26.
Esercito ed Inquisizione.
Neville
Paciock trovò la stanza
delle necessità. Nessuno sembrava mai averne sentito parlare ma, a quanto
pareva, il quinto piano di Hogwarts ospitava una stanza vai e vieni, che
appariva solo quando uno studente ne aveva veramente bisogno. Al suo interno
c’era tutto ciò che serviva, e la stanza prendeva sempre la forma più
appropriata.
Le
lezioni con Harry iniziarono subito, bastò solo informare tutti quelli
dell’esercito di Silente della stanza delle necessità ed organizzarsi in modo
tale che tutti quanti potessero raggiungerla senza essere scoperti. Vennero
organizzati dei gruppi che dovevano salire al quinto piano in momenti diversi
e, quando la lezione finiva, si usciva alla svelta sparpagliandosi il prima
possibile. Tutte queste precauzioni erano state prese dopo l’ultimo divieto
dell’Umbridge, che disapprovava ogni tipo di associazione tra studenti.
Harry
Potter insegnò loro incantesimi di disarmo, che Areal conosceva già, ma anche
gli Schiantesi, che la Corvonero fu felice di
apprendere. Imparava quasi subito, tutti si aiutavano a vicenda ed Harry era
veramente eccezionale. Impararono molti incantesimi utili come Reducto, Levicorpus e
altri ancora.
Un
giorno però, quando quasi tutti erano usciti, Harry, che era affiancato da
Hermione, chiamò in disparte Canni ed Areal. Hermione era imbarazzata, ma Harry
sembrava più deciso.
-Areal, la tua amicizia con Draco Malfoy ci preoccupa- Disse Harry,
tutto d’un fiato.
Canni
sembrò preoccupata.
Areal
alzò il mento e sospirò. –Draco Malfoy rimane fuori da questa cosa. L’esercito
di Silente è un mio segreto-.
Harry
fece un cenno. –Non credo che Draco approverebbe la nostra idea, piuttosto
correrebbe dall’Umbridge-
-Lo
penso anch’io, purtroppo, per questo non parlerò mai a Draco di ciò che
facciamo qui-
Hermione
sorrise vedendo la tranquillità con cui Areal affrontava l’argomento.
Potevano
fidarsi di lei, ne era certa.
-No,
è assurdo, non può esistere certa gente!- Alle parole di Pancy,
tutti già ridevano da tempo.
-E
non hai raccontato cosa ha iniziato a fare dopo essersi rialzato- Disse Erick,
smettendo finalmente di ridere.
-Oh
sì, è corso via terrorizzato, cadendo per la seconda volta sulle scale e poi
non faceva che urlare!- continuò Pancy.
-Come
ho fatto a perdermi una scena del genere?- si lamentava Blaise Zabini, un
Serpeverde molto amico di Draco.
-Me
lo chiedo anch’io!- Disse Canni.
-E
pensare che è successo nella zona che dovevamo controllare noi…-Disse Pancy a Draco, con un sorrisino saputello.
-Ma
io ed Areal perlustravamo il terzo piano, coprendo la zona che avrebbero dovuto
fare lei ed Erick- specificò Draco, mentre Pancy continuava a guardarlo con lo stesso sorrisino.
-La
verità è che non vogliono ammettere di essersi persi la scena, perché avevano
altro da fare…- Continuò Erick in appoggio di Pancy.
-Non
è vero!- disse Draco, ridendo.
Areal
spalancò la bocca fingendosi indignata. –Cosa vorreste insinuare?-
Pency ed Erick scoppiarono a ridere, ma anche Blaise e Canni.
Per
quanto assurdo potesse essere, quell’insolito gruppo si era formato per caso
quella mattina assolata, abbattendo tutti i muri che potevano esserci fra
quelle persone così diverse. Areal era felice, e Draco non smetteva di
sorridere e di essere il Draco Malfoy che lei preferiva, ovvero il ragazzo
educato e divertente. Quando era a suo aggio Draco non aveva bisogno di
nascondersi dietro dispetti e cattiverie, ed Areal desiderava che fosse sempre
così.
Senza il muro di ghiaccio ad
avvolgerlo come uno scudo protettivo.
-Rospo
in arrivo!- Fece Erick, spalancando gli occhi come se avesse visto un’oscenità.
Erano
sotto i portici del cortile, Draco e Areal seduti sul muretto, Blaise dietro
Draco dalla parte interna, mentre Erick, Canni e Pancy
di fronte a loro sull’erba.
-Andiamo
a lezione, prima che ci porti tutti nel suo ufficio- Disse Canni.
Frettolosamente
si salutarono e mentre i tre Serpeverde andavano a lezione di Pozioni, i tre
Corvonero raggiungevano l’aula di Trasfigurazioni.
Con
l’Umbridge nelle vicinanze c’era sempre da preoccuparsi. Poteva spedirli nel
suo ufficio per sospetta associazione studentesca, o punirli perché erano in
sei! Giusto per capriccio! O perché sprecavano il loro tempo ad oziare. Areal
sapeva che Draco e i suoi amici volevano sempre fare bella figura davanti a lei,
era una persona molto importante. Lavorava al Ministero come il signor Malfoy,
ed il minimo che Draco potesse fare era rispettarla.
L’aria
era fresca quel tardo pomeriggio, e l’erba si muoveva a causa del vento. In
cielo non c’era una nuvola. Nira, la civetta di
Areal, era appollaiata sul ramo di un albero lì vicino, mentre la sua padrona e
Draco sedevano su di una coperta adagiata sull’erba.
-Credo
di non aver alcun problema per superare gli esami- Esclamò Draco, mangiando un
chicco d’uva.
-Sono
solo preoccupata in pozioni…- Confidò Areal.
Draco
le rivolse un ghigno divertito –Non hai ancora imparato quella materia?-
-Non
vedo l’ora di arrivare al sesto anno, dove Pozioni non sarà più una materia
obbligatoria e potrò abbandonarla-
Draco
fece quel suo sorriso beffardo, poi alzò gli occhi al cielo. –Sai già cosa farai
dopo la scuola?-
La
ragazza fece spallucce. –Avevo una mezza idea… ma niente di decisivo. E tu?-
-Non
lo so-
Draco
guardò il cielo senza nuvole e sembrò che l’intensità del suo sguardo potesse
attraversare quella distesa azzurra. Non sapeva cosa avrebbe fatto da adulto e,
soprattutto, non sapeva cosa un Malfoy dovesse
fare per guadagnarsi il rispetto degli altri. Suo padre lavorava al ministero,
prevedere se avrebbe approvato o meno qualche altro tipo di lavoro per il
figlio era un mistero.
Nel
frattempo Areal stava sminuzzando un pezzo di pane e, quando la sua civetta
scese dal ramo per posarsi sull’erba accanto a lei, la ragazza gli pose alcune
briciole direttamente dalla sua mano, che la civette fu felice di beccare.
-Tu
non hai un gufo, Draco?- chiese lei.
Draco
sembrò rabbuiarsi, come se fosse arrabbiato. –No-
-Come
mai?- Areal lo guardò negli occhi, mentre Nira finiva
le altre briciole.
-A
cinque anni mio padre me ne regalò uno, per il mio compleanno. Mi occupavo di
lui ogni giorno, ma dopo due anni si ammalò. Hanno dovuto abbatterlo-
Areal
abbassò gli occhi.
-Hai
saputo che Potter ed alcuni suoi amici si vedono di nascosto?- chiese Draco.
-E
cosa fanno?- Areal avvertì un tuffo al cuore.
-L’Umbridge
è praticamente certa che stiano tramando qualcosa. Forse si allenano con la
bacchetta, pare che Potter li stia addestrando-
-E
l’Umbridge ha delle prove?-
-Ancora
no, ma quella donna è furba, e ha orecchie da tutte le parti. Il signor Gazza ha
notato movimenti sospetti al quinto piano, e non è il solo! Non vedo l’ora di
cogliere Potter con le mani nel sacco!-
Areal
cercò di non far trapelare nessuna delle sue emozioni. Improvvisamente, venne
colta da uno scintillio sul petto di Draco. Si alzò e, aggirando la tovaglia su
cui erano seduti, andò ad inginocchiarsi proprio accanto al ragazzo.
-Cos’è questo?-
Chiese,
sporgendosi su di lui e prendendo fra le mani la spilla appesa al suo mantello.
Per
un primo momento il ragazzo non disse nulla, fece solo un sorrisino costatando
la loro vicinanza.
-Fai parte della squadra d’inquisizione?-
Chiese Areal, scioccata e visibilmente offesa.
Draco sbuffò.
-Ma è una donna spregevole! Vuoi vedere tutta
Hogwarts sotto sopra?-
-In parte sì.- Draco
la guardò negli occhi. –Posso togliere punti ai Prefetti e Perfino ai
Caposcuola-
Areal
inarcò un sopracciglio –ti diverte così tanto fare il bullo?-
Draco
la guardò intensamente, abbassò il viso avvicinandolo pericolosamente al suo e,
con maliziosa arroganza, le sussurrò ad un palmo dalle labbra.
–Sì-
-Te
la prenderai anche con me?-
Chiese
la ragazza, ricambiando lo sguardo argentato senza indietreggiare.
-Mai!-
Draco
si fece stranamente serio, tornò al suo posto e, senza alcuna ragione, si
rabbuiò.
–Areal?-
-Dimmi-
Il
ragazzo allungò una mano verso di lei, togliendole lentamente una foglia
intrappolata fra i suoi capelli.
–Tu
non sai un’amica di Potter, vero?-
La
ragazza ebbe quasi l’impressione che una sua risposta affermativa avrebbe
potuto scatenato le ire di Draco, e non solo. Quella mano pallida e fredda che
le sfiorava i capelli, avrebbe potuto serrarsi a pugno e ferirla, tanto i suoi
occhi fremevano di rabbia, una rabbia che chiedeva solo di non essere
accentuata.
Draco
sospettava che facesse parte di quel gruppo di studenti che insieme ad Harry si
riunivano di nascosto. Non sapeva dell’esercito di Silente, ma aveva
praticamente capito già tutto.
Come
faceva Areal a mentire a quegli occhi color ghiaccio che la guardavano
leggendole l’anima, chiedendole solo un po’ di sincerità? La ragazza sapeva che
Draco non avrebbe affatto apprezzato la verità, ci sarebbe rimasto male sapendo
che anche lei stimava Harry Potter, ma sapeva con altrettanta certezza che non
avrebbe mai fatto nulla per ostacolarla. Non avrebbe neppure detto all’Umbridge
che sapeva la verità, pur di proteggere Areal.
O, quando meno, era ciò che
sperava.
Poteva
essere il loro segreto. Aveva promesso ad Harry e a Hermione di non dirgli
nulla, ma lei si fidava di Draco, e non voleva mentire proprio a lui…
Quando
il ragazzo assottiglio lo sguardo, in attesa di una risposa, Areal parlò:
-Ma
no Draco, non dire sciocchezze!-
Continua…
Come
al solito grazie a chi legge e soprattutto alle mie care recensitrici
BumBj
& Nocticula_Nott.
Scusate
il disturbo ma, se qualche lettore volesse trovare il tempo per un piccolo
commento, mi farebbe molto felice, giusto per farmi sapere cosa ne pensa.
Please!!! XD
A
presto.