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Autore: Tury    04/02/2011    2 recensioni
Un fischio, il silenzio e dopo l’esplosione. Se dovessi dare un suono alla mia vita, darei quello prodotto da una bomba. Da quel che ricordo la guerra è sempre stata la mia realtà. Correre, nascondersi, uccidere. Uccidere, uccidere, uccidere. Perché questa è la politica che vige sul campo di battaglia, perché è sempre il più forte a sopravvivere, perché…
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una risata stridula. Apro gli occhi ma non riesco a percepire nulla, se non due scintille che mi fissano.
“Perché ridi?”
“Perché ho vinto.”
“E sentiamo cosa avresti vinto da ridere così tanto?”
“Che c’è Farah? Non ti ricordi più di me?”
“Perché? Dovrei?” ride più forte.
“Ma chi diavolo sei?” sibilo. Non conosco il motivo, ma in questo momento rivorrei il mio fucile, caro amico quando vuoi uccidere un nemico fastidioso. Sì, perché lui è un mio nemico, non so il perché ma avverto che sia così.
Si avvicina, è a pochi centimetri da me.
“Sono il tuo assassino.” Mi sussurra all’orecchio. Una rabbia inumana mi investe, lo colpisco, facendolo allontanare di qualche metro.
“Tu- la mia voce è un ruggito, pieno di odio, di dolore e di rassegnazione- tu! Maledetto!” ridi ancora, che hai da ridere brutto bastardo?
“A quanto pare il tuo corpo si ricorda ancora di me, a differenza della tua memoria.” Sei di nuovo vicino al mio viso e questa volta lo sfiori con la tua mano. Mi scosto velocemente, non voglio sentire il tuo tocco sulla mia pelle.
“Ce l’hai ancora con me Farah? Eppure non l’ho decisa io la tua morte.” So che non si riferisce alla guerra che mi ha sottratto alla vita. Quest’individuo deve essere collegato al mio passato. Non lo riesco a vedere, c’è troppa oscurità, solo i suoi occhi restano perennemente legati ai miei.
“Nero con nero, Farah. Tenebra alla tenebra, oscurità all’oscurità. Malvagità alla malvagità. Tu mi appartieni, Farah.”
“Ti sbagli, io non appartengo a te. Io appartengo alla luce.” non so il motivo di queste mie parole, ma so che hanno un significato, un significato che devo proteggere.
“L’hai ritrovata vero? Ti aveva promesso che ti avrebbe aspettata, che vi sareste rincontrate e difatti così è accaduto. Ma non dimenticare le tue origini, Farah. Sarete di nuovo l’una la causa della fine dell’altra. La luce e l’oscurità non possono convivere, figurati se possono amarsi. E tu sei già morta Farah, tu non appartieni più al suo mondo. Tu sei mia ormai.”
“Non l’abbandonerò, resterò con lei. Non so chi tu sia ma non ti permetterò di farle del male.”
“Quanto coraggio Farah, quanti buoni sentimenti. E dimmi, dove ti hanno portato questi? Ti hanno portato alla fine. Ma forse non ricordi com’è stato avere il suo corpo inerme tra le braccia, piangere su quelle membra immobili che non ti avrebbero regalato mai più calore, legare i tuoi occhi ai suoi, nella speranza che la sua luce penetrasse di nuovo il tuo cuore e ti facesse sentire viva. Ricordi Farah perché lei è morta? Perché il bianco e il nero non devono mai incontrarsi. Questa è la guerra.”
“Stai zitto…”
“Tu sei mia.”
“Mai! Io appartengo ad un’altra persona che adesso è in attesa del mio ritorno.”
“I signori della guerra sono sette, e tu Farah sei uno di essi. Non puoi tirarti indietro, questa è la guerra.”
“Ed io sono la settima parte di quella guerra che tu continui a nominare.” Le parole escono dalle mie labbra sfuggendo al mio controllo. Non capisco cosa stia succedendo ma sento di doverlo affrontare. So di potercela fare.
“Tu sei la mia amante, tu sei la mia metà. Legati a me Farah e avrete salva la vita entrambe. O forse preferisci vederla morire di nuovo?” queste parole mi ghiacciano il sangue. Morta…no, non voglio vederla morta ma nemmeno abbandonarla.
“Fammi tornare da lei!” e questo lo urlo.
“No.” Non mi importa quanta sicurezza risieda in quelle uniche due lettere, in quell’unica parola. Io voglio tornare da lei. Rieccola, la mia rabbia, la mia ira. È giunto il momento, questo è il tempo della vendetta. Sento il pavimento di quel nulla nero vibrare. La mia rabbia si ripercuote sul luogo circostante, troppo intensa, troppo forte per poter essere contenuta in questo misero corpo. Non ho nemmeno la forza di urlare, ho solo il sapore del sangue in bocca, il suo sangue. Voglio ucciderlo  e tornare da lei, da lei che potrà purificare questa mia anima piena di peccati e omicidi. Lei, che ho promesso di proteggere. Non mi importa delle ferite che il mio corpo subirà in questo scontro, ogni dolore diverrebbe sopportabile se mi aiutasse a giungere a lei, la mia luce. Chi sono i signori della guerra? Sinceramente non lo so ma in questo momento il pensiero di scoprire la mia vera identità non mi sfiora nemmeno. Sento solo un immenso potere scorrere nelle mie vene, giungere al mio cervello, trasformarsi in puro odio. E l’odio si sa, fa perdere la ragione. Ma in questo corpo sporco e logoro lo sento, c’è un cuore che batte. E chiunque possegga un cuore sa anche amare. E dunque il mio odio è placato dall’amore che nutro per te, che mi lega a te. Non lo so Sophie chi io e te siamo, cosa vogliano questi uomini da noi, perché a noi sia capitato un tale destino ma so che tornerò da te.
“Lo senti? Il potere della guerra scorre in te, non puoi rinunciarvi, non puoi sottrarti.”
“Non ho intenzione di sottrarmi, ma di combattere come signore della guerra e come signore della guerra annientarti e tornare da lei.”
“E con quale faccia ti ripresenteresti da lei? Come un’assassina?”
“Tu la vuoi morta! E io devo proteggerla!”
“Ti sbagli, qui l’unica che desidera la sua morte sei tu. Torna da me, Farah, e non le accadrà nulla.”
“Le ho promesso che non l’avrei abbandonata!”
“Non ho alcuna intenzione di battermi con te, se è da lei che hai deciso di tornare vai, ma ricorda io ti ho avvisata. Lei ti ucciderà, Farah. Ricorda queste mie parole e dì addio ai tuoi recenti ricordi. Questa realtà, questo mondo non deve incontrare la realtà umana nemmeno negli incubi delle persone. Buona notte Farah, e credimi, la tua notte non vedrà il bagliore di una nuova alba mai più.” Detto questo sparisce, e la luce bianca e calda mi avvolge ancora.
  
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