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Autore: Miss Loki_Riddle Gold    04/02/2011    2 recensioni
Ciao! Sono tornata con una nuova FF questa racconta una storia un po' migliore delle altre dato che sono anni che ci penso. Come tutti, anch'io mentre leggevo HP mi sono fatta un'idea o meglio mi sono creata un personaggio che rivivrà con noi la maggior parte delle avventure del "fantastico trio". Dato che, però, non potevo far altro che pensare a scriverlo e a dividerlo con gli altri oggi mi sono decisa a pubblicare. Dico già alcune cose sulla storia e cioè che parte dal secondo anno di Hp e lo segue come un cagnolino fino alla fine. Potete, però, stare certi che non vi annoierò, ancora, riprendendo ciò che ha scritto la Row dato che lo dò per acquisito e fino a un certo punto la storia non cambia.
Non leggete questa storia verrá presto eliminata per essere riscritta da capo
Quindi non leggete
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton, Tom O. Riddle
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia di Deborah Durell'
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Come avrete già notato dalla prefazione, ho cambiato un po' gli avvenimenti. Ci troviamo ai giorni nostri anche se Harry è solo un ragazzino di dodic'anni.

 
Una ragazza si svegliò di botto, quella mattina, si morse la lingua: avere undici anni non significava essere felici.
Aveva avuto un altro incubo, uguale a quello di ogni notte, da quando era piccola. Aveva sempre pensato che, col tempo, sarebbe sparito, ma non era così. Chiuse gli occhi per poter ricordarne almeno una parte. Due occhi, le baluginavano davanti, due occhi brillanti e verdi smeraldo. Deborah li riconobbe, li avrebbe riconosciuti fra mille, erano quelli del suo migliore amico,Harry. Harry Potter. Non riuscendo a reggerli oltre riaprì i propri.
”Perché tanta rabbia?” si domandò. Si guardò intorno, come per calmarsi. La sua camera pareva sorriderle sotto i poster dei ragazzi più belli e quelli dei suoi amici. Sorrise a sua volta.
Si accorse solo in quel momento del cellulare che vibrava ininterrottamente da circa una decina di minuti.
“Sarà Harry, di certo!” si disse.
- Cavolo, quanto è tardi! – esclamò, notando che la sveglia segnava le dieci, si doveva essere scaricata, ma… le lancette dei minuti funzionavano ancora.
Rispose al telefono, sì, era l’amico.
-Pronto…Deborah!- disse il ragazzo, con voce spaventata.
- Ciao Harry, Cosa succede?- gli domandò
- Ah…Dudley, come al solito!- fu la sconsolata risposta.
- Ma come…non dovrebbe…essere spaventato?- chiese, mentre si cambiava.
- Come? Non sai com’è fatto Dudley?
- Insomma, 1° Smettila di fare domande, 2° sei un mago, 3° arrivo!
- Ok, grazie!
-Ah, comunque buon compleanno!
Deborah mise giù, non aveva bisogno di salutare visto che dopo poco si sarebbero rivisti, finì di cambiarsi, ammirando, poi, il cambiamento allo specchio: i vestiti aderivano al suo corpo magro, rendendola ancora più bella.
Osservò, infine, il volto, così sottile e dolce da renderla felice.
Desiderava vedere un gufo, in quei giorni, proprio come lo aveva ricevuto Harry, l’anno prima.
“Sempre le stesse cose” pensò, mentre la madre le dava il suo solito toast.
Lo mangiò velocemente mentre buttava l’occhio sulla TV di casa.
Quando finì, si alzò e, dopo aver salutato i genitori, uscì.
Appena bussò a quella del vicino, Harry le aprì.
Lei entrò, senza dire una parola ma facendo un gesto ricambiato di saluto.
-Chi è, ragazzo?- domandò un vocione nell’altra stanza, evidentemente quella del signor Dursley.
- Oh, sono io! Ciao a tutti!- rispose Deborah con la sua solita voce squillante, allegra e dolce.
Petunia esclamò:- Cara, vieni! Vorrai mangiare qualcosa, prendi tutto quello che vuoi noi siamo in soggiorno a veder la TV!
Deborah declinò, gentilmente la proposta della donna anche se questo diede un po’ di scontento generale e, così, ammise di essere venuta soprattutto per parlare un po’ con l’amico, aggiunse, poi, che sarebbe arrivata in soggiorno dopo poco.
Dudley fece la sua entrata in corridoio.
-Deborah!- mormorò arrossendo –resti a pranzo da noi?
Lei domandò se non disturbava, accettando quando le fu risposto che non c’era alcun disturbo.
Fu lasciata seguire il suo amico senza altre domande, fino alla camera da letto del ragazzo.
Harry si sedette sul letto che pareva essere fatto di rifiuti per quanto era sporco.
Deborah prese un grosso pacchetto viola scuro che aveva riposto in borsa e lo passò all’amico rifacendogli gli auguri.
-Oh, grazie disse quello misurando con lo sguardo la grandezza e la forma del dono per farsi un idea di cosa fosse.
Ben ricordava gli strani gusti della ragazza ma continuava a trovare belli quei regali soprattutto perché era sempre stata l’unica a fargliene.
L’anno prima, ad esempio, gli aveva regalato un kit di vestiti: di ogni tipo, genere, colore ed altro.
Quando lo scartò si ritrovò a fissare un librone con tutte le leggende, i miti e le poesie esistenti. Lo apprezzò soltanto perché gli piaceva come pensiero e perché era scritto a mano.
Proprio in quel momento avvenne la sorpresa più bella che si potesse desiderare…
   
 
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