Due gufi atterrarono sul letto dalla finestra aperta.
Uno di questi sfiorò con un’ala la testa di Harry, facendolo imprecare per essere stato spaventato, visto che non si era accorto di nulla.
Erano due barbagianni marroni.
Uno di loro fece cadere una lettera di fronte a Deborah, prima di volare via con l’altro, che aveva fatto la stessa identica cosa davanti ad Harry.
La ragazza sgranò gli occhi nel vedere un gufo portarle La lettera, di cui aveva parlato l’amico.
“Eh vai!” pensò “ Sono, anch’io, una strega!”
La prese, con mani tremanti e l’aprì, il suo viso era rosso ed eccitato.
Harry era rimasto ad osservarla: non l’aveva mai vista così…la dolce e tranquilla Deborah non si eccitava mai, ed ora…
Lei, dopo aver letto, sollevò gli occhi verso il ragazzo che dovette distogliere velocemente il suo.
- Ti rendi conto? Sono anch’io una strega!!!- Urlò con voce squillante e quasi con le lacrime agli occhi dalla felicità.
- Sì, mi rendo conto! Sono felice, dico davvero, ma… Sai, sarebbe meglio se non urlassi, se ti sentono i Dursley…
-Ma che me ne importa? Finalmente il mio sogno si è avverato! Harry, domani andiamo a comprare il mio arredo???
Proprioin quel momento atterrò un secondo gufo, con immenso stupore dei due, anche questo indirizzato a Deborah.
La ragazza guardò il volto dell’amico, ancora paonazzo dalla sorpresa, prima di sbrigarsi ad aprire la lettera.
Quest’ultima era scritta in fretta e furia e, dentro, c’era una chiave d’oro.
Questa è la chiave del tuo deposito alla Gringott.
Mi spiace di non essere riuscito ad accompagnarti io stesso.
Saluti,
Professor Severus Snape
“Cosa c’entra Snape? Perché aveva la chiave di Deborah? Comunque… come fa Deborah ad avere un deposito tutto suo?” si domandava.
La ragazza non sembrava essere minimamente preoccupata, mentre si rigirava fra le dita la chiave, con mano tremante.
Doveva andare alla Gringott, si ripeteva.
Poi, tutto ad un tratto, sorrise e disse:- Harry, mi presteresti il tuo gufo?
Harry saltò: si era praticamente dimenticato dell’amica.
Lentamente, annuì, cosa che permise a Deborah di scrivere la risposta, alla vice preside e inviarla.
Dopo pochi minuti, nei quali rimasero in silenzio, persi nei loro pensieri, Petunia richiamò l’attenzione venendoli a chiamare, cosa che faceva solo per Deborah.