Come
fai a frequentarle entrambe?-
Hermione
sussulta e si maledice per il proprio stupido errore.
-La
professoressa di Aritmanzia ha cambiato orario perché
eravamo in
molti a voler seguire sia le sue lezioni che quelle della Cooman.-
-Ah.
Capisco.-
Ma
Hermione sa di non averlo convinto.
***
-Draco,
sei sicuro di non aver … insomma … esagerato?-,
domanda la
Grifondoro titubante.
Sono
in Infermeria e Draco ha un braccio fasciato a causa
dell’incontro
con un ippogrifo.
-No-,
replica lui con enfasi. –Quel mostro
mi ha fatto male!-
-Secondo
me stai esagerando-, ribadisce Hermione. –Insomma, sei o non
sei un uomo? Il grande Draco
Malfoy?-
-E
allora?-
-E
allora ti sembra il caso di fare tutto questo rumore per un graffio?-
Draco
cerca di sembrare offeso ma non gli riesce.
-In
ogni caso, sono dell’idea che il mezzogigante … -
-Si
chiama Hagrid.-
-Beh,
che lui non debba
insegnare. Non credo che abbia una laurea, sai?-
-Conosce
le creature della foresta meglio di chiunque altro.-
-Creature
pericolose!-
-Te
lo ripeto, Draco: stai esagerando.-
Hermione
gli sorride con condiscendenza prima di allontanarsi.
***
-Oggi
Lupin non è venuto a lezione.-
-Ancora?-
Hermione
si mordicchia un labbro, pensierosa.
-Io
ho una teoria.-
Dopo
averla esposta, guarda Draco con incertezza.
-Plausibile,
ma in questo caso … potrebbe essere pericoloso!
Insomma, i lupi mannari-, Hermione lo interrompe.
-Shh!-
-Sì,
beh, possono anche uccidere.-
-Sembra
una così brava persona.-
-Tu
vedi sempre del buono in tutti e in tutto, Hermione. Anche in
quell’ippogrifo.-
-Non
ha fatto niente di male.-
-Mi
ha aggredito!-
-Avanti,
smettila. Lo sanno tutti che stai fingendo perché Hagrid sia
sospeso, o Fierobecco ucciso, o qualcosa di simile.-
Draco
rimane a bocca aperta, smascherato, e un’occhiata eloquente
di
Hermione gli fa capire che non toccheranno più
quell’argomento.
***
-Vorrei
solo che tu non passassi tutto quel tempo con Potter e Weasley.-
-Smettila
con questa storia! Io mi sono mai permessa di chiederti di non
stare con la Parkinson, quell’oca, o con Zabini, o con la
Greengrass, o con
tutti quei ricconi Purosangue con la puzza sotto il naso che
disprezzano
chiunque sia un po’ meno nobile
di
loro!-
-Ma
… -
-Ma
un corno. Harry e Ron-, Hermione ignorò la smorfia di Draco
nel
sentirla usare i loro nomi di battesimo, -Sono miei amici. Amici, d’accordo? Non ho
intenzione di … rimpiazzarti con loro, né niente
del genere. Quindi, per cortesia, smettila di lamentarti e svegliati.-
Draco
respirò profondamente.
***
-Ci
vediamo al lago alle sei, Hermione? È importante. Voglio
parlarti.-
-D’accordo.-
-Promesso?-
-Promesso.-
***
-Ho
fatto tutto il possibile.-
-Lo
so, Hermione. Avremmo dovuto aiutarti di più.-
Harry,
Hermione e Ron sono appena usciti dalla capanna di Hagrid dopo
aver scoperto che Fierobecco verrà giustiziato.
-È
tutta colpa di Malfoy-, ringhiò Ron sottovoce.
–Quel piccolo bastardo
piantagrane! Se solo avesse tenuto quella boccaccia chiusa …
lo sapevano tutti
che non gli aveva fatto nulla!-
-Ron,
basta-, lo interrompe Harry, vedendo Hermione già abbastanza
sconvolta senza bisogno di tirare ulteriormente in ballo il suo
migliore amico.
Un
suono improvviso, netto e agghiacciante, si fa strada nelle loro
orecchie e si insinua gelido nella coscienza.
-Oh,
Dio-, ansima Hermione, e scoppia a piangere.
Harry
e Ron la stringono a sé, e rimangono fermi, in silenzio, ad
ascoltare il cupo gracchiare dei corvi che Fierobecco non
potrà più udire.
***
Draco
si è preparato un discorso.
È
lungo e impegnativo, e più o meno riassumibile in una
parola, scusa, che trova alquanto
difficile
pronunciare.
È
una richiesta di perdono per la sua gelosia, la sua testardaggine, il
suo egoismo e, non ultimo, per aver permesso l’uccisione di
Fierobecco. Ancora
non capisce perché quel maledetto
animale
sia tanto importante per lei, ma fatto sta che lo è, e
quindi deve scusarsi per
averla fatta soffrire.
Non
succederà più.
Mi
dispiace tanto.
Ti
voglio bene.
Le
parole su cui ha riflettuto così a lungo gli frullano in
testa,
confuse, quando esce per raggiungere il lago.
Le
sei.
Sei
e un quarto.
Sei
e trenta.
Sei
e quarantacinque.
Le
sette.
Alla
fine Draco si rassegna, dicendosi che probabilmente Hermione si
è
dimenticata o è stata trattenuta. Sta tornando verso il
castello quando abbassa
lo sguardo verso la capanna del guardacaccia.
E
lei è lì, a metà strada, stretta a
Potter e Weasley.
Le
parole di scusa e affetto svaniscono in un turbinio. Draco sa che
ormai non le pronuncerà più.
***
-Ciao.-
La
ignora. È più facile, così.
-Draco?-
Non
rispondere.
-Draco,
ti si è congelata la lingua?-
Ancora
silenzio.
-Draco,
è per ieri pomeriggio? Mi dispiace, me lo sono dimenticata.-
Non
è vero, non è affatto più facile,
anzi. Non reagire è più difficile
che non risponderle male, perché gli richiede un enorme
sforzo di volontà.
-Ero
in biblioteca a studiare e ho perso la cognizione del tempo.-
Ah.
Meravigliose
bugie.
Così
inaspettate e … dolci, dopotutto.
Tanto
da sciogliere il muro di ghiaccio che Draco si era imposto.
-Almeno-,
dice, voltandosi lentamente per guardarla negli occhi, -Abbi
il buongusto di non raccontarmi balle.-
E
questa volta è lui ad andarsene.
***
Hermione
non piange. Tutto ciò che fa è prendere una piuma
intingerla
nell’inchiostro e dedicarsi a ciò che sa fare
meglio.
O,
per essere precisi –pensa- all’unica
cosa che le riesce bene … a parte forse rovinare
un’amicizia.
I
compiti.
E
Remus Lupin si ricorderà a lungo quel compito: il tema sui
Mollicci
più pieno di rabbia che abbia mai letto.
***
Gli
avvenimenti, quella notte, si succedono così in fretta da
non
lasciare ad Hermione il tempo di pensare.
Sirius
Black, Lupin, i Dissennatori, la fuga con Harry.
La
Giratempo.
Quando
Silente le suggerisce di usarla, lei non se lo fa ripetere due
volte.
E
quando riescono a liberare Fierobecco è una soddisfazione
enorme.
Se
non fosse per …
Sono
lì, nell’ombra, ad aspettare con
l’animale nervoso a fianco.
E
un pensiero attraversa la mente di Hermione come un fulmine.
Draco
la sta aspettando al lago, in questo momento.
Potrebbe
lasciare ad Harry il compito di liberare Sirius Black e salvare
un’altra cosa, oltre all’animale e al padrino di
Harry: forse la cosa più
importante che ha.
Che
aveva.
La
sua amicizia con Draco.
Hermione
sente che lo potrebbe fare. Correre via e agire egoisticamente
–come
una Serpeverde.
Ma
il Cappello Parlante non sbaglia: lei una Serpeverde non lo
è né lo
sarà mai.
Quindi
si volta e segue Harry.
Ha
fatto la sua scelta.
N.d.A.
Ecco
qui anche il terzo capitolo!
Grazie
alle 12 persone che hanno recensito, alle 7 che hanno messo
questa storia tra le preferite, 3 nelle ricordate e 36 (!) nelle
seguite.
A
presto!