Libri > Twilight
Ricorda la storia  |       
Autore: _Giuls17_    03/02/2011    1 recensioni
storia scritta per il contest "what if e se il succhiasangue fosse morto??" storia basata sulla decisione di Ed di farsi ammazzare dai volturi, ovviamente il titolo parla da se e spero che vi piaccia....
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black | Coppie: Bella/Jacob
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
cap 1

 scritto per il contest "what if e se il succhiasangue fosse morto..?" settima classificata..

Capitolo 1

Il telefonò squillo, ma ero troppo presa dalla conversazione per rispondere,  Jake lo notò e rispose lui al posto mio, ascoltò in silenzio e chiuse la conversazione dopo poco, ma la sua faccia mi fece capire che non era tutto apposto, la telefonata l’aveva turbato, e parecchio anche.

-Chi era Jake?.-  chiesi in tono preoccupato.

-Era Edward…- lasciò in sospeso la frase, lo leggevo chiaro e tondo nel suo volto che non avrebbe voluto dirmelo e lo notai anche dal suo atteggiamento, era come se si fosse spento qualcosa in lui.

-Era lui?? E perché non me lo hai passato, Jake!.-  gli urlai contro –Dovevi passarmelo!.- continuai. 

Ero fuori di me, e me la stavo prendendo con lui, da un lato mi dispiaceva, non volevo trattare male Jake, ma dall’altro era proprio quello che si meritava.

-Non ha chiesto di te, per questo non te l’ho passato.-  disse abbassando lo sguardo e si allontanò dal telefono per andare alla finestra, e guardare la luna.

Rimasi un po’ scioccata dal suo atteggiamento, non poteva comportarsi in quel modo, ma pensandoci meglio, aveva incominciato reagire cosi, solo dopo che ebbi visto la macchina dei Cullen. 

Questa scoperta non mi lasciò del tutto sorpresa, sapevo che lui li odiavo, ma pensavo che per me sarebbe riuscito a sopportarli, cosa che non stava per niente facendo.

-Bella, Edward vuole andare da Volturi a uccidersi, crede che tu sia morta!.- mi disse Alice, portandomi via dai miei pensieri su Jacob.

-Ne sei sicura?.- le chiesi guardandola in faccia.

-Sicurissima Bella.- mi disse con la sua adorabile voce dolce.

-Va bene, Alice, questo vuol dire una sola cosa.- cominciai –Dobbiamo andare in Italia, a salvare Ed.- non ero sicura che rivederlo sarebbe stato bello, ma almeno questo glielo dovevo, non poteva morire per il senso di colpa, questo non glielo avrei mai permesso, anche se fra noi era finita.

-Bella no, non farlo.- Jake si avvicinò a me, e mi prese il braccio –Non andartene.- mi disse con degli occhi nuovi, voleva veramente che io restassi??

-Jake.- dissi piano, guardai la presa stretta della sua mano intorno al mio braccio, significava qualcosa, era un indizio che lui mi stava lanciando, ma che in quel momento non potei cogliere, più che altro era il momento sbagliato per me e lui.

-Jake, devo farlo.- dissi allontanando la sua mano dal mio braccio –Gli devo almeno questo.- lo guardai, sperai veramente, con tutta me stessa che lui avesse capito, ma mi sbagliai, ancora una volta.

-Non lo capisco.- mi disse in tono scontroso.

Non seppi  cosa rispondere e lascia cadere l’argomento, ogni minuto che passava, era un minuto in più che mi avrebbe separato da Edward, e dalla speranza di salvarlo. 

Allora decisi di muovermi, lasciai Alice e Jacob in cucina, so che non avrei dovuto farlo, loro erono come cane e gatto, ma non potevo sempre pensare agli altri, dovevo pensare a come arrivare in Italia.

-Tranquilla Bella ci penso io al viaggio, tu preparati, sennò arriveremo tardi.- mi disse Alice.

La guardai e le sorrisi, corsi in camera mia e preparai la borsa con l’essenziale per il viaggio, presi poche cose, non sarebbe durato tanto il soggiorno, il tempo di salvare Ed e di tornare a Forks e alla vita di tutti i giorni.

Chissà se al mio ritorno Jake sarebbe stato ancora mio amico, mi fermai un attimo a riflettere, ma allontanai la mia testa da quel pensiero, non potevo pensarci ora. 

Quando tornerò raccoglierò i frutti di quello che ho seminato, mi dissi.

Presi la borsa e mi catapultai fuori da casa mia, ma prima scrissi un messaggio a Charlie e lo lascia in cucina, sapevo che manco lui si meritava questo, ma il mio obbiettivo era molto importante, non potevo abbandonare Ed nel momento del bisogno.

Arrivai per strada e vidi che Alice stava discutendo animatamente con Jake, di sicuro stavano parlando del viaggio, guardai lui, e notai che gli si leggeva chiaro in faccia che soffriva. 

E il suo dolore era anche il mio dolore, perché ero legata a lui, in un modo che manco potevo spiegare, e se soffriva lui, soffrivo anch’io.

Arrivai alla macchina, salì, non dissi niente a nessuno, se avessi parlato avrei combinato solo danno, e non era il caso, aspettai Alice che salì dopo un paio di minuti, sistemò le sue cose nella macchina e si preparò per partire, ma dal finestrino apparve Jacob, che si mise a guardarci entrambe, senza dire niente. E mi mise un po’ in suggestione il suo silenzio.

Decisi di guardarlo di conseguenza, nella gara degli sguardi ero molto brava, avrei resistito fino all’ultimo, ma lui si arresa dopo poco e mi disse –Bella ragione, non puoi andare in Italia, cosi da un momento all’altro, stai qua, con me.-

-Jake, non posso te l’ho già detto, questo è il mio obiettivo ora, devo farlo, non solo per me, ma anche per Alice, per tutti i Cullen, questo glielo devo.- dissi guardandolo seriamente, non volevo che rispondesse, non volevo ferirlo ancora di più. 

Il suo sguardo mi mostrava stupore, meraviglia per le mie parole, non riuscendo a sopportare il tutto, feci un cenno ad Alice e lei partì di corsa.

Cercai di farmi forza e di non guardare dietro, per vedere tutto quello che avevo lasciato, tutto quello che mi ero creata durante la sua assenza. Mi feci forza e guardai dritto, davanti a me, guardai la mia nuova strada. Lontana da tutto quello che avevo.

Arrivammo all’aeroporto dopo un ora e mezza di macchina, salimmo quasi subito sull’aereo e appena mi sedetti a bordo, capì che non c’era più tempo, guardai fuori dal finestrino con la consapevolezza che avevo perso troppo tempo e che Edward non ne aveva più cosi tanto. 

Il volo partì dopo poco e il viaggio fu lungo e non riuscì a rilassarmi neanche per un attimo, ero troppo tesa per l’avvenire.

Appena l’aereo atterrò io ed Alice uscimmo subito di li e andammo a prendere una macchina, speravo che prendesse una macchina qualunque per passare inosservati ma mi sbagliai, prese o meglio rubò una porche gialla.

-Alice!.- gli dissi con un tono di rimprovero.

-Non pensavo che fossi contraria in questo caso, pensavo potessi fare un eccezione.- mi guardò e salì in macchina, io la segui dopo un attimo.

-Non sono contraria, ma neanche favorevole.- dissi allacciando la cintura.

-Tranquilla.- disse, poi partimmo per Volterra, -Allora Bella devi raggiungere il Palazzo comunale è la che si svolgerà la celebrazione della liberazione dei vampiri da Volterra, e là che Edward si mostrerà per quello che è, cosi i Volturi saranno costretti ad ucciderlo.-

-Va bene, ho capito.- dissi.

In poco tempo arrivammo a Volterra ma fummo bloccate perché la macchina non poté passare a causa della festa, allora scesi e cominciai a correre il più velocemente possibile, c’era troppa gente e non conoscevo il posto ed ebbi la sensazione di essermi persa.

Mi guardai in giro, mi sentì come un lupo fuori dalla sua tana, sperduto e pieno di paura. 

Ma mi feci forza e ripresi a correre, seguì la mandria di persone che si dirigevano tutte verso la stessa meta e  un po’ titubante arrivai alla Piazza Grande. Mi guardai intorno e non trovai tracce di Edward da nessuna parte, che avessi sbagliato?? Non era possibile, doveva per forza essere lì, era quello il luogo principale in cui si svolgeva la festa.

Feci un giro della piazza e proprio davanti l’entrata del Palazzo Comunale scorsi una persona, abbastanza familiare, ma che la mia mente anche se controvoglia aveva incominciato a dimenticare, era Edward. E stava per fare il più grande errore della sua vita. 

Lo vidi mentre si levava la maglietta e si avvicinava alle scale, illuminate dai raggi solari, sapevo cosa stava per fare, e dovevo impedirglielo a tutti i costi.

Corsi verso di lui, niente mi avrebbe impedito di salvarlo, nessuno, ma quando si vuole veramente una cosa, non sempre il destino è favorevole a dartela. –Dove crede di andare?.- mi fermò un agente della polizia.

Lo guardai con gli e la bocca spalancati, non ci potevo credere, il tempo era proprio contro di me. –Mi lasci andare.- dissi cercando di liberarmi e dando un occhiata a Edward che era sempre più vicino alla luce. –La prego.- dissi supplicandolo.

-Mi dispiace non posso lasciarla passare.- mi disse. Cercai di liberarmi, ma mi teneva stretto il braccio, guardai il Palazzo e vidi la sua fine. Edward si era esposto al sole. Tutti lo guardarono. Io lo guardai e cominciai a urlare. Un grido disperato. Di tristezza. Di paura. Che ne sarebbe stato ora di lui?? La risposta era una sola: la morte.

Vidi due persone uscire dal Palazzo, erono incappucciate. Lo presero per i gomiti e lo trascinarono dentro e il portone si chiuse pesantemente dietro di loro. Avevo finito di urlare, mi girai verso il poliziotto e vidi che guardava la scena attonito e sbalordito. Allora mi tolsi dalla sua presa e corsi verso il palazzo, non si era accorto che non c’ero più.

Arrivai al portone e cominciai a bussare, fortissimo, ferendomi le mani, urlai di aprirlo, urlai per la disperazione. –Edward sono viva torna qua, torna da me.- dissi iniziando a piangere. Ma l’unica risposta che ebbi fu un urlo disperato. Un urlo che ero sicura provenisse da Edward. Mi staccai dalla porta e la guardai senza parole, senza che mi uscisse nemmeno un sospiro. Ero ferma, immobile.

Poi senti dei passi. Venivano verso di me. Il cuore perse un battito, speravo fosse lui, speravo che di essermi immaginata tutto. Si fece largo una speranza. Ma fu spezzata subito. Uscì una ragazza, piccola, bionda, ma con dei grandi occhi rossi. La guardai. Lei guardò me e mi disse –Inutile che ti disperi per lui, è inutile che ci speri ancora, ha infranto le regole, ed ha pagato il prezzo delle sue azioni. Edward Cullen è morto.- mi guardò per un ultima volta e rientrò.

Mi chiuse il portone in faccia. Un soffio di vento mi spostò i capelli, che mi finirò davanti agli occhi, e all’improvviso  divennero umidi, iniziai a piangere. E sembrava che non avessi intenzione di smettere.

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: _Giuls17_